Recensioni per
Loyal, Brave and True
di Abby_da_Edoras
“Nella lettera, tuttavia, c’era scritto anche qualcos’altro…” Ecco, sembra un passaggio innocuo ma descrive bene la tensione e l’intrigo, quella caratteristica appassionante e addictive delle tue storie. Sei davvero brava! E continua la ballata di Alfonso e Juan, due ragazzi rubati alla Storia e gettati nell’avventura, con famiglie crudeli, pochi amici. Con la sola salvezza del loro amore. |
Che dire, come vedo che aggiorni non posso fare a meno di leggere. Questa storia mi appassiona proprio! |
“Niente poteva essere più prezioso per lui del suo divertente, altezzoso e adorabile Alfonso.” Comincio dal finale perché qui si riassume l’incredibile, tenerissima evoluzione di Juan. Un Borgia che dice queste cose. Che mette il suo Principe al di sopra di ambizioni, intrighi, appetiti carnali o di potere. Davvero valeva la pena non cedere alla malinconia della storia ufficiale, lottare come fai tu, Abby, per strappare questi personaggi storici al loro destino e farne personaggi letterari. E perciò per loro natura perfetti e immortali. Alfonso e Juan hanno entrambi trovato una casa, saranno per sempre nel dolce nido sul mare dove la sua autrice li ha voluti. |
Anche questo capitolo mi è piaciuto moltissimo, mi ha fatto sorridere intenerita pensando a Juan, che non sa come consolare gli altri (credo che i Borgia non siano molto bravi in questo campo) "costretto" a trovare le parole e i gesti giusti per confortare un pulcino spaventato e lì scopre che fare l'amore è diverso che fare sesso. Questa idea di "adottare" il proprio sucessore ha pure un precedente storico: gli imperatori romani con la "dinastia" degli Antonini. Temo però che i baroni non vedranno bene questa soluzione e che faranno di tutto per mettere i bastoni fra le ruote (o i coltelli nelle schiene) ad Alfonso e Juan |
Altro capitolo pieno di emozione e commozione. |
Wow! Sei stata bravissima nel descrivere una scena d'amore che non scadesse nello scontato o nel volgare. Alfonso è geloso! Bravo Juan ad averlo capito! Adesso però sono curiosissima per il prossimo capitolo: Alfonso avrà capito che Juan lo ama o temerà ancora che lo voglia solo sfruttare e che abbia fatto l'amore con lui solo per perseguire i suoi scopi? |
“Ho compiuto degli atti sconsiderati e indegni di un vero cavaliere torturando il giovane Sforza? Forse sì” Ecco vedi quando dico che questa è una vera ship… Juan avrebbe detto queste parole prima di rivedere Alfonso? Forse no. Juan si sarebbe giustificato e magari assolto, e forse un po’ vergognato, ma non sarebbe arrivato a mettere in dubbio il proprio onore di cavaliere. O, per meglio dire, non avrebbe neanche notato di avere un onore da difendere e mantenere. Una ship è qualcosa di più della somma di due personaggi. Sono due personaggi che insieme formano un’altra cosa. Insieme acquistano un senso, insieme formano un legame che da subito appare come predestinato. E a quel punto conta poco se ci abbiano pensato gli autori o i fan. O una fan fantasiosa, appassionata e creativa, come in questo caso. Alfonso e Juan sono più della somma delle loro solitudini, e la loro prima volta non poteva che essere così appassionata. Perché è una prima volta assoluta, per entrambi. Alfonso è quasi vergine, prima subiva senza capire, con affetto ma senza amore, senza vero desiderio. Juan prima godeva e basta, con una voracità della vita che però sembrava non saziarlo mai. Poiché in una vita avventurosa come la sua aveva bisogno di una vera casa. Non di un castello, non di un regno, ma di quelle braccia pronte ad accoglierlo e di quello spirito indomabile ma generoso pronto a capirlo e a perdonarlo. E che bello sapere alla fine che la pace di Juan consiste in quell’accoglienza e in quella comprensione, consiste nella libertà dal giudizio del padre e persino dalla voglia di rivincita sul fratello. |
Ragazzi che scena. Mica è facile descrivere una scena così senza cadere nell'eccesso o nel volgare. |
Ma che splendido capitolo, chi immaginava dopo le dolcezze degli ultimi di incontrare una simile tensione? Sono... agitata e intrigata e anche un po' disperata per loro, non trovo le parole. |
Ciao, malgrado non sia una fan della serie, di cui non ho visto nemmeno una puntata, la tua storia mi piace molto. |
Uh Caterina Sforza! Premio madre dell'anno 1488. "Impiccatelo pure! Tanto posso farne degli altri" |
Che bel capitolo! Alfonso e Juan si confidano come se fossero amici da sempre e per fortuna il giovane Borgia è ben conscio che non è il caso di difendere "l'onore della sua famiglia" "Ma come tipermetti? La mia famiglia è la migliore del mondo! La mia famiglia..." poi si ricorda che è un Borgia...🤣 |
Quando un personaggio ti sorprende come farebbe una persona reale, è segno che è scritto bene davvero. E Juan è riuscito in questo. In tutto il capitolo sono rimasta sempre concentrata su di lui. Sulla sua malizia leggera da ragazzino, ma anche e soprattutto sulla sua insicurezza. È davvero un lavoro di grande finezza psicologica, questo personaggio a tutto tondo, l’esatto opposto di un Gary Stu. Non è un eroe ma è capace di coraggio (nel mettere in discussione la famiglia, nel mostrare i propri sentimenti). Non è un gentiluomo nel senso tradizionale del termine, ma ha i pensieri più romantici. E come l’ho sentito vicino nel sollievo di sentirsi ascoltato. A volte anche quelli che sembrano viziati e amati, si ritrovano in realtà terribilmente soli. Juan sembra un figlio coccolato, ma in realtà è costretto ad adeguarsi a uno standard che non gli appartiene (è solo un ragazzo, non è un temibile guerriero). Alfonso, che per mostrare tanta premura con il padre deve aver conosciuto anche un po’ di affetto, si sente a sua volta inadeguato. Tutti pretendono da loro ma nessuno chiede loro se sono felici. Nessuno ascolta. Ed è davvero commovente che quello sia il principale sollievo di Juan: trovare qualcuno che lo ascolti, che dia valore alle sue parole e alla sua persona. In questo senso l’intero episodio della ferita è significativo e rivela le vere ferite di entrambi. |
C’è una cosa che mi hai detto in un commento: Juan e Alfonso contro il mondo! Ecco, è quello che ho pensato nella prima parte della storia, dove con grande sapienza ci hai illustrato il contesto storico. Facendolo passare attraverso i pettegolezzi dei nobili, la grande Storia che si mescola ai discorsi meschini della gente, così finemente intrecciati. Ma noi sappiamo già che quello che dice la gente non è ancora vero, che tra i due ragazzi c’è stato solo un bacio, anche se intenso. Noi sappiamo che Alfonso non usa Juan e non ne è usato ma che anzi lui si abbandona a quella che per ora è solo una suggestione, una simpatia, un incanto. Mentre Juan, giunto davvero per interesse, si è a sua volta smarrito in qualche cosa che ancora non comprende. Non che ne siano consapevoli, per entrambi è ancora solo un diversivo, una parentesi felice in due giovani esistenze già tormentate. Il principe solo, che ognuno vuole considerare una facile preda, una pedina. E il rampollo sottovalutato, costantemente sotto esame. Due ragazzi prigionieri della ragion di stato, del pregiudizio, della Storia, che incombono su di loro come una gabbia. Ma ecco che i due giovani, come tutti i giovani del mondo, sfuggono alle costrizioni proprio quando sembrano adeguarsi, trovando la poesie e poi chissà… l’amore, dove gli adulti leggono solo il calcolo. E questo lo racconti con un ritmo perfetto, oscillando tra i ricordi terribili di Alfonso, le dolorose insicurezze di Juan e il loro presente luminoso fatto di risate e di corse a cavallo. Un presente fatto di tenere premure, di un reciproco avvicinarsi che è ancora timido, tra mille ritrosie, ma che proprio per questo amplifica il desiderio. Eccoli, dopo quel bacio ancora neppure si sfiorano, chissà cosa pensa Alfonso mentre il medico visita Juan, una confidenza che ancora a lui non è concessa. Chissà cosa pensa Juan quando Alfonso gli mostra, senza saperlo, la parte migliore di sé, quella sua capacità di curare e proteggere chi ama. Ma entrambi si stanno prendendo cura l’uno dell’altro, senza averne l’aria né la consapevolezza. Alfonso offre a Juan il medico che guarì le sue ferite, Juan con il suo fascino ingenuo e spavaldo gli sta già curando l’anima. |
Come detesto quando i telefilm cambiano la storia senza motivo, se Juan era sano, seppur zoppicante perchérenderlo sifilitico e tenere sano Cesare che invece malato lo era sul serio? Bah! Come "Il gladiatore" in cui fanno fuori Caracalla al Colosseo mentre è stato soffocato in bagno dalle sue guardie |