E qui siamo all'apoteosi. No, davvero, questa storia per me è un climax di emozioni fortissime, mi piace da morire! Te l'ho già detto a voce cosa ne penso, perché davvero dei complimenti in diretta te li meritavi assolutamente. Sai quanto amo questo genere di drammi... E tu sei stata bravissima perfetta dal mio punto di vista, perché è proprio questo quello che mi aspettavo da te! Ma andiamo con ordine.
Il capitolo inizia con una tranquillità che rispetto all'ultima parte (sì, l'ho riletto più volte!) ha un che di inquietante. Sembra la quiete prima della tempesta e già si può avere il sentore che gli equilibri nella vita di Riza stanno per sgretolarsi. La signorina Elliot si trasferisce a East City, lontana da lei. La sua routine quotidiana ne viene stravolta, niente più lezioni. A quattordici anni, la ragazza deve iniziare ad imparare a camminare da sola, ad essere quasi in tutto e per tutto indipendente. A questo si aggiunge la matattia di suo padre: l'uomo è stato uan figura presente ma distante per tutti quegli anni, ed ora Riza con lui ha un contatto che mai avrebbe pensato di avere. L'orologio ticchetta, Berthold ha un destino segnato che mano mano lo consuma Interessante è secondo me notare come la tisi sia deteriorando il suo corpo quasi come una somatizzazione della sua follia latente, nascosta, che pian piano affiora e esplode nell'ultima parte del testo.
Lui e Riza entrano in contatto come non mai in quei mesi, tanto che lei riesce ad arrivare a perdonarlo per la freddezza con cui l'ha sempre trattata. Pare quasi un punto di svolta, povera bambina illusa...
E poi la tragedia. Berthold, ormai conscio del poco che gli resta da vivere, vuole fare in modo che i risultati degli studi a cui ha dedicato la vita non vadano perduti, ma teme la possibilità che finiscano in mani non degne. E con lucida follia mette in atto il suo terribile piano. Su questa parte potrei scrivere dieci pagine di recensione, davvero. Come ho già anticipato, qui la pazzia che aveva trattenuto probabilmente per anni si riversa su sua figlia. Da una parte pare completamente insensibile alle sue suppliche e alla sua paura, dall'altra confonde sia Riza che il lettore, mentre si lascia andare a dei gesti per la prima volta all'apparenza amorevoli. Le accarezza la schiena nuda, mentre lei è sdraiata sul tavolo, completamente inerme. Quelle carezze mi fanno venire in mente la venerazione che si potrebbe avere per un un corpo che sta per essere sacrificato, perché lei lo è: Riza è il sacrificio umano sull'altare della scienza alchemica. Questa parte mi ha dato molto l'idea del rito, una specie di cerimonia che si ripete per cinque notti, che si ripete e che termina sempre alla stessa ora, ma non solo. Dato che io sono come Freud, vedo sessualità malate dappertutto, come ti ho detto a voce, mi è sembrato di leggere una sfumatura allusiva in questo punto. Non c'è stato ovviamente nessuno stupro, eppure ho trovato tutte quelle violenze fisiche tremendamente simili ad una violenza carnale: Riza è immobilizzata, spogliata, privata del proprio pudore, il suo corpo viene violato come un pezzo di carne senz'anima da parte della persona che più al mondo avrebbe dovuto proteggerla e che invece le è sempre stato distante, diventando in questo caso addirittura il suo carnefice. Terribile è la mancanza di empatia di Berthold, mentre in un certo senso distrugge l'innocenza di sua figlia scavandone l'epidermide.
La storia di Riza a questo punto secondo me sarà segnata da diverse "perdite della verginità" in questo senso:appunto il tatuaggio appena vergato indelebilmente sulla sua schiena, la guerra di Ishval che la segnerà per sempre, le ustioni inflitte da Roy, e ultima quella in senso proprio del termine (io ci spero sempre nella royai anche atipica, anche se non so bene se tu voglia mettere il loro rapporto su questo piano in questa storia... Sappi che io caldeggio come sempre per la coppia, anche solo per un attimo di debolezza, quando i tempi saranno maturi...)
Benissimo, sono pronta per il TSO mi sa a questo punto!XD
Un abbraccione enorme! <3
Lolly |