Recensioni per
E se piove sull'asfalto
di Yoite011

Questa storia ha ottenuto 311 recensioni.
Positive : 311
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
15/03/15, ore 19:07

Stavo vagando nella sezione romantico stamattina quando mi sono imbattuta nella tua storia e non ho chiuso il telefono finché non sono arrivata all'ultimo capitolo.
Voglio farti davvero i miei complimenti il tuo modo di scrivere è davvero meraviglioso e questa storia mi ha preso non poco *^*
Il modo in cui descrivi i vari personaggi mi piace molto e le tematiche che tocchi ci catapultano in una realtà che può sembrare un po distante dalla nostra. Davvero complimenti :)
A questo punto non posso che augurarti buon lavoro per il seguito e spero di poter leggere presto il prossimo capitolo.
Un bacio e alla prossima :)

Recensore Master
15/03/15, ore 14:55

Non è davvero possibile guardare ogni giorno se hai pubblicato un nuovo capitolo! Sto diventando dipendente da questa storia come Isaiah lo è di Yulian.
E che dire di questi due? Si capiscono, si conoscono, il che significa (tradotto nel tuo vocabolario) che stanno cambiando l'uno in relazione all'altro. E ti adoro, perché finalmente il corvo si sta aprendo *-*
Che Isaiah fosse autolesionista lo avevo immaginato, come che fosse masochista. Mi aspettavo che avesse smesso.. e invece no. E voglio assolutamente sapere perché *-*

Marik e Joshua.. si amano. E non puoi negarlo tesora XD
perché se ora Marik si prefigge l'obiettivo di vivere e sopravvivere per lui, e Joshua finalmente si piega, non può che essere amore!

P.S. Ma...alla fine, il pompino glielo ha fatto?? Ahahaha XD

Barbara

Recensore Master
15/03/15, ore 13:33

Sai mentre leggevo ascoltavo proprio Over and Over è una delle mie preferite ma quando sono arrivata al punto in cui Isa e Yul si incontrano al market è iniziata I Hate Everything About You e credo che in quel momento era un po' quello che li accomunava Si odiano perché si amano...Forse sbaglio ma l'ho vista un po' così... xD
Oddio sul pezzo di Marik e Josh stavo per morire quando gli ha detto "Mi fai un pompino quando torno" Ahahahahah My God! Se me lo chiedi così come dirti di no?! =.=" Ahahahahah
Ormai lo sai che ti amo specie se metti le canzoni che amo come titoli!
Che altro dirti ormai la prima cosa che faccio appena apro gli occhi la mattina è vedere se hai aggiornato quindi capisci che quando trovo il capitolo sprizzo gioia da tutti i pori ^-^
A presto spero un bacione
Linda ^~^

Nuovo recensore
15/03/15, ore 10:28

aggiorna aggiorna aggiorna cap bellissimo  ç_ç

a presto spero....

C N 

Recensore Junior
15/03/15, ore 10:27

brava

 
Stai facendo la spesa, hai appena ricevuto la telefonata di Josh, e avete deciso di prendere riso e curry per il pranzo di domani.
 
Tra gli scaffali trovi tutto quello che serve, paghi alla cassa ed esci per strada, il mondo è piccolo, strano, perverso, perché incontri il corvo  rosso in pieno giorno nel parcheggio del supermercato.
 
Posteggia la sua auto e fa finta di non vederti neppure.
 
Getti i pacchi per terra e scatti ad afferrarlo per le braccia.
 
Non puoi sapere che lui si sta meravigliando quanto te, non cambia espressione, non fa nulla, non dice nulla, eppure resta fermo, rigido, distante, eppure è di fronte a te.
 
Non puoi sapere che sta pensando di essere diventato un idiota, perché ti ha permesso di avvicinarti così tanto, e perfino di toccarlo. Crede di avere perso il suo istinto predatore, sei pericoloso per lui.
 
Le parole ti escono veloci, rabbiose, insieme al coraggio che hai sviluppato di recente.
“ è il ragazzino abusato che non vuoi tra i piedi, o proprio ti sto sulle palle io?!”
 
Normalmente non usi questo linguaggio, ma incontrarlo ti ha fatto uscire fuori una certa rabbia repressa.
 
Realizzi un attimo dopo di avere sbagliato, lui non ti ha mai mostrato una pietà buonista, né tanto meno ha problemi con la tua situazione passata, sai bene che non è quel tipo di persona.
 
Lo lasci andare: “ Scusa.” Gli dici più calmo, le tue mani scivolano piano via da lui, dalle sue braccia forti, dal suo giubbotto di pelle nera, da tutta la sua persona, da ciò che più ami al mondo.
 
È lui che ti afferra all’improvviso, ed il cuore ti balza in petto.
 
Non c’è nessuno in giro in questo momento, solo il timido sole autunnale, e l’aria inconsistente e incolore.
Ti fa male, ma non perché la presa sia particolarmente forte, è dove ti ha preso che fa un male cane.
 
Ti ha afferrato a metà fra il polso e il gomito, non trattieni un gemito di dolore ed una fitta, la tua camicia bianca si tinge di sangue, si erano rimarginati da troppo poco tempo.
 
Ti guarda con occhi penetrarti ed oscuri, non li reggi, abbassi i tuoi occhi troppo azzurri, i capelli biondi e chiari ricadono sul tuo volto delicato, e mordi forte le tue labbra carnose, a forma di cuore.
Vorresti nasconderti.
 
Non ne avete più parlato, ma lui sa che ti tagli ancora di tanto in tanto.
Sono dei graffi più o meno profondi, fatti con tutto quello che ti capita a tiro.
 
Ti piace contemplarli dopo, in tutte le loro fasi, quando sono sanguinanti, quando smettono di sanguinare, quando fanno la crosta, e dopo quando cade, e rimani a guardare i segni più scuri sulla pelle candida, via, via ti piace guardarli sbiadire, e poi, poi…ti mancano, hai bisogno di farne altri, qualche volta lo sai, saranno tanto profondi che ci vorranno i punti…
 
Non ci pensi neppure a smettere, e questo è a prescindere da lui.
 
Autolesionista.
Non sei poi troppo diverso da Marik, però, anche lui è migliore di te, perché sta ancora lottando per uscirne.
 
Autolesionismo.
 
La sua voce ti fa male dentro, un taglio decisamente più profondo, un taglio dentro l’anima.
“ A te piace farti male.”
Sgrani i tuoi occhi azzurri, la consapevolezza, la vergogna…scatti con la testa e istintivamente cerchi i suoi occhi, lo guardi dritto in faccia, anche se non vuoi, ma poi torni a fissare il pavimento.
 
Tra di voi…è delicato…dolorosamente delicato.
 
“ Non sarò il tuo strumento per auto- infliggerti del male.” Alla sua affermazione inizi a tremare, non vuoi ascoltare una parola di più.
 
Ed il vostro rapporto evolve ancora, e non sei certo che la direzione che prende ti piaccia.
I tuoi occhi si scuriscono, tendono al blu adesso, trattieni le lacrime fieramente.
 
“ Non chiedermi cose che non possa darti, Isaiah.”
Anche lui ha imparato a conoscerti, così come tu conosci lui.
Ed il fatto che non hai più sedici anni, ma diciotto passati, vi costringe ad essere grandi entrambi, può dirti ciò che pensa, pretende che tu capisci, e tu con tutto te stesso non vuoi farlo.
 
No, non vuoi farlo, assolutamente.
 
“ Non ti sto chiedendo nulla.”
“ Sì, invece.” Lascia andare il tuo braccio, il tuo sangue sul palmo della sua mano pallida.
 
“ Tu sei il mio angelo salvatore.”
“ Forse sì, ma non posso, io non posso…”
 
“ Non puoi o non vuoi?”
“ Entrambe le cose.”
 
“ Perché?”
 
 
 
 
Over and over, over and over
You make me fall for you
Over and over, over and over
You don't even try
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“ Non lo so perchè, va bene? Non funzionerebbe, non…è solo nella tua testa. Va bene?”
“ Ed è solo nella tua testa il fatto che non funzionerebbe, se io non se se sarebbe possibile nella realtà, allora tu non sai l’esatto contrario!” Sbotti, lo guardi per un attimo, poi gli dai le spalle, vuoi andare via.
Recuperi le buste della spesa.
 
“ Non ti infastidirò più.”
 
E mentre vai via sussurri, un po’ a lui, un po’ a te stesso: “ Ma non puoi impedirmi di amarti.”
 
 

Recensore Junior
15/03/15, ore 10:26

ottimo lavoro.................

 
Stai facendo la spesa, hai appena ricevuto la telefonata di Josh, e avete deciso di prendere riso e curry per il pranzo di domani.
 
Tra gli scaffali trovi tutto quello che serve, paghi alla cassa ed esci per strada, il mondo è piccolo, strano, perverso, perché incontri il corvo  rosso in pieno giorno nel parcheggio del supermercato.
 
Posteggia la sua auto e fa finta di non vederti neppure.
 
Getti i pacchi per terra e scatti ad afferrarlo per le braccia.
 
Non puoi sapere che lui si sta meravigliando quanto te, non cambia espressione, non fa nulla, non dice nulla, eppure resta fermo, rigido, distante, eppure è di fronte a te.
 
Non puoi sapere che sta pensando di essere diventato un idiota, perché ti ha permesso di avvicinarti così tanto, e perfino di toccarlo. Crede di avere perso il suo istinto predatore, sei pericoloso per lui.
 
Le parole ti escono veloci, rabbiose, insieme al coraggio che hai sviluppato di recente.
“ è il ragazzino abusato che non vuoi tra i piedi, o proprio ti sto sulle palle io?!”
 
Normalmente non usi questo linguaggio, ma incontrarlo ti ha fatto uscire fuori una certa rabbia repressa.
 
Realizzi un attimo dopo di avere sbagliato, lui non ti ha mai mostrato una pietà buonista, né tanto meno ha problemi con la tua situazione passata, sai bene che non è quel tipo di persona.
 
Lo lasci andare: “ Scusa.” Gli dici più calmo, le tue mani scivolano piano via da lui, dalle sue braccia forti, dal suo giubbotto di pelle nera, da tutta la sua persona, da ciò che più ami al mondo.
 
È lui che ti afferra all’improvviso, ed il cuore ti balza in petto.
 
Non c’è nessuno in giro in questo momento, solo il timido sole autunnale, e l’aria inconsistente e incolore.
Ti fa male, ma non perché la presa sia particolarmente forte, è dove ti ha preso che fa un male cane.
 
Ti ha afferrato a metà fra il polso e il gomito, non trattieni un gemito di dolore ed una fitta, la tua camicia bianca si tinge di sangue, si erano rimarginati da troppo poco tempo.
 
Ti guarda con occhi penetrarti ed oscuri, non li reggi, abbassi i tuoi occhi troppo azzurri, i capelli biondi e chiari ricadono sul tuo volto delicato, e mordi forte le tue labbra carnose, a forma di cuore.
Vorresti nasconderti.
 
Non ne avete più parlato, ma lui sa che ti tagli ancora di tanto in tanto.
Sono dei graffi più o meno profondi, fatti con tutto quello che ti capita a tiro.
 
Ti piace contemplarli dopo, in tutte le loro fasi, quando sono sanguinanti, quando smettono di sanguinare, quando fanno la crosta, e dopo quando cade, e rimani a guardare i segni più scuri sulla pelle candida, via, via ti piace guardarli sbiadire, e poi, poi…ti mancano, hai bisogno di farne altri, qualche volta lo sai, saranno tanto profondi che ci vorranno i punti…
 
Non ci pensi neppure a smettere, e questo è a prescindere da lui.
 
Autolesionista.
Non sei poi troppo diverso da Marik, però, anche lui è migliore di te, perché sta ancora lottando per uscirne.
 
Autolesionismo.
 
La sua voce ti fa male dentro, un taglio decisamente più profondo, un taglio dentro l’anima.
“ A te piace farti male.”
Sgrani i tuoi occhi azzurri, la consapevolezza, la vergogna…scatti con la testa e istintivamente cerchi i suoi occhi, lo guardi dritto in faccia, anche se non vuoi, ma poi torni a fissare il pavimento.
 
Tra di voi…è delicato…dolorosamente delicato.
 
“ Non sarò il tuo strumento per auto- infliggerti del male.” Alla sua affermazione inizi a tremare, non vuoi ascoltare una parola di più.
 
Ed il vostro rapporto evolve ancora, e non sei certo che la direzione che prende ti piaccia.
I tuoi occhi si scuriscono, tendono al blu adesso, trattieni le lacrime fieramente.
 
“ Non chiedermi cose che non possa darti, Isaiah.”
Anche lui ha imparato a conoscerti, così come tu conosci lui.
Ed il fatto che non hai più sedici anni, ma diciotto passati, vi costringe ad essere grandi entrambi, può dirti ciò che pensa, pretende che tu capisci, e tu con tutto te stesso non vuoi farlo.
 
No, non vuoi farlo, assolutamente.
 
“ Non ti sto chiedendo nulla.”
“ Sì, invece.” Lascia andare il tuo braccio, il tuo sangue sul palmo della sua mano pallida.
 
“ Tu sei il mio angelo salvatore.”
“ Forse sì, ma non posso, io non posso…”
 
“ Non puoi o non vuoi?”
“ Entrambe le cose.”
 
“ Perché?”
 
 
 
 
Over and over, over and over
You make me fall for you
Over and over, over and over
You don't even try
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“ Non lo so perchè, va bene? Non funzionerebbe, non…è solo nella tua testa. Va bene?”
“ Ed è solo nella tua testa il fatto che non funzionerebbe, se io non se se sarebbe possibile nella realtà, allora tu non sai l’esatto contrario!” Sbotti, lo guardi per un attimo, poi gli dai le spalle, vuoi andare via.
Recuperi le buste della spesa.
 
“ Non ti infastidirò più.”
 
E mentre vai via sussurri, un po’ a lui, un po’ a te stesso: “ Ma non puoi impedirmi di amarti.”
 
 

Recensore Master
15/03/15, ore 10:25

sei bravissima in tutto

 
Stai facendo la spesa, hai appena ricevuto la telefonata di Josh, e avete deciso di prendere riso e curry per il pranzo di domani.
 
Tra gli scaffali trovi tutto quello che serve, paghi alla cassa ed esci per strada, il mondo è piccolo, strano, perverso, perché incontri il corvo  rosso in pieno giorno nel parcheggio del supermercato.
 
Posteggia la sua auto e fa finta di non vederti neppure.
 
Getti i pacchi per terra e scatti ad afferrarlo per le braccia.
 
Non puoi sapere che lui si sta meravigliando quanto te, non cambia espressione, non fa nulla, non dice nulla, eppure resta fermo, rigido, distante, eppure è di fronte a te.
 
Non puoi sapere che sta pensando di essere diventato un idiota, perché ti ha permesso di avvicinarti così tanto, e perfino di toccarlo. Crede di avere perso il suo istinto predatore, sei pericoloso per lui.
 
Le parole ti escono veloci, rabbiose, insieme al coraggio che hai sviluppato di recente.
“ è il ragazzino abusato che non vuoi tra i piedi, o proprio ti sto sulle palle io?!”
 
Normalmente non usi questo linguaggio, ma incontrarlo ti ha fatto uscire fuori una certa rabbia repressa.
 
Realizzi un attimo dopo di avere sbagliato, lui non ti ha mai mostrato una pietà buonista, né tanto meno ha problemi con la tua situazione passata, sai bene che non è quel tipo di persona.
 
Lo lasci andare: “ Scusa.” Gli dici più calmo, le tue mani scivolano piano via da lui, dalle sue braccia forti, dal suo giubbotto di pelle nera, da tutta la sua persona, da ciò che più ami al mondo.
 
È lui che ti afferra all’improvviso, ed il cuore ti balza in petto.
 
Non c’è nessuno in giro in questo momento, solo il timido sole autunnale, e l’aria inconsistente e incolore.
Ti fa male, ma non perché la presa sia particolarmente forte, è dove ti ha preso che fa un male cane.
 
Ti ha afferrato a metà fra il polso e il gomito, non trattieni un gemito di dolore ed una fitta, la tua camicia bianca si tinge di sangue, si erano rimarginati da troppo poco tempo.
 
Ti guarda con occhi penetrarti ed oscuri, non li reggi, abbassi i tuoi occhi troppo azzurri, i capelli biondi e chiari ricadono sul tuo volto delicato, e mordi forte le tue labbra carnose, a forma di cuore.
Vorresti nasconderti.
 
Non ne avete più parlato, ma lui sa che ti tagli ancora di tanto in tanto.
Sono dei graffi più o meno profondi, fatti con tutto quello che ti capita a tiro.
 
Ti piace contemplarli dopo, in tutte le loro fasi, quando sono sanguinanti, quando smettono di sanguinare, quando fanno la crosta, e dopo quando cade, e rimani a guardare i segni più scuri sulla pelle candida, via, via ti piace guardarli sbiadire, e poi, poi…ti mancano, hai bisogno di farne altri, qualche volta lo sai, saranno tanto profondi che ci vorranno i punti…
 
Non ci pensi neppure a smettere, e questo è a prescindere da lui.
 
Autolesionista.
Non sei poi troppo diverso da Marik, però, anche lui è migliore di te, perché sta ancora lottando per uscirne.
 
Autolesionismo.
 
La sua voce ti fa male dentro, un taglio decisamente più profondo, un taglio dentro l’anima.
“ A te piace farti male.”
Sgrani i tuoi occhi azzurri, la consapevolezza, la vergogna…scatti con la testa e istintivamente cerchi i suoi occhi, lo guardi dritto in faccia, anche se non vuoi, ma poi torni a fissare il pavimento.
 
Tra di voi…è delicato…dolorosamente delicato.
 
“ Non sarò il tuo strumento per auto- infliggerti del male.” Alla sua affermazione inizi a tremare, non vuoi ascoltare una parola di più.
 
Ed il vostro rapporto evolve ancora, e non sei certo che la direzione che prende ti piaccia.
I tuoi occhi si scuriscono, tendono al blu adesso, trattieni le lacrime fieramente.
 
“ Non chiedermi cose che non possa darti, Isaiah.”
Anche lui ha imparato a conoscerti, così come tu conosci lui.
Ed il fatto che non hai più sedici anni, ma diciotto passati, vi costringe ad essere grandi entrambi, può dirti ciò che pensa, pretende che tu capisci, e tu con tutto te stesso non vuoi farlo.
 
No, non vuoi farlo, assolutamente.
 
“ Non ti sto chiedendo nulla.”
“ Sì, invece.” Lascia andare il tuo braccio, il tuo sangue sul palmo della sua mano pallida.
 
“ Tu sei il mio angelo salvatore.”
“ Forse sì, ma non posso, io non posso…”
 
“ Non puoi o non vuoi?”
“ Entrambe le cose.”
 
“ Perché?”
 
 
 
 
Over and over, over and over
You make me fall for you
Over and over, over and over
You don't even try
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“ Non lo so perchè, va bene? Non funzionerebbe, non…è solo nella tua testa. Va bene?”
“ Ed è solo nella tua testa il fatto che non funzionerebbe, se io non se se sarebbe possibile nella realtà, allora tu non sai l’esatto contrario!” Sbotti, lo guardi per un attimo, poi gli dai le spalle, vuoi andare via.
Recuperi le buste della spesa.
 
“ Non ti infastidirò più.”
 
E mentre vai via sussurri, un po’ a lui, un po’ a te stesso: “ Ma non puoi impedirmi di amarti.”
 
 

Recensore Junior
15/03/15, ore 10:24

brava che emozione

 
Stai facendo la spesa, hai appena ricevuto la telefonata di Josh, e avete deciso di prendere riso e curry per il pranzo di domani.
 
Tra gli scaffali trovi tutto quello che serve, paghi alla cassa ed esci per strada, il mondo è piccolo, strano, perverso, perché incontri il corvo  rosso in pieno giorno nel parcheggio del supermercato.
 
Posteggia la sua auto e fa finta di non vederti neppure.
 
Getti i pacchi per terra e scatti ad afferrarlo per le braccia.
 
Non puoi sapere che lui si sta meravigliando quanto te, non cambia espressione, non fa nulla, non dice nulla, eppure resta fermo, rigido, distante, eppure è di fronte a te.
 
Non puoi sapere che sta pensando di essere diventato un idiota, perché ti ha permesso di avvicinarti così tanto, e perfino di toccarlo. Crede di avere perso il suo istinto predatore, sei pericoloso per lui.
 
Le parole ti escono veloci, rabbiose, insieme al coraggio che hai sviluppato di recente.
“ è il ragazzino abusato che non vuoi tra i piedi, o proprio ti sto sulle palle io?!”
 
Normalmente non usi questo linguaggio, ma incontrarlo ti ha fatto uscire fuori una certa rabbia repressa.
 
Realizzi un attimo dopo di avere sbagliato, lui non ti ha mai mostrato una pietà buonista, né tanto meno ha problemi con la tua situazione passata, sai bene che non è quel tipo di persona.
 
Lo lasci andare: “ Scusa.” Gli dici più calmo, le tue mani scivolano piano via da lui, dalle sue braccia forti, dal suo giubbotto di pelle nera, da tutta la sua persona, da ciò che più ami al mondo.
 
È lui che ti afferra all’improvviso, ed il cuore ti balza in petto.
 
Non c’è nessuno in giro in questo momento, solo il timido sole autunnale, e l’aria inconsistente e incolore.
Ti fa male, ma non perché la presa sia particolarmente forte, è dove ti ha preso che fa un male cane.
 
Ti ha afferrato a metà fra il polso e il gomito, non trattieni un gemito di dolore ed una fitta, la tua camicia bianca si tinge di sangue, si erano rimarginati da troppo poco tempo.
 
Ti guarda con occhi penetrarti ed oscuri, non li reggi, abbassi i tuoi occhi troppo azzurri, i capelli biondi e chiari ricadono sul tuo volto delicato, e mordi forte le tue labbra carnose, a forma di cuore.
Vorresti nasconderti.
 
Non ne avete più parlato, ma lui sa che ti tagli ancora di tanto in tanto.
Sono dei graffi più o meno profondi, fatti con tutto quello che ti capita a tiro.
 
Ti piace contemplarli dopo, in tutte le loro fasi, quando sono sanguinanti, quando smettono di sanguinare, quando fanno la crosta, e dopo quando cade, e rimani a guardare i segni più scuri sulla pelle candida, via, via ti piace guardarli sbiadire, e poi, poi…ti mancano, hai bisogno di farne altri, qualche volta lo sai, saranno tanto profondi che ci vorranno i punti…
 
Non ci pensi neppure a smettere, e questo è a prescindere da lui.
 
Autolesionista.
Non sei poi troppo diverso da Marik, però, anche lui è migliore di te, perché sta ancora lottando per uscirne.
 
Autolesionismo.
 
La sua voce ti fa male dentro, un taglio decisamente più profondo, un taglio dentro l’anima.
“ A te piace farti male.”
Sgrani i tuoi occhi azzurri, la consapevolezza, la vergogna…scatti con la testa e istintivamente cerchi i suoi occhi, lo guardi dritto in faccia, anche se non vuoi, ma poi torni a fissare il pavimento.
 
Tra di voi…è delicato…dolorosamente delicato.
 
“ Non sarò il tuo strumento per auto- infliggerti del male.” Alla sua affermazione inizi a tremare, non vuoi ascoltare una parola di più.
 
Ed il vostro rapporto evolve ancora, e non sei certo che la direzione che prende ti piaccia.
I tuoi occhi si scuriscono, tendono al blu adesso, trattieni le lacrime fieramente.
 
“ Non chiedermi cose che non possa darti, Isaiah.”
Anche lui ha imparato a conoscerti, così come tu conosci lui.
Ed il fatto che non hai più sedici anni, ma diciotto passati, vi costringe ad essere grandi entrambi, può dirti ciò che pensa, pretende che tu capisci, e tu con tutto te stesso non vuoi farlo.
 
No, non vuoi farlo, assolutamente.
 
“ Non ti sto chiedendo nulla.”
“ Sì, invece.” Lascia andare il tuo braccio, il tuo sangue sul palmo della sua mano pallida.
 
“ Tu sei il mio angelo salvatore.”
“ Forse sì, ma non posso, io non posso…”
 
“ Non puoi o non vuoi?”
“ Entrambe le cose.”
 
“ Perché?”
 
 
 
 
Over and over, over and over
You make me fall for you
Over and over, over and over
You don't even try
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“ Non lo so perchè, va bene? Non funzionerebbe, non…è solo nella tua testa. Va bene?”
“ Ed è solo nella tua testa il fatto che non funzionerebbe, se io non se se sarebbe possibile nella realtà, allora tu non sai l’esatto contrario!” Sbotti, lo guardi per un attimo, poi gli dai le spalle, vuoi andare via.
Recuperi le buste della spesa.
 
“ Non ti infastidirò più.”
 
E mentre vai via sussurri, un po’ a lui, un po’ a te stesso: “ Ma non puoi impedirmi di amarti.”
 
 

Recensore Junior
15/03/15, ore 10:24

aggiorna ti prego ho il magone
 
Stai facendo la spesa, hai appena ricevuto la telefonata di Josh, e avete deciso di prendere riso e curry per il pranzo di domani.
 
Tra gli scaffali trovi tutto quello che serve, paghi alla cassa ed esci per strada, il mondo è piccolo, strano, perverso, perché incontri il corvo  rosso in pieno giorno nel parcheggio del supermercato.
 
Posteggia la sua auto e fa finta di non vederti neppure.
 
Getti i pacchi per terra e scatti ad afferrarlo per le braccia.
 
Non puoi sapere che lui si sta meravigliando quanto te, non cambia espressione, non fa nulla, non dice nulla, eppure resta fermo, rigido, distante, eppure è di fronte a te.
 
Non puoi sapere che sta pensando di essere diventato un idiota, perché ti ha permesso di avvicinarti così tanto, e perfino di toccarlo. Crede di avere perso il suo istinto predatore, sei pericoloso per lui.
 
Le parole ti escono veloci, rabbiose, insieme al coraggio che hai sviluppato di recente.
“ è il ragazzino abusato che non vuoi tra i piedi, o proprio ti sto sulle palle io?!”
 
Normalmente non usi questo linguaggio, ma incontrarlo ti ha fatto uscire fuori una certa rabbia repressa.
 
Realizzi un attimo dopo di avere sbagliato, lui non ti ha mai mostrato una pietà buonista, né tanto meno ha problemi con la tua situazione passata, sai bene che non è quel tipo di persona.
 
Lo lasci andare: “ Scusa.” Gli dici più calmo, le tue mani scivolano piano via da lui, dalle sue braccia forti, dal suo giubbotto di pelle nera, da tutta la sua persona, da ciò che più ami al mondo.
 
È lui che ti afferra all’improvviso, ed il cuore ti balza in petto.
 
Non c’è nessuno in giro in questo momento, solo il timido sole autunnale, e l’aria inconsistente e incolore.
Ti fa male, ma non perché la presa sia particolarmente forte, è dove ti ha preso che fa un male cane.
 
Ti ha afferrato a metà fra il polso e il gomito, non trattieni un gemito di dolore ed una fitta, la tua camicia bianca si tinge di sangue, si erano rimarginati da troppo poco tempo.
 
Ti guarda con occhi penetrarti ed oscuri, non li reggi, abbassi i tuoi occhi troppo azzurri, i capelli biondi e chiari ricadono sul tuo volto delicato, e mordi forte le tue labbra carnose, a forma di cuore.
Vorresti nasconderti.
 
Non ne avete più parlato, ma lui sa che ti tagli ancora di tanto in tanto.
Sono dei graffi più o meno profondi, fatti con tutto quello che ti capita a tiro.
 
Ti piace contemplarli dopo, in tutte le loro fasi, quando sono sanguinanti, quando smettono di sanguinare, quando fanno la crosta, e dopo quando cade, e rimani a guardare i segni più scuri sulla pelle candida, via, via ti piace guardarli sbiadire, e poi, poi…ti mancano, hai bisogno di farne altri, qualche volta lo sai, saranno tanto profondi che ci vorranno i punti…
 
Non ci pensi neppure a smettere, e questo è a prescindere da lui.
 
Autolesionista.
Non sei poi troppo diverso da Marik, però, anche lui è migliore di te, perché sta ancora lottando per uscirne.
 
Autolesionismo.
 
La sua voce ti fa male dentro, un taglio decisamente più profondo, un taglio dentro l’anima.
“ A te piace farti male.”
Sgrani i tuoi occhi azzurri, la consapevolezza, la vergogna…scatti con la testa e istintivamente cerchi i suoi occhi, lo guardi dritto in faccia, anche se non vuoi, ma poi torni a fissare il pavimento.
 
Tra di voi…è delicato…dolorosamente delicato.
 
“ Non sarò il tuo strumento per auto- infliggerti del male.” Alla sua affermazione inizi a tremare, non vuoi ascoltare una parola di più.
 
Ed il vostro rapporto evolve ancora, e non sei certo che la direzione che prende ti piaccia.
I tuoi occhi si scuriscono, tendono al blu adesso, trattieni le lacrime fieramente.
 
“ Non chiedermi cose che non possa darti, Isaiah.”
Anche lui ha imparato a conoscerti, così come tu conosci lui.
Ed il fatto che non hai più sedici anni, ma diciotto passati, vi costringe ad essere grandi entrambi, può dirti ciò che pensa, pretende che tu capisci, e tu con tutto te stesso non vuoi farlo.
 
No, non vuoi farlo, assolutamente.
 
“ Non ti sto chiedendo nulla.”
“ Sì, invece.” Lascia andare il tuo braccio, il tuo sangue sul palmo della sua mano pallida.
 
“ Tu sei il mio angelo salvatore.”
“ Forse sì, ma non posso, io non posso…”
 
“ Non puoi o non vuoi?”
“ Entrambe le cose.”
 
“ Perché?”
 
 
 
 
Over and over, over and over
You make me fall for you
Over and over, over and over
You don't even try
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“ Non lo so perchè, va bene? Non funzionerebbe, non…è solo nella tua testa. Va bene?”
“ Ed è solo nella tua testa il fatto che non funzionerebbe, se io non se se sarebbe possibile nella realtà, allora tu non sai l’esatto contrario!” Sbotti, lo guardi per un attimo, poi gli dai le spalle, vuoi andare via.
Recuperi le buste della spesa.
 
“ Non ti infastidirò più.”
 
E mentre vai via sussurri, un po’ a lui, un po’ a te stesso: “ Ma non puoi impedirmi di amarti.”
 

 

Recensore Junior
15/03/15, ore 10:22

ti prego aggiotrnma presto non mi lasciare così chjaiaknmaghhyaajja XDDDDD !!

taby..

Recensore Junior
15/03/15, ore 10:21

scrivi benissimo emozioni il lettore, le descrizioni sono perfette, accosti le parole e fai sognare............allegoria similitudini metafore... brava !!!!

bravissima 
 
(Recensione modificata il 15/03/2015 - 10:21 am)

Recensore Junior
15/03/15, ore 10:19

aggiorna prestoooooooooooooooooooooo ti prego sn trp curiosa del seguito....
brava mille volte


 

Recensore Junior
15/03/15, ore 10:18

yuliannnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnn ç_ç

bravissima.....il cap è stpendo bello bello bellissimo !!!!!

panna

Recensore Veterano
15/03/15, ore 10:17

il pezzo più toccante in assoluto.,..... non mi riprendo.... qunado gli dice io non lo so se lo voglio...

brava!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

ludo

 

Recensore Junior
15/03/15, ore 10:16

io non lo sos e lo voglio ç_ç 

bellissimo cap.... ç_ç 

Ed è vero, non si arrenderà, perché sera dopo sera lui è qui.
 
Ed è ora di farla finita.
 
 
La pioggia è forte, fortissima, sembra abbattersi su di voi con tutta la sua furia, lo guardi dritto negli occhi, e non puoi fare a meno di pensare che sono davvero troppo azzurri per te.
 
“ Io non lo so se lo voglio.” Dici a voce bassa ma decisa, nel tuo modo proprio di parlare.
 
C’è un attimo di silenzio in cui vi dite tante cose, e la pioggia fa rumore cadendo sull’asfalto come fosse l’inferno capovolto.
 
“ Io non ti ho mai chiesto nulla.”
 
Le sue parole, i suoi occhi, e la pioggia che bagna i vestiti e poi le vostre anime dannate.
 
Non puoi guardarlo negli occhi un attimo di più, perché fargli male fa male a te, e ti scopri più che vigliacco per la prima volta.
 
Ti ha chiesto tanto invece, troppo…
 
Sali in macchina, metti in moto, non lo guardi più, ma nella tua mente lo vedi da solo sotto la pioggia, dopo le cose che gli hai appena detto.
 
Mandi un messaggio a Marik dicendogli di mandargli Joshua, e ti riprometti che è l’ultima cosa che farai per lui.
 
 
 
 
 
Quando entri in casa la prima cosa che vorresti fare è disfarti del cd e della sua foto, ma invece di farlo, ti siedi sul davanzale e metti il cd al computer per ascoltarlo.
 
Le note si diffondono per la stanza, pochi mobili neri, lineari, semplici, le parole sono tue ormai, vostre.
 
Sei stato sincero, lui è grande abbastanza per capire, tu non potevi fare altro oltre ad essere onesto con lui e con te stesso, non lo sai, dannazione non lo sai.
 
Adesso è tutto come deve essere, come è sempre stato, la tua solitudine, dove stai a tuo agio, il tuo modo di pensare, di agire.
 
Non è una questione di libertà, o di non dover rendere conto a nessuno, non solo almeno, tu sei fatto così, e non pensi che la colpa sia solo degli eventi di Tavriria, o di quello che c’è stato prima ancora, tu…tu sei tu, sei fatto così.
 
 
Non è colpa tua, non è colpa di nessuno.
 
Fine della storia.