Recensioni per
Il Mago Vikingo - L'alleanza dei 4 Regni -
di Nina Ninetta

Questa storia ha ottenuto 39 recensioni.
Positive : 39
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
13/02/22, ore 22:23
Cap. 1:

Un inizio molto promettente. La piaga della Dama del vento assume un particolare tragico: la morte di tutte le bambine e quindi delle future generazioni; ci sono anche delle sottotrame interessanti: la rivalità tra i due maghi e la misteriosa donna che ha passato la notte con Edgemas.
Sono molti i personaggi che compongono la spedizione e non sembrano andare molto d'accordo. Nella mia storia c'è qualche particolare simile come poi ti farò notare ma non ti anticipo nulla. Al prossimo capitolo

Recensore Veterano
13/02/22, ore 19:03

Che dire... bel capitolo anche questo.
Beanka dimostra di aver stoffa da vendere e di essere anche un po' avventata. Edgames continua a fare la sua onesta figura, però non eccelle. I troll erano avversari temibili, della stazza di un elefante ma stupidi. Lui vi combatte con una bella sfera di pietra, una astuta patina di ghiaccio e una provvidenziale cortina di fuoco. Contro la Dama temo gli servirà ben di più, perciò la battaglia sarà tutta da vedere.

La medicea (pensavo fosse un bel sinonimo antiquato di guaritrice... invece potrebbe essere un tuo apprezzabile neologismo) fa una apparizione decisamente regale e pure profetica. Per amore del figlio usa le sue arti per curare addirittura una amazzone, dimostrando anche un buon senso che ad altri del suo popolo manca.

L'incontro tra Edgemas e Seth non è certo stato il migliore degli incontri possibili tra i due (hanno scatenato un bel all'alterco nella compagnia), ma ci sta tutto considerando la rabbia del mago prescelto per l'impostore che aveva vigliaccamente cercato di ucciderlo. Fortuna ha voluto che lì vi fosse ancora la medicea, perché altrimenti qualcuno si sarebbe fatto male.

Ecco ho trovato fuori posto i dubbi di Becky riguardo a quale cuore debba consegnare alla Regina, perché c'era anche lei quando Seth ne aveva spiegato gli immensi poteri.
E questa dimenticanza diventa comune a tutti i membri della compagnia (tranne i due maghi) perché altrimenti la decisione di mantenere Seth nel gruppo sarebbe dovuta essere combattuta. Disporre di un mago in più è certamente manna che cade dal cielo, però lui ha già cercato di ammazzare il prescelto e, se fosse stato accusato di mirare al cuore della Dama, solo Edgemas avrebbe potuto testimoniare in sua difesa (avrebbe potuto dire una cosa tipo: "lui è idiota perché crede di essere più forte di me, però vi assicurò che non cercherà di appropriarsene").

Infine, giustamente sanguinosa la battaglia contro la ventina abbondante di elfi venuti per giustiziare le amazzoni e per potar indietro il principe Da’miàn. Anche qui Seth spicca sugli altri, questa volta per la spietatezza che dimostra nell'arrostire vivi un paio di elfi.

Ora, come noterai i nostri racconti differiscono anche per la gestione dei cavalli. Lo scrivo senza nessuna ironia o idea di rimprovero: le tue bestie sono decisamente più fantastiche delle mie.
Un cavallo del nostro mondo necessita di 100 kg di cibo (erba e granaglie) per una settimana e sulle lunghe distanze richiede tempi di sosta maggiori di quelli del suo cavaliere, perché, sì, è vero che i bisogni li fa anche per strada, però gli ci vuole un bel po' di tempo per mangiare.
Sicuramente si tratta di un aspetto marginalissimo per un racconto fantasy, però, nel caso ti incuriosisse il discorso, ti lascio questo link:
http://www.medioevouniversalis.org/phpBB3/viewtopic.php?f=11&t=2118

Alla prossima!
thors

Nuovo recensore
12/02/22, ore 23:15
Cap. 6:

Ciao Nina,

direi capitolo di interludio questo, ci stava molto, soprattutto ambientato durante una notte in una locanda di una città portuale, molto pittoresco.
Sono questi i momenti in cui i rapporti tra i personaggi si compattano... o scompattano, come nel caso di Drew/Becky. Bellissimo momento, il loro.

Finale di capitolo pazzesco, adoro il mondo dell'illusione e la promessa di un capitolo delirante all'insegna di un "mondo dei sogni" mi incuriosisce molto.

Recensore Veterano
12/02/22, ore 16:33

Tutti gli episodi raccontati in questo capitolo sono scritti bene. Colpiscono in particolare quello delle Cascate Genitrici, con i bambini morti che vanno ad azzannare la compagnia, per l'effetto horror, e quello sulla salita delle Montagne Urlanti per la disperazione che trasmette.
Certo, anche il viaggio di Edgemas e Beanka e l'incontro con il Re Namor sono carini, ma quel che più mi ha colpito qui è stato il carattere del Sovrano, perché la sua calma mi ha fatto pensare che, dovendo decidere a chi dare il cuore della Dama, io sceglierei lui.

Il comportamento della "Morte bianco vestita", invece, è effettivamente difficile da comprendere. Questa è già la seconda occasione che lei appare alla compagnia: nella prima occasione ha ammazzato solo i soldati, in questa se ne è andata dopo che Seth le aveva rovinato la magia nera, accontentandosi di aver ferito gravemente una amazzone. La valutazione di Spettro l'ho sola scorsa perché non volevo anticipazioni, ma questa sua critica l'avevo notata e ricordo anche la tua replica, che però... Anche se una parte di lei volesse in realtà morire, continua a essere difficile capirla. 

Ah già, Seth. La mia impressione è che il mago potesse facilmente salvare Shayna, perciò questa è una bruttissima ombra sulla sua personalità. Però per Becky si era pur preoccupato, almeno prima che lei rifiutasse di farsi issare sulle sue spalle. Che fosse amareggiato con tutta la compagnia per il suo insuccesso con la ragazza?

Altro argomento, il Regno di Metallo somiglia agli spartani per via del loro rito di iniziazione, e quindi il modo in cui Edgemas e Beanka sono riusciti ad incontrare il Re mi è sembrato un tantino irrealistico. Beh, l'ho pensato finché non ho notato il temperamento pacifico del Sovrano, che in effetti non se l'è minimamente presa coi soldati.
Uno scenario plausibile dopo che la ragazza si era fatta valere sull'omone sarebbe stato anche un nugolo di soldati che attorniano lei, il mago e il loro prigioniero, per poi intimare ai due di liberare l'ostaggio e infine metterli in prigione, in attesa che il Re si desti.

Poi c'è una cosa che non mi è chiara. Se il Mago Vikingo era noto in tutto il Continente Abitato, come mai nessuno ha preteso/immaginato che dovesse esser lui a guidare la compagnia? Forse le imprese per le quali era famoso non hanno messo completamente in luce le sue abilità?


Tornando a Namor, c'è questo scambio di battute coi soldati:

«Hanno attaccato i nostri guerrieri di guardia al portone, minacciandoli di tagliare loro la gola se non avessimo concesso loro di incontrarvi. Dicono sia urgente, mio Signore.»
«Tutti quelli che vogliono incontrarmi hanno qualcosa di urgente da espormi.»


Beh, Kratøos qui dimostra una freddezza incredibile. Un altro sovrano avrebbe potuto andare in escandescenze sia per il risveglio anticipato, sia per la notizia che due estranei abbiano avuto la meglio sulle guardie che, al contrario, avrebbero dovuto tenerli fuori.

Però, c'è una possibilità che il Sovrano sta escludendo: Edgemas potrebbe non essere il mago scelto da Volkàn, ma un impostore che desidera invece appropriarsi del cuore della Dama. E pensando questo dovrebbe essere poi in dubbio tra chi sia il falso eroe: il pagliaccio visto alla corte di Deme o il tipo d'aspetto trascurato che ha davanti (capelli scompigliati, barba incolta, mantello vecchio). Io sceglierei come autentico eroe Edgemas, senza dubbio, perché almeno non si vanta odiosamente, però il dubbio mi resterebbe... sicché poi vorrei andare dall'Arcimago per chiedergli se tutti i suoi discepoli devono essere così impresentabili.
Da parte di Beanka mi pare ingenuo aver raccontato la missione affidale da Charlotte, ma giustamente doveva spiegare perché era stata esclusa dalla missione contro la Dama: dopo le fatiche del viaggio, forse, dire la verità era la sua unica scelta possibile. Comunque, il racconto della ragazza deve aver per forza fatto capire al Re che lei non aveva parlato né con Volkàn, né con Deme, quindi, se il rubino sul bastone non fosse una garanzia sufficiente (par di capire che sia un oggetto di una certa importanza, ma non so se anche Seth possa avene uno), dovrebbe chiedere a Edgemas di dimostrare di essere il prescelto. Ed ecco che un pezzo di carta col sigillo dell'Accademia avrebbe fatto comodo al mago.

Bon... ho finito. Alla prossima!

Recensore Veterano
11/02/22, ore 11:11
Cap. 3:

Ciao di nuovo, Nina.

Parto con la cosa che più mi è piaciuta: il combattimento con la Dama, davvero mozzafiato, perché l'esito non era scontato e le conseguenze sulla compagnie potevano essere pesanti.
E nonostante tutte le critiche e la sua insopportabilità, Seth continua a dimostrarsi utile. Non sarà il miglior mago, ma capacità ne ha, almeno a creare barriere difensive. Certamente per la sua avversaria è poco più di un giocattolo, però la sua personalità mi affascina: è quello che più di tutti comprende quanto la Dama sia abile con la magia, ha capito prima di tutti che la missione poteva diventare una battle royale, eppure è lì. Forse pensa davvero di essere il mago migliore e  vuole dimostrarlo, o forse pure lui brama il cuore della Dama. Chissà.

Sono certo che l'incontro tra Edgemas la giovane Beanka darà origine a qualcosa di interessante, però mi sembra nato da circostanze un po' troppo fortuite: lei girava a caso per la città e mi sembra improbabile scoprire i segreti di Deme senza avvicinarsi a quest'ultima o alle sue persone più intime. Sicchè l'idea di pedinare un mago-mendicante e aspettare che esca dall'Accademia è stata un bell'azzardo, perchè ancora nulla faceva presagire che lui avesse a che fare con la Regina. Certo, la ragazza ha la scusante di non avere avuto nulla da perdere, perché mi è parso che non potesse svolgere le sue indagini nel castello di Deme così come non poteva entrare nell'Accademia... e allora ho l'impressione che sia stata mandata un po' allo sbaraglio dalla Regina delle Amazzoni... E questo mi spiace per la ragazza.

Se posso aggiungere ancora una cosetta... spero che Edgemas abbia un salvacondotto firmato da Volkàn con sè, perché l'unica cosa di cui Beanka può essere sicura è che lui sia un mago dell'Accademia, mentre del fatto che lui sia il vero prescelto... di questo può avere al massimo due indizi: la parola di lui e il fatto che Deme sia arrivata poco dopo di lui.

Non sono sicuro di essermi espresso entro un margine tollerabile... ma certo non pretendo tu sia la figlia di Stephen King, però... sono certo che le recensioni servano anche ad esser critici.

Recensore Master
11/02/22, ore 05:57
Cap. 9:

Buongiorno,
E così tutto finisce.certo potevano aspettarsi che avrebbero lottato per il cuore fino alla morte, si sa che più potere hai e più ne vorresti ancora... Triste ma vero. Alla fine sono rimasti solo i cuori puri e la faccenda è stata conclusa.
Ora le sorti di questi regni sono cambiate in meglio e la vita è migliorata.
Ho notato un solo piccolo errore di battitura nel capitolo già nell'epilogo ma verso metà lettura, "nella mentre" invece che nella mente, riferita al mago Vikingo.
Bene brava è stato un vero raccontone e immagino il tempo impiegato a scriverlo e curarlo.

Nuovo recensore
10/02/22, ore 23:49

Ero qui che mi sfregavo le mani dal primo capitolo in attesa delle scintille promesse dall'incontro Edge/Seth, e finalmente è successo! Ma qualcosa mi dice che ne vedremo ancora delle belle e che il casino derivante dal loro incontro è solo la punta dell'iceberg.

Tantissime scene d'azione, giustamente più andiamo avanti e più arriviamo al sodo. I nostri eroi mi sa che difficilmente avranno vita facile da qui a termine delle loro avventure.

Becky e Drew... Non aggiungo altro.

Recensore Master
10/02/22, ore 21:07
Cap. 9:

PRIMA CLASSIFICATA E VINCITRICE DEL PREMIO “SCONTRO ENTUSIASMANTE”
NINA NINETTA – IL MAGO VIKINGO, L’ALLEANZA DEI QUATTRO REGNI

Grammatica e stile:
Dal punto di vista grammaticale la storia ha una buona resa. In un testo di quasi 50.000 parole può essere difficile che l’occhio cada su refusi e imprecisioni, anche dopo molte riletture, perciò ne ho tenuto conto in maniera molto marginale. Anche perché sono pochi; considerata l’enorme mole di pagine, direi che questo è decisamente un punto a tuo favore. Ho notato in un paio di occasioni errori sulla consecutio temporum e qualche virgola di troppo, ma nella disamina completa il voto sulla grammatica non può che essere quasi massimo. Mezzo punto.
Sullo stile, non è stata ricercata la forma introspettiva che vedo spesso nei tuoi lavori. Si ha sensazione che la gestione del testo sia stata semplificata per concentrare lo sforzo creativo sullo scorrere situazionale degli eventi. Rimane fluido e chiaro, ma è mirato a mettere ordine, nelle informazioni e nelle scene, senza scendere nel dettaglio ove non se ne sente l’urgenza. Una scelta che, seppur a malincuore, ho apprezzato: gestire un racconto multi-capitolo così corposo richiede di dosare con attenzione quando e come, e in che quantità, utilizzare un’arma molto importante ma potenzialmente appesantente quale l’introspezione.
Si deve ricercare un equilibrio, e la resa finale a mio giudizio è buona.
L’idea d’impostare la narrazione passando da un punto di vista all’altro, anche nel corso delle varie scene, è stata capace di cristallizzare il carattere dei personaggi, permettendo di procedere nella lettura senza la necessità di tornare indietro per associare a un volto un nome; soprattutto le Amazzoni avrebbero potuto dare problemi, essendo in molte e con nomi simili. Non si perde mai davvero l’attenzione e ciò permette al lettore di dedicarsi sulla trama e nel ricreare ogni scena all’interno del proprio immaginario.
Sebbene il testo non sia esente da alcune imprecisioni. Talvolta le frasi si susseguono inframezzate da vere e proprie frasi nelle frasi, creando un effetto che a mio parere distorce il ritmo e con esso il pathos.
Un esempio: “Drew l’attendeva davanti ai due troni, dallo schienale alto e sottile, indossava un completo nero, con calzoni larghi sulle cosce e stretti verso il basso…”
Assume maggiore gravità se aggiungo a questa frase il suo naturale seguito: “...verso il basso; la camicia, sbottonata fino a metà, richiamava gli stessi disegni dorati e bianchi sull’abito della sposa”. Qui la frase è stata correttamente divisa dalle precedenti mediante un accurato uso della punteggiatura.
Il tuo stile si basa spesso su questo schema e non l’ho considerato sempre un errore, ma in questi casi particolari ricordati di coordinare meglio le tue frasi. Se togliessimo infatti solo due virgole, ne verrebbe fuori:
“Drew l’attendeva davanti ai due troni dallo schienale alto e sottile indossava un completo nero, con calzoni larghi sulle cosce e stretti verso il basso…”

Attenzione.

Trama
L’incipit della trama ammetto che mi aveva rapito. Il prologo, che fornisce le prime informazioni fondamentali sull’assetto politico del continente e la leggenda della Dama del Vento, è senza dubbio figlio di un’idea ispirata. Sfido chiunque a leggerlo e non essere assalito, almeno un pochino, dalla voglia di divorare le pagine. L’accuratezza con cui viene descritta la piaga della Dama e i rischi poi spiegati in corso d’opera sul lasciarla operare indisturbata sono interessanti e ragionati. Dimostrano che hai riflettuto sulla costruzione del mondo, sui motivi che hanno spinto questo party di guerrieri e maghi a mettersi in marcia.
Il susseguirsi d’intrecci non poteva che rendere tutto più avvincente, trascinando l’interesse del lettore verso questi personaggi che tramavano in gran segreto per mettere le mani sul cuore della Morte Bianco Vestita. La storia cominciava ad assumere una profondità fatta d’intrighi, di rivalità e amicizie, e la Dama del Vento da antagonista principale diventava solo un tassello dell’enorme puzzle che stava venendo alla luce; quando Namor e Deme s’incontrano di nascosto per consumare quella notte di passione, si ha l’impressione che ogni pedina della scacchiera sia stata finalmente disposta al proprio posto; anzi, in verità questa sensazione si amplifica quando si scopre che Beanka è stata lasciata indietro (anche) perché la regina Charlotte, a ragione, temeva che dietro quella spedizione ci fosse qualcosa di non detto.
E c’era: per quanto la Dama del Vento fosse pericolosa e per quanto giusta fosse la causa, pochi l’avevano presa a cuore per pura nobiltà d’animo. Forse solo le Amazzoni.
Il modo in cui si è sviluppato l’intreccio, tuttavia, presenta degli alti e dei bassi.
Ho apprezzato il pretesto di scansare il prescelto di Volkàn dando spazio a Seth. Ciò avrebbe conferito l’opportunità di aprire trame secondarie; il ritorno di Edgemas e la presenza di Beanka in città – l’ho subito pensato – avrebbero potuto dare vita a una vera e propria missione parallela. Purtroppo la presenza del mago Vikingo non è stata che un pretesto per svelare i piani dell’Arcimago in presenza di Deme; scoperta che, ad ogni modo, non ha portato a nessuna conseguenza tangibile, giacché nulla lascia intendere che la regina sul finire del racconto abbia preso una qualche effettiva contromisura per contrastare gli intenti dell’Arcimago a proposito del cuore.
Lo stesso rapporto tra Monarchia e Accademia è nebuloso.
Il prologo spiega che è stata l’Accademia a creare la casata dei Taliesin, scegliendo di sottomettersi ad essa, ma non è chiaro quale sia l’importanza che rivesta una figura come l’Arcimago all’interno delle gerarchie monarchiche. Difatti Volkàn ha l’ultima parola sull’uso dell’esercito di maghi, si sente in obbligo di fornire il mago più potente di cui dispone, e non costituisce l’armata di richiesta da Deme; tantomeno risponde agli inviti della regina, sminuendone di fatto, e molto, l’autorità di fronte agli altri sovrani per puro capriccio. Quali siano, poi, le conseguenze della disobbedienza a un ordine/invito regale, rimarrà terreno inesplorato. Dai dialoghi con Edgemas nulla lascia presumere che Volkàn voglia reclamare il cuore per proprio tornaconto, e dunque che la scelta di mandare il mago Vikingo fosse mirata affinché solo un suo fedelissimo ci mettesse le mani sopra; per di più, la fedeltà di Edge non era dalla parte dell’Arcimago fin dal principio, lui combatte per il popolo.
La problematica qui sopra, che di fatto è fuori dalla valutazione perché non rientra nella trama, svuota tuttavia di contenuto la scelta finale dell’Arcimago: i motivi per i quali alla fine vuole mettere le mani sul cuore, seppur esplicati, non hanno lo stesso mordente di Seth e Namor; a meno che il cuore della Dama del Vento non funzioni come l’Anello del Potere di Sauron, cosa che non pare. Ne parlerò meglio nel prossimo specchietto.
Alcune delle scelte operate per risolvere l’intreccio narrativo che si è venuto a creare hanno lasciato interrogativi. Se per una regina Deme che viene a scoprire delle intenzioni di Volkàn perché convocata – scelta semplice ma plausibile –, o una Beanka che incontra Edgemas inseguendo un sospetto, oppure una Dama del Vento che incontra Edgemas – voglio credere che ciò sia avvenuto per caso –, scoprendo della spedizione, altre hanno avuto gravi ripercussioni senza essere sostenute da una motivazione chiara.
Dopo il secondo attacco della Dama, su incito di Seth i personaggi decidono di attraversare il letto del fiume sacrificando nella traversata viveri e cavalli; mettono in moto gli eventi che porteranno alla morte di Shayna. Da questa scelta dipendono tre avvenimenti: la morte di Shayna appunto, nonché della sottotrama della traditrice; la sopravvivenza di Rhia; il raggiungimento di Edgemas, con quest’ultimo che passa attraverso la galleria che la Dama aveva precluso. Scelta che, considerando l’iniziale e ponderata pianificazione del tragitto, lascia non poche considerazioni.
Era davvero necessario attraversare il letto del fiume, risparmiando sì settimane di viaggio ma perdendo mezzi e scorte, invece di procedere in modo più sicuro, beneficiando fin dove possibile dell’aiuto dei vari regni prima di Eos? Nel Regno del Vento una scelta del genere avrebbe avuto senso, complice l’inimicizia con le Amazzoni, ma in quell’occasione il gruppo si trovava ancora al confine e poteva procedere in relativa sicurezza. Questa scelta, dunque, è evidentemente intesa a far chiudere la distanza tra Edgemas e il resto del gruppo. E sarebbe stata anche buona e coerente con i poteri elementali del mago, se fosse stata sostenuta da una base solida. La quale, tuttavia, è fragile: avessero risparmiato o meno settimane di viaggio, la Dama li avrebbe attaccati in ogni caso; già è poco chiaro il perché li abbia attaccati per mezzo di una tempesta invece che di persona, quando erano stanchi, affamati e non tutti in condizione di combattere.
Considerazioni che portano alla vera domanda: perché un’entità vendicativa e iraconda come lei, al netto di ciò che della Dama non si è potuto conoscere, ha deciso di divertirsi finanche permettere loro di approdare sull’isola, essere curati, ucciderle la cara nonna, prima di precipitarsi in preda all’ira? Posso immaginare che la nonna, vedendo degli stranieri approcciarsi all’isola, abbia fatto due più due e detto loro tutto ciò che in tanti anni aveva potuto scoprire riguardo la nipote. Ma la Dama dov’era?
Ci sono diverse situazioni che vedono l’incipit iniziale sciogliersi in eventualità non sempre chiare o promettenti.
Il racconto che ne consegue, dunque, risulta essere sì godibile ma vede proprio nella trama principale l’anello debole della catena. Poiché se tutto ciò che accade relativo ai regni delle Amazzoni, Eos e del Metallo – e pur volendo accettare come effettivamente grigia la situazione relativa ai rapporti tra Monarchia e Accademia –, non si può notare come le realtà più solide siano ai bordi: la rivalità tra Amazzoni ed Eos, le azioni di Namor e l’ending dei gemelli, Drew e Becky e la loro storia d’amore, Da’mian e il suo rapporto con la famiglia, Charlotte. Ogni aspetto del mondo che hai creato funziona, è coerente e privo di domande lasciate in sospeso che potevano infondere dei dubbi nel lettore. Più i vari personaggi si accostano invece alla trama del cuore, più si ha l’impressione che soltanto alcuni mantengano la propria concretezza dall’inizio alla fine.
Non mancano note di pregio, come il motivo per cui solo i maghi dell’Accademia conoscono i segreti della Morte Bianco Vestita e che sia considerato follia provare a sfidarla (anche qui, Volkàn ha dovuto cedere per “obbligo”). Ma soprattutto la risposta alla domanda che più mi aveva assillato nel corso della lettura: perché il figlio di un’amazzone e un elfo avrebbe dovuto essere così potente, se non c’era nulla di particolare che differenziasse le Amazzoni dalla gente comune? La risposta, logica e ineccepibile, è che infatti non è così: la Dama (del Vento perché proviene per metà da Eos) è stata solo un caso.
In sintesi, la trama di questo racconto vede i propri punti di forza negli accadimenti secondari, piuttosto che le scelte operate per mandare avanti la corrente principale. Un risultato che lascia l’amaro di vedere delle ottime premesse sgretolarsi e dall’altra che, nel bene e nel male, ci sia un mondo che si basa su fondamenta solide e ragionate. Dando l’impressione che la storia abbia del concreto potenziale.

Caratterizzazione dei personaggi:
Come anticipato qui sopra, la storia si poggia su due ottime basi: la costruzione del mondo e la coerenza di molti personaggi.
Il gruppo che ci viene presentato si dimostra variegato sin dalle prime battute, ognuno in possesso delle proprie unicità e obiettivi che mira a raggiungere nel corso dell’avventura; soprattutto per quanto riguarda coloro che hanno affrontato le prove della nebbia: evento che ha permesso di arricchirne il background e carattere in modo assolutamente pregiato.
Partiamo da Deme. Hai scelto di fare in modo che lei “sussurrasse” a un re malato. È una donna ambiziosa, cresciuta per essere una lady e ritrovatasi una giovane regina reggente. Costretta ad affrontare una situazione che di certo non avrebbe aspettato di vederla pronta e tutto sommato, nonostante le inimicizie maturate con l’Arcimago, è riuscita nel compito di farsi quantomeno considerare e ascoltare dai potenti della grande alleanza. Vero, il re di Eos non le ha reso tributo con la sua presenza, Namor o Charlotte non si può dire che la rispettino, ma ciò è dovuto anche dalle divergenze culturali tra i vari popoli e non solo dal chiaramente scarso peso politico di Deme. Si dimostra tuttavia una regina egoista e vanesia, facile preda del fascino di Namor e cieca davanti al suo più concreto interesse verso l’immortalità. Sebbene dimostri delle basiche doti logico-politiche, non tenta in alcun modo di punire l’impudenza dell’Arcimago (sempre ammesso che ne abbia l’autorità) o, peggio, ideare un piano per evitare che il cuore della Dama possa finire nelle mani di Volkàn; se non corrompere una straniera che, nell’economia di ciò che la storia ha raccontato, non avrebbe potuto fare molto. Considerati i poteri che dovrebbe possedere una figura della sua posizione sociale, una tale passività l’ho trovata inspiegabile; specifico: non mi aspettavo che Deme se ne uscisse con un piano geniale, ma almeno un tentativo per manipolare/sabotare/infastidire il gruppo, usando una qualunque delle risorse che il suo status le concede, lo facesse. Considerato che lei dovrebbe essere disposta a tutto pur di rimanere bella per sempre.
Seth si dimostra invece un personaggio dall’indole particolare. La vera sorpresa di questa storia, per certi versi. Inizialmente sembra essere lui il protagonista, salvo poi intrattenere con esso una trama fatta di rivalità – che sarebbe potuta sfociare in amicizia – e inganno. È il personaggio che prende l’iniziativa, la forza motrice del gruppo sebbene gran parte di esso provi fastidio in sua presenza a causa del suo atteggiamento. È lui a guidare il lettore nella lore del continente e i membri della spedizione, come avrebbe dovuto fare il vero protagonista; lui prende le decisioni più sofferte ed è il vero riferimento nei primi scontri con la Dama del Vento. Per merito, è un mago molto potente e acuto. Un prescelto trovatosi a crescere nell’ombra dell’ultimo arrivato che l’ha scalzato nelle gerarchie, diventando tuttavia un uomo di una complessità da non sottovalutare. Cinico, uno che gioca sporco, ma non spietato. Arrogante, sfavillante, costantemente impegnato nel disperato tentativo di mettersi in mostra. In parte, forse, per lo scotto di essere stato ignorato da Volkán; in altra per pura ambizione personale. Dei vari antagonisti che il party si è trovato ad affrontare, sono stati i suoi gli intenti più puri e comprensibili: lui vuole essere il migliore, provandolo o facendo in modo di diventarlo. Ho ragionato molto sulla scena della magia nera, quando Edgemas confessa di essere stato scoperto, ma non denunciato, dal rivale di sempre. Sembrava una scelta senza senso, ma a conti fatti non lo è: Seth è l’incarnazione vivente della volontà di affermarsi, quel capriccioso bisogno di dimostrare al mondo di essere il migliore. Ci sarebbe mai riuscito, se avesse raggiunto la grandezza silurando il suo più grande rivale con un cavillo? No. Edgemas sarebbe stato comunque ricordato come il miglior talento, cementando quella credenza a prescindere dalle imprese future che Seth avesse compiuto. Qualcosa che un uomo del genere non avrebbe mai potuto digerire. Perché Seth vuole un pubblico, un palcoscenico che possa lasciar misura della propria grandezza (Citazione presa in prestito dal primo Avengers e assolutamente calzante).
A mani basse, il personaggio più complesso e sfaccetto. Il migliore.
Ciò che accomuna Rhia e Da’mian è non solo l’amicizia, ma la volontà di ritagliarsi un posto nel mondo inseguendo i propri sogni. Questi personaggi ci vengono da subito presentati come frutto delle proprie culture, ma allo stesso tempo ad esse estranei. Rhia è forse la vera Amazzone tra tutte le sue compagne. I suoi desideri sono opposti ma al tempo stesso convergenti. Ama l’avventura, la battaglia, ma anche la quiete e la passione che si respira tra l’una e l’altra. Così come ama il suo paese… e sgattaiolare quando può per ascoltare le dolci note prodotte da Da’mian. È quel tipo di personaggio che ha il coraggio di combattere per ottenere ciò che vuole, anche se sconveniente, senza vergognarsene. La stessa cosa si può dire dell’elfo. Una persona silente e giusta, diversa quanto fedele alla causa; una causa che, tra le tante cose, nel bene e nel male riguarda quel regno che l’ha sempre messo da parte a causa del suo lontano diritto alla successione e l’indole pacifica. Naturale che il desiderio di un uomo simile sia farla pagare a chi l’ha fatto penare per tutta una vita. Straordinario che questa sia anche la sua più profonda paura; l’episodio della nebbia, in questo, è chiaro. La sua è l’indole della madre. Del mediceo, pur non essendolo. Uno spirito avventuriero capace di uccidere ma farlo con coscienza, di tradire pur di non voltare le spalle a una causa più giusta e ad un’amicizia.
Per forza di cose, i personaggi di Joy, Jey, Namor, Drew e Becky meritano un capitolo comune.
La vicenda del Regno di Metallo è la nota di maggior pregio per quanto riguarda la costruzione del mondo. È la società di cui si hanno più informazioni. Accordi commerciali, costumi, cultura, orientamento. Attorno alla tradizione delle Cascate Genitrici ruotano i destini non solo dei due nuovi sovrani, ma dell’intera narrazione. Il regno di metallo è un regno duro, spietato. Un regno dove la femminilità viene schiacciata e i bambini sono costretti a crescere in fretta. Un luogo dove uccidere per non essere uccisi. Joy, Jey, Namor, sono i figli più puri di questo regno e lo rappresentano perfettamente. Guerrieri che temono il momento in cui dovranno contendersi il potere e seppelliscono la paura della morte, e dell’assassinio di consanguinei, sotto l’egida di un onore da sfoggiare con fierezza. Non provano verso il genere femminile il rispetto che merita; Namor, in questo, è perfettamente coerente a sé stesso quando circuisce Deme prima, e uccidendola poi, senza pietà. La durezza di questo regno, di conseguenza, non può che influenzare la cultura dei popoli che lo circondano e ne accettano le usanze; logicamente, dunque, quando la famiglia di Da’mian lo ostracizza perché reputato troppo debole, di spirito, non lo fa solo per crudeltà. Drew e Becky in questo contesto rappresentano le eccezioni. Un Cavaliere, “Gentiluomo”, cresciuto gettandosi alle spalle l’incubo delle Cascate Genitrici e vivendo nell’infamia di una vita da esiliato e mercenario quando, di fatto dal punto di vista del me lettore, esserlo è moralmente più appagante dell’interpretare un soldato-cavaliere al limite della misoginia. Vive per sé stesso invece di schiacciare il prossimo, vive per il denaro più che per la politica. Becky invece è l’Amazzone figlia del Regno di Metallo, nata per combattere e segnata per sempre dalla perdita del fratello causata da un rituale barbaro. Becky si dimostra dall’inizio una persona dal cuore buono, sanguinante a causa delle disgrazie che ha dovuto subire ingiustamente. È talmente determinata da scappare di casa e distinguersi tra le Amazzoni fino a diventarne generale, accettando la tradizione di un popolo che, nell’economia di tutta la storia, è quello che più ha rappresentato i canoni dell’eroismo e della giustizia. Il suo rapporto con Drew si evolve molto rapidamente e non è un caso se, per cultura e ritrosia, è lei la parte che cerca di allontanarsi dopo un primo avvicinamento. Lei è scappata gettandosi alle spalle la famiglia e un matrimonio forzato, naturale che i suoi sentimenti siano frenati dalle macchie di un passato a cui non vuole fare ritorno. Le uniche due cose che potessero strapparla dalle sue nuove radici non potevano che essere un amore trascinante e una rivoluzione pressoché totale del suo regno d’origine. Cosa che, a conti fatti, sta per accadere alla fine del racconto.
Insieme a Drew, Beanka è l’unico personaggio di cui si può ravvisare una crescita nel corso della trama. Se il cambiamento del mercenario, ora re, è meno profondo, per lei il discorso cambia. Tutti i personaggi finora analizzati sono già maturi, pronti, con un bagaglio di storie e convinzioni già completo e non più in evoluzione. Da’mian non raggiunge alcuna epifania, Rhia non muta i suoi orientamenti ma accetta soltanto di poter provare anche l’amicizia. Per la più giovane Amazzone la questione è diversa. Come Seth, vive di un desiderio di affermazione ma non è vincolato all’obiettivo di essere la migliore. Beanka crede in sé stessa e vuole provare di essere una degna Amazzone, come Becky, come Rhia, come la regina Charlotte. S’infuria quando viene lasciata indietro ed è testarda, coraggiosa, impavida. È molto sottile che i due soli personaggi a subire un’evoluzione siano anche gli unici a non soffrire particolarmente la nebbia, quasi che le loro personalità ancora mutevoli abbiano impedito alle loro paure più recondite di manifestarsi pienamente. D’altro canto ciò sottolinea anche il carattere integerrimo della giovane Amazzone, la quale impara che cedere al compromesso non sempre significa essere indegni e, invece di lasciarsi andare al trauma, evolve; succede quando Edgemas rifiuta di portarla con sé. L’episodio del matrimonio di Becky la vede trasformarsi in una Beanka più forte, temprata dalla comprensione e da quest’avventura che l’ha vista, contrariamente a Shayna, come uno dei tasselli più importanti; senza di lei difficilmente il party sarebbe sopravvissuto alla nebbia, e dunque alla battaglia finale con la Morte Bianco Vestita.
Edgemas ci viene invece presentato come un personaggio lineare, ben diverso dal caleidoscopico Seth. Lui ha vissuto da servo, quindi vicino ai problemi del popolo, e si è affermato come mago. Rinnega le vie dell’Accademia concentrandosi esclusivamente ad aiutare i quattro popoli con tutte le sue forze, fino a consumarsi. È un eroe senza macchia. Un paladino che non conosce la resa ed è capace di resistere alla tentazione ragionando a mente lucida. Solo l’episodio della nebbia ci mostra una crepa: Beanka. E non è un caso che la sua paura peggiore sia perdere l’affetto di quella giovane, appena conosciuta eppure già quasi una figlia. È amico di tutti ma allo stesso tempo lontano da tutti. Non crea legami. Giunge per portare luce e poi se ne va quando i popoli festeggiano, conscio di aver compiuto il suo volere. Beanka gli è capitata tra capo e collo, senza più andarsene. Ha perseverato e la sua determinazione ha aperto una breccia nel cuore di Edge che, nonostante lui lo interpreti come istinto di protezione, è chiaro rappresenti anche la sua debolezza, e viceversa. Forse un giorno accetterà di partire all’avventura con Beanka, ma non ora. Non quando il rischio di vederla ferita è troppo grande.
Quanto a Volkàn, la sua presenza non ha lo stesso impatto e rimane sullo sfondo. Come ho spiegato sopra, le ragioni per le quali vuole mettere le mani sul cuore della Dama non sono chiare. Il suo punto di vista lo è: sospettava che uno dei sovrani si fosse ingolosito dei poteri che promettevano le “voci” sul cuore della Dama. Voleva distruggerlo per evitare incidenti tra le compagini. Lui, nel suo Pov. Alla fine della storia, però, dopo essere stato testimone dell’avidità di Deme e Namor, ritratta le sue convinzioni e si lascia sedurre dal desiderio di potere. Può succedere e sappiamo che l’occasione rende l’uomo ghiotto, per carità, ma le sue azioni non sono convincenti come quelle di Seth. La sua scelta improvvisa, al contrario dell’occultista, manca di un contesto. Sarebbe bastato anche spendere qualche frase mostrandolo esitare, o lasciare sullo sfondo una motivazione a cui ci si potesse aggrappare; un esempio poteva essere farlo ammettere che, se avesse avuto più potere, avrebbe cambiato le cose, oppure che capiva i sovrani se avessero voluto mettere le mani sul cuore e che proprio per questo andava distrutto. Il suo atteggiamento cambia dal giorno alla notte, sostenuto da una motivazione stringata; banalmente, le sue azioni sarebbero state più comprensibili se non ci fosse stato affatto il suo Pov e le sue parole fossero pervenute tramite il punto di vista di Edgemas: in questo caso, nessuno avrebbe avuto la certezza che quelle fossero davvero le sue intenzioni.
Quando Seth decide di prendere il cuore, la scelta, per quanto improvvisa, è logica. Per carattere, motivazioni che lo spingono, anche e soprattutto la rivalità e la voglia di affermarsi. Quando a farlo è Volkán, non si ha nulla del genere. Del suo carattere conosciamo la dedizione all’Accademia e un’indole, alla fine dei conti, estremamente pigra: “Deme, io ti do il mio uomo migliore e poi me ne lavo le mani.” Le sue motivazioni erano state dichiarate dal suo Pov e poi tradite.
Riassumendo, i personaggi di questa storia hanno per la maggiore delle caratterizzazioni mirate e fedeli. Sono senza dubbio l’aspetto più positivo della storia, nonostante alcune mie riserve. Di cui non posso che tenere conto nel complesso del voto, giacché si tratta di personaggi, soprattutto Deme e Volkàn, come la Dama del Vento, che per il ruolo che hai affidato loro e le intenzioni avrebbero potuto/dovuto avere un maggiore impatto.
La valutazione sulla Dama avrà qui sotto piena spiegazione.

Dama del Vento:
Come detto sopra, l’intro sulla Dama del Vento mi è piaciuto. La descrizione che ne fai è di una donna dallo straordinario potere magico, una medicea, detto in parole povere una guaritrice, che a causa di un evento nefasto perde la famiglia e soprattutto la figlia. Il dolore e il rancore provocano la rottura della runa che conteneva la sua vera potenza, permettendole di diventare una semidea mutaforma bella e candida quanto mortale e spietata. Un personaggio che ha vissuto per secoli, con l’unico legame rimastole rappresentato dalla nonna che l’ha abbandonata da piccola cedendola all’Accademia. Da questo episodio nasce un inatteso legame, anzi uno schema che divide in modo netto protagonisti e antagonisti. Beanka, Edgemas, Becky, Drew, Da’mian, sono persone che hanno cercato la loro strada gettandosi alle spalle il passato. Becky, in questo, è la figura che più si contrappone alla Morte Bianco Vestita, giacché ha avuto il coraggio di fare ciò che alla Dama non è mai riuscito: andare avanti, crearsi una nuova vita.
Se la prima è fonte di speranza e di un nuovo inizio, la seconda è incastrata in una perenne spirale di oscurità e rancore che la spinge, un po’ per vendetta e un po’ oso aggiungere per follia, a uccidere tutte le bambine dell’età della sua stessa figlia. Il rischio, perfettamente motivato, è che un giorno non esistano più donne con le quali riprodursi, sancendo la fine della razza umana e non solo.
Allo stesso modo, Namor, Jey, Joy, l’Arcimago (anche se non proprio chiaro), Deme, Seth, sono tutte figure che vivono in un limbo, poiché le loro vite sono “bloccate” da un’ossessione dalla quale non hanno la forza o la volontà di sottrarsi: l’immortalità, l’eterna bellezza, le proprie radici, l’Accademia, la fama.
L’incipit, dunque considerata anche l’immortalità forzata della nonna, rimane fedele e interessante. Dipinge la Dama come incapace di chiudere i conti con il passato. Sia per il trauma sia per il potere che si annida nel suo cuore, temuto quanto bramato dai potenti; allo stesso tempo il suo cuore rappresenta simbolicamente l’icona, nonché la condanna, di chi vuole ottenere ciò che non può. O che non ha la forza di volontà per prendere in mano il proprio destino.
La descrizione fisica inoltre è molto specifica, sia nella forma base sia in quella con la quale seduce Edgemas. Richiama bellezza e potenza, magnificenza e sconforto, con quegli occhi di un raro colore verde che rappresentano sia l’ultima radice di umanità rimasta in lei ma anche il vettore della sua crudeltà.
Sono le sue azioni, tuttavia, a non convincermi appieno. Sia per quanto attiene la trama, sia i suoi obiettivi in generale.
Il presupposto che vede il gruppo sopravvivere fino alla battaglia finale è che lei si stia divertendo con loro, prima di sferrare il colpo decisivo. Non una scelta particolarmente elaborata, ma non conoscendo pienamente la Dama si può anche ritenere plausibile che sia nella sua indole; le bambine che lei uccide, difatti, hanno tutte il sorriso stampato sul volto, segno che forse lei abbia giocato con loro prima di impalarle con uno stiletto di ghiaccio. Tuttavia non si spiega il perché non fosse presente per infliggere al gruppo il colpo di grazia mentre subivano gli effetti della nebbia, o il motivo per cui la nonna possedesse il suo bastone e avesse la libertà di avvicinare e curare i suoi avversari; in sintesi per quale ragione non è intervenuta prima almeno sull’isola, sapendo che loro miravano a usare la nonna come ostaggio.
Queste considerazioni si basano su un ragionamento empirico circa le sue azioni. Talvolta rientranti in uno schema individuabile, talvolta no ed è il caso della battaglia finale. La Dama del Vento rimane dunque un personaggio dotato di una lore sufficiente, le quali azioni riguardo al gruppo di avventurieri tuttavia si fatica a comprendere pienamente.
Banalmente alla domanda: perché divertirsi con loro quando avrebbe potuto ucciderli e tornare ad occuparsi della vendetta, sentimento che in lei dovrebbe essere primario e viscerale?

Gradimento personale:
A livello generale, ho gradito questa storia e soprattutto il suo inizio.
Scendendo mano a mano nel dettaglio alcune soluzioni non mi hanno convinto, ma, per quanto la trama sia l’anello debole, s’intravede anche del potenziale. La lore, del mondo e della Dama, ha saputo tenere insieme punti che rischiavano di slegarsi e i personaggi, il cui spazio è stato diviso equamente, hanno un approfondimento e delle ideologie ben presenti. Ho apprezzato in particolar modo il personaggio di Da’mian, l’arciere d’infamia, e soprattutto la sua peggiore paura rispecchiata nel dover uccidere chi ama, e odia, pur di dimostrare il suo valore. Un personaggio serio, dall’indole buona, che mi ha ricordato Yasuo in Ruined King. La gestione dei vari combattimenti, con essa le scene che sei riuscita a creare, è fluida e ben comprensibile. I valori in campo hanno una coerenza pressoché perfetta e i poteri della Dama si nota pienamente che hanno una marcia in più. Di una divinità, rispetto ai comuni mortali – diciamo pure solo i maghi – che si trova ad affrontare. Solo un incantesimo proibito che è un concentrato della sua stessa e perversa natura magica avrebbe potuto distruggerla. La scena, poi, del combattimento alle Cascate Genitrici, per lore e intensità, e significato emotivo, è di fatto la più bella e dark dell’intero racconto; si merita ampiamente la recensione bonus “Scontro entusiasmante”.
Al netto delle complicanze che ho di sopra riportato, questi elementi riescono a rendere questa storia gradevole da leggere.
(Recensione modificata il 10/02/2022 - 09:52 pm)

Recensore Veterano
10/02/22, ore 09:52
Cap. 2:

Ciao di nuovo, Nina.

Quindi, Seth si sta dimostrando più prezioso di quanto non lo fosse immaginato prima... Effettivamente, senza di lui il piano si sarebbe impantanato. Mentre si scoprono nuove cose sul conto della Dama, si assiste alla strana sparizione di Volkan dalla scena. Seth certamente ha perso credito ai suoi occhi: un tempo era il suo prediletto, ma vuoi per l'atteggiamento da idiota, vuoi per l'essersi dimostrato meno bravo di Edgemas, pare che adesso il suo futuro non interessi poi molto all'Arcimago. Altrimenti, mi immagino, avrebbe pur sopportato la compagnia di Deme, e invece ha negato pure le 100 guardie magiche di scorta.
Intanto si scopre che il cuore della Dama può dare poteri impareggiabili e immortalità. Se la squadra scelta da Deme riuscirà a restare compatta fino allo scontro, sarà interessante vedere cosa accadrà dopo la morte della nemica comune (sempre che ci riescano), perché è prevedibile che tutti saranno pronti a scannarsi fra di loro. Fossi il Re del Regno di Metallo, comunque, mi metterei in testa a un esercito e starei alle calcagna degli eroi prescelti.
   
A mio parere stai gestendo tutto molto bene (intrecci amorosi, interessi contrastanti per la missione, liti tra maghi), però le notizie sulla "Morte bianco vestita", a meno che non mi sia perso qualcosa, mi appaiono un po' troppo incerte per poterci pianificare lo sconfino nel territorio delle nebbie e la ricerca della nonna.
Faccio un passo indietro per partire dalla prima cosa plausibile ma lasciata in sospeso: le amazzoni dovrebbero essere donne normali, perché erano tutte bambine umane, ma, se le cose stanno così, come si poteva prevedere che l'unione tra una di loro e un elfo potesse dar vita a qualcosa di straordinariamente potente?
Passo avanti: il cuore della Dama (la prima e unica della sua specie che sia mai esistita) offrirebbe poteri immensi e immortalità. A parziale sostegno di questo c'è la supposizione che la nonna sia tuttora viva nella zona delle nebbie, però nessuno, a parte forse la Dama, è stato in quel luogo e ne è tornato indietro. Perciò nessuno può sapere che la vecchietta, effettivamente, sia viva e sia lì. Per come come stanno le cose... mi pare un gruppo di negazionisti alle prese con le loro teorie inverificabili...
Ecco... perdonami l'infelice paragone, ma credo che quest'ultima sia una faccenda che meriti una pezza, peraltro non particolarmente laboriosa. Ad esempio potresti dire che qualcuno, miracolosamente, di tanto in tanto, riesce a sopravvivere alle allucinazioni e che qualcuno dei fortunati abbia vista la nonnina. E magari ci abbia anche bevuto un té.

A presto!
(Recensione modificata il 10/02/2022 - 09:15 pm)

Nuovo recensore
10/02/22, ore 00:32

Ho fatto bene ad affezionarmi ai due opposti Beanka/Edge: le loro interazioni hanno quel non so che di soddisfacente che mi lascia sempre in attesa del prossimo capitolo con loro protagonisti.

Ma se il mio io dal cuore tenero vorrebbe leggere solo di loro due, anche il resto della ciurmaglia offre delle situazioni davvero molto interessanti. Di nota mi ha sconvolto la scena d'azione sul fondo delle cascate genitrici... davvero inquietante.

Una nota per Da'mian, che da questo momento nella mia testa verrà soprannominato "arciere pasticcino".

Recensore Veterano
09/02/22, ore 16:55
Cap. 1:

Ciao Nina Ninetta!

Ovviamente anch'io ero curioso di scoprire come hai sviluppato la tua Dama e gli altri personaggi, però la tua bravura mi era già nota per merito di Spettro. Era inevitabile che le nostre storie divergessero, però è simpatico vedere analogie e divergenze tra i protagonisti.

Dunque, la caratterizzazione dei personaggi è ottima, sia sotto il profilo del comportamento che delle descrizioni fisiche. Il prologo fa benissimo la sua parte per descrivere questo regno magico. La regina Deme si fa subito notare per la sua vanità, ma dimostra anche di saper tenere a bada amazzoni e guerrieri. Sembra poi aver a cuore la sopravvivenza dell'umanità, ma, sarà un difetto mio, al momento ancora non mi fido completamente di lei. E già è un bel mistero che la Sovrana speri di poter vincere la Dama del Vento quando i maghi non sanno bene come fare, ma immagino che nei prossimi capitoli questo verrà svelato.
Lei, la Signora della penitenza, è meravigliosamente oscura e crudele. Chissà perché sceglie le bambine e dove le porta... E quel modo di ammazzarle gelando il sangue nei loro cuoricini! E se è proprio lei che giace sul letto del vero mago più potente, allora mi aspetto ci sia davvero molto da scoprire scoprire sul suo conto.
A beh, Seth ed Edgemas: il primo fa subito la sua figura da idiota, però qualche bel trucchetto lo conosce, mentre il secondo... Permettimi innanzitutto di dire che è un tipo fortunato, perché se si fosse mosso troppo nel sonno, temo non sarebbe riuscito ad arrivare nella locanda, e allora si sarebbe perso anche uno degli incontri più piacevoli della sua vita. Comunque ha già tutta la mia simpatia e spero vivamente riesca a raggiungere la compagnia prima che sia tardi.    

Critiche da porre... Io tendo a esagerare e, a cuor leggero, posso dirti di un errorino di battitura (esamine). Potrei aggiungere che non mi convince appieno il soprannome del mago (Vichingo), perché in questo contesto fantasy diventa sensato solo se il tuo mondo fosse la Terra in un'epoca futura alla nostra o in un universo alternativo, ma questo mi appare abbastanza improbabile... a meno che non ci sia una spiegazione nel seguito... Ovviamente si tratta di piccolezze, e, se ti facesse piacere, ne avrei anche qualcun altra  da esporti, anche per avere un confronto che a me non dispiacerebbe.

Concludo dicendo che questo capitolo è stata una bella lettura e che sarà un piacere proseguire coi prossimi. Quindi compimenti e a presto!

Recensore Master
08/02/22, ore 15:41
Cap. 2:

Cara! Rieccomi a divorare un altro capitolo della tua storia, davvero ben orchestrata. E così si scoprono gli altarini, ovvero: Deme ha i suoi buoni motivi per desiderare la morte della Dama, motivi che c'entrano poco con l'integrità dei Quattro Regni e molto con la sua pesonale sete di potere. Sete peraltro condivisa dal Re di Metallo, e va da sé che l'offerta dell'eterna giovinezza tramite incantesimo sembra una quisquilia in confronto all'idea di dominare su tutti i Quattro Regni... e Charlotte non potrebbe essere più d'accordo. A proposito, Charlotte si riconferma il personaggio più brillante, e quasi dispiace vederla ritornare al suo Regno di Scizia. Mi consolo con il giullare di corte Seth, che per ora ha dimostrato di saperci fare, quanto meno come giullare (appunto) e intrattenitore. Bella anche se un po' classica la storia della Dama. Resta da vedere che fine ha fatto Volkan... che sia andato a cercare il vero mago più potente, che nel primo capitolo avevamo incontrato in una locanda? 
Comlimenti per l'intreccio e la fantasia. Non resta che continuare la lettura...

Nuovo recensore
07/02/22, ore 22:39
Cap. 3:

Ciao Nina!

Nel capitolo scorso mi era mancato il nostro Edge, mi ha fatto piacere ritrovarlo qui e scoprire in che modo si sta muovendo per unirsi alla compagnia principale. Sempre che ce ne sarà ancora una per quando finalmente ci arriverà... la Dama è davvero letale, soggiogarla in combattimento non sarà uno scherzo, anche unendo le forze.
Non vedo l'ora di leggere ancora di Edge e Beanka, le loro interazioni finora mi son piaciute davvero molto.

Come sempre, una lettura piacevolissima ed interessante, ci ho messo una mezz'ora a leggere tutto e mi son sembrati 10 minuti!

Rain

Recensore Master
07/02/22, ore 05:45

Buongiorno,
È finita ma sembra sia stato come chiudere una parentesi, perché la vera guerra sta per iniziare mi sa. Una guerra dove gli schieramenti non potrebbero essere così netti.
In ogni caso questo essere invincibile è stato vinto grazie alla collaborazione, se resteranno Uniti ci sarà il lieto fine.
Grazie di cuore per il ringraziamento.

Nuovo recensore
06/02/22, ore 23:42
Cap. 2:

Ciao Nina!
Sembra proprio che siano in molti ad avere la propria personale agenda, il loro personale motivo, per andare a caccia della Dama. 
Sento di  trovarmi (per osmosi da lettore) in mezzo ad un covo di serpi, son qui a chiedermi di chi potrò fidarmi e di chi invece no. La rete intrecciata tra i vari personaggi è piuttosto fitta, ma anche qui mi chiedo davvero ciascun personaggio su chi possa contare.

Bella la leggenda della Dama, che storia triste (ammetto di essermi anche commosso appena appena... da quando ho prole a mia volta mi basta poco per frignare ahah)

Più ti leggo, più apprezzo il tuo modo di scrivere. Molto descrittivo (non troppo), belle le scene "calde", mai volgari, fantastico il ritmo in cui riveli dettagli sulla trama e sui personaggi.