Recensioni per
Jours de gloire
di settembre17

Questa storia ha ottenuto 231 recensioni.
Positive : 231
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
08/07/22, ore 22:44
Cap. 4:

Ciao Settembre17
oggi ti ho pensata...E neanche farlo apposta pubblichi il 4° capitolo...
Tanta carne al fuoco dalla sfacciataggine di Marcel che dice tutto, alla follia di Oscar di affittare quell'appartamento vicino alla chiesta di Saint Eustache ...E quel sogno di Oscar soprattutto ...Quella ricerca di normalità che vuole avere con Andrè quel sogno spezzato...Aspetto il seguito

Recensore Master
04/07/22, ore 23:10

E lo so che sono in ritardo ma come avrei potuto perdermi questo capitolo? Non avrei mai potuto, ecco.
Cara Sett, bentrovata e complimenti! Complimenti infiniti per questa storia che pian piano svela qualcosa di sé e che avvince sempre più.
Le descrizioni e la cura che dedichi ai capitoli, rendono il tutto ancora più pregevole e nitidamente impresso nella memoria del lettore, bravissima!
Mi sono innamorata ancora una volta di questa Oscar tanto sofferente quanto consapevole e ho apprezzato tantissimo il suo abbandonarsi alle emozioni, le stesse che permettono al fioraio di riconoscerla come donna e ad André (da sempre) di scorgere la rosa tra i rovi (che immagine splendida!). Mi si è sciolto il cuore davanti all'immagine di questo vecchio distinto e implicitamente indulgente...che il suo appartamento possa essere importante in futuro? Io ci spero!
Spero anche che Marcel abbia ragione su André e te lo dico, ormai è fatta: sono cotta di questo tuo giovanotto disincantato!
Sai che proprio non mi aspettavo che Alain conoscesse il passato e la storia di Joss? Sappi che anche io non vedo l'ora di conoscerla, sebbene, me lo sento, avrà un retrogusto amaro.
E di Alain vogliamo parlarne? Tu hai questa capacità unica, una precisione da cecchino quasi, hai centrato il punto: è questo atteggiamento rude e involontariamente dolce ma drammaticamente pragmatico ad avermi fatta capitolare per Alain e tu hai rappresentato il tutto in maniera perfetta qui!
Inoltre complimenti, credo che l'entrata in scena di Marcel mi abbia fatta ridere di gusto ma è questo il bello con te, no? Riesci con bravura inimitabile a passare da un momento all'altro e viceversa; naturalmente non posso, a tal proposito, non citarti tutto il risentimento di Oscar - che è anche quello del lettore - per essere stata estromessa dai pattugliamenti.
Io, ovviamente, aspetterò pazientemente ma intanto complimenti e sappi che la curiosità mi divora!
Un abbraccio e mai abbasta complimenti a te, cara mia! A presto,
A. <3

Recensore Veterano
26/06/22, ore 16:49

Settembre carissima,
questa storia mi conquista sempre di più, ma come potrebbe essere diversamente?!
Parecchie frasi sono pura poesia e questa è quella che mi ha colpito più di tutte (ma è stato davvero difficile scegliere!):
"L’unica certezza che la confortava era che, in tutto quel contorto ammasso di rovi che era la sua vita, André era ancora capace di scorgere una rosa."
Tu sei sempre una garanzia! Le riflessioni dei tuoi personaggi sono esaltate dalla tua spiccata sensibilità e dalla tua delicatezza. Sai scavare in profondità nelle loro emozioni, ma sempre con estremo garbo!
Dopo l'incontro con Bernard inserisci un missing moment strepitoso: con questa Oscar che si aggira nei meandri di Parigi alla ricerca di se' stessa, in un conflitto tra mente e cuore - tra amore e senso del dovere  - che mi ha letteralmente commosso. Il suo vagabondare, non a caso, la porta davanti a Saint Eustache, e i ricordi la riportano sempre al suo Andre', che la conosce e comprende sempre, in ogni caso e come nessun altro.
La seconda parte del capitolo non è da meno: ho adorato Andre' con le sue paure e la sua fragilità, il senso di amicizia e le preoccupazioni di Alain, e il tuo Marcel che diventa sempre più interessante (mi piace quanto la tua Leonie!).
Un inchino per la tua bravura e spero a presto con il seguito!
Un affettoso abbraccio e grazie.
G. 

Recensore Veterano
26/06/22, ore 16:04

Cara Settembre, ti confermo che le mie aspettative sulla tua nuova fatica sono ampiamente soddisfatte! Ci sono tante questioni che aspettano di essere risolte, ognuna a tempo debito.
Quando poi le storie che leggo sono in grado di emozionarmi perché forse all’interno ci trovo qualcosa che, in un certo senso, riecheggia ad altre questioni, più private e personali, allora diventa un’ esperienza diversa.
Come sempre complimenti! ❤️

Recensore Junior
26/06/22, ore 15:36

Cara Settembre,
In quali abissi di consapevolezza si può cadere dentro uno sguardo, quanti tumulti del cuore si possono ascoltare dentro un silenzio.
Oscar è certa che Andre’ sa. Sa che lo ama e sa perché ha taciuto. Lui è l’unico che sa vedere nel groviglio di rovi che è la sua vita. Lui è l’unico che sa vederla come una rosa. Ma il mondo non accetterebbe che una rosa sia anche un conte e un militare al comando della Guardia Metropolitana. E allora non è possibile anteporre la propria vita e la propria felicità al dovere e anche quando la mente si perde nel desiderio di un bacio, ci pensa la malattia perfida e subdola a rammentare che non c’è un futuro possibile. La stessa consapevolezza che lacera il cuore di Andre’, che non chiederà mai a lei di rinunciare a tutto quello che è per un figlio del popolo che rischia la cecità.
Due anime che si considerano niente ma che insieme sarebbero tutto. Tutto quello che conta almeno.
Eppure il fato ha guidato i passi di Oscar di fronte ad una maestosa chiesa e a un cortese fioraio e Alain pensieroso immagina che ci possa essere luce anche per un occhio stanco. Perché a volte la speranza arriva in maniera inaspettata, grazie alla scoperta di un appartamento incantevole nel cuore di Parigi e ad un commilitone giovane e saggio che sa leggere nel dolore altrui.

Nuovo recensore
26/06/22, ore 14:24

Ciao Settembre, cito soltanto senza aggiungere molto altro. Non serve. "...in tutto quel contorto ammasso di rovi che era la sua vita, André era ancora capace di scorgere una rosa.
... Non doveva spiegare ad André perché aveva taciuto, perché non aveva risposto alla sua dichiarazione con un’altra dichiarazione. No, André sapeva. André sapeva e capiva"
Ecco condensate in poche parole tutto il senso e la bellezza del loro amore nell'anime. Meraviglia!

Recensore Master
26/06/22, ore 13:09

Carissima!!
Il labirinto di strade è lo stesso labirinto di vincoli e doveri che trattiene Oscar. Deve trovare la strada per uscirne. Forse ci vorrà del tempo ma da qualche parte è comunque arrivata: a quella piazza, a quella chiesa carica di ricordi, ma soprattutto a quella casa
Lei non lo sa ancora, come succede spesso nella vita. Sfiori persone, conosci dei luoghi e poi dopo anni quelle persone e quei luoghi cambiano completamente di significato.
Trovo Alain molto vero. Dopo i suoi lutti, come è possibile che sia, non tollera più facilmente il prossimo. Anche Marcel gli sta sui cosiddetti... Forse perché hanno entrambi un passato carico di dolore a cui hanno reagito in modo diverso?! Solo André per lui conta davvero. Perché André è davvero speciale, perché è l'unico che gli è stato vicino nel dolore?!
Ti aspetto trepidante. Come sempre grazie

Recensore Master
26/06/22, ore 12:09

Carissima,
che sei una scrittrice di vaglia, lo sai, e non te lo sto a ripetere, perché so che non sei il tipo da "fishing for compliments".
Ma, fra un applauso mentale e l'altro (più o meno uno a ogni riga che leggevo), devo dichiararmi piena di ammirazione per la sapienza con cui sai condurre la narrazione su due assi temporali diversi.
E poi, come mi piace questa Oscar pensosa, che sa, da persona razionale, adusa ad agire con ordine in ogni ambito della sua vita, che la "pratica André" , passami l'espressione, non è mai stata archiviata, e anzi, è più urgente che mai; soltanto, se aprirà il faldone, ci si troverà subito immersa sino ai capelli, e dunque non può, non deve aprirla ora, non è proprio possibile: prima deve pensare ai suoi soldati. Ah, che Super-Io, e che senso del dovere non ha la nostra eroina!
Quanto a quel bell'appartamento sfitto, proprio in vista di quella chiesa legata al primo ricordo parigino di André (ho visto la tomba di Turenne a Les Invalides, ma non sapevo che il discorso funebre fosse stato pronunciato in Saint Eustache), mi sa tanto che tornerà ancora nella storia.
Resta, direi delineandosi piacevolmente, la curiosità per il personaggio di Marcel, che si inserisce perfettamente nella storia.
Applausi, applausi, applausi,
D
(Recensione modificata il 26/06/2022 - 12:12 pm)

Recensore Veterano
25/06/22, ore 22:03

Cara Settembre, ti esprimo tutta la mia ammirazione.
Non è stato per codardia, non è stato per non deludere il padre, che Oscar non ha confessato il suo amore per Andrè quella sera del 23 giugno. Era per il suo maledettissmo senso del dovere. Ma André l'ha capito ed Oscar lo sa.
La tua narrazione è così ricca di frasi stupende che è difficile sceglierne solo una, ma scelgo questa, che è la quintessenza del loro amore:  L’unica certezza che la confortava era che, in tutto quel contorto ammasso di rovi che era la sua vita, André era ancora capace di scorgere una rosa.
Intanto nella tua trama aggiungi un po' di speranza: forse Andrè non è condannato alla cecità (!?).
A presto  e grazie per questa meravigliosa storia.

Recensore Veterano
25/06/22, ore 18:26

C'è una questione...
No, ci sono parecchie questioni. Vexatae quaestiones.
Perché Oscar, quella sera, rimane così, senza dir niente? E perché non si dichiara a sua volta? E perché non interviene, per difendere André?
E André? Come può accettare che lei non gli dica una parola? Che non reagisca alla sua dichiarazione appassionata?
E perché lei continua ancora a prender tempo? Dopo tutto ciò che è accaduto?
Per questo.
Perché Oscar non è una persona come tutte le altre, con un vissuto uguale a quello degli altri. E non possiamo aspettarci che agisca e reagisca esattamente come farebbe qualsiasi altra persona. Tutto questo è chiaro ad André, anche lui un individuo assolutamente fuori del comune.
Tutti gli altri rimangono - e non ce ne possiamo meravigliare - un po' spiazzati di fronte a tutto questo.
Rimane spiazzato il Generale Jarjayes, che pure li conosce, ma che non può comprendere come abbiano potuto spingersi fino a quel punto ("Voi due idioti!" li chiama nel doppiaggio originale, mentre si scioglie in lacrime per il sollievo di vederli salvi)
Rimane spiazzato Alain, che pure è la persona più vicina a loro, nel periodo in cui Oscar comanda i soldati della Guardia.
E poi c'è Marcel Laroche, che scopriamo, oltretutto, essere un osservatore più attento di quanto potesse inizialmente sembrare.
Mi piace molto.
Grazie, grazie Settembre e a presto!
Octave

Recensore Master
25/06/22, ore 17:01

Ciao settembre. Oscar tra la responsabilità nei confronti dei soldati, il sentimento per André, le sue condizioni di salute che ho immaginato attraverso le tue parole. Ho letto con interesse il dialogo tra André e Alain. Mi piace come abbia inserito Marcel in questo contesto nel parlare con Alain di André e sarò curiosa di sapere di piú di lui. Saró lieta di sapere cosa succederà nel prossimo capitolo. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 25/06/2022 - 05:05 pm)

Recensore Master
25/06/22, ore 11:49

Mia carissima Settembre, che, con un mantello fatto di parole, ci avvolgi e ci fai entrare in piena empatia con i personaggi di cui narri, tanto che sembra quasi di poter avvertire le stesse emozioni che stanno vivendo come se le vivessimo anche noi.
Oscar si riferisce ad "una questione", ma non è semplicemente una questione fra le tante che deve fronteggiare, è "la questione" o meglio la questione delle questioni. Scusa il gioco di parole, ma è così che vedo la situazione nella quale si barcamena.
L’abbiamo riconosciuta perfettamente: prima viene il dovere e poi viene lei e tutto ciò che le ruota intorno e le fa battere il cuore. Prima c’è la problematica da affrontare per salvare i suoi soldati, quegli uomini che contano su di lei, quei soldati che hanno solo lei a tenere le loro parti. E lei si prodiga, pensa, ragiona, razionalizza e alla fine agisce. Non è mai stata capace di rimanere inerme di fronte ad un’ingiustizia. Questa volta avrebbe tentato, con gli opportuni aiuti forniti da Bernard, di far prevalere la ragionevolezza, per non creare ulteriori problemi in quei giorni già tanto problematici. Assodato che le azioni da mettere in campo avrebbero richiesto un leggero lasso di tempo, ma con la mente finalmente in pace, può dedicarsi a se stessa e a pensare a se stessa e a qualcuno che sta occupando, di diritto, tutti i suoi pensieri, quando il dovere non richiama all’ordine.
Mi è piaciuto il suo lasciarsi andare per i vicoli della città, cercando quasi di perdersi fra di essi, e forse ritrovare un po’ la stessa sepolta in profondità. Un viaggio nei ricordi quello che le hai fatto compiere, e durante il quale André non l’ha mai abbandonata, perché André ha sempre fatto parte della sua vita, pressoché da quando è entrato a far parte della sua routine da bambino. Hanno condiviso tutto ed è bello il suo sorridere al riaffiorare dei ricordi, mentre passeggia, fino a giungere in una delle più belle piazze di Parigi, dove sorge un bel palazzo dal quale alcuni giovani stanno traslocando e salutando, evidentemente il proprietario, un signore anziano, che si prodiga verso quei giovani raccomandandosi di fare attenzione. Qualcosa di quel palazzo le parla, come se tutto il cammino fatto fosse proprio in funzione di giungere il quel posto. Tanti sono stati i pensieri che a frotte le hanno affollato la mente e non ultimo, dopo aver ammesso che la questione sarebbe stata affrontata quanto prima perché glielo doveva, quello del suo non stare bene, che però ha purtroppo un nome, tisi, che lascia ben poche speranze di un futuro da poter condividere con l’uomo che ama profondamente e che, se anche non ci fosse la malattia, altri sarebbero i bastoni fra le ruote, come l’impossibilità di vivere alla luce del sole un rapporto fra una nobile e una persona del popolo. Davvero sembra non esserci un futuro per loro.
Ma i suoi pensieri l’hanno condotta lontano e lei deve tornare alla caserma dove trova nuovi ordini da parte di Bouillè, che sono in aperto contrasto con quanto ha immaginato di poter fare. E il suo disappunto viene espresso ad alta voce, come se André fosse lì con lei, a condividere il momento. Per questo suo bisogno di condivisione lo cerca nella camerata e gli riferisce quanto scritto nel dispaccio ricevuto. E ancora una volta si sorprende che André abbia capito, prima di lei, che i piani alti ancora non la ritengono pienamente affidabile, dopo quanto successo e nonostante l’aver ricevuto il perdono da parte dei reali.
Poi entriamo in caserma, dove possiamo assistere allo scambio, anche fatto di monosillabi, fra André e Alain, i quali devono affrontare il turno di guardia notturna, e che dimostra il loro essere in perfetta sintonia anche nelle piccole cose. Sono entrambi stanchi, in quanto quelle giornate sono state pesanti oltre che stressanti, ma André sembra ancor più stanco di sempre. Alain sa che si porta appresso un peso, che si è stabilito sul cuore e non se ne vuole andare. E sa anche il nome di colei che gli causa quel dolore. Alain è diventato attento ed esperto, avendo vissuto la sua parte di drammi con la perdita degli affetti più cari, anche se a volte assume l’atteggiamento di distacco per cercare di non farsi coinvolgere. E così assistiamo e ascoltiamo il loro dialogo, pieno di amarezza da parte di André per ciò che mai potrà essere, mettendo in fila ogni singola difficoltà. Ma non c’è solo questo a turbare André: i suoi problemi alla vista si stanno facendo sempre più pressanti, proprio come in quel momento, al quale Alain, prontamente, suggerisce di intervenire, ma André è terrorizzato, oltre che dal fatto che potrebbe non riuscire più a vedere, che Oscar, sapendolo, fosse costretta ad allontanarlo, quindi una doppia sofferenza.
Ad alleggerire questo momento interviene Marcel, il quale non riuscendo a dormire, si offre di completare il turno di guardia, concedendo così ad André, che accetta, un po’ di riposo. Marcel, il quale sembra tanto scanzonato e, a volte, dato il suo comportamento sopra le righe da rasentare il limite, quasi volesse autodistruggersi per non pensare a quelli che sono i suoi drammi, lo ha osservato con attenzione, e si è accorto che il Grandier abbia delle difficoltà visive, che vengono confermate da Alain. Però sono le parole che pronuncia dopo che lasciano Alain perplesso e che forse gli danno la speranza che per il suo amico non tutto sia perduto. Lo sforzare così tanto la vista gli procura sicuramente dei dolori lancinanti alla testa, forse anche dovuti al suo passare del tempo a scrivere nel buio della camerata e poi perché la ferita, secondo Marcel, è ancora troppo recente e l’occhio rimasto ancora non ha imparato a come dosare le sue capacità.
Un capitolo avvolgente e coinvolgente, con questi salti temporali che ci danno il polso delle emozioni che attraversano i personaggi tutti. Veramente notevole la tua narrazione, che si infiltra nelle pieghe della sensibilità dei tuoi lettori. Bravissima!
Un affettuoso saluto e grazie per condividere queste emozioni.

Recensore Veterano
24/06/22, ore 23:14

Carissima, sono vivi e veri questi personaggi. Oscar con il suo smodato senso del dovere e quella "questione" che richiede e merita tutta se stessa; richiede che lei si metta prima di tutto il resto anche se non l'ha mai fatto e forse non sa neanche come si fa. André che la tratteggia a pennello: solo lui sa quanto le costerebbe lasciarsi andare. Alain che è semplicemente Alain; quel dialogo a monosillabi è meraviglioso! E anche Marcel...attendiamo di scoprire qualcosa di più...
La luce e il buio si alternano in giorni difficili e precari per la Francia e per i singoli alle prese con la malattia.
Sembra davvero che stia andando tutto a rotoli ma c'è un ma...ed ha le sembianze "del posto più luminoso del mondo" capace di attrarre misteriosamente due cuori che da sempre battono all'unisono dove forse è possibile provare ancora a " ridere di cuore, ridere con la bocca aperta, ridere da tenersi la pancia"
Appartiene ad André quel posto anche se lei non lo sa e solo con lui lei rideva a quel modo...
Cosa rimane da dire? Peccato che il capitolo sia già finito :)
Io non mi stanco mai di leggere ciò che sei in grado di creare e per quanto mi riguarda i piani temporali potrebbero essere pure il triplo ;)
Brava, brava, brava!

Recensore Master
24/06/22, ore 23:05

cara settembre, mi è piaciuto molto questo capitolo.
Anch'io immagino Oscar non riuscire a fidarsi completamente di Bernard, a non dimenticare mai che in fondo c'è lui dietro alla perdita dell'occhio sinistro di Andrè. E condivido con te anche questa "interpretazione" dell'apparente silenzio di Oscar, di fronte all'amore ormai dichiarato di Andrè. Credo proprio che lo vivesse come tu l'hai magistralmente descritto:

"Ora che il destino dei suoi soldati non era più nelle sue mani, mentre i rumori della strada si attutivano e venivano relegati nella sua coscienza a un brusio indistinto di sottofondo, quella questione gigantesca, quella che la sera prima era quasi esplosa nello studio di suo padre, la assediava da ogni parte. E più lei la soffocava e fingeva di ignorarla,
lo sto facendo da mesi, o forse addirittura… da anni…
subordinandola sempre a qualcos’altro, al suo dovere, alle incombenze, alla politica, alla Francia, più quella questione era sempre lì: immobile e paziente aspettava, ben acquattata intorno alle pareti del suo cuore. Bastava un momento di incoscienza, di stanchezza, di debolezza, che quella invadeva tutti i suoi sensi con una prepotenza ogni volta maggiore.
Quella questione, da mesi lo ammetteva senza finzioni, aveva il nome di André Grandier, il nome che da sempre era l’eco di qualunque azione lei compisse, di qualunque emozione lei provasse."

Ma devo ancora capire il ruolo di Marcel in tutta la vicenda.
Storia molto avvincente e originale, scritta benissimo

Recensore Junior
24/06/22, ore 22:30

La storia pur seguendo le vicende dell'anime ha quei particolari che la rendono molto originale e interessante. I punti di vista di Oscar e André sulla "questione" più importante mi hanno stretto il cuore, si capisce tutta la difficoltà di questo amore grande che gli eventi sembrano voler soffocare. Veramente un bel racconto. A presto.