Recensioni per
Advent Calendar 2018
di Hotaru_Tomoe
È vero che è un capitolo corto, ma io lo trovo molto significativo, perché è vero che quando una persona è triste, depressa o incazzata, sentir parlare di feste e di gente che è felice la fa arrabbiare ancora di più, c'è una specie di invidia verso chi è felice. |
Povero Sherlock! Io posso capire che John sia arrabbiato, ma secondo me non meritava tutto questo. Sta soffrendo molto anche se non vuole darlo a vedere, ma secondo me (e spero di sbagliare) questa cosa avrà delle conseguenze psicologiche su di lui. |
Capitolo piuttosto corposo, questo e nel quale assistiamo al cambiamento di John che ha subito una sterzata vigorosa. Avevo già accennato nei capitoli passati che mi sembrava che il suo rifiutare di incontrare Sherlock o anche soltanto di pensare di farlo, come un mascheramento di qualcos'altro. La rabbia c'era, ma aveva lasciato presto il posto a dell'altro. C'era senso di perdita, rimpianto per le azioni commesse... ma era tutto quanto sotto la superficie, ora invece è venuto fuori e ha travolto John in pieno. Ciò che ha visto, quello che di lui ha capito (ovvero che Sherlock provava dei sentimenti per lui) gli hanno fatto cambiare completamente atteggiamento. Adesso non è soltanto determinato a chiedere il suo perdono, ma è anche deciso a fargli capire, usando le parole, quanto lo abbia ferito il suo aver deciso per tutti e due e senza consultarlo. Un cambiamento enorme se si considera anche soltanto il John del capitolo passato. Un cambiamento però che si scontra con la dura realtà dei fatti: Sherlock ha paura di lui. Il suo gesto istintivo, di tirarsi indietro, l'ho trovato adeguato a quanto è successo. Una reazione in realtà molto normale e umana, specie se si considera che Sherlock è ancora traumatizzato dal comportamento di John e che ancora non sa che si è pentito e che è deciso a farsi perdonare. Sherlock non sa nulla, vede soltanto che John ha atteggiamenti aggressivi e non riesce a vedere nient'altro. Forse un altro Sherlock, uno un po' meno travolto dalle emozioni, avrebbe senz'altro notato tutto quanto, ma questo così sconvolto invece non vede nulla. E le sue reazioni feriscono e fanno vergognare John nel profondo. Credo che i due avranno molto da discutere. |
Ciao, ero stra convinta di aver recensito questo capitolo ieri e invece ora mi accorgo che non è così. Beh, poco male... recupero immediatamente. |
Hey! |
E va bé, che questo capitolo lo ignoro? |
Ciao, beh, mentirei se dicessi che non stavo aspettando questo capitolo. Dopo la sorpresa del precedente, qui volevo capire che cosa sarebbe successo. Avevo intuito che sarebbe andato Ross a "trovare" John, perché considerato lo stato attuale di John non so che reazione avrebbe potuto avere trovandosi davanti Strange. E poi Ross ha il giusto cipiglio per trattare una persona nello stato in cui è John, è stato abbastanza intelligente da usare la psicologia inversa nel modo migliore. Non ha obbligato John a fare qualcosa. Gli ha detto di scegliere pur sapendo che avrebbe deciso di seguirlo. Il motivo mi pare più che ovvio, John tiene tantissimo a Sherlock, nonostante continui a negare o a sostenere che non gliene importa più nulla. Quello che segue è sì, una sorta di "Canto di Natale" in cui più che visitare i Natali passati, John viene portato a vedere ciò che doveva sapere. E così facendo si rende conto di quanto Sherlock tenga a lui, ma non soltanto. Si rende conto di quanto è stato difficile e affrontare Moriarty e dover girare il mondo per sconfiggere la sua organizzazione, si rende conto di quanto sia stato complicato. Di quanto Sherlock stesso ne abbia sofferto tantissimo. Capisce che non è stato un gioco, né una passeggiata di salute. Ma soprattutto capisce che davvero gli è pesato mentirgli e fingersi morto per due anni. Quindi sì, Sherlock ha comunque sbagliato, ma ora John ha più elementi per perdonarlo. |
È un capitolo davvero magico, questo, quindi il titolo va preso alla lettera, perché, improvvisamente, dal silenzio e dal gelo di una situazione di drammatica incomprensione, veniamo di colpo fatti entrare in una dimensione in cui può succedere di tutto, anche di entrare nel fantastico Universo della Marvel. |
Un punto in comune, nel periodo buio e critico che stanno passando, gliel’hai trovato a quei due ed è la volontà di non pensare più a niente e di ibernarsi grazie alla neve che scende imparziale e neutra sopra ad ogni cosa, ignara di tutto quello che è successo. |
Questa non me l'aspettavo proprio, devo ammetterlo e devo anche confessare di non aver capito subito che si trattava di Strange. Quando lo stregone è apparso nell'auto di Sherlock, non ho collegato subito a lui ma proprio come Sherlock non facevo che chiedermi chi potesse essere. A un certo punto ho creduto anch'io che si trattasse di un'allucinazione, ma poi tu stessa avevi ribadito che Sherlock non avrebbe ceduto all'uso di droghe, pur essendone tentato e allora... siccome sono più lenta del solito stamattina, ci sono arrivata soltanto quando si è presentato. Beh, dire che non me l'aspettavo sarebbe limitativo. La "magia del Natale" a questo punto assume un significato reale, uno vero e proprio in cui la magia è un qualcosa di tangibile. Mi è piaciuto molto il fatto che Strange fosse deciso anche a infrangere le regole pur di aiutare Sherlock e John a risolvere le cose. Uno Strange che qui è già sistemato e sposato, ovviamente con Ross e che vorrebbe vedere anche gli altri felici. Beh, sono molto sorpresa davvero. Sì, lo so l'ho già detto... |
bella, scrivi ad un ritmo che nemmeno si può credere, e in questo periodo complicato faccio fatica a seguire qualunque cosa, ma... |
Ciao di nuovo, dunque direi che questo capitolo sembra essere l'introduzione di qualcosa di importante, ma che per ora rimane indietro e non detto. Per il momento c'è dell'altro a cui pensare. Per tutta la prima parte vediamo uno Sherlock in macchina che si ritrova a pensare a John. Si sta dirigendo in un luogo molto pericoloso, dove ci sono persone che hanno alcun tipo di scrupolo e ci sta andando da solo e, credo, quasi completamente disarmato. Un suicidio praticamente. Lui sembra convinto di quanto sta facendo, o forse lo dà soltanto a vedere. Quel che è chiaro è che Sherlock non ha superato le parole che John gli ha rivolto. Fa male al cuore leggere quel suo "Quella nuova versione di sé poteva andar bene?" è come se stesse cercando un modo per farsi amare di nuovo da John. Sta cercando il modo migliore per farsi accettare ma il problema è che sta, anche lui come John (anche se nel suo caso la situazione era diversa), nel modo peggiore. Spera che il caso finisca sui giornali e che questo suo metodo alternativo salti all'occhio di John, magari riuscendo a colpirlo e a farlo tornare indietro. Direi che i sentimenti stanno decisamente oscurando la realtà. Sentimenti dei quali non riesce a liberarsi, a questo punto anche se ciò gli causa sofferenza, mi auguro che non se ne liberi, ma soprattutto mi auguro che Sherlock dica tutto quanto a John al momento opportuno. Che gli faccia capire che ha provato a cambiare per John, che gli faccia capire fino a che punto lo ama. |
Ciao, allora, come dicevo anche nelle recensioni precedenti mi piace molto la tua scelta di ambientare la storia sotto Natale perché ti permette, tra le altre cose, anche di far passare quanto la decisione di separarsi da Sherlock renda la vita di John un po' squallida. Lo fai capire perfettamente nella prima parte di questo capitolo, in cui ci viene mostrata la pensione nella quale ora vive. John non sembra quasi farci caso, è talmente distratto e perso nei propri pensieri che quasi non fa caso alle decorazioni un po' sciatte e che, di certo, non trasmettono la magia del Natale. Mi è arrivata quella sensazione di tristezza e solitudine, nella quale John si è trincerato. Come si diceva già per i capitoli precedenti, è comprensibile la sua rabbia, la delusione e il fatto che si sia stancato di persone che controllano la sua vita, ma questo non è stato il modo migliore per reagire (anzi è stato il peggiore), e di certo John un bel problema con la rabbia ce l'ha, ma la cosa importante è che l'abbia capito. Che se ne sia reso conto e sì, che se ne sia anche pentito. Ha capito che infierire in quel modo è stato orribile da parte sua e sono sicura che riuscirà a chiedere perdono a Sherlock. Per il momento però, John rimane ancora immerso nei suoi pensieri e non crede minimamente che un giorno potrà sistemare le cose con Sherlock. In tutta questa tristezza però c'è uno spiraglio, la luce si intravede. Perché John si è reso conto non solo che non gli è rimasto più nessuno, ma che non vuole nemmeno prendere, partire e farsi una nuova vita altrove (lontano da Sherlock, aggiungerei io). Cioè, potrebbe cambiare città, lavoro e tutto quanto e invece si è confinato in una pensione ed è rimasto a Londra. Capisce che tutto questo ha un significato, ma per ora decide di non indagare oltre. E l'ho trovato più giusto così, queste cose hanno bisogno di tempo per maturare. |
Visto che quella parola che hai scelto per il titolo richiamava insistentemente la mia attenzione, mi sono fatta un giretto per i vocabolari on line per chiarirmi meglio il significato e mi ha particolarmente colpito l’accostamento, che al momento non mi veniva in mente, con il concetto di “deserto”. |
Inizi il capitolo con quella che, credo, sia la domanda più temuta dalla maggioranza delle persone, specie se viene rivolta in un momento poco roseo della nostra quotidianità per cui ci verrebbero risposte poco consone alla festività natalizia. Figuriamoci diretta a John, in un clima così “freddo” come quello che sta vivendo. Ormai si trova privato anche della parvenza di una famiglia, ma per me ciò non è il guaio peggiore, vista la cara mogliettina, ma, soprattutto il “senza” per lui più raggelante è il trovarsi senza Sh. |