Recensioni per
San Martino di Livonia
di Old Fashioned

Questa storia ha ottenuto 63 recensioni.
Positive : 63
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
28/07/19, ore 17:21

Recensione premio per il contest "Spade Incrociate" - 2/4

Ciao carissimo Old!
Finite le valutazioni del mio ultimo contest passo a continuare questa piacevole e affascinante lettura. Prima di tutto ti dico che sono un po' spiazzato, nel senso che non so cosa aspettarmi dal prossimo capitolo: mi pare che sia l'ultimo, ma non ho idea di come la trama possa concludersi, sinceramente questi due capitoli mi sono parsi l'inizio di una long! E per me è un grandissimo complimento, sappilo^^
Le vicende dei cavalieri Teutonici continuano, quindi, e dopo la barbarie dei contadini inseguiti e assassinati, del villaggio raso al suolo e degli abitanti uccisi e mutilati in modi così terribili si passa al contrattacco, che però non pare avere alcun vero effetto. I Samogizi si caleranno per riorganizzarsi, ma poi? Andrà tutto avanti come prima...
Il ragazzino Curo è ricomparso e, stando all'introduzione, lo rivedremo: non ho ancora capito molto di lui, sarà una "spia" o no?
Infine, le parole di Ulrich risultano molto eloquenti: l'esempio pratico è l'unica cosa in grado di far comprendere veramente la situazione, e l'ostilità dei locali non cambierà certo da un momento all'altro. Mi chiedo chi riuscirà a sopravvivere fino alla fine, secondo me Reinhardt Sì, ma cambierà almeno come il trasferimento da Venezia alla Livonia l'aveva cambiato in precedenza.
Sono curioso di leggere il finale!
A preso^^
mystery_koopa

Recensore Master
28/07/19, ore 12:53

"Loro credono che sia giusto così".
Ecco, io penso che questa frase dica già tutto.
Un'anima candida e devota come quella di Reinhardt fatica a comprendere il modo di vivere e di agire dei Samogizi. Non capisce come un popolo arretrato e poverissimo respinga con tanta violenza e con crudeltà la mano tesa dei Crociati, che oltre  portare la Buona Novella, vorrebbero aiutarli a vivere meglio, in case più solide e calde, e con campi meglio coltivati, con tecniche (ovviamente per quei tempi) più evolute.
Io credo che l'animo umano, privo del giusto indirizzamento, sia capace di commettere solo abomini, e questo ovviamente vale anche per i Crociati, che intendono applicare la legge del Taglione, anche se temo che non si possa fare altrimenti.
Ci trasporti in atmosfere autenticamente medievali, pervase da durezza ed ineluttabilità.
Manca la bellezza, la poesia, la cortesia. Ma chissà, magari sotto altri cieli, magari in qualche corte signorile... 
Però va bene così: chi ama la Storia cerca la verità, anche se fa male e ti colpisce allo stomaco peggio di un diretto.
 

Recensore Master
26/07/19, ore 16:35

Ciao Old! Ho finito ora ora di leggere questo secondo capitolo, e per fortuna che non l'ho letto ieri sera, col favore (si fa per dire) delle tenebre e di un temporale furibondo: avrei avuto incubi tutta la notte... Battute sceme a parte, la tua capacità di ricostruire perfettamente scenari e contesti storici, per non parlare del modo di pensare, emerge pienamente anche in questo capitolo, caratterizzato dal ritmo convulso tipico delle battaglie, da questi scenari di neve e cielo color piombo che nascondono tremende insidie, da visioni che sembrano da film horror, mentre in realtà sono lo specchio fedele di una realtà tragica. Quello che tu descrivi è accaduto, eccome, e penso non soltanto in Livonia al tempo dei Samogizi. Quello che ci mostri è un medioevo autentico, altrochè damigelle prigioniere nel castello e prodi cavalieri che le salvano...Qui c'è il sangue che corre a fiumi, al punto che sembra di sentirne l"odore. Ci sono insidie dietro a ogni albero che fruscia, e - ciliegina sIlla torta - c'è anche chi si pone delle domande non da poco: c'è chi, come fratello Reinhard, parte con una propria visone del mondo per poi scontrarsi nel vero senso della parola con una visione del tutto opposta. E il fatto che si ponga delle domande, evidentemente turbato dalla forte convinzione che intravede negli occhi del nemico, è importante non solo in chiave di approfondimento del personaggio, ma perché stimola il lettore a porsi a sua volta delle domande... E questo è sempre un bene, perché "io ho ragione e tu hai torto" fa parte delle nostre chiusure mentali, da sempre. Alla base c'è sicuramente l'idea che l'altro possa "toglierci" qualcosa, mentre invece riuscire a vedere le cose da un altro punto di vista aiuta adi aprire il cervello e a dare aria. .. bellissima storia, voglio proprio vedere come proseguiranno le cose per fratello Reinhard e che risposte riuscira' a dare a se stesso. Grazie per questa splendida storia e a presto!

Recensore Veterano
25/07/19, ore 20:30

Ma, caro fra' Ulrich, dico io, se questi rozzi e incivili barbari, a casa loro, vogliono vivere come a loro piace, perché anziché massacrarli non te ne rimani insieme ai tuoi tanto "misericordiosi" confratelli a venerare il tuo "giusto" dio a casa tua? Che ti devo dire? Continuo a fare il tifo per i Samogizi, crudeli e feroci assassini autoctoni che altro non chiedono di fare come cappero pare a loro. Tu non spaccargli le balle, prete, che lui magari la smette di crocifiggerti i contadini. :P
Chiusa la polemica, ti rinnovo i complimenti per la tu straordinaria capacità di immedesimarti in argomenti di guerra, riuscendo inevitabilmente a far immedesimare il lettore. Apprezzo grandemente anche la conoscenza che mostri di avere dei cavalli, forse le "armi" più importanti nelle guerre fino ad un secolo fa.
Detto questo, mi chiedo se fra' Reinhardt conserverà la sua misericordia o finirà per diventare come i suoi confratelli. Immagino che il giovane mendicante giocherà un ruolo fondamentale in questo suo "cammino", sia che egli decida di conservare la sua perplessità riguardo al trucidare Samogizi a vagonate, sia che finisca col convincersi che farlo è "cosa giusta e santa".
Vedremo...
A presto, Vecchio mio!

Recensore Veterano
24/07/19, ore 15:46

Sì, anche questo secondo capitolo era molto bello ^w^

Sto apprezzando molto questa storia (e fino a quando non aggiornerai rimarrò con il fiato sospeso).

La scena d'azione è sempre descritta benissimo, e non risulta mai pesante.
Come al solito.

Storicamente accurato come sei, sono sicura che è vero quando dici che bambini e donne combattevano insieme ai guerrieri, e questa cosa mi ha lasciato con i brividi.


Che altro posso dire? Tutto bell'e perfetto.

Considerando che tutto il mio amore (metaforicamente parlando) va ai piloti e ai cavalieri teutonici, amo molto le tue storie.
E anche quando non ci sono, sono sempre belle.

Alla prossima!

Recensore Veterano
24/07/19, ore 15:09
Cap. 1:

Okay, fermi tutti.

Avevi pubblicato una nuova storia, sui cavalieri teutonici, per di più, e neanche me ne ero accorta!

Mea culpa.

Adesso devo assolutamente recuperare e leggere anche il secondo capitolo, prima che sia troppo tardi.

Allora allora.

Abbiamo tale fratello Reinhardt, che prima viveva nel lusso di Venezia (e, a parer personale, San Marco è stupenda anche per un uomo moderno. Per un uomo del medioevo doveva essere veramente il paradiso) e ha deciso di andare a convertire le famose personcine "calme ed aperte al confronto pacifico".

Lui, che alla fin fine si era abituato ad una vita più rilassata, rischia di essere ammazzato da un pagano, ma è felice della sua scelta.

Bravissimo come al solito,
Descrizioni belle, come al solito,
Personaggi che promettono benissimo, come al solito,
Stile molto appropriato al contesto, come al solito.

E, come al solito, ti saluto, e vedo di leggere il prissimo capitolo il prima possibile.

Ciao ciao ^w^

Recensore Master
23/07/19, ore 15:58

Carissimo O. F.
Adoro il tuo stile narrativo, più che all' antica, come hai scelto di definirti tu, alla "immortale", cioè im-
mancabilmente stupendo, però... non ti pare di essere stato un tantino drastico??! Capisco... ci trovia-
mo in terra di Crociate a dissertare di crociati e pagani, ma ritrovarsi già nel secondo capitolo tra croci-
fissioni, rappresaglie e uno svariato numero di teste mozzate è decisamente una bella "tranvata".
Un racconto decisamente da spiriti forti e cuori impavidi!!!
Magnifico questo morello, già di suo e ancor di più per tutta la sua foga in battaglia. Come mai non ce
ne hai fatto il nome? Esso e il suo cavaliere sono senza dubbio ottimi acquisti per l' Ordine. Un' accop-
piata vincente a cui però fa difetto proprio il piccolo tallone d' Achille di tutto quel sacro fuoco, troppo
ingombrante in una terra poco generosa e spartana come quella in cui si trovano ora. Essendo la Storia
una delle passioni fondamentali della mia esistenza, non ero completamente digiuna riguardo a questa
particolare tematica, ne avevo letto in passato e mi sono concessa un intensivo ripasso ieri, indispensa-
bile per il rilascio di una recensione almeno non priva di senso. A tale proposito avrei alcuni quesiti da
porgerti: a) Non sarà troppo arretrato il livello di sviluppo della civiltà autoctona da te descritta?
b) Il racconto non lascerà in ombra troppi aspetti più "burocratici" della vita medioevale?
c) Questi monaci-guerrieri sono genuinamente Teutonici? (Potrebbero essere ex Livoniani, magari
perfino ex Livoniani ex Portaspada?)
Siamo solo all' inizio di una storia che già promette di arrivare molto lontano...
Un caro saluto

Recensore Master
22/07/19, ore 21:50

Ave O-F, attendevo in trepida, metaforica attesa il capitolo .. della serie.. che succede? Succede tutto e nulla…
Reinhardt appena giunto si ritrova nel mezzo della feroce aggressività dei pagani Samogizi e delle reazioni dei suoi fratelli templari, incontrando brevemente il fanciullo, il diverso dai grandi occhi..
Lo scempio dei pagani alla fattoria dei poveri coloni, la reazione dei Templari e le ferite..
Una crudezza solo apparente, che ci riporta ai meriti e ai valori di un tempo ormai lontano n cui ci riporti..
R. si adatta, non è da tutti, in un dato senso lui è il focus di questa storia.. lui e i suoi segreti da disvelare.
Ottimo lavoro, come sempre
A la prochaine
JQ (curiosa come un tordo)

Recensore Master
22/07/19, ore 20:41

Ciao carissimo!
Eccoci al secondo capitolo di questa vicenda. Inizio subito col dirti che, come il primo, non mi ha affatto delusa, anzi.
Qui ho inquadrato meglio e definitivamente l'Ordine (anche se la tua spiegazione me l'aveva già fatto inquadrare più che bene): personalmente, pensavo, sotto sotto, a una nota di corruzione, che c'è da sempre e sempre ci sarà ovunque, e invece hai dipinto dei Crociati in quanto tali, niente corruzione e niente secondi fini (tolto il fatto, ovvio, di usare come scusa per la conquista e il predominio un dio vero tanto quanto potevano esserlo gli idoli pagani dei Samogizi). Sono sempre io che penso male, insomma.
Ho apprezzato tantissimo la scena della battaglia: il tuo modo di descrivere le cose con dovizia di particolari e con realismo fanno immedesimare il lettore in quello che accade, in quei momenti concitati, tanto che sembra di essere lì, in mezzo al caos dello scontro, a vivere quella battaglia e quel massacro.
Ho gradito moltissimo anche il momento dei Crociati alla fattoria distrutta dei coloni tedeschi: la descrizione minuziosa dello scempio compiuto dai Samogizi, le descrizioni che ci vengono fatte di loro dai membri dell'Ordine stesso, aiutano non solo Reinhardt a capire come stanno le cose, ma soprattutto noi. Ci fanno simpatizzare con l'Ordine, ci fanno giustificare il suo operato, anche a danno di donne e bambini che sono tutt'altro che inermi e innocenti, come crede Reinhardt in un primo momento.
Ulrich si conferma il mio personaggio preferito e ancora, come già sottolineato, so che me ne pentirò (ho questa maledizione per cui, se un personaggio mi piace, puntualmente muore). Reinhardt è un personaggio dalle mille sfaccettature, ha un suo modo dii pensare e di vedere le cose che questa nuova realtà sta modificando: deve adattarsi a nuove verità, a nuove situazioni a cui non è affatto abituato. La sua mente è salda, così come la sua fede, eppure quella parte di lui di Venezia non riesce ancora a mettere del tutto da parte la sua impostazione mentale, come ad esempio vediamo nel suo atteggiamento col ragazzo biondo e dagli occhi verdi che, devo dire, mi incuriosisce davvero tantissimo, perciò non vedo l'ora che questo personaggio venga approfondito per poterlo conoscere meglio. Per quanto riguarda Reinhardt, invece, ancora non mi sono fatta un vero e proprio giudizio su di lui: è un personaggio davvero interessante, quindi richiede ancora un po' di tempo in sua compagnia, prima che possa farmene un'idea completa. Sicuramente, quello che ho visto fino a questo momento di lui mi piace molto e mi rende curiosa di vedere come reagirà ai prossimi eventi che gli accadranno. Qualcosa mi dice che la faccenda non andrà volgendo al meglio per il nostro Crociato.
E comunque, da una parte e sotto sotto, i Samogizi mi stanno simpatici. Anche loro difendono ciò in cui credono e quello che ritengono giusto, esattamente come fanno i fratelli con la croce nera sul petto. Poi magari lo fanno in maniera poco ortodossa, ma crocifiggere gente e impiccare bambini è orrido tanto quanto uccidere un piccoletto che vuole sventrarti il cavallo o una donna che ti assale urlando.
Al prossimo capitolo :)
(Recensione modificata il 22/07/2019 - 08:48 pm)

Recensore Junior
22/07/19, ore 19:06

Un capitolo meraviglioso!
Sono estasiata dal modo in cui sei riuscito a rendere vive le scene di battaglia. Quel cavaliere che si erge sui nemici appena uccisi e si guarda intorno come il toro furioso che non ha più niente da incornare, il cadavere senza testa di una madre che stringe il suo bambino anche nella morte - e lì il mio cuore di mamma ha perso un paio di battiti, sappilo - , il moccioso che sventra i cavalli e quello che invece cade a faccia in giù nella neve con una freccia nella schiena, l’adolescente che muore con feroce determinazione negli occhi (ah, per inciso darei ragione fratello Friedrich, era una ragazza anche secondo me), tutte queste cose io le ho viste e vissute sulla pelle come se fossi lì.
Ho visto anche il macabro spettacolo di quel poveraccio messo in croce, raccapricciante, e poi bambini impiccati, donne sventrate, non ci hai risparmiato proprio niente…
Ma vogliamo parlare di brividi veri? E allora parliamone!!
Quel rullare cupo e incalzante, i tamburi di guerra, i canti innalzati agli idoli pagani, un ululato di demoni che sembra scaturire direttamente dalle rocce e dagli alberi, meraviglioso!
Fa da contrasto quel “pensano di spaventarci con un po' di chiasso" di fratello Urlich, adoro!!
E poi l'enorme falce fatta di aquile, orsi, draghi, leoni, fenici e chi più ne ha più ne metta, quei cavalieri come solenni giganti di ferro sui cavalli da guerra, la battaglia vista direttamente dalle feritoie dell'elmo, ma quanto sei bravo??
Ti dico la verità, nonostante tutto io simpatizzo per i Samogizi e il loro indomito desiderio di libertà, - tra l'altro quei popoli vendevano cara la pelle, le crociate del nord non sono state esattamente una passeggiata di salute, e se solo avessero trovato il modo di allearsi, anziché tradirsi a vicenda e litigare tra loro per spartirsi brandelli di quelle terre, saremmo qui a parlare di una storia ancora diversa- , tuttavia sono affascinata dai tuoi fratelli cavalieri in un modo che mi riesce difficile spiegarti.
Eppure avevano torto, ma proprio torto marcio. Il loro Dio non era certo più credibile di un qualsiasi Perkūnas con sacro fuoco e capre al seguito, aveva soltanto più accoliti (un bel gregge di pecore ignoranti e spaventate, di quelle ce n'era sempre in abbondanza) e indubbiamente aveva eserciti migliori. E soprattutto era una comoda scusa, per invadere e conquistare e assoggettare come se non ci fosse un domani.
Sulle condizioni di vita comprendo il punto di vista di Reinhardt, che si domanda come sia possibile opporsi alle migliorie che l'Ordine aveva da offrire ai pagani. Gli sfugge giusto un piccolo dettaglio, però: la libertà, fosse anche quella di venerare idoli a caso, non ha prezzo.
Tornando alla meravigliosa battaglia, quando ho visto quel mantello bianco in mezzo alla distesa di cadaveri ho tremato, sperando che non fosse fratello Ulrich perché mi piace troppo il suo personaggio, un po' grillo parlante un po' fratello maggiore, con dei pesi non indifferenti sulla coscienza che tuttavia si ostina a voler considerare limpida, in nome di un Dio sanguinario e di un credo fondato sulla paura e la sottomissione – e sull'assurda pretesa che i sottomessi in questione dicano anche grazie, oltretutto.
A proposito di personaggi interessanti, ecco che riappare e scompare anche il giovane Curo dai capelli stopposi, e io mi mangio le mani nell'attesa di scoprire cosa hai in serbo per lui.
E sappi che fratello Reinhardt continua a non raccontarmela giusta, già dalle prime righe, se ne sta lì appollaiato sulla torre maggiore a respirare brezza gelida come un tempo avrebbe fatto col più raro balsamo d'Oriente, nella neve che lo circonda sente odore di pulito e di rigore, ‘l'odore delle cose che andavano come avrebbero dovuto andare’.
Perché, prima di arrivare lì com'erano andate, invece? Come gli andavano le cose in quel di Venezia, in Terra Santa o nel piccolo feudo avito? In quale armadio l'ha nascosto lo scheletro, se davvero ne ha uno da nascondere?
Questi e altri interrogativi mi faranno compagnia per una settimana intera, fossi in te mi sentirei un tantino in colpa!!
Inutile stare qui a ripeterti quanto sei bravo e quanto mi piaccia il tuo stile impeccabile, confido che tu ormai lo sappia :)
Bellissimo capitolo, davvero!!

Elly
(Recensione modificata il 22/07/2019 - 07:07 pm)
Scusa le modifiche inconsistenti, problemi con gli spazi ^^
(Recensione modificata il 22/07/2019 - 07:17 pm)

Recensore Master
22/07/19, ore 18:12

Questo capitolo è pregno di azione. Comincia con il suo presagio nella visione della neve e della landa insidiosa, continua con l'inseguimento e l'uccisione della famiglia di contadini, che era stata preceduta dalla distruzione del villaggio; villaggio dove Reinhardt vede per la prima volta cosa questi 'pagani' siano in grado di fare.
Non c'è che dire, sono di certo un popolo fiero, nonostante il dislivello in termini di armamenti e potenza. La prima battaglia è narrata con assoluta maestria, proprio come mi aspettavo dopo aver letto O viandante: la resa della tensione e dei dettagli ti trasportano sul campo, e le immagini di sangue e arti mozzi, confusione e grida di guerra ti inondano la vista mentale, dandoti un'idea di cosa può voler dire trovarsi su un fronte nell'attesa di scontrarsi con un nemico che non conosci ma che sai ha l'intenzione di ucciderti.
Mi sono piaciute le domande riflessive alla fine del capitolo... lo sgomento di Reinhardt si percespisce già dalla descrizione dei suoi gesti o delle sue immobilità, prima ancora che apra bocca: sono perfettamente in linea col personaggio, così come ho apprezzato la risposta del suo confratello più maturo ed esperto che è venuto a patti con quello che fanno lì, pur comprendendo meglio di quanto faccia il giovane compagno le motivazioni dell'ostinazione dei samogizi. Tutti questi elementi rendono il testo estremamente realistico, quindi complimenti come sempre xD
Avrò letto una piccolissima frazione dei tuoi testi, Old, ma definitivamente ormai mi aspetto sempre e solo una cosa ben scritta quando leggo qualcosa di tuo 😁👍
A presto!!
Rita 😉
(Recensione modificata il 22/07/2019 - 06:16 pm)

Recensore Master
22/07/19, ore 16:55

Carissimo in questo capitolo il nostro Reinhardt "tocca con mano" la proverbiale crudeltà dei samogizi,
Finché le loro imprese erano confinate ai racconti dei confratelli erano si terribili, ma pur sempre delle esperienze astratte; invece l'aggressione ai fuggiaschi e poi l'ispezione alla fattoria lo fanno scontrare con una realtà brutale e violenta, così violenta da non trovare paragone nemmeno nei suoi trascorsi in Terra Santa.
La reazione dei teutonici è altrettanto dura, tanto che il nostro viene invitato a mettere da parte le nobili regole della cavalleria, per far valere quelle della sopravvivenza.
E giustamente alla fine della battaglia  lo assalgano i dubbi; secondo il suo modo di vedere i cavalieri tedeschi sono portatori di civiltà e progresso, le popolazioni locali ne sarebbero beneficiate e invece si ostinano a "voler vivere a modo loro" come suggerisce il compagno d'arme.
È un'interrogativo che ci poniamo ancora oggi ad esempio davanti al progresso che avanza inesorabile e spinge ai margini gli indios dell'Amazzonia o gli eschimesi: facciamo il loro bene o il nostro?

Recensore Master
22/07/19, ore 14:31

Buon pomeriggio.
La brutalità di tutto ciò è proprio il confronto tra due civiltà, tra due mondi opposti... questi popoli baltici rimasti isolati da sempre dal resto della cultura europea, influenzata da quella mediterranea e dalla religione mediorientale.
Tra l'altro queste popolazioni ''barbariche'', dir si voglia, furono una piaga anche per i Vichinghi, sul finire del loro predominio marittimo.
Quindi possiamo facilmente capire come fossero agguerriti, anzi, forse in questo determinato periodo storico sono proprio loro gli eredi dei Vichinghi, che durante gli inizi delle loro esplorazioni attaccavano spesso queste comunità ancora primitive, soprattutto andando alla ricerca di schiavi. Sul finire del loro apogeo, attorno al Mille, coloro che furono vittime avevano già appreso dai vicini l'arte bellica più spietata... mantenendola ancora fino ai momenti che ci stai narrando.
Il racconto non mi sta stupendo particolarmente, ahimè sono cose che si sanno, ho avuto modo di visionare anche ricostruzioni storiche e di leggere abbastanza a riguardo. Attenzione; non sto sminuendo il tuo lavoro, anzi, è fatto benissimo, per ora è tutto assolutamente verosimile. Forse anche troppo.
Unico puntiglio che ti voglio fare, sì, so che rompo xD ; all'inizio hai scritto passato da parte a parte. Non sarebbe meglio trapassato? Trapassare mi dà più il senso di ''forato da parte a parte'', di passato. Non so se mi sono spiegato. E' solo una cosa che mi è venuta in mente mentre leggevo. Però è anche vero che in un certo senso sono sinonimi, però trapassare mi dà un maggior senso di immediatezza. Riporta subito all'immagine.
Bene, bravissimo, ottimo lavoro! ^^ :)

Recensore Master
22/07/19, ore 12:23

Questo capitolo mi ha fatto venire in mente una scena di un vecchio film di Renato Pozzetto:

"Il buon giorno si vede dal mattino."

"E infatti adesso sto caricando il letame. Poi trasporto il letame. Poi spargo il letame. Praticamente una giornata di merda."

Qui non si tratta di una singola giornata, ma il concetto credo che sia lo stesso. Il buon Reinhardt si è appena unito all'Ordine nei freddi e selvaggi territori del nord, ed è subito testimone della ferocia dei Samogizi, e anche della mano pesante dei suoi confratelli. Non voglio proprio immaginare come sarà il resto della sua permanenza. Tra l'altro, il tutto ha una certa ambiguità morale: da un lato i Samogizi vogliono solo starsene per i razzi loro, però poi reagiscono uccidendo degli innocenti. Dall'altro lato, i cavalieri vanno a rompere le scatole a questi qua, però a ben vedere sono ben intenzionati (anche se la strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni) e se attaccano lo fanno solo per reagire. Mi viene davvero difficile scegliere un lato con cui schierarmi. Perciò credo proprio che mi siederò comodo a godermi il massacro che ne sono certo seguirà. Spero solo che Reinhardt sopravviva.

Al prossimo capitolo!

Recensore Master
22/07/19, ore 11:53

Un capitolo di battaglia e movimento che si sostituisce a quello più tranquillo che l'ha preceduto.
Così come la violenza estrema fa da padrona nello scontro tra fratelli e Samogizi. Fratello Reinhardt vede con gli occhi e sente sulla pelle quanto sono vere ke parole che gli hanno rivolto i suoi compagni e pare che non ci sia fine all'orrore.
Le scene di battaglia e spada ti riescono sempre benissimo.
Attendo con curiosità il prossimo aggiornamento! :)