Recensioni per
Jours de gloire
di settembre17

Questa storia ha ottenuto 231 recensioni.
Positive : 231
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
04/03/23, ore 12:44

Settembre carissima, perdona il mio ritardo ma, quando ho visto il nuovo aggiornamento, non ero nelle condizioni per poterlo assaporare come meritava in ogni sua parte, e in più, dato il titolo del capitolo, ho pensato di dover essere nella miglior predisposizione di spirito per leggerlo, trovando la calma e il silenzio necessari affinché nulla del suo svolgersi andasse perduto.
E infatti questo passaggio, magnificamente narrato, è ad alto tasso ansiogeno, perlomeno per quanto mi riguarda, poiché il titolo stesso mi ha predisposto ad una attesa quasi spasmodica per quello che sarebbe potuto accadere e che, man mano che leggevo, speravo, soprattutto, non si concretizzasse in un finale tragico che rimandasse alla storia canonica.
Tutto è stato nuovamente perfetto in questo frammento che ci hai voluto regalare, con quell’intercalare le vicende attuali, a cui si stanno accingendo i Nostri, con scorci tratti dal diario di André, nei quali si evinceva, non solo l’amore, che traspariva tra le righe, con parole che descrivevano una vita trascorsa insieme, tra ricordi di infanzia e vita quotidiana, tra sorrisi cercati e trattenuti come tesori preziosi, tra il dolore di non poter essere più di quello che era e il dolore di lei che sospirava per qualcuno che non l’aveva amata, quanto il bisogno di starle accanto sempre e comunque. Ne avevano passate tante insieme e, in quelle brevi pagine di diario, abbiamo avuto un assaggio di momenti i più vari che hanno contribuito a creare un quadro del perché il sentimento di André per lei fosse nato e accresciuto nel tempo.
Ora però tutto sembra essere passato: è il 13 luglio e il Destino sta per compiersi, ben coadiuvato dalle intenzioni di tutti di dare una svolta alle loro vite per un mondo diverso e migliore sotto svariati punti di vista.
Tutto è stato precedentemente approntato con cura e, in quella mattina, i Nostri si alzano sapendo a cosa vadano incontro ma consci di poter contare oltre che l’una sull’altro anche su persone con cui hanno stabilito forti legami e che insieme condividono un ideale.
Mi è parso di trovarmi fra le strade di quella maestosa e bellissima Parigi, la quale si sta preparando a subire un cambiamento epocale, con quel silenzio che non è quello della notte bensì quello dell’attesa di qualcosa. Tutto intorno sembra concordare con questa sensazione e tu sei stata davvero brava a descrivere la città con i suoi tetti e le sue case, i balconi con le ringhiere in ferro battuto contornati di fiori e poi soprattutto i giardini e gli alberi, quelli che tante cose avevano visto passare ed erano ancora lì, pronti per ricevere il prossimo cambiamento, che magari sarebbe avvenuto proprio durante il corso di quella giornata.
Bello l’incontro con la bimba che, orgogliosamente, sta cercando di distribuire le coccarde da appuntare sugli abiti di coloro che sono amici del popolo e sono dalla stessa parte.
Poi, eccoli raggiungere le barricate di Bernard, organizzate in maniera tale da poter essere un punto di fattivo supporto per coloro che combatteranno. Arrivano anche i soldati della guardia con Alain e Marcel in testa.
E qui menzione d’onore per aver descritto in maniera commovente e reale il ritrovarsi di Marcel con suo padre. Si osservano, lo sguardo è lucido, il cuore di entrambi freme ma l’uno attende il gesto dell’altro per non prevaricare in alcun modo: e finalmente questo abbraccio, che mi ha commosso veramente tanto, forse perché speravo con tutta me stessa che loro due, dopo tanto soffrire, dopo mille incomprensioni, potessero ritrovare l’amore che li aveva uniti da sempre, anche perché il momento che stanno affrontando avrebbe potuto lasciare un discorso in sospeso e non sarebbe stato giusto per nessuno dei due.
E come ho amato tutto il passaggio a loro dedicato, con l’accenno sia alla madre, e l’amore verso quell’uomo, sia alla parrucca, ho apprezzato gli occhi di Alain: mentre si strizzavano prima di mirare, ma con la coda dell’occhio rivolta a vedere che André fosse sempre accanto a lui; poi mentre osservavano quanto avveniva intorno controllando i movimenti di Marcel; e soprattutto mentre puntavano lo sguardo su Oscar al fine di accertarsi che lei fosse sempre davanti a loro a dare ordini e incalzarli con la spada levata.
E alla fine l’attacco, entrando nel cuore della battaglia, che sortisce un buon effetto poiché sorprende il nemico, riuscendo a tenere i soldati lontano dalla piazza dove tutti sono barricati. Però gli scontri non sono ancora finiti e altri soldati li trovano e ingaggiano con loro battaglia che lascia a terra soldati da ambo le parti. Ho visto quella mischia fino a quando, fra nuvole di polvere, hanno trovato ricovero sotto il ponte.
In questo attimo sospeso che si è venuto a creare, mi hanno stretto il cuore i pensieri gemelli di Oscar e André, proprio quando deve essere deciso come salvaguardare tutti loro dall’impasse che si è sviluppata.
Nel mentre, coraggiosa la decisione di Marcel di andare a cercare Iatroux per smuoverlo e portare anche lui a condividere ciò che stanno vivendo, sapendo quanto il suo aiuto potrebbe essere provvidenziale.
E infine ciò che mai avremmo voluto accadesse: André è rimasto ferito ed è accompagnato da Alain che ne porta il corpo, mentre Oscar ha raggiunto Nonna Marie e i Dunant a Saint Eustache, ma non appena comprende che quel capo chino sia quello di André, senza sentire più nulla, senza pensare che fuori ci fossero soldati pronti a far fuoco, senza pensare a se stessa se non ad André, si lancia verso di loro e viene colpita da uno sparo.
L’immagine di lei rannicchiata a terra con ancora nella voce il nome di André urlato al vento è di forte impatto e lascia travolto anche il lettore che ora spera solo che ciò che è successo non sia irreparabile per loro due.
Forse le parole del diario di André, che hai inserito proprio alla fine del capitolo, stanno a significare che passeranno tre giorni e lui potrà nuovamente annotare i suoi pensieri di uomo innamorato su quelle intonse pagine bianche, e che la macchia che la penna ha lasciato, mentre lui pensava cosa scrivere, sia solo la metafora di quanto hanno subito ma che tutto sia passato e possano ancora raccontarlo e raccontarsi.
Quest’ultima però è un’ipotesi tutta mia, non suffragata da qualcosa di concreto, ma solo da una speranza che le vicende si siano potute evolvere positivamente e possano continuare ad evolvere altrettanto positivamente, vivendo i loro altri “jours de gloire”.
Complimenti a scena aperta anche per quell’ immagine finale di Oscar che corre, sconvolta e addolorata, che anche a me ha rimandato alla memoria il film “Roma città aperta” con la corsa disperata della Magnani trucidata sulla strada.
Un affettuoso saluto e sempre grazie per tutto ciò che ci stai facendo vivere tramite le parole della tua storia.

Recensore Junior
03/03/23, ore 23:28

È il 13 luglio.

Parigi si sveglia in un’alba rifulgente di luce e colori, nella bellezza delle verdi fronde dei suoi alberi e nel martoriato splendore delle sue strade e dei suoi palazzi.
Parigi si sveglia e sembra trattenere il respiro, nel silenzio e nella quiete che precede le giornate di sangue e gloria.

Le barricate sono state alzate e si aspetta. Nascosti, al riparo del vicolo reso inaccessibile. E pronti, con le provviste stipate, le armi accumulate e le sentinelle di vedetta.
Le barricate sono alzate e nel silenzio c’è ancora tempo per sentirsi vivi e per far cadere le barricate che ingabbiavano il cuore e inaridivano la speranza soffocando i sogni.
C’è tempo affinché un ragazzo ferito e disilluso riesca finalmente a riconoscere nell’uomo fragile e piegato dal dolore, il padre che l’ha cresciuto e a suo modo amato. Affinché trovi in un abbraccio silenzioso il calore e la potenza della resa.
C’è tempo affinché un quasi medico lasci il suo bicchiere di vino e torni a tuffarsi nel fango dove si lotta e si muore con una coccarda appuntata sul petto, per il sogno di un mondo migliore.

E poi c’è un uomo che, nonostante il sacrificio di un’intera esistenza spesa nell’ombra di lei, non ha mai smesso di vivere. E tutta quella vita è lì, in un quaderno, unico rifugio e sostegno a desideri soffocati, malinconie struggenti, dolore inconfessabile. Vivo, sempre, anche nella più nera disperazione, con il cuore che sanguina ma che non si chiude all’amore e alla speranza.

Cosa scrive un uomo innamorato che vive la gioia di essere amato? Nulla. Perché se il dolore si scrive, la gioia si vive. Nonostante le barricate, le baionette spiegate, le imboscate. Nonostante la paura di perdere tutto. Nonostante la rivoluzione.
Non a tutti è dato di provare questa gioia. Che sia per sette giorni, per una notte soltanto o per una vita intera.

Cara Settembre, è impossibile non tremare davanti alla potenza delle tue parole. Andre’ inerme su quel cavallo ed Oscar rannicchiata su quel selciato fanno davvero tremare il cuore. Ma non ho paura, perché qualunque cosa accadrà avranno avuto il privilegio di vivere un’emozione che supera il tempo.
Ed io con loro.

Recensore Master
03/03/23, ore 18:05

Ciao Settembre. Sono lieta di tornare a commentare questo tuo scritto. Bella l'alternanza tra quello che sta accadendo e le pagine del quaderno di André. Mi ha colpita la parte riguardante Marcel e il padre. Tutto ben descritto riguarda cosa sta succedendo per le strade di Parigi e mi sono del tutto immersa in questo triste scenario. Terribile quanto accaduto nel finale, povero André, povera Oscar, ci sará la speranza per loro? Spero.davvero di si. Poetico leggere quanto abbia scritto André alla fine del capitolo con il suo profondo amore per Oscar. Grazie per le emozioni e per ringraziare chi ti segue. A presto. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 03/03/2023 - 06:12 pm)

Recensore Junior
03/03/23, ore 14:40

Un'altro capitolo molto emozionante.
Grazie.
Ci avviciniamo al "Jour del gloire" che da il titolo a questa storia, che rimarrà sempre tra le mie preferite, qualsiasi sia l'epilogo che gli vorrai dare.
A presto.
Eledhwen71
 

Recensore Veterano
02/03/23, ore 22:21

Forse dirò una sciocchezza, ma a me i pensieri del quaderno di Andre’ ricordano tanto un testamento… parole espresse da chi non può più parlare, e vive soltanto attraverso il ricordo. Spero sinceramente di sbagliarmi e chi ci sia un’altra ragione per inframmezzare la storia dei giorni della Rivoluzione con il diario dei tempi andati. Certo mi consola che avranno a disposizione le cure di Iatroux, sia Andre’ che Oscar. Al momento non saprei dire chi sia messo peggio; certo, quel corpo rannicchiato a terra è stato un bel colpo basso, quando ancora non ci eravamo ripresi dall’ansia per le condizioni di Andre’!
Dimenticavo: l’abbraccio tra Marcel e suo padre mi ha davvero commosso! Non avresti potuto descriverlo meglio!

Recensore Veterano
02/03/23, ore 22:02

Mia carissima Settembre,
Che uragano di emozioni ha accompagnato questo ultimo aggiornamento!
Tutti i capitoli della storia sono splendidi, ma non so se è perché ci stiamo avvicinando al gran finale o se è per la tensione che è cresciuta inesorabilmente di riga in riga fino a quella conclusione che mi ha lasciato con il fiato sospeso, ma ho trovato questo capitolo a dir poco magnifico.
Si vede che ami tanto Parigi e la sua intrinseca bellezza con i suoi “scenari di surreale incanto e di struggente orrore”. E come biasimarti? Parigi la visiterei centinaia di volte senza averne mai abbastanza.
E vogliamo parlare di quei passi dai quaderni di Andre’, scelti ad hoc e riferiti a diversi momenti della loro vita con lei perennemente al centro dei suoi pensieri, collocati magistralmente e simbolicamente a spezzare quella giornata così significativa per loro e per la povera gente di Parigi. Sarebbero bastati loro da soli per farmi battere il cuore all’impazzata. 
Mentre la riconciliazione tra Marcel e papà Laroche la aspettavo da tanto e come auspicavo le lacrime sono scese copiose: tra loro le parole non erano affatto necessarie, e la tenerezza e l’amore che affiorano dai ricordi di Marcel mi hanno commosso profondamente.
Ho ammirato anche la tua delicata e filosofica rappresentazione della natura in sottofondo, attraverso quegli alberi presenti in tutto il capitolo, la quale è da sempre osservatrice silenziosa di tutte le vicende umane, perché la terra continua a girare e il tempo continua a scorrere a prescindere dalle guerre e dalle passioni degli uomini. Così è sempre stato e così sarà sempre. 
Alla fine Oscar e Andre’ sono rimasti entrambi feriti a seguito dei disordini del 13 luglio (e non sappiamo ancora quanto gravemente). E me la sono proprio immaginata la tua Oscar nella sua corsa disperata come in “Roma città aperta”. 
Spero tanto che la tua storia regali ai nostri eroi un destino meno crudele di quello canonico, perché in fondo le fanfiction nascono per riscattare quel trauma mai superato della loro morte precoce e così crudele, giusto? Nel frattempo paziento fiduciosa e incrocio tutte le dita (di mani e piedi!). 
Non so come sia possibile, ma ti sei superata anche stavolta. Perciò applausi a profusione per te. 
Un caloroso abbraccio e una buona serata,
Tua G.
(Recensione modificata il 03/03/2023 - 12:18 am)

Recensore Veterano
02/03/23, ore 20:26

Cara settembre spero non sia finita così. Il capitolo è molto bello , la dolcezza di André che scrive sul diario è come lo immaginavo, ma il finale perché. ? Spero solo siano feriti del resto qui la scena cambia e in più c è la nonna a soccorrere i nostri. Che dire io ci spero vedi un po tu

Recensore Master
02/03/23, ore 18:47

Noo, speravo che stavolta André si sarebbe salvato, invece.. anche Oscar è stata colpita! Ma è solo ferita, giusto? Molto convincente l'alternanza tra presente e passato attraverso il diario di André, che si interrompe nel momento per lui più felice.

Recensore Veterano
02/03/23, ore 17:19

Carissima Settembre,
ci sono due storie che si dipanano in questo capitolo, una più bella dell’altra. Quella di André innamorato solitario che sogna, che spera e si dispera, che attende con fiducia, che vede quello che c’è dietro un sorriso, che potrebbe vivere di solo cielo, vento e mare, purché sia con lei, con i suoi pregi e i suoi difetti, con tutto ciò che fa di lei, lei.
E poi, dove finisce questa, inizia quella di André “uomo innamorato che vive la gioia di essere amato” che con lei si alza al mattino, vive, combatte, fa l’amore, “assapora la vita”.
E purché sia con lei, la vita è anche quella degli ideali urlati ad un mondo a cui non appartengono più, entrambi, delle battaglie in cui per difendersi non ci si può nemmeno toccare, della paura che deforma lineamenti e pensieri.
Questa storia si arresta sotto il fuoco del 13 luglio ma, come gli “alberi che nulla sapevano di quel giorno e che alla sera sarebbero stati ancora lì, e il giorno dopo e il giorno dopo ancora”, non è detto che finisca…

Poi c'è l’altra cosa...l’importante è che tu lo sappia, poi qualcuno ce lo dovrà spiegare come sia possibile sia capitato di nuovo, che in realtà capiti sempre, dopo le briciole ;)
Un abbraccio

Recensore Junior
02/03/23, ore 15:15

Settembre17 mi hai lascito senza fiato.Questo è il migliore capitolo della storia ,lo trovo insuperabile .Ho amato la tua descrizione di Parigi e dei parigini ,dei soldati ,dei ribelli, cogli con sapienza il sentimento rivoluzionario ,non rappresenti solo il suo slancio combattivo ,ma anche il suo quotidiano, la descrizione dei bambini ,bambini che si trovano in guerra e anche se bambini lavorano come tutti ,ma essendo bambini non possono non farlo con la loro unica di innocenza (I bambini vivono la guerra come tutti e spesso sono quelli che hanno i danni maggiori ,perdono i loro padri e le loro madri, sono coloro che perdono di più perché sono ancora pagine bianche che devono ancora essere scritte ,e la guerra togli loro l'inchiostro ,ma non i colori che sono dentro di loro).Andrè goliardico ( una cosa che ho capito con il tempo è che Andrè è paradossalmente il personaggio che vive una situazione disperata per gran parte della sua vita ma non è un disperato ,davanti a una difficolta non si arrende ,accetta il dolore ,cosa che molti personaggi non sanno o non vogliono fare ,e va avanti nel miglior modo possibile ,su questo aspetto è certamente il personaggio più maturo) con la bambina fa una tenerezza dolcissima ;è così che me lo immagino con i bambini li approccia in modo gentile e divertente (purtroppo nel storia originale ci viene mostrato soltanto il comportamento di Oscar)


Marcel e il padre si sono finalmente riappacificati , il loro incontro avvenuto per caso scalda il cuore ,la pace arriva tramite la donna che entrambi hanno amato profondamente in modo diverso ,e che a sua volta li ha amati più di ogni cosa ,uno come marito ,l'altro in quanto figlio.Il parrucchino caduto lo vedo come una metafora del muro che avvolgeva il cuore di Marcel ,che in realtà è sempre stato fragile :
"Ora non è più un gamin .E' un uomo".

Gli scontri per le strade sono straordinari ,il lettore ha costantemente un nodo alla gola nel terrore che succeda qualcosa, in particolare è in pensiero per Andrè ,( i frammentti del suo diario sono dolcissimi ma preannunciano una tragedia ,la quale ha anche un ironia amarissima come vedremmo alla fine)ma l'occhio attento di Marcel evita la tragedia ,un osservatore attento può mutare il destino ( la disattenzione si paga sempre molto cara ma lucidità si sà serve proprio quando manca).I personaggi si dividono ognuno va per la sua strada .Grazie a Marcel scopriamo che le parole di Andrè hanno smosso Iatroux ,e non possiamo non esserne lieti ,è impossibile non sorridere alla scena.

Tutto sembra andare per il meglio, attenzione alle parole SEMBRA , in realtà è solo la quiete prima della tempesta .Oscar torna a casa sana e salva ,riassicura Marie (povera donna riesco già a udire la sua disperazione nel prossimo capitolo )su le condizione Andrè ,l'ultima volta che l'ha visto stava bene ,ma all'improvviso arriva il disastro preannunciato fin dall' inizio ?O così pare.



Le si parò davanti uno dei soldati ribelli - chi? non l’avrebbe saputo nominare -, sudato, stravolto, il volto deformato.
Diceva cose.
Pronunciava parole.
Ma le sue orecchie parevano chiuse a qualunque suono.
Lei sgranò gli occhi e provò a leggere quelle parole sulle sue labbra. Ma non ci riuscì.
Così sbatté le palpebre una volta, come per riprendere coscienza, e seguì ancora il movimento di quelle labbra che dicevano parole.
E alla fine lei decifrò quelle parole. Quelle parole per lei. E sentì la testa girare, lo sbigottimento e insieme l’inverarsi della sua paura più grande.
 
Comandante, André è stato ferito!
È ferito, comandante!




La sua più profonda ,grande e intima paura di Oscar si fa carne e lei perde la donna comandante ,la donna lucida e sempre presente a se stessa e non può che rimanere solo la donna innamorata ,follemente innamorata che fa una " una folle corsa " in cerca di Andrè e lo vedo ciondolare su Alain ,e non può che correre ancora più forte ,ancora più follemente ;sulle labbra il nome di Andrè si fà grido disperato, ed ora si compie la tragedia?Credevo di non poter mai scrivere questo ma sei riuscita a essere più sadica dell'Ikeda e di Dezaki ,(sadica in maniera sublime e delicata ,magicamente viva e reale ma non riesco a non risentirmene giusto un pò ,ho una paura addosso che dispersamente spero non si avveri anche se la vedo durare ,le parole che sceglie un autore sono fondamentali, scegliere una determinata parola al posto di un' altra per descrivere una situazione cambia tutto e porta su universi diversi .Dire che a terra rimase il corpo rannicchiato di Oscar è assolutamente diverso dal dire che Oscar rimase rannicchiata a terra ,la prima è infinitamente più tragica ,mette veramente paura ,sostanzialmente spara di spalle anche al lettore.

Del resto già il titolo mi suggeriva tanto dolore , appena l'ho letto .


Ho sempre associato la gloria alla morte , quindi quando ho visto Jours de glorie ho pensato da subito ad una storia dal finale glorioso ma anche molto amaro .
(La speranza comunque è l'ultima a morire , o meglio non muore mai perché anche se morisse risusciterebbe ad ogni rilettura futura)



Un grande abbraccio ,grazie per il tuo lavoro,grazie per aver reso la mia giornata migliore grazie al tuo capitolo.



P.S
Sono una pessima recensitrice ,lo faccio poco e senza costanza ,ho letto questo capitolo e il precedente immediatamente in pratica ero col telefono in mano quando li hai pubblicati in entrambi i casi in questione .Sul blocco note del telefono è rimasta ancora la recensione del precedente capitolo da finire ,la iniziai (come questa che sto scrivendo ora) totalmente di getto ma poi mi dovetti fermare perché dovevo uscire a fare una commissione ,da grande procrastinatrice quale sono non l'ho ancora terminata ,



Ma prometto a te e sopratutto a me stessa che recensirò ogni capitolo di questa bellissima storia anche se sarò più lenta di una lumaca.

Recensore Junior
12/02/23, ore 00:22

Ciao Settembre, ogni capitolo che scrivi porta in sé delle grandi emozioni. È bello come si intrecciano i sentimenti dei vari personaggi che stanno andando incontro a un destino sempre più incerto per l'incombere degli scontri tra l'esercito e il popolo. Marcel è un personaggio che ho amato pian piano e in questo capitolo ho apprezzato molto le sue confidenze e il momento in cui ha fatto ridere Oscar. Mi lascia comunque sempre un fondo di tristezza la sua storia finita male, spero sempre che possa rivedere Joss e magari insegnarle a leggere e scrivere perché abbiamo capito quanto questa condizione abbia limitato il loro futuro. Se lei avesse potuto lasciargli una lettera le cose sarebbero andate diversamente molto probabilmente. Ti faccio sempre i miei complimenti perché è una storia bellissima. A presto.

Recensore Master
08/02/23, ore 18:19

Ciao Settembre. Mi é piaciuto quanto abbia scritto di Marie nella parte iniziale del capitolo. Hai ben descritto il fermento generale e tra tutti ci sono Oscar e André con il loro sentimento. Ho letto con interesse quanto abbia detto Marcel nel conversare con Alain ed é stato bello leggere di quel sorriso di gratitudine. Suggestivo il dialogare tra Marcel e Oscar. Saró curiosa di leggere il seguito, spero che possa andare tutto diversamente per Oscar e André. Mi é piaciuto molto leggere questo capitolo. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 08/02/2023 - 06:20 pm)

Recensore Junior
06/02/23, ore 15:32

In una guerra potersi difendere è importante quanto la potenza d’attacco. Quando le forze sono impari, per numero, armamenti o preparazione, probabilmente è l’unica possibilità di resistenza e di vittoria.
È il 12 luglio, il ministro Necker è stato licenziato e una città già in fermento sta per esplodere. Non c’è più il carretto dei fiori. Non ci sono più bimbi a passeggio con le loro balie. Semplicemente non c’è più tempo.
Bisogna costruire barricate, e vanno costruite bene. Per potersi proteggere, per poter resistere, per poter tentare il più possibile di salvare vite umane. Barricate dove poter riparare, in caso le cose si dovessero mettere male. Barricate dove poter portare i feriti gravi. Perché ci sarà un prezzo da pagare per la libertà e sarà un prezzo alto.
L’indomani alcuni soldati della Guardia diserteranno per unirsi al popolo in rivolta, soldati ribelli che combatteranno in prima linea anche se la morte è un’opzione concreta e fa paura.

È il 12 luglio, e c’è un comandante che ha deciso di combattere a fianco del popolo perché ne condivide sogni e ideali e che con fredda determinazione impartisce gli ordini necessari ad innalzare le barricate. Quel comandante l’indomani tornerà a guidare il manipolo dei suoi soldati. Soldati ribelli come lei.

Eppure a volte la guerra più feroce non infuria fuori. A volte l’anima sopravvive a ferite mortali e l’unica soluzione possibile sembra quella di proteggersi dietro barricate di silenzi, indifferenza e risentimento. Lasciare fuori ogni sentimento che possa rendere fragili. Smettere di vivere per sopravvivere in un limbo dove non c’è speranza ne’ futuro.

Anche quel comandante per anni ha nascosto cuore e desideri dietro un uniforme che ha rappresentato onore, rango, ruolo e accettazione sociale. Ma quel comandante è anche una donna che si è scoperta capace di amare e che si è spogliata di quell’uniforme perché ha capito che si può vivere l’amore fino in fondo solo accettando di perdere ogni difesa. Perché solo accettando il rischio di soffrire si può essere felici. Nell’inquietudine, nell’incertezza, nella paura di perdere tutto, si può vivere ogni attimo ed essere felici.

Fuori si costruiscono barricate, ma quel comandante sa che la vera libertà, la vera rivoluzione, è perdere ogni difesa.

È il 12 luglio e ho letto questo capitolo con la stessa inquietudine, gli stessi dubbi, le stesse mute preghiere di Oscar e Andre’. Il prossimo capitolo ci porterà al 13 luglio e trattengo il fiato. La storia non si ferma ma in questa storia tutto può ancora accadere. Quello di cui sono sicura però è che Oscar, Andre’, Marcel, Iatroux, monsieur Laroche vivranno certamente la rivoluzione. Fuori e dentro di loro.
(Recensione modificata il 06/02/2023 - 03:38 pm)

Recensore Master
05/02/23, ore 22:38

Mia carissima Sett., te lo confesso: con questo capitolo mi hai stesa, ho pianto (tanto) e riso molto e quasi in modo liberatorio in un altro punto.
Questo capitolo gronda emozioni dal principio alla fine e la sensibilità con cui lo hai intessuto è rara e preziosa.
Ho amato leggere di André che rivede in Oscar innamorata la versione spensierata che era da ragazza e ho amato altrettanto quel loro comunicare muto, alla fine, poi, quando si sono incamminati a casa ero davvero commossa.
Il loro è un amore completo, fatto di mille sfaccettature, e mi piace moltissimo il fatto che tutto ciò tu lo trasmetta con una mano, uno sguardo o un gesto.
Marie che li ha raggiunti mi ha dato un sollievo incredibile: temevo per lei a palazzo e non sai quanto io sia contenta di saperla coi suoi ragazzi.
Il discorso di Oscar a Bernard credo sia la parte in cui sei riuscita brillantemente a fare emergere la grinta militaresca a cui siamo abituati e che abbiamo imparato ad amare: sei fenomenale, davvero.
Ho adorato anche André pronto a non cedere davanti alla disillusione di Iatroux e, non so perché, un po' ci spero che il vecchio cambi idea e raggiunga Bernard.
Marcel: mio amore platonico, me lo concederai spero, mi spieghi come si fa a non innamorarsi di un personaggio così ferito dalla vita e così vivo al contempo?
Io sono rimasta pietrificata come il povero Alain davanti alla rivelazione della Martinica: sei stata sadica ma eccezionale con lui, credo sia un personaggio che nessun lettore potrà dimenticare.
È bellissimo come hai riallacciato i fili della sua disillusione attraverso il discorso finale con Oscar: quel loro scambio finale credo mi sia rimasto incastrato un po' dentro. Inoltre, mi prometti che il papà sarà salvo? Potrebbe avere qualche informazione su Joss...io continuo a sperare, lo so, ma non posso farne a meno.
Inoltre, il discorso sui soldati e i loro "tempi", sai che credo mi abbia sentita l'intero palazzo?
E sì, è splendido il momento in cui discutono privi di inibizioni o paletti di stampo sociale, me la figuro benissimo questa Oscar.
Mia carissima Sett, cosa posso dirti io se non che sei sempre più brava e che questa storia è sempre più avvincente? Io te lo dico, col cuore in gola, non vedo l'ora di addentrarmi in contesti più bellicosi al loro fianco: non posso certo lasciarli!
Intanto, però, pregando che tutto vada per il meglio, ti rinnovo i miei più sinceri e sentiti complimenti.
Una commossa e ammirata,
A.

Recensore Veterano
05/02/23, ore 11:42

Cosa dire di questo 12 luglio?
A me piace più dell'originale e dell'originale trovo però i segni.

Vedo la paura taciuta e feroce per l'occhio di André e quella di perderlo per tale motivo (perché anche là era così anche se Dezaki si è ben guardato dal dirlo) che è tutta in quella richiesta "promettimi che tornerai a casa, dalla nonna".

Vedo lei che lo abbraccia da dietro mentre lui contempla la strada (e avrebbe dovuto farlo mentre lui contemplava il ritratto, mannaggia!)

Vedo la tensione per l'attesa degli ordini che lei ha già iniziato a dare...dall'altra parte (e quella strategia di barricarsi in un vicolo stretto per rallentare l'avanzata dei reggimenti reali mi ha ricordato il miglior Leonida :)

Vedo loro avviarsi stretti verso casa (qui non c'è bisogno di nessun "preferisco se mi accompagni"). La notte delle lucciole ovviamente è fuori luogo ma non nel suo significato più profondo, quello di amarsi fino in fondo perché l'indomani potrebbe essere troppo tardi. Come quel "sei bellissima": fuori luogo forse per la situazione ma perché non dirlo se si può vivere, liberi, il presente?

Analogamente i soldati trovano un modo particolare per scaricare la tensione del momento, come ci illustra quell'adorabile faccia da schiaffi di Marcel che forse, nella precarietà estrema di quei giorni, troverà il modo di spogliarsi delle sue difese e perdonare il padre.
E poi, sai cosa mi è piaciuto? Che questo 12 luglio inizi con un bacio al sapore di marmellata! ;)
Cara amica mia, è ora di preparare i botti...ma sono tutti per te!
A presto