brava
Stai facendo la spesa, hai appena ricevuto la telefonata di Josh, e avete deciso di prendere riso e curry per il pranzo di domani.
Tra gli scaffali trovi tutto quello che serve, paghi alla cassa ed esci per strada, il mondo è piccolo, strano, perverso, perché incontri il corvo rosso in pieno giorno nel parcheggio del supermercato.
Posteggia la sua auto e fa finta di non vederti neppure.
Getti i pacchi per terra e scatti ad afferrarlo per le braccia.
Non puoi sapere che lui si sta meravigliando quanto te, non cambia espressione, non fa nulla, non dice nulla, eppure resta fermo, rigido, distante, eppure è di fronte a te.
Non puoi sapere che sta pensando di essere diventato un idiota, perché ti ha permesso di avvicinarti così tanto, e perfino di toccarlo. Crede di avere perso il suo istinto predatore, sei pericoloso per lui.
Le parole ti escono veloci, rabbiose, insieme al coraggio che hai sviluppato di recente.
“ è il ragazzino abusato che non vuoi tra i piedi, o proprio ti sto sulle palle io?!”
Normalmente non usi questo linguaggio, ma incontrarlo ti ha fatto uscire fuori una certa rabbia repressa.
Realizzi un attimo dopo di avere sbagliato, lui non ti ha mai mostrato una pietà buonista, né tanto meno ha problemi con la tua situazione passata, sai bene che non è quel tipo di persona.
Lo lasci andare: “ Scusa.” Gli dici più calmo, le tue mani scivolano piano via da lui, dalle sue braccia forti, dal suo giubbotto di pelle nera, da tutta la sua persona, da ciò che più ami al mondo.
È lui che ti afferra all’improvviso, ed il cuore ti balza in petto.
Non c’è nessuno in giro in questo momento, solo il timido sole autunnale, e l’aria inconsistente e incolore.
Ti fa male, ma non perché la presa sia particolarmente forte, è dove ti ha preso che fa un male cane.
Ti ha afferrato a metà fra il polso e il gomito, non trattieni un gemito di dolore ed una fitta, la tua camicia bianca si tinge di sangue, si erano rimarginati da troppo poco tempo.
Ti guarda con occhi penetrarti ed oscuri, non li reggi, abbassi i tuoi occhi troppo azzurri, i capelli biondi e chiari ricadono sul tuo volto delicato, e mordi forte le tue labbra carnose, a forma di cuore.
Vorresti nasconderti.
Non ne avete più parlato, ma lui sa che ti tagli ancora di tanto in tanto.
Sono dei graffi più o meno profondi, fatti con tutto quello che ti capita a tiro.
Ti piace contemplarli dopo, in tutte le loro fasi, quando sono sanguinanti, quando smettono di sanguinare, quando fanno la crosta, e dopo quando cade, e rimani a guardare i segni più scuri sulla pelle candida, via, via ti piace guardarli sbiadire, e poi, poi…ti mancano, hai bisogno di farne altri, qualche volta lo sai, saranno tanto profondi che ci vorranno i punti…
Non ci pensi neppure a smettere, e questo è a prescindere da lui.
Autolesionista.
Non sei poi troppo diverso da Marik, però, anche lui è migliore di te, perché sta ancora lottando per uscirne.
Autolesionismo.
La sua voce ti fa male dentro, un taglio decisamente più profondo, un taglio dentro l’anima.
“ A te piace farti male.”
Sgrani i tuoi occhi azzurri, la consapevolezza, la vergogna…scatti con la testa e istintivamente cerchi i suoi occhi, lo guardi dritto in faccia, anche se non vuoi, ma poi torni a fissare il pavimento.
Tra di voi…è delicato…dolorosamente delicato.
“ Non sarò il tuo strumento per auto- infliggerti del male.” Alla sua affermazione inizi a tremare, non vuoi ascoltare una parola di più.
Ed il vostro rapporto evolve ancora, e non sei certo che la direzione che prende ti piaccia.
I tuoi occhi si scuriscono, tendono al blu adesso, trattieni le lacrime fieramente.
“ Non chiedermi cose che non possa darti, Isaiah.”
Anche lui ha imparato a conoscerti, così come tu conosci lui.
Ed il fatto che non hai più sedici anni, ma diciotto passati, vi costringe ad essere grandi entrambi, può dirti ciò che pensa, pretende che tu capisci, e tu con tutto te stesso non vuoi farlo.
No, non vuoi farlo, assolutamente.
“ Non ti sto chiedendo nulla.”
“ Sì, invece.” Lascia andare il tuo braccio, il tuo sangue sul palmo della sua mano pallida.
“ Tu sei il mio angelo salvatore.”
“ Forse sì, ma non posso, io non posso…”
“ Non puoi o non vuoi?”
“ Entrambe le cose.”
“ Perché?”
Over and over, over and over
You make me fall for you
Over and over, over and over
You don't even try
“ Non lo so perchè, va bene? Non funzionerebbe, non…è solo nella tua testa. Va bene?”
“ Ed è solo nella tua testa il fatto che non funzionerebbe, se io non se se sarebbe possibile nella realtà, allora tu non sai l’esatto contrario!” Sbotti, lo guardi per un attimo, poi gli dai le spalle, vuoi andare via.
Recuperi le buste della spesa.
“ Non ti infastidirò più.”
E mentre vai via sussurri, un po’ a lui, un po’ a te stesso: “ Ma non puoi impedirmi di amarti.”
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