ALLORA.
Ammettiamolo, c’è del genio in tutto questo. Sarà anche un po’ l’effetto amarcord che questa storia ha inevitabilmente avuto su di me, ma credo sia superfluo dire che l’ho amata dall’inizio alla fine.
Occhi di gatto era uno dei miei cartoni preferiti, davvero, e no, non ci voglio nemmeno pensare a quanto tempo è passato da quel periodo della mia vita, e se da un lato ritrovare quell’atmosfera elettrizzante (perché tutto era incredibilmente figo in quella storia, le protagoniste – icone a oggi ineguagliabili -, i costumi – roba da mettere in serio dubbio l’eterosessualità di un’intera generazione di ragazze (per i ragazzi neanche a parlarne, sai come esultavano gli oculisti in quel periodo?) -, l’agilità con la quale saltavano da un tetto all’altro, la relazione tra Sheila e Matthew che boh, era emozionante senza che peraltro fra i due ci fosse chissà che di concreto – mezzo bacio alla fine, cioè ha dato più soddisfazione Lady Oscar da questo punto di vista T.T), dicevo, se da un lato ritornarci con la mente mi ha indubbiamente esaltato, dall’altra mi ha anche messo un magone addosso assurdo, perché la spensieratezza di quei pomeriggi trascorsi davanti alla TV adesso nemmeno posso sognarla (ma non farti venire sensi di colpa, la mia è solo una considerazione personale ma credo inevitabile se si è più vicino agli “anta” che agli “enta”).
Per venire alla tua storia (era ora, dirai tu), non ti dico l’effetto che mi ha fatto immaginare Elsa fasciata da una tuta nera aderentissima, anche se ho apprezzato il particolare del volto coperto – perché, ammettiamolo, che nessuno le riconoscesse mai pur non indossando maschere era una cosa che non stava né in cielo né in terra. L’antefatto che hai costruito calza a pennello e amalgama benissimo i due mondi che hai deciso di unire: anche nel cartone si lasciava chiaramente intendere che le tre ragazze non provenissero da una famiglia qualunque, e in questo caso cosa c’è di più speciale di una Regina cui è stato sottratto il trono e che lotta per scoprire la verità sulla scomparsa dei suoi genitori? Jack non può che chiedersi chi sia realmente la donna che si trova di fronte (nuda in una vasca da bagno: mannaggia a te ma applausi per il self control del detective che ora è in lista per una canonizzazione immediata); tuttavia, è pur vero che proprio con lui Elsa ha mostrato la parte più vera di sé, e lui è troppo intelligente per non averlo intuito. Naturalmente non poteva mancare l’elemento angst, perché giustamente Elsa si pone mille problemi nel momento in cui le cose con Jack cominciano a farsi serie, e se da una parte il sentimento che la lega all’uomo è sempre più forte e irruento, allo stesso tempo la loro relazione non può portare ad altro che a un vicolo cieco; i due sono l’uno la nemesi dell’altra, si trovano a “combattere” su due fronti opposti e nessuno dei due può tirarsi indietro, scegliere una strada diversa da quella intrapresa (mannaggia a te doppio stavolta: TU SAI). Però… però. La vita è fatta di momenti, momenti in cui è ineluttabile vivere, e vivere intensamente. È una regola universale alla quale neppure la Snow Queen e il detective Jackson possono sottrarsi. Adesso ci sono loro, soltanto loro, e il resto, il poi, è giusto che rimanga nel luogo che gli compete. Nel poi, appunto.
Perdonami per questo commento piuttosto delirante, ma sai che quando mi faccio prendere la mano poi parto in quarta e non riesco a fermarmi XD Però questa storia mi è piaciuta davvero tanto, e spero che almeno questo si sia capito XD
Un bacione cara, è sempre una gioia immensa ritrovarti e leggere di questi due meravigliosi scapestrati <3
Alla prossima!
padme |