Recensioni per
Paralipomeni di vita vissuta
di Baudelaire

Questa storia ha ottenuto 154 recensioni.
Positive : 154
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
28/08/21, ore 01:47
Cap. 1:

IO AMO QUESTA POESIA.
Lo dirò per sempre, non sono mai sintetica e raramente arrivo dritta al punto, ma le poesie brevi, piene zeppe di rime mi mandano in visibilio.
Prima di tutto ho imparato una nuova parola (vedi titolo).
Secondo: d'estate in particolare, la notte diventa amica d'ispirazione e nemica della produttività mattiniera! Ma a me sta bene così!
Veramente travolgente questa poesia.
Bravissima
Hiril :D

Recensore Master
27/08/21, ore 05:25
Cap. 2:

Buongiorno,
poesia davvero drammatica... o per lo meno così mi è suonata mentre leggevo...
Questa volta le rime secondo me hanno alleggerito il peso del testo, lasciandolo in bilico.

Recensore Master
25/08/21, ore 05:24
Cap. 1:

Buongiorno,
il più del fastidio è quando il sonno non ci prende, invece... io odio la notte, la notte è fatta per dormire, non è da vivere... il buio mi tiene in soggezione.
Rapidissima come poesia, molto bella, dell'anima anche questa.

Recensore Master
24/08/21, ore 15:33
Cap. 1:

Le tue rime baciate e perfette: "sono loro che mi fottono".
La musicalità, le rime, i concetti semplificati al massimo. Riesci a trasformare qualunque schizzo di sporcizia umana in luccicanti gocce di arte poetica.
Chissà come sarebbero definiti i tuoi "paralipomeni" dai moderni dotti: disagi? fobie? Sono incapaci di guardarsi dentro. Tutti noi si prova quello che descrivi tu: la voglia di scappare, soli e senza elemosinare comprensione. La voglia di versare "lacrime brucianti". L'attesa, a volte lunghissima, che scenda il sipario: "si chiudono le tende".

Grazie delle tue pillole, da prendere prima e dopo i pasti, per sentirsi tutti più uguali, per aiutarci a non respingere la mano tesa. Non la mano di chi si sente in alto e ci guarda con compassione. Ma la mano di chi è come noi, di chi stringe a sua volta un'altra mano tesa. Proviamo a fare una catena di mani tese, uniti così, nella poesia, ognuno con i suoi paralipomeni. Ne saremo capaci?

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