Recensioni per
L'albero di ciliegio della signora Venturina
di yonoi

Questa storia ha ottenuto 35 recensioni.
Positive : 35
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
29/03/20, ore 20:13

Ti sto scrivendo questa recensione con le lacrime agli occhi *.*
Terminato il terzo capitolo, ho letto di corsa questo quarto e ultimo. Sarò sincera: mi aspettavo la morte di Venturina, o del gatto, o di entrambi. Ma ovviamente sono felice del finale, certo! E' strappalacrime, in senso buono; è bellissimo, dolce-amaro, non più triste ma malinconico... e la malinconia non sempre è da considerarsi spiacevole, esattamente come in questo caso: nella tua storia, per quanto mi riguarda, la malinconia non è altro che lo scudo protettore della nostalgia di tutti i ricordi di una vita che sta quasi per giungere al termine e che, nonostante la consapevolezza, è pronta ad accogliere la fine con serenità. E mi riferisco alla vita di tutti i protagonisti, dal gatto, a Venturina, finanche al Fratellone; in qualche modo anche la sua vecchia vita è giunta al termine, benché nel suo caso ce ne sia stata un'altra ad attenderlo. Un'altra vita nella quale, finalmente, pare aver trovato il proprio scopo (arrecare un po' di felicità a quelle anime perdute)!
Beh, come ti dissi fin dalla prima recensione, sono veramente contenta di aver trovato la tua storia per caso. E' stata una tra le più belle e, soprattutto, profonde che abbia mai letto *.*
(Recensione modificata il 03/04/2020 - 04:16 pm)

Recensore Veterano
29/03/20, ore 19:45

Ecco, lo sapevo che avrei pianto, l'avevo previsto già dal capitolo precedente.
Questa terza parte è stata un agglomerato puro di tristezza; non fraintendermi, è un complimento! So che può suonare strano, ma lo è. Adoro il genere drammatico e, soprattutto, adoro il genere drammatico ben fatto. Non tutti sono in grado di trasmettere, tramite parole, emozioni e sensazioni; ma tu, come ti ho già detto, ci riesci benissimo :)
Ho adorato l'incontro con la signora Evelina Poggi e come, grazie a Livietta, sia riuscita a ritrovare il sorriso e dei ricordi perduti in quelli che si sono poi rivelati gli ultimi giorni della sua vita. Mi sono sentita vicina, ancora una volta, alla Livietta e alle sue preoccupazioni. Infine non ho nulla da aggiungere per quanto riguarda la parte del gattile per umani... Quelle sono state le righe più difficili da leggere perché, purtroppo, ciò che hai scritto sui posti come quello e delle gente che ci lavora è vero. Qui un'altra tristezza mi ha assalita: non solo quella dedicata (positivamente) alla storia, ma anche quella riservata alla realtà dei fatti a cui ti sei ispirato.
E niente, sei bravissimo! Ma questo la sapevi già ;)

Recensore Veterano
29/03/20, ore 13:35

Eccomi qua, piuttosto in ritardo rispetto al mio volere, ma ce l'ho fatta :)
Bene bene, anche qui da dove parto? Innanzitutto ti dico che leggere un tuo scritto è veramente tanto ma tanto piacevole. Non so se te l'avevo già detto nella recensione precedente; se così fosse, te lo ripeto. Se così non fosse, ora lo sai! La lettura è veramente scorrevole, talmente tanto che quando arrivi a fine capitolo pensi "È già finito? Com'è possibile?". Una riga tira l'altra - come le ciliege, come l'albero della signora Venturina, che poi è il titolo della tua storia. Ora torna tutto!!! - ed è un peccato che questo scritto sia composto da così pochi capitoli. Mi piace davvero tanto il tuo stile, è calibrato in maniera secondo me impeccabile tra semplice e ricercato, risultando in un modo o nell'altro al momento opportuno. Poi, altra cosa per nulla scontata, è il modo in cui riesci a trasmettere le emozioni descritte proprio come se il lettore le stesse vivendo esattamente in quel momento e in quella data maniera.
Partiamo dalla signora Venturina. So già che piangerò, ho questa impressione. Diciamo che in generale ho un debole per gli anziani, per le loro storie, per la solitudine nella quale (purtroppo) spesso e volentieri si ritrovano, per il modo silenzioso ed inaspettato in cui se ne vanno... quindi so già che la tristezza mi invaderà ancora di più man mano che la lettura andrà avanti. Inoltre, proprio come hai lasciato intendere, ribadisco ancora una volta il concetto che avevo già espresso nella recensione del primo capitolo: l'umanità degli animali. La tua è una storia, e va bene; ma tantissimi animali si sono dimostrati umani ed indispensabili per i propri padroni o anche per perfetti sconosciuti, essendo molto più di aiuto e compagnia rispetto alle persone. Poi, rimanendo sempre in tema tristezza, comincio ad intristirmi sempre più per Livietta (anche se si tratta di un tipo di tristezza differenze rispetto a quella provata per la signora Venturina). Non oso immaginare cosa possa provare una persona che si trova nei suoi panni, ma di certo non si tratta di nulla di piacevole. La confusione, l'apatia, i sogni spezzati, la consapevolezza di non avere consapevolezze chiare e concrete... non mi stupisce che poi, una volta diventata il Fratellone, abbia deciso di andare a vivere in isolamento.
Comunque, prima che continui a divagare, ti rinnovo i miei complimenti e spero di poter finire la storia il prima possibile perché necessito davvero di continuare a leggere qualcosa di tuo! ^^
(Recensione modificata il 29/03/2020 - 01:37 pm)

Recensore Veterano
01/03/20, ore 17:49

Valutazione per il contest "Il mio Babbo Natale segreto"
Sesto posto
Yonoi: L'albero di ciliegio della signora Venturina
Grammatica&stile: 17,6/20
Capitolo 1
"Sotto alle stelle" Sotto regge il complemento oggetto ,-0,5. Similmente, più avanti, "sopra a uno strofinaccio" dovrebbe essere "sopra uno strofinaccio" e similmente più avanti.
"Quella voce che già usava di rado perché di indole taciturna, si fece a un tratti sbilenca" Virgola fra soggetto e verbo, -1. Una cosa simile più avanti, in "Quel che fecero in seguito, fu vendere la casa" e, nel capitolo due "Quella frase che il dottor Luong amava ripetere, conteneva evidentemente un nocciolo di verità." e in altri casi simili.
"Tutto il tempo lo scorreva in palestra a e al mondo misterioso" Errore di battitura, -0,2
Capitolo 2
"Due rughe a perpendico" Credo che tu intendessi "perpendicolare" invece di "perpendico". -0,2
Capitolo 3
"Fino sul marciapiedi" Errore di battitura, -0,2
"Forse dormire era una l'unica strategia" Credo che tu abbia dimenticato una virgola fra "una" e "unica". -0,5
Suggerimenti (non tolgono punti)
Capitolo 1
"Deserti dei libri d'avventure" Una "D" iniziale ripetuta per così tante volte può distrarre. Avrei tolto l'ultima specificazione per questo motivo. Una cosa simile più avanti, in "nelle città di nebbia di pianura"
"Il pelo ancora ritto in parte per lo spavento" Personalmente, avrei messo "in parte" prima di "ritto" per chiarire meglio l'idea.
Capitolo 2
"Elicotteri come cavallette dal cielo" Qua credo che sarebbe stato meglio inserire un verbo, per esplicitare meglio l'azione degli elicotteri.
Capitolo 3
"Dopo la malinconia del tempo dell'assenza" Come prima, troppi complementi di specificazione.
"Gli occhi caduti nelle orbite" La frase è d'effetto, ed è per questo che non lo segnata come errore, ma visto che le orbite sono parte portante dell'occhio alle mie orecchie suona un po' confusionaria.
"Entrare di spinta" Si capisce quello che vuoi dire, ma secondo me il "di spinta" non è molto appropriato. Non lo vedo molto in linea con il gesto dell'entrate.
"Trame dei tessuti" Se "trame" andrebbe benissimo se accordato coi tessuti di stoffa, non sono troppo sicura che valga lo stesso con quello scientifico. Ma questo è un dubbio solo mio, e in fondo potrebbe essere una metafora.
Capitolo 4
"Per asciugarsi il viso, i capelli" Visto che sono solo due termini, avrei preferito usassi "e" al posto della virgola, ma va bene anche come hai fatto tu.
"Tanto quei poveri vecchi non hanno più i denti" Sono d'accordo che questa frase esprime l'intenzione delle infermiere, e che quindi può andare bene al presente, ma visto che il resto della storia era al passato l'avrei preferita al passato anch'essa.
Sei riuscita, a mio parere, a scrivere una storia poetica senza sacrificare la comprensibilità del testo, o il realismo, sebbene decisamente magico in alcuni punti, della storia, e questo lo trovo un grande traguardo, molto difficile da raggiungere.
Hai una totale padronanza del lessico: è difficile mantenere l'attenzione alta per una long ma ritengo che, sebbene l'abbia dovuta leggere a sprazzi, hai centrato l'obiettivo: medi fra chiarezza e parole meno comuni in una maniera, e con una voce del personaggio, che pare naturale, e per la maggior parte delle volte il significato della parola meno comune, o meno usata in quel contesto, è chiaro per la sua posizione stessa. Una qualità simile l'ho riscontrata nelle frasi: spesso lunghe, piene di subordinate e relative, ma comunque chiare perché ogni frase, in sé, è chiara e si fondono quindi bene insieme. Una certa naturalezza pervade la tua storia, dalle descrizioni familiari al modo affabile in cui il narratore, ogni tanto, si rivolge al lettore. Senza, in ogni caso, prenderlo per mano, riesce a guidarlo in quel mondo che all'inizio, con le due storie che scorrono parallele, separate quasi fino alla fine, può diventare complicato da navigare se attraversato da soli, ma che riesci a guidare magnificamente. Fra flashback e flashfoward mischi molti piani temporali, che è un piacere vedersi ricongiungere alla fine, e il cui incontro non delude.
E questo è tutto quello che posso dire sulla storia.
Trama&personaggi: 8/8
La tua storia è composta da due trame parallele che s'incrociano solo alla fine, quindi le analizzerò senza troppo incrociarle.
La storia della signora Venturina è quella che, a mio parere, rimane più ancorata alla realtà: di persone vecchie e abbandonate, costrette in case di riposo mal gestite perché nessuno se ne può prendere più cura, ne è sfortunatamente pieno il mondo, e ciò ne è uscito molto bene grazie al narratore, che non capirà i costrutti sociali ma ha un fiuto eccezionale per i comportamenti umani. Era una tematica difficile da affrontare, come l'altro tema principale della storia (la lotta con un corpo in cui non ci si ritrova), ma di cui non ti posso rimproverare niente su come l'hai gestita: prima è stata affermata la signora Venturina in sè, con le sue manie e preferenze (guardare la TV, ma detestare i film di guerra), e soprattutto con il suo collegamento a quanto se n'è andato (il marito e i figli, per cui ti devo fare i complimenti a parte: nonostante la loro non-presenza, sei riuscito a tratteggiare la loro personalità, chi più chi meno, e a far sentire la loro presenza solo con la descrizione dei loro oggetti e manie. Non un'impresa facile, ma ben realizzata) e a quanto le è rimasto (la casa, i ricordi). Attraverso il doppio ambiente a cui fanno riferimento le informazioni (presente e passato) si crea un ritratto a tutto tondo del personaggio, approfondito anche dalle informazioni che ci vengono date su quelli che le stanno attorno, e che compongono il suo mondo. Questo viene poi quasi completamente accantonato nell'ospizio, in cui si dà più spazio all'ambiente degli ospiti stessi più che alle singole personalità (e le poche di cui sappiamo qualcosa, come la cuoca, abbandonano presto il posto, dando così ancora più un'idea di spersonalizzazione) e che crea, a livello testuale, un'ottima separazione fra i due momenti, quello in cui era ancora permesso alla Venturina di essere sé stessa e quello in cui la sua personalità è stata costretta a tacere.
Un simile mutamento lo abbiamo anche nel secondo filone, questo sviluppato però un poco più diversamente, dato che incomincia dalla fine del percorso di Livietta. All'inizio, infatti, può non essere molto chiaro che il Fratellone e la Livietta siano la stessa persona, situazione che hai sviluppato deliberatamente e che ha dato i suoi frutti. La tematica principale di questo filone, infatti, è il rapporto col proprio corpo e coi propri sogni, che viene ben fuori dal percorso della ragazza costretta, a causa degli imprevedibili cambiamenti, a riconsiderare il suo sogno.
Non è facile approfondire la psicologia di una persona in un'età così suscettibile ai cambiamenti, ma credo che tu ci sia riuscito bene, sviluppando fianco a fianco i cambiamenti del corpo e della mente (dalla testardaggine della Livetta all'accettazione e alla fuga da un mondo che non lo poteva più comprendere) del Fratellone. L'ho trovato affrontato in maniera realistica per l'età, il carattere e il background che gli è stato dato. I personaggi secondari in esso collocati (genitori, insegnanti, allenatori) hanno un loro senso e una loro individualità, che non esce fuori particolarmente per la tua scelta di focalizzarti più sul protagonista che altro, ma che comunque si fanno sentire, appaiono verosimili nei loro comportamenti e che veicolano i cambiamenti del protagonista. Svariati, alcuni anche molto delicati, che sei riuscito a far venire fuori al meglio, forse anche per l'eccezionalità del narratore.
Che, lo ammetto, è la figura un po' meno definita, su cui sappiamo di meno. A parte qualche info di background, serve più a far risaltare gli altri col suo modo di narrare arguto, ma non per questo l'ho trovato mal sviluppato. In questo tipo di storia, un po' di mistero/magia ci vuole, e tu hai scelto di focalizzarlo su una figura che ci accompagna per tutto il tempo ma che rimane comunque in secondo piano. E, personalmente, non mi sarei comportata diversamente: è grazie a quel gatto che i due filoni si incontrano, che si collegano (nella storia e al di fuori stesso). E comunque, non hai scambiato il mistero per personalità: è il personaggio di cui conosciamo meglio i pensieri, il cui carattere meglio sappiamo e che ci è, in definitiva più intimo. È attraverso i suoi occhi, il suo modo di ricordare la vicenda che esploriamo le storie degli altri, e il peso stesso che diamo a quanto avviene.
Ed è anche perché è stato lui a narrarci la storia che il momento finale diventa così importante. La vista dell'albero non è, dopotutto, un evento così importante: non porta alla risoluzione dei dubbi dei personaggi, non li riesce a togliere completamente dalle loro situazioni, o almeno non come vengono descritte, ma la centralità data a quest'elemento, e quanto è stato fondamentale nelle vite di entrambi i personaggi... dai sentimenti che prova il narratore, è chiaro che sarà un punto di svolta per tutti. Come è lasciato all'immaginazione.
Gradimento personale: 12/12
Non ho mai letto niente di simile a questa storia in tutto il sito, o anche in tutti i libri che mi sono capitati fra le mani. Il realismo magico (con un gatto protettore e una ragazza che cresce uomo mi rifiuto di chiamarlo diversamente) non mi aveva mai attirato come idea, ma la tua storia mi ha fatto cambiare idea. Non un momento morto, non un pezzo della storia scritto solo per riempire la pagina: ogni momento da te descritto è fondamentale per il quadro principale, dai figli della Venturina che l'abbandonano alla chitarra della Livetta. Ho apprezzato soprattutto il finale: non solo per il fatto che le due storie, di cui abbiamo seguito la costruzione parallela, s'incontrano, ma anche per il modo: di solito, quando si narra di due storie parallele che s'incrociano, il tono assunto diventa epico, o comunque di fondamentale importanza. Qua invece viene trattato come un momento normale nella vita di entrambi gli umani, non tradendo il modo di scrivere distaccato e un po' ironico che per tutto il tempo ha accompagnato la lettura. La coerenza e l'originalità sono elementi molto importanti per me, e nella tua storia ne ho trovati a bizzeffe!
Totale: 37,6/40

Recensore Veterano
29/02/20, ore 13:19

Wow! Non so veramente da dove partire per dirti tutto quello che questo primo capitolo mi ha trasmesso mentre leggevo...
E' un agglomerato di emozioni di ogni tipo, dall'affetto, alla nostalgia, alla tristezza. Penso che non solo io, ma chiunque legga possa coglierle chiare e nitide esattamente come le sta provando il personaggio in questione.
Ecco, per quanto riguarda i personaggi, parto col dire che amo le storie in cui sono presenti gli animali. Devo ammetterlo, i gatti non rientrano tra i miei preferiti ma nonostante tutto credo anch'io siano dotati di una sensibilità particolare; in generale, penso che gli animali a tratti siano più umani degli uomini stessi, per cui adoro il fatto che Garibaldi/Mozzicone sia il cicerone di questa storia.
Venturina mi ricorda la dolcezza e la pazienza delle anziane signore e nonne, che in età avanzata si ritrovano a vivere di nostalgici ricordi ripensando al corso della propria vita. Purtroppo, esattamente come hai scritto, capita sempre più spesso che gli anziani vengano dimenticati in primis dai propri figli, e questa è una cosa che mi infonde rabbia e tristezza allo stesso tempo.
Infine il Fratellone. Beh, di sicuro hai deciso di narrare di un personaggio complicato; non perché ci sia qualcosa di sbagliato in lui, ma perché di per sé vive una situazione ed una vita complicata che nemmeno lui stesso è riuscito (almeno in questo primo capitolo) a capire pienamente. Sono sicura che ci sarà molto altro da leggere e scoprire sul Fratellone e non vedo l'ora di continuare la lettura di questa storia che, come al solito, ho trovato per caso ma che, sempre come al solito, sono contenta di aver scoperto. Di fatti, le scoperte migliori avvengono sempre per pura casualità!
(Recensione modificata il 02/03/2020 - 12:43 pm)

Recensore Master
03/01/20, ore 14:06

Ed ecco la fine, ma quella mia... insomma, Mozzicone sente di essere un gatto anziano, e che resta poco della sua ultima vita e io a piangere... infatti l'ho letta ieri sera ma non ce l'ho fatta a dire niente. No, per ora è salvo e il messaggio di Speranza che manda - che ci mandi - è molto intenso e chiaro. Vivrà in due cuori, contemporaneamente, il che è drammaticamente bello. Ora c'è tutto il senso degli haiku, sotto i ciliegi, opportunamente: la bellezza è caduca. La vita di Venturina sta per terminare, ma ha avuto un ultimo dono: la visita di quella creatura superiore, il Gatto, che come una fata madrina ha fatto un miracolo per lei. E spero che fino alla fine abiteranno nel "gattile" dormendo abbracciati. Ho ripensato alla mia nonna che è morta a 24 ore dal suo gatto (nessuno ne dubitava) nella stessa posa, mano sinistra sugli occhi. Fa quasi paura... hai creato dei personaggi stupendi, e mi hai fatta appassionare ad una storia tutta italiana, cosa per me terribilmente difficile; non ho un buon rapporto affettivo con "casa", sono esterofila nel cuore, non per moda, solo scrivendo. Però quello che esce dalle tue mani è tutto così perfetto! Il tassista è un amore, a proposito, aahhaha! tenero! La casa delle persone anziane è così: un mucchio di cianfrusaglia tranne che per i suoi padroni; ci sono tanti di quei dettagli sui quali fermarsi a riflettere che ci vorrebbe tutta la giornata solo per le basi, Cap. E che dolcezza Fratellone che salva il gatto scaldandolo col suo corpo e imboccandogli quel misero cibo che per lui significa la vita! Ho il cuore a striscette, sappilo. Nella tua prossima storia per favore scrivi di cuoricini, farfalle e margherite, ok? XD (No, le farfalle suicide sulla margherite che si dispongono a cuore non valgono! XD)
Forse per Livia la carriera è finita, ma la vita è iniziata. per chi è, per quello che può desiderare. La vita delle ginnaste è breve, artisticamente, quindi un altro personaggio-ciliegio. Però invece di spegnarsi, è rinata, in ogni senso, è la farfalla "fuori dal camune" che ha lasciato un bozzolo di corpo a dieta e provato dalla fatica. Ora credo di aver davvero capito anche i capitoli precedenti
E qualcosa mi dice che tornerò a completare questa recensione...
un bacio felino, Cap, col cuore
tua, Setsy

Recensore Master
01/01/20, ore 18:49

Cap, però sei sleale...:( lo credo che si salva, Mozzicone, non solo me l'hai detto, ma ora è al caldo e in salvo nelle braccia di Fratellone, ma stava pure per morire di fame e freddo e io stavo per piangere tutte le mie lacrime, perchè mi sono così immedesimata che mi ero scordata la tua promessa! Questo è il potere della tua narrazione, anzi, narrativa. perchè fin dall'inizio - gli haiku, il gatto aranciato, il legame con la donna da salvare - non ho potuto non trovare un parallelo con la mia storia di gatti. Solo che la tua è un romanzo, la mia la favoletta della buona notte D:
Ti raccomando sempre più il copyright, perchè questa, un po' ampliata, è davvero la base di un libro, e non che non sia incredibilmente meritevole quello che hai detto la volta scorsa, ma perchè dare certi regali ai ladri? Tornando al capitolo: qui credo ci sia il picco della discesa agli inferi. La povera signora definita "il femore"mi ha ricordato perchè trovo i cimiteri molto più augurabili delgi ospedali. Si diventa numeretti, quelli del letto dove si perde la dignità di essere umani e si "sta qui per stare male".Una vera risposta data alla sottoscritta. E - camibiando scena - tutti quei poveri vecchini che giustamente vedono nel gattino l'unica fonte di gioia? già lo è in sè, chiaro, ma poi li è direttamente il sole che sorge. Mozzicone aveva trovato una sua dimensione, quando una becera cretina zozza gli da del topo, Un grosso TOPO? ma sei cieca del tutto? sei pazza? perchè vivi?mai offesa fu più grave, e il risultato più deleterio.
ora è fuori, disperato perchè non può più essere l'Animale da Protezione (ti prego, ti prego, lo voglio io!)in condizioi terribili e si rannicchia per morire. Avevo iniziato a leggere ma sono dovuta uscire per dare un occhio ai miei randagi dopo i botti di capodanno: tutto bene! =*-*=
anche la descrizione della traccia da seguire, il profumo che si perde nell'odore forte, fastidioso e nel contempo senza personalità della città è incredibile. Anzi, malgrado la minore emotività è il passaggio di scrittura più ben costruito
la storia di Fratellone e la sua chiatarra... posso dire magica? mi tiene col fiato sospeso. ora manca poco, di sicuro farà ciao-ciao alla sua bella famiglia del Mulino Borghese, e senza mezzi andrà a finire acantare per strada, angelo inatteso e male in arnese, ma con la compagnia migliore del mondo. sto segretamente sognando un finale proprio rosa, ma non parlo per scaramanzia!
baci accorati,
Setsy

Recensore Master
30/12/19, ore 14:34

Oh, Cap, che figura da cretina ho fatto :(((
non avevo minimamente capito che la persona con le zainetto era una sola! Credevo proprio che fosse un "genere" creato da te, per dire "tutti coloro senza una loro vera dimora nel mondo". Mi mangio le mani, ma non voglio correggere la rec precedente, è giusto che tu legga la verità.
Povera Livia (il Livietta pare così fuori luogo per Anima Lunga - un soprannome di una bellezza straziante ) che sente il corpo che la abbandona, e come la capisco. Quello che le è successo non è una vera e propria malattia psicosomatica, ma quel nome...da stress. Un tipo di stress, non l'altro, ma quanta saggezza c'era in chi ha coniato questo termini? Dico, comprendo, perchè per assurdo puoi fregare la tua stessa testa, raccontandoti storie quanto vuoi, ma il corpo non ci casca. Se qualcosa non va, ti manda un segno bello chiaro. "ora mi ascolti, bella!". Deve essere stato così brutto essere scambiata ancora una volta per un ragazzo, ma questo dottore mi pare un ottimo essere umano. D'altra parte anch'io vorrei il medico asiatico, ovvio. Un Budda portafortuna, poi! giochi in casa. E dopo questo calvario di interventi e tutori con i chiodi - non ci posso neppure pensare - credo che la cosa peggiorerà. Se l'abitante della roulotte è lei/lui, scapperà da casa, altro che genitori maniaci delle gare. li detesto, mi pare di vederli, pure come sono vestiti... lei ha un tailleur pantalone blu. lo SO.
(invece i dettagli della cravatta di Paperino sono spettacolari, uno per uno. tutte quelle faccine che ti fissano ognuna con la sua personalità definita eppure è sempre lui)
Ma torniamo a Gatto, che fa sempre bene. Ecco cosa dovrebbero leggere i cretini che dicono "solo i cani amano le persone, gne gne gne". lavatevi la bocca con la candeggina! Lui capisce, sa che la sua umana sta male e certo che fa qualcosa! corre fuori e piange per attirare la vicina di casa. Che non è un genio infuso, ma poi capisce abbastanza in tempo. Un ictus, mentre in TV c'è l'ombra di una guerra che è come se avesse fatto uno scherzo a Venturina. "Mi sei scappata, eccomi qui"
per altro, da amante dei film di genere vorrei molto sapere se hai pensato ad uno in particolare! si può? *-*
ora Mozziocne senza pappa ne assistenza può solo cercare una via sua per salvare il salvabile, e credo che i suoi poteri di Felino opereranno qualche miracolo...
ps Cap, hai letto il romanzo: il nuovo sesso?
ci penso molto metre leggo qui, è stupendo
baci miagolanti
tua tua, Setsy

Recensore Master
29/12/19, ore 18:17

Carissimo, anzi! esimio capitano Yonoi! cosa dire? c'è un mare di emozioni, informazioni e cose da discutere ed è solo il primo capitolo.
parto col dire che il povero Mozzicone ha una mamma adottiva, qui, che sta per venirlo a prendere e portarselo a casetta a dormire comodo sul letto, facendolo mangiare nel suo/mio piatto! perchè alla faccia della positività, Cap! i fratellini affogati, le vecchiacce con le scope, i bambini maledetti, la separazione dalla mamma biologica, la vita grama dei gatti gettati via come cose inutili quando un appartamento cambia padrone. "Il divano lo regaliamo, il frigo rotto (a Roma) lo buttiamo di notte vicino ai bidoni che non ci vedono e sì, getta fuori il gatto, chi lo vuole?" la maledizione su di loro! E ora che ho pianto, ho bevuto e mi sono calmata proseguo con la narrazione.
inanto gli umani con lo zainetto mi hanno stretto il cuore. lo zaino è il peso della vita sulla spalle, sì? è qualcosa di increbile, mi apri sempre una finestra su un paesaggio più bello di quelli che già conoscevo. e mi prendo una parentesi per suggerirti vivamente di usare almeno il copyright online - gratuito, per me non facilissimo da usare, ma vale - perchè pubblichi in pratica romanzi a puntate e rubare da qui non ci vuole nulla. e credimi, invoglia parecchie persone. già visto
La cosa più poetica, ma da impazzire e non poter smettere di pensarci? la TV. guardano una TV rotta con le candele dentro. quasi ti chiedo il permesso di citare la frase... non ci avrei pensato, anche se mi chiedevo dove Fratellone avesse trovato i soldini per siffatto apparecchio costoso... la rulotte è talmente povera, ma così bene abitata! il gatto color tramonto aranciato mi fa impazzire, deve essere morbido e con una faccina tonda bellissima. *gattara, on!*
la sua settima vita. se non mi avessi giurato che non muore sarei scappata te lo dico. Anche un'altra umana ha il suo zaino, Livia, una creatura "sbagliata" - in realtà con qualcosa di speciale, come capivano i greci antichi, il dono di Ermafrodito, una manifestazione del divino sulla terra - che vede il suo corpo tradirla senza speranza. non soffre in sè, per ora non è un problema di identità sessuale, ma sociale, di quello che non può fare. cerco di immaginarla e in realtà mi pare bella, anche se è difficile spiegare perché. passerà alla musica? sarà quello il dono di Mozzicone, piccola fatina non turchina ma arancio?
e la signora Venturina, rinchiusa nel gattile brutto? certo, per il nostro eroe si chiama così, e io mi struggo pensando che loro non ci abbadonerebbero mai, fino all'ultimo respiro. sono troppo superiori a noi. la Venturina e il fu-marito, ritratto garibaldino, mi fanno troppa simpatia. conoscevo una signora prorprio uguale! il marito era nei bersaglieri e lei dopo la sua morte usciva col suo cappello e fascia tricolore, ma non triste, tutta fiera! Amarcord, Cap. che mi fai tornare in mente... potere delle tue parole sublimi ed evocative
tra un paio di giorni vado avanti, è solo un problema di tempi, per me (di occhi al pc)ma non vedo l'ora, mi scavi in profondità e ci lasci un fiore
un bacio felinissimo,
Setsy

Recensore Veterano
22/02/19, ore 18:20

1° classificato al contest 'Mille e una fiaba'

Yonoi.
 


Grammatica e Stile: 10/10 

Non ho trovato alcun errore né grammaticale né di battitura e in una storia tanto lunga è segno di un attento lavoro, quindi ti faccio i miei complimenti. 
Lo stile è lineare e chiaro. Molto descrittivo ma non per questo piatto o monotono anzi, non stanca durante la lettura ma rende il tutto più suggestivo e più ‘visibile’ agli occhi del lettore. Un lessico ricco, semplice ma più ricercato in alcuni passaggi, un mix perfetto insomma che appaga il lettore e gli dona una piacevole lettura. 
L’uso della prima persona per il racconto è stato un altro punto a favore, perché lo trovo sempre più appropriato e coinvolgente soprattutto in una storia dal sapore tanto introspettivo. 


Caratterizzazione personaggi: 10/10 

Partiamo dal protagonista principale, che ho adorato e mi spiegherò meglio nel parametro di gradimento personale. 
Mozzicone o Garibaldi, o in qualunque altro modo lo si voglia chiamare, si presenta da subito per quello che è: un gatto. Dai una descrizione molto accurata delle sue caratteristiche fisiche: il colore, la coda mancante, la lunghezza dei suoi baffi, ma ciò che più mi ha colpita è l’accuratezza che hai usato nel caratterizzare la sua personalità, ed è già difficile farlo con le persone figuriamoci con un gatto. I suoi pensieri, i suoi modi di fare, le sue abitudini, i movimenti che compie, l’affetto per quelli che sono i suoi padroni, la diffidenza, la noia e la curiosità tipiche di questi felini, tutto emerge in maniera perfetta, a poco a poco ma con la schiettezza che soltanto un gatto possiede. Nessuno, meglio di lui, poteva raccontarci questa che non è solo la sua storia ma anche quella delle persone che più ha amato durante le sue sette vite. 
La Signora Venturina. Lei è anziana ma con uno spirito ancora giovane. Allegra, che sorride alla vita, che ama la natura e che accoglie Garibaldi nella sua casa e gli dona affetto. Sembra pacifica ma quando perde la pazienza allora anche il defunto marito, dalla personalità forte e severa, vacilla e trema al suo cospetto. Legata alla famiglia e con dei sani valori. Bellissima la parte in cui descrivi i suoi ricci, di cui spesso Garibaldi parla, forse perché sono la parte di lei più similare a quello che è il suo carattere. Mi è piaciuto molto questo ricordarli spesso tra le righe. 
E veniamo alla Livietta. Un personaggio complesso sia a livello fisico che a livello emotivo. Forse proprio questa complessità la rende unica, fuori dal comune ma nel senso positivo. La vita la mette di fronte a degli ostacoli, a delle scelte, a delle problematiche e conflitti interiori che riesce comunque ad affrontare in modo molto maturo. Di sicuro è il personaggio di cui si nota più l’evoluzione e la crescita, in questo caso non solo fisica ma totale. 
E quando questi tre personaggi si trovano l’uno di fronte agli altri allora sono finalmente completi. 


Sviluppo del tema: 10/10 

Il tema è sviluppato in maniera perfetta. Mi ripeto ma non c’è nessuno più in grado di un gatto di esprimere il concetto presente nel pacchetto da te scelto, per il loro carattere e per il loro modo di vedere e vivere la vita. Un gatto non si lascia mai abbattere per quanto le situazioni possano sembrare terribili ed è l’unico che può, far vedere le cose sotto un altro punto di vista. In questo caso era un po’ anche la sua missione e lo si evince già dai primi paragrafi e ci riesce alla perfezione. Mi è piaciuto davvero il modo in cui hai gestito il tutto. 


Gradimento personale: 10/10 

Partiamo dal presupposto che amo i gatti, ne ho una a casa quindi in ogni comportamento da te descritto nella storia mi è sembrato di rivederla. Inaspettato il suo punto di vista, mi ha piacevolmente sorpresa e ciò ha reso il racconto ricco di originalità. Mi è piaciuto molto come tu abbia raccontato di tre vite ben distinte e che fino in fondo non sai quale destino è a loro riservato, per poi unirle in un finale che mi aspettavo drammatico e che invece mi ha lasciato positivamente commossa. Ammetto che quando ho letto ‘drammatico’ mi sono venuti i brividi, perché nonostante siano sempre emozionanti a me che sono un’amante del lieto fine lasciano sempre l’amaro in bocca. E invece altra sorpresa perché, seppur velato di malinconia, c’è un finale che fa sorridere e scalda il cuore. Una storia apprezzatissima, per i contenuti per nulla semplici e per il modo in cui li hai saputi gestire e per i personaggi che finisci per amare e sentire vicini a te. 

40/40 

Recensore Junior
06/01/19, ore 21:24

Ciao!
Finalmente ho avuto modo di leggere il finale di questa bellissima storia che reputo originale e commovente.
Sono felicissima che non sia finita tragicamente, ti dirò che all'inizio avevo questo sentore^^ Ma alla fine, nonostante il velo di malinconia, mi ha lasciato dentro tante belle emozioni...specialmente perchè è scritta straordinariamente bene! Vado subito a leggere l'altra tua long! :)

Recensore Master
29/12/18, ore 21:23

ciao ancora, scusa la pochezza dei commenti ma la storia mi ha rapito..
Sepulveda docet, in un cero qual modo (storia della gabbianella e del gatto che le insegnò a volare) A ogni buon conto, Livietta/Fratellone salva il felino dalla neve .. the poor kitten and the guitar player
E sullo sfondo tornano di nuovo i ciliegi, i fiorii e gli spazi..
A masterpiece JQ

Recensore Master
29/12/18, ore 21:14

rendi lieve anche in triste luogo derelitto, la cd casa di riposo, e le avventure del micio continuano..

Recensore Master
29/12/18, ore 20:32

chapeau .. noto la sintesi e la preparazione, alfa e omega, the stroke of Venturina e la frattura da stress della giovane ginnasta, la despressione.. una sorta di ossimoro e NON lo è .. good job

Recensore Master
29/12/18, ore 20:24

salve cara, ho trovato delizioso il modo di rispondere, renne e asini, qui abbiasmo il punto di vista di un gatto. Un poco come quando Virginia Woolf scrissse la storia di Elizabeth Barrett-Browning usando il punto di vista del cane Fluff. rimandi letterari a parte, m9i complimento per stile narrativo e bravura, hai una rara e portentosa bravura in punto di grammatica, sintassi e sintesi, oltre che coesione.. una specie di ballata, delle antiche e nordiche leggende.. il passato ed il presente.
bellissimo JQ 

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