Recensioni per
Sniper's soul
di Laylath

Questa storia ha ottenuto 146 recensioni.
Positive : 146
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master

Leggendo questo capitolo non ho potuto fare a meno di pensare ai Falchi: nonostante non tratti molto spesso il personaggio di Berthold mi sono ispirata a lui per la creazione di Stella e Francis: sicuramente sarebbe andato d'accordo con le nipoti più di quanto possa esserlo stato con Roy.
La parte che mi ha inquietata è stata quella in cui Riza si lascia andare. Senza rendersene conto desiderava morire per raggiungere la madre. Fortunatamente l'aiuto della signora Berth si è rivelato provvidenziale, in mano a quel gran figuro di suo padre non avrebbe compiuto il decimo compleanno. Ad ogni modo ho appoggiato in pieno la decisione di farle avere una buona educazione, elemento che fa perdere alcuni punti ad Elizabeth. Non provando granché simpatia per l'homeschooling, che amo quanto Victor vuole bene agli Alchimisti di Stato, non posso non domandarmi cosa avesse in testa quella donna. Di sicuro non aveva un modo di pensare "conformista" e ciò ha influito negativamente sulla figlia. Sarà che entrambi i genitori si sono persi entrambi ma la vocazione per l'insegnamento non rientra nelle loro corde. Almeno una cosa in comune l'avevano, lol.

Menzione a parte merita la signorina Elliot, che ho assunto a mio OC preferito della storia ed è lì lì pronta a scalzare via Shao dal podio. In lei si vede tutta la tenacia e il rigore che Riza acquisirà come una spugna, preparandola per il futuro difficile che l'attende. Direi che Berthold ha fatto la scelta giusta, almeno su questo. L'educazione della vecchia insegnante si rispecchia anche nell'ordine che Riza ha trovato in casa sua: ha persino avuto il coraggio di entrare nel regno di suo padre quantomeno per "cercare" di capire se quella stanza possa essere pulita. E comunque padre e figlia non hanno niente in comune: tolto il codice genetico in comune per metà è come se l'uno non esistesse per l'altra e viceversa, almeno fino al giorno in cui Riza verrà usata come tavolozza.

E comunque mia cara Riza, ci sono poesie e poesie. u.u

Alla prossima.
(Recensione modificata il 07/12/2015 - 11:34 pm)

Recensore Master
06/12/15, ore 22:23

e io mi ero anche preparata alla morte della madre, eh

eccomi qui, in ritardo anche sul ritardo!
il punto di vista di Riza è così realisticamente reso da lasciare una sensazione di soffocamenteo e di dolore che permane non solo nell'immediato. io ci ho messo un paio d'ore e cose demenziali intensive a togliermi di dosso la voglia di rintanarmi da qualche parte a mangiare nutella.
l'immagine di come Elizabeth si presenta agli occhi di Riza mi è sembrato di vederla di persone: le mani contratte, il volto gelato in un ultimo spasmo di dolore, il corpo macchiato del suo stesso sangue... nauseante, orrendo, spaventoso. eppure è difficile distogliere lo sguardo da quella che sarà l'ultima parentesi felice della vita di Riza, prima che tutto passi in mano al caro Berth. dannazione.
la bara calata nella fossa, totalmente in silenzio, senza che nessuno osasse dire una parola su quella povera donna. tranne un augurio per la pace che non ha avuto quando era viva.
e, infine, Riza si ritrova in quella familiare solitudine che abbiamo conosciuto con "un anno per crescere". lei e il padre come vivessero in due mondi assolutamente separati.
dopo due capitoli sto già rimpiangendo la mia scelta di seguire questa storia perchè mi ucciderà il cuore.
cosa accadrà quando il nostro padre dell'anno entrerà prepotentemente in scena?
non voglio nemmeno pensarci, ma non voglio nemmeno pensare a Riza che resta bloccata davanti al corpo insanguinato della madre, prendendo consapevolezza che da ora in poi dovrà vedersela da sola più di quanto non abbia fatto fin'ora con il padre assente e la madre malata di cui prendersi cura.
ah, i feels, i feels...
alla prossima, sperando di sopravvivere all'ondata di Berthold del prossimo capitolo
Alsha

Recensore Junior
05/12/15, ore 19:58

Appena ho visto il titolo di questa fanfiction sotto il tuo nome nella lista degli autori preferiti il mio cuoricino ha stappato lo champagne.
La aspettavo da una decina di mesi, ossia da quando mi sono imbattuta per la prima volta in una tua storia, dato che, come avrai avuto modo di capire, adoro Riza Hawkeye a livelli dannosi per la salute mentale e non vedevo l'ora di vederla centro di gravità di una storia scritta dai tuoi splendori di manine *^*
Perdonami se non recensisco subito il primo capitolo, ma me lo lascio per quando sarò tranquilla a casuccia con il mio sventurato gatto uwu
Anyways, veniamo a noi.
Ho notato con sommo piacere e una non indifferente ansia che hai deciso di partire con una delle mie scene preferite, soprattutto se guardata con gli occhi di una RoyAi shipper totalmente persa. Sinceramente la prima volta che ho visto l'anime, prima di aver letto il manga, mi aspettavo che Riza terminasse là la sua vita, dato che ormai sembravano morire in massa i bracci destri e tutto stava gradualmente incasinandosi. Sorvolando sulla quantità industriale di feels che mi assalivano come se non ci fosse un domani ogni volta che si presentava lo sguardo straziato del Colonnello, che chiamava disperato il suo Tenente. Mai riferendosi a lei con il suo vero nome, vincolandola stessa all'ordine che aveva dato, quello di non morire, e cercando così di rimanere concentrato sui gradi militari, che facevano trapelare Riza solo in parte, impedendogli di perdere completamente la testa. [Da una parte sono stata felice di vederlo ridotto così, devo ammetterlo u-u]
Quindi, mentre il nostro alchimista sta pensando ai diversi modi per rosolare un essere umano e vendicare l'amat- il suo più fidato sottoposto, la fonte di tante angustie sta pensando di lasciare l'uomo al suo destino e scomparire. La soluzione più semplice e immediata, se posti davanti a tutti gli aspetti negativi che dipingono la realtà, messi quanto mai in evidenza dalle flebili luci che ogni tanto si accendono su questo panorama. La progressiva perdita di conoscenza, unita allo stress accumulato nel corso della giornata, per non dire dell'anno, ha facilmente condotto i suoi pensieri su quella strada. Immersa in quel limbo, dove può semplicemente dimenticarsi di esistere, svanire, opzione quanto mai rafforzata dagli spettri di Ishval, seppur non razionalmente riconosciuti, ovvio che le pare scomodo dover tornare in quel posto che ha richiesto e assorbito tutta la sua forza d'animo. Un po' come d'inverno quando sei raggomitolata nel piumone e ciao vita, io non mi muovo di qua.
Non ci sono persone, in quella sua dimensione che si è creata, c'è solo lei e le calza a pennello. Non ha bisogno di correre dietro uomini che potrebbero morire da un giorno all'altro, lasciandola sola e debole, non ha bisogno di convivere ancora con il suo passato, certamente non in grado di creare un futuro anche solo vivibile, non ha bisogno di costruirsi giorno dopo giorno, di mantenere in piedi la sua dignità. È tutto estremamente semplice. Dopo tutto quel che le è successo sembra anche un po' dovuto, quindi perché non prendersi una pausa? [non intendo dire che è il personaggio che più ha sofferto in questo universo, ovb]
Sia ringraziato Roy che continua a trovare inconcepibile l'idea di vederla morire, e che quindi si lascia scappare quelle parole che mi hanno masticato che è una bellezza, che costringono Riza a uscire dal limbo per avvicinarsi di un passo alla realtà, a quel che è stata e che, in fondo, è, la pace ormai turbata, la bolla in cui era scivolata irrimediabilmente deformata.
La cosa carina è che se il colonnello ha messo la voce, quella che sta provvedendo alla distruzione della pace è lei stessa.
E via con un bellissimo e straziante flashback sul passato di questa bellissima e fortissima donna, parendo proprio da un istante in cui si è mostrata vulnerabile, terrorizzata dalla solitudine, proprio mentre sta per lasciare solo qualcun altro nel presente.
Inutile dire che già adoro questo tuo lavoro, anche se qualcosa mi dice che mi ridurrà molto male, vero? ç-ç

~Evaporo per non stressarti ulteriormente.

Recensore Junior
04/12/15, ore 22:39

Povera, povera piccola Riza!
Iniziamo con il primo capitolo della sua vita che descrive un evento terribilmente traumatico: la morte di sua madre. Mi è piaciuto molto il fatto che tu abbia deciso di cominciare da un avvenimento tanto drammatico, che segna ovviamente la vita di una Riza ragazzina, fragile, un pochino diversa  da come siamo abituate a vedere. E non può che essere così dato che in questo caso stiamo parlando di una bambina messa di fronte alla morte, morte che deve affrontare ingiustamente da sola. Sì, c'è la signora Berth, un donnone che personalmente mi ha ispirato un sacco di simpatia, vicina di casa della famiglia Hawkeye, che cerca come può di essere d'aiuto. Si è presa cura di Elisabeth durante la sua malattia, mentre Berthold pare del tutto assente in questa prima parte: è una specie di fantasma di cui si avverte solo la presenza nascosta. La donna nello stesso modo cerca come può di essere di conforto alla bambina. La tua descrizione del cadavere della signora Hawkeye è cruda, spietata: non è una morte idealizzata, è una morte utentica, in cui non viene risparmiato nulla nè a Riza nè allo stesso lettore, dagli arti irrigiditi con le dita che diventano artigli all'odore della putrefazione accelerata dal calore insopportabile dell'estate. Quella che una volta era una persona viva e senziente ora non è altro che un corpo, un corpoin decomposizione divorato dalla tisi che diventa quasi un oggetto, qualcosa di cui liberarsi in fretta per non contaminare ulteriormente l'aria già malsana di quella villetta isolata. Sei riuscita a farmi avere una chiara immagine della casa degli Hawkeye, tra le righe sono  trapelati chiaramentil senso di sporcizia e gli odori sgradevoli che sembrano permeare perfino le pareti. Tutto è trasandato e povero lì dentro.
E così Riza si ritrova davvero sola. Dopo un funerale che trasmetteva tristezza, malinconia, una semplicitià sguarnita di qualsiasi abbellimento (Elisabeth al momento non possiede nemmeno una lapide ma sul tumulo è presente solo un ramo secco con un cartello) deve arrendersi all'idea di passare il resto della sua vita con suo padre. Berthold figura come un estraneo che vive sotto il suo stesso tetto per lei: è un genitore con cui praticamente non ha una relazione. Dal carattere burbero, apparentemente incapace di relazionarsi (si denota come la sua unica conversazione con la signora Berth sia sbrigativa), che non è in grado di allontanarsi dal proprio lavoro nemmeno il giorno del decesso e del funerale della moglie, lasciandola completamente in balia di se stessa la sua unica figlia, una piccola che deve fare i conti con il lutto quasi senza nessun aiuto esterno, cosa difficile per un adulto, figuriamoci per una bambina di nove anni. Riza, già molto responsabile e "adulta" per la sua età, penso che in questa occasione abbia gìà perso gran parte della sua innocenza...
Ottimo lavoro! Il tuo stile si riconosce, e non mi hai deluso per nulla! Non vedo l'ora di leggere il seguito!
Spero che questa recensione non sia un completo casino, ma sono stanchissima!
Un abbraccio!
Lolly

Recensore Master
04/12/15, ore 17:10

Povera piccola! *^*

E' il primo trauma a cui ha dovuto soccombere: la morte della madre. Ed accade quando è ancora così piccola che quasi si fatica ad accostarle l'idea della morte fin da questa età. Ma Riza è perfettamente consapevole del fatto che sua madre è morta: lei stessa pensa che comunque siano andate le cose, sua madre avrebbe ceduto alla malattia.
E' una forma di maturità che ha dovuto assumere per forza, a causa dell'assenza di tutti, suo padre compreso. Sa bene che Berthold è sempre stato nel suo studio fregandosene perfino della moglie, e Riza ha imparato a darsi delle risposte chiare e secche da sola: e stiamo parlando di cose con cui normalmente si viene a patti soltanto ad un certo punto della nostra esistenza. Solo una bambina come lei sa bene che significa.
Ma ovviamente cosa c'è di peggio di vedere il cadavere? Ed è una vista che per quanto faccia subire il fascino dell'orrido, aggiunge soltanto dolore a quello già patito nelle ore precedenti. Quel corpo non ha niente di sua madre, perfino i particolari di tenere sempre le lenzuola in ordine e pulite ed ora trovarle macchiate e sfatte le offrono l'immagine di una vita che cessa di vivere. Anche nella quotidianità.

E così inizia l'esistenza che abbiamo visto in tante delle tue ff: Riza comepletamente sola, che si occupa della casa senza nessuno a farle da sostegno, senza suo padre che cerca in qualche modo di confortarla... che ne so! Ho l'impressione che mi farai odiare Berthold anche questa volta XD
Ma adesso Riza sa bene che tutto quell'affaccendarsi per la casa e per la cura della sua persona è come se non servisse. Non c'è la mamma che, fiera di lei, le regala un sorriso per l'adempimento dei suoi doveri.

Come un'ombra, Berthold appare appena. E' soltanto una presenza che al suo fianco ed al tempo stesso non lo è, e sempre non esternando i suoi sentimenti. Effettivamente chissà cosa abbia provato alla perdita della moglie! Forse soltanto rassegnazione come dici: del resto, non si sarebbe comportato in questo modo, non si sarebbe dedicato *completamente* all'alchimia se avesse avuto a cuore la moglie, ed ora la figlia.
Solo una volta ti è stata utile, tua figlia!! >.< E se solo penso al momento in cui arriverai al tatuaggio mi vengono i brividi! T-T

Ma adesso attendo l'arrivo di Roy! :D
Bravissima!! *-*

Appuntino: Quella voce parl(ò) per la prima volta

Recensore Master
04/12/15, ore 17:06

Non è il tipo di creepy a cui sono abituata ma è sempre bello variare, no?

Comunque sia, ricordo ancora il modo con cui descrivesti il rapporto tra Riza e Berthold in "Un anno per crescere": nonostante l'atmosfera tesa e l'insolito acume dimostrato da Berthold (ciao Andrew), presumo che qui l'angoscia si farà maggiormente sentire con tutte le conseguenze del caso. Aggiungendo poi che il nostro padre dell'anno userà la figlia come tavolozza per la sua opera di alchimia non posso non sorridere all'idea di quale capolavoro dell'orrido andrai a partorire.
Ma per il momento mi accontento (?) di vedere il cadavere di Elizabeth. Brutta, scheletrica, coi capelli spettinati e gli occhi aperti, sicuramente rappresenta l'ennesimo brutto ricordo che costellerà la vita di questa povera bambina. Mi è piaciuto il fatto che non presentassi la morte di questa donna in maniera idealizzata attenendoti invece a una realtà più cruda ma decisamente più vera. Non sempre il trapasso è uno spettacolo piacevole da vedere e Riza lo ha pienamente constatato. Adesso dovrà vivere con quell'altra figura genitoriale che ha sempre visto come estranea e a tratti opprimente. Non sappiamo cosa pensi davvero, se sia dispiaciuto o meno della scomparsa della moglie, sappiamo soltanto che i suoi studi vengono prima di tutto, persino della sua stessa figlia.

Direi che come inizio ci siamo, sento davvero lo spirito natalizio! XD

Alla prossima.

Recensore Master
01/12/15, ore 18:45

Ciao, che piacere sentirti anche in questa fic ^_^
Questo prologo mi è piaciuto moltissimo:
hai preso una delle scene più forti, toccanti ed intense di Fma, e hai descritto in modo davvero realistico tutte le sensazioni che Riza sta provando in quei tragici momenti.
Il desiderio di lasciarsi andare, di abbandonarsi per sempre a quel limbo che la sta avvolgendo sempre di più.
Ma poi sente la voce di Roy, e capisce che non può più lasciarsi andare, perchè LUI le sta chiedendo di non morire, di rimanere con lei.
Aspetto il seguito.
A presto.
Narclinghe

Recensore Master
01/12/15, ore 17:20

sono egregiamente l'ultimo recensore a manifestarsi.
è solo il prologo e già piango.
si parte dal momento epico in cui Roy prende Riza tra le sue braccia e le chiede di rimanere lì con lui. e lei lo sente, ma intrappolata nel limbo di pace e di nulla non risponde.
d'altra parte, chi tornerebbe mai in mezzo al chaos, alla sofferenza, al dolore?
e intanto la Riza adulta si trova ad affrontare la Riza bambina, che le ricorda che lei stessa non voleva essere abbandonata, e allora nemmeno lei dovrebbe abbandonare Roy, no?
per ora non lo sappiamo, sappiamo solo che adesso inizia tutto. e non vedo l'ora di leggere e soffrire.
forse, in effetti, è il caso che mi preparo al dolore e al pianto ma -spero- a tanta brotership nel team Mustang e, soprattutto, a tanta RoyAi. spero, almeno.
baci, Alsha

Recensore Master
01/12/15, ore 12:29

Waaaaaa beneeee! *-*

Sapevo che in questi giorni mi sarei trovata davanti il prologo della tua nuova ff! *^*

Ed ecco che veniamo al punto di vista esclusivo di Riza! fuochi d'artificio*
Hai cominciato da una delle scene più emozionanti del manga, e te ne rendo merito! u.u
Hai descritto perfettamente quel che stava percependo Riza durante quel momento così critico, dalla placidità di quel limbo che contrasta con l'orrore che l'esistenza faticosa comporta, a quel richiamo alla vita molto, molto più forte, e che si rispecchia in lei da bambina.
Sai che nel prologo non mi dilungo nelle recensioni, perciò chiudo e aspetto il primo capitolo! *ç*

Ma certo che ti seguo!! :P
Dalla serie: non ti libererai mai di me xD
(Recensione modificata il 01/12/2015 - 12:33 pm)

Recensore Junior
01/12/15, ore 10:25

Ed eccomi anche io a recensire!
Quando mi hai annunciato che avresti finalmente iniziato a pubblicare la storia di Riza non ho potuto fare altro che esaltarmi! Come sei è assolutamente il mio personaggio preferito, con tutti i contrasti che la caratterizzano la sua personalità per nulla piatta, con tutti quei dettagli inuibili che quella buona donna di Arakawa non ci svela mai del tutto. Da una parte questa cosa mi frustra, dall'altra invece cerco di convincermi che in questo modo noi fan possiamo sbizzarrirci nell'immaginare e scrivere su un passato tanto nebuloso. E sono sicurissima che farai un lavoro eccellente! Ammiro la tua scrittura come ben sai, e sono certa che non deluderai le mie abnormi aspettative!
Ma partendo la questo prologo, breve ma intenso, che ci racconta le sensazioni di uno dei pezzi che più mi sono piaciuti della storia originale (in questo concordo pienamente con Greenstar), ovvero il momento in cui Riza viene ferita al collo e rischia di morire tra le braccia del suo superiore. Come al solito, dato che io sono professionalmente deformata, penso subito alle sensazioni fisiche che un dissanguamento di quel tipo comporta: perdita di pressione sanguigna, frequenza caridaca accelerata, perdita di sensibilità, confusione, obnubilamento... Tu non sei del settore, tuttavia secondo me sei stata molto realistica nel descrivere ciò che passava per la mente sempre più disorientata di Riza, che man mano che la perdita di sangue aumenta si sente sempre più debole, chiusa in una specie di limbo in cui le parole di Roy sono lontane. E potrebbe lasciarsi andare, morire, rimanere in quella stasi che pare così dolce rispetto al mondo esterno, ma questo non accadrà. Come tutti sappiamo Riza sopravviverà grazie principalmente all'aiuto di May, eppure il fatto di sapere già come tutto questo andrà a finire non toglie nulla dell'ansia che sale al lettore durante quelle poche righe in cui la vicinanza con la morte è terribilmente percepibile.
Insomma, già da ora hai iniziato a fare un ottimo lavoro! Non vedo l'ora di leggere i capitoli successivi, sai quanto mi affascina l'immaginare la relazione che c'era tra Riza e quel boyscout di suo padre, rapporto che, già me lo sento, avrà quella drammaticità che personalmente adoro.
Ciao carissima, ci sentiamo presto!
Lolly
(Recensione modificata il 21/01/2016 - 10:50 am)

Recensore Master
30/11/15, ore 19:12

Brothers in Arms e The Memory man che dovrei leggere, tra l'altro.

Dopo la parentesi su Xing eccoti di nuovo alle prese con Team Mustang, cosa graditissima dato che quando scrivi di loro viene fuori il meglio delle tue doti narrative.

Ricordo bene quel momento, quando vidi l'anime per la prima volta avevo il cuore in gola e speravo che succedesse qualcosa affinché Riza si salvasse, dopo tutte le morti precedenti non avrei dato per scontato una sua dipartita e invece grazie all'intervento di May è riuscita a sopravvivere.
E che dire dello sguardo disperato di Roy in quei frangenti? Sicuramente uno dei momenti migliori della storia, se dovessi stilare una top ten delle dieci scene clou che ho preferito questa salirebbe sul podio a mani basse.
Bene bene, non vedo l'ora di farmi delle grasse risate col papà dell'anno alias zio Bertoldo, che a giudicare dal rating si farà sicuramente amare.

Alla prossima.

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