Recensioni per
Jours de gloire
di settembre17

Questa storia ha ottenuto 231 recensioni.
Positive : 231
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
05/01/23, ore 13:05

Settembre carissima,
Ho trovato questo ultimo capitolo intensissimo e meraviglioso, dalla prima all’ultima parola, così come Andre’ ama la sua Oscar dalle dita dei piedi alla punta dei capelli, in tutta la sua fragilità e forza di donna. 
Ho amato i discorsi e le profonde riflessioni di Roger Laroche, che rivela i suoi timori e apre il suo cuore ai nostri, così simile nei suoi ragionamenti paterni al Generale Jarjayes. 
Ho amato da morire lo sguardo di Andre’, tutto nuovo e appena scoperto, quello che anticipa un bacio, ma anche il suo stare in disparte ad osservare ciò che accade intorno a lui, sempre con lo scopo ultimo e supremo di proteggere la sua Oscar.
Ma più di tutti ho amato la tua Oscar e il suo timore di perdere Andre’ durante gli scontri che per forza di cose li coinvolgeranno (timore che nell’anime non sembra sfiorarla perché i nostri, dopo averne passate tante insieme, si credono immortali ed intoccabili, sbagliandosi di grosso).
E più di ogni cosa ho amato da impazzire quel “Ho voglia di te, André”, sussurrato in un soffio di impellenza, desiderio e di paura e quel languore che ha minato l’equilibrio di Andre’, e quell’unione consumata con urgenza, furia e passione in quel vicolo buio, perché gli eventi stanno precipitando e di tempo non ce n’è più.
E come Oscar e come te, tutti pensiamo e abbiamo pensato che “non era giusto che lei o André potessero morire in quella Rivoluzione”.
Non mi stancherò mai di ringraziarti per questo what if, per questi personaggi stupendi, per le emozioni che sai sempre suscitare durante la lettura. Grazie davvero di cuore.
Un forte abbraccio, carissima, e alla prossima,
G.
(Recensione modificata il 05/01/2023 - 01:09 pm)

Recensore Veterano
05/01/23, ore 12:51

Cara settembre, la storia sta inesorabilmente prendendo la drammatica strada che li porterà verso la rivoluzione.
Un altro capitolo meraviglioso in cui due momenti mi hanno particolarmente colpita: il confronto con il sig. Roger dove Oscar paragona il dolore di un padre con quello di suo padre. La consapevolezza della sua posizione privilegiata per diritto di nascita e il ricordo lontano di quei contadini disperati incatenati dalla povertà.
E poi la riunione a casa di Bernard dove prende definitivamente coscienza che l’inevitabile è una valanga che sta arrivando davvero e non si può più arrestare. Ed è forse questa presa di coscienza e le drammatiche conseguenze che ne potrebbero arrivare che fanno scoppiare l’urgenza di vivere disperatamente quel sentimento unico e profondo ancora e ancora. Anche in un vicolo di notte, perché adesso non c’è più tempo.
Complimenti come sempre e buon anno ❤️

Recensore Junior
04/01/23, ore 19:10

Nessun amore è una strada in discesa. Tra tutte quelle che ci si aprono davanti spesso è la più stretta, la più tortuosa, la più faticosa.

È buia ora la strada che monsieur Laroche ha tracciato faticosamente con le sue sole forze per cercare di allontanare le catene della miseria e dare al suo ragazzo un futuro sereno e libero.
Avevano camminato su quella strada insieme ma non era stato capace di ascoltare i suoi silenzi. Avevano guardato nella stessa direzione ma senza rendersi conto che i loro occhi non coglievano gli stessi orizzonti.
Ed ora si ritrova solo.
Perché l’amore non protegge dagli sbagli, dalle delusioni, dalle aspettative infrante. Non ci esime dalle conseguenze delle nostre scelte. Anche se fatte a fin di bene.
È solo su quella strada ma lo accetterebbe se quella intrapresa dal suo ragazzo fosse frutto di una libera scelta. Lui può solo continuare a mettere un passo dopo l’altro lasciando la porta aperta e sperando che i venti di rivoluzione che soffiano su Parigi non interrompano prematuramente il cammino del suo soldato.

Venti impetuosi, che non fanno dormire e che generano una tempesta nel cuore di Oscar e Andre’ che hanno percorso la stessa strada da una vita e solo ora si ritrovano a guardare lo stesso orizzonte.
La consapevolezza di poter perdere ogni cosa, adesso che sono diventati l’uno per l’altra tutto, è buio che spezza gli intenti e annebbia i pensieri. Perché l’amore non impedisce di provare paura ma dà il coraggio di sfidare il buio insieme.
E non c’è bisogno di sentire vuota retorica, sotterfugi di potere, ragazzini esaltati e popolani assetati di violenza. Non c'è nessuna decisione da prendere. Loro hanno già scelto da chi parte stare.
Perché il vero coraggio è quello di chi ha tutto da perdere e sceglie di non tornare indietro.
Di chi tra tre strade, con le dita che tremano e il respiro spezzato, sceglie il vicolo buio ed in salita.


Grazie di tutto e buon anno a te carissima Settembre, che ogni volta riesci a donarci un po’ della vera bellezza.

Recensore Master
04/01/23, ore 13:04

Carissima Settembre,
è bello, questo capitolo, soprattutto per il focus dolente e spietato sulla figura di Monsieur Laroche, il padre di Marcel. Quest'uomo, che ha sacrificato la vita al lavoro, al fuoco dell'ambizione che divora chi smania per farsi una posizione dal niente, e, pur nelle sue buone, buonissime intenzioni, anzi, proprio perché accecato dalle sue buone intenzioni, nulla vede attorno a sé, e tutto travolge, mi ricorda tanti uomini che ho incontrato, imprenditori intelligentissimi, dalla volontà di ferro, uomini che si sono fatti da soli, e ne sono giustamente fieri, ma che, dietro di sé, e senza volerlo - ecco la tragedia! - hanno lasciato nella loro famiglia solo le macerie dei rapporti umani, e delle Rivoluzioni, della politica, essi non capiscono nulla, se non il disastro economico che ne verrà. Questo Monsieur Laroche, umanissimo, è una sorta di Heautontimoroumenos aggiornato al XVIII secolo: potrà mai riparare, si chiede, al danno fatto a suo figlio, che, come il giovane uscito dallo stilo di Terenzio, si è allontanato dal padre, arruolandosi, dopo che il suo sogno d'amore è stato spezzato brutalmente?
Sai, Settembre, ti dirò: al di là del titolo, azzeccatissimo, che hai dato al tuo aggiornamento, questo capitolo nella mia testa ha un sottotitolo: "Avere e non avere"; mi ha colpito tanto il pensiero di Oscar, che riflette sulle "catene della povertà" (bella la citazione del titolo dell'ep. 13), e, certo, al fatto che è ben diverso essere ricchi di una ricchezza avita, ereditata, e ricchi di una ricchezza che è costata fatica, sforzo, sacrificio, lacrime, notti insonni, e che certo non consente di stare in ozio nella cornice fasulla e dorata della Corte.
Grazie davvero per questo capitolo, strepitosamente denso e ricco, che mi ha molto toccata; e a presto; e, naturalmente, buon anno,
d

Recensore Veterano
04/01/23, ore 10:30

La complessità delle situazioni, delle scelte, delle posizioni contrapposte, non è possibile risolverla o scioglierla e, certe volte, non è possibile neanche comprenderla in tutti i suoi dolorosi risvolti.
E quella che chiamiamo felicità, quell'ebbrezza dei sensi e del cuore che sfugge ad ogni comprensione e ad ogni controllo, ci mette paura, senza dubbio. Come non essere terrorizzati dalla prospettiva di perdere ciò di cui, finalmente, proviamo a misurare i confini, scoprendo, con meraviglia - e terrore - che non esistono confini?
Qualche volta il problema può essere quello di non essersi compresi abbastanza "Che cosa potevo sapere io, allora, di quell’amore? Mi è stato sbattuto in faccia, ma dopo. Dopo!", qualche volta, invece, il problema è che ci si comprende anche troppo " perché era talmente sgomento che non sarebbe stato in grado di nasconderglielo e lei avrebbe visto la sua incomprensibile paura. E l’avrebbe compresa".
Ma che sia semplice può pensarlo solo chi, per superficialità o per inesperienza, può "sorridere quando si discute di scelte tanto drammatiche”.
Poi può accadere che ciò che ci confonde abbia in sé l'antidoto alla confusione, e che tutto possa diventare chiaro in un istante "la confusione cessò, si lasciò guidare da quell’unico occhio che le mostrava nello stesso momento i pensieri di André e le svelava i suoi" ed ecco che tutto torna ad essere semplice. Perché sapere a chi tenersi aggrappati e stretti, pur nel "ciclone della storia", non è cosa da poco e non è cosa da tutti.
E di questa Oscar, che potrebbe sembrare, ad un primo sguardo, un po' "inedita", ammiriamo ed amiamo - senza misura e senza condizioni! - " l’urgenza" che ha la "potenza di un terremoto" e che è sua, assolutamente sua e di nessun altro.
A presto.
Octave

Recensore Veterano
03/01/23, ore 22:23

Non mi starò a ripetere sulla bellezza di questa storia e sulle tue abilità da scrittrice. Ti sai districare bene fra le parti introspettive, descrittive e dialogiche. L’aspetto che più mi ha colpito stavolta - forse perché ognuno di noi rilegge attraverso gli scritti altrui le proprie esperienze di vita- è quello del confronto fra genitori e figli. Tra le due generazioni dei Laroche e dei de Jarjayes troviamo una incomunicabilità di fondo, figli che fanno le loro scelte, ribellandosi a ciò che i padri avevano deciso per loro, e ai genitori non resta che accettare quelle decisioni e lasciare una porta aperta nella speranza di un eventuale ritorno, proprio come il Padre misericordioso della nota parabola.
Abbiamo conosciuto la versione di Monsieur Roger, pirandellianamente diversa da quella del figlio; e chissà se è vero che lui non sapeva nulla di Joséphine e che non è un uomo così arido e insensibile. Certo è che al figlio vuol bene, e l’idea che scoppi una rivoluzione, essendo Marcel un soldato, lo preoccupa non poco.
Preoccupazione che non risparmia neppure Oscar e Andre’, ma per motivi diversi: lui teme per la sua salute cagionevole, lei che uno dei due soccomba in battaglia.
La scena finale dell’amore consumato nel vicolo è piuttosto forte e, devo dire, inaspettata; forse Oscar non intende sprecare neanche un attimo proprio perché ha acquisito consapevolezza che quella felicità non può durare.
Nel complesso però il fatto che la tua storia abbia un ritmo più lento rispetto al cartone animato, dove gli eventi precipitano nelle ultime due puntate con rapidità impressionante, mi renderebbe più sopportabile persino un finale tragico, qualora tu volessi così. Sono sempre più curiosa di proseguire.
Un caro saluto e tanti auguri di buon anno anche a te.

Nuovo recensore
03/01/23, ore 17:39

Storia meravigliosa e meravigliosamente raccontata,un piacere leggerti
Spero ovviamente in un lieto fine ,anche sofferto ma in un lieto fine perché la storia vera è troppo triste 😅 aspetto con ansia i successivi Capitoli e davvero complimenti

Recensore Master
03/01/23, ore 13:42

Mia carissima Settembre,
ci hai regalato un ennesimo capitolo magnificamente narrato in questo inizio di anno il cui titolo mi sembra quanto mai appropriato visto che per tutto il suo svolgersi quel soffio della paura che tu hai evocato si percepisce forte e chiaro in ogni fase che tu hai svolto.
A cominciare dai pensieri di André al risveglio con quella paura sottile che corre sotto pelle e raggiunge prima il cuore e infine la mente, per il timore che i tempi che si stanno approssimando possano portargli via la sua ragione di vita, lei che ha scoperto con lui l’amore e del quale non potrebbe più fare a meno. Ora lei riposa accanto a lui ma è certo, per quel filo sottile che da sempre li ha legati, che se lo guardasse negli occhi carpirebbe il suo terrore.
In quei minuti di silenzio gli sono passati davanti agli occhi tutte le occasioni in cui avrebbero potuto perdersi e il cuore gli si è stretto, solo mitigato dal risvegliarsi di lei che gli ha dato il buongiorno con una lieve carezza.
Momenti di dolcezza e delicatezza che rivelano l’animo nobile di André che farebbe di tutto per preservare da ogni male la sua Oscar.
E lo stesso soffio di paura lo abbiamo potuto percepire in Monsieur Laroche che, nella sua bottega, si dedica alla lettura del giornale che riporta notizie inquietanti ogni giorno di più. Il suo timore non è tanto per se stesso e la sua attività, che comprende giovani lavoranti, quanto per quel suo figlio che ha scelto una via e una vita diverse arruolandosi nell’esercito. Se quelle notizie, che legge con sempre maggiore apprensione, si dimostrassero vere la vita di suo figlio sarebbe in pericolo e lui non riuscirebbe a sopportare di perderlo. Già ha perduto la moglie, che sempre si reca a trovare al cimitero e le parla, che non può nemmeno immaginare una simile dolorosa eventualità. Ora ancora non si parlano, anche se la speranza che possa accadere non è del tutto sepolta, ma perlomeno sa che lui sia vivo, anche se ha messo in conto che i rapporti fra loro potrebbero anche non cambiare mai. Roger ha lasciato la sua porta aperta, sempre e comunque, affinché il figlio possa, un domani, tornare sui suoi passi e confrontarsi con suo padre.
Apprendiamo le motivazioni della rottura del loro rapporto proprio dalle labbra di papà Laroche, mentre discorre con Oscar e André che si sono recati in visita e, intanto, osservano tutto il lavoro che negli anni ha fatto Roger solo e unicamente per il figlio. Molto intenso in questo frammento il fluire dei pensieri quasi gemelli di Oscar e Roger nel rapportare la sua vita a quella di Marcel in relazione ai rispettivi genitori. Genitori che sembravano avere tutte le certezze del mondo nelle loro mani, tanto da imporre scelte personali ai loro figli, ed ora quelle stesse certezze stavano chiedendo il conto e si stavano piegando agli eventi che erano purtroppo nell’aria. Oscar è rimasta turbata proprio dai ricordi che in quel momento l’hanno assalita e solo André, per quel loro particolare legame, è stato in grado di capire in quali dilemmi si stesse dibattendo. Il pensiero di Oscar è rivolto a suo padre e alla possibilità, non troppo remota, di combattere l’uno contro l’altra, in virtù della decisione da lei presa di stare dalla parte del popolo che troppo aveva patito e sopportato a causa dell’arbitrario comportamento della nobiltà.
E poi, in questo turbinare di situazioni che impegnano la mente, eccoli arrivare alla riunione in casa di Bernard. Una riunione prettamente politica dove diverse teste stanno manifestando altrettante idee di quelli che potrebbero, o dovrebbero, essere i prossimi passi da mettere in atto. Persone intervenute e che appartengono a diverse estrazioni sociali: l’uomo che prende alacremente nota sul suo taccuino di tutto quanto viene discusso, giornalisti, studenti della Sorbonne con le loro idee e con gli obiettivi da perseguire. Bernard è infervorato ma ascolta la parola di tutti, anche se alcuni degli intervenuti sono dell’idea di attendere le decisioni di Robespierre. Oscar e André in quel consesso sono degli ascoltatori, nessuno dei due dà la sua opinione. Sono osservatori privilegiati che, però, potrebbero trarre delle conclusioni personali sull’approssimarsi di quella che è a tutti gli effetti una vera e propria rivoluzione. Il pensiero che possa avverarsi alimenta la paura, o meglio il terrore, di non poter più vivere insieme alla persona che si è scelto di amare per condividere, appunto, la vita. Una sorta di confusione mentale sembra cogliere Oscar che, però, non appena incrocia lo sguardo fermo e cristallino di André ritrova la sua serenità. Il solo avvertirlo vicino le dona la concretezza che pareva perdersi nelle parole ascoltate. Entrambi, anche senza bisogno di parole, sanno che faranno il loro dovere e non si tireranno indietro, perché il traguardo finale è la libertà, al fine di creare un mondo più giusto nel quale tutti possano vivere.
Pensieri che hanno squassato, in un certo qual modo, gli equilibri di entrambi, i quali hanno bisogno di ritrovarsi ognuno nell’abbraccio dell’altro e la tua narrazione ci ha fatto sentire l’impellenza del desiderio di Oscar che André non ha potuto che accogliere. Lì, in un vicolo buio, come un anelito di cuore e mente, hanno lasciato che una furiosa passione li travolgesse e si portasse via il terrore che la Rivoluzione, se fosse veramente scoppiata, avrebbe potuto porre la parola fine al loro amore, e nessuno dei due era in grado di poter accettare una cosa simile dopo che si erano appena concessi di vivere per loro stessi.
Un capitolo splendido che ha messo insieme varie sensazioni ed emozioni, passando da un personaggio all’altro, il quale è stato in grado di trasmetterle vive e pulsanti anche al lettore.
Non posso che ringraziarti per aver creato questa storia così appassionante e intima che mi coinvolge sempre più ad ogni capitolo. Nel salutarti ti auguro anche uno strepitoso nuovo anno denso di progettualità e tanta serenità!
Un affettuoso abbraccio e a risentirci prossimamente, compatibilmente con i ritmi del quotidiano vivere.

Recensore Junior
03/01/23, ore 03:57

Capitolo di una passione travolgente e allo stesso tempo delicata(travolgente perché ormai non più contenibile delicata per l'intimità di poche parole di silenzi e di gesti che urlano amore) . I personaggi sono vivi. È la prima volta che trovo in una fanfiction di lady Oscar i personaggi invetati dall'autrice davvero interessanti Marcel e suo padre non sono stati creati come scusa narrativa per creare determinate situazioni, hanno un essenza tutta loro che è fondamentale nella storia, loro non sono pezzi che stonano, ma si uniscono perfettamente aggiungendo armonia alla melodia del racconto e non togliandola,il loro rapporto è un perfetto metro di paragono con quello di Oscar e il Generale ma esso non è un mero riflesso di una realtà più incisiva ma una realtà speculare con fondamente distanti, che però creano una sofferenza incredibilmente simile. Oscar e André sono perfetti è la prima volta che penso concretamente che siano loro, che questi siano i loro pensieri e i loro comportamenti, storie che seguono la cononicità non racchiudono il loro essere come sei riuscita a fare. (Ho visto che hai messo la nota fuori dal personaggio ma personalmente li trovo assolutamente e perfettamente in carattere). Regali una lettura palpitante che smuove e commuove con eleganza e maestria, ❤️❤️❤️🥰

Recensore Master
02/01/23, ore 22:35

Che magnifico capitolo! Che maestria hai nello scrivere! E ti giuro non si tratta di retorica né di leziosi complimenti. Sei davvero brava. In quella stanza a casa di Bernard sembrava di essere dentro a un film. Hai un'incredibile capacità di portarci in un vortice di voci, di gesti, di emozioni tutti in contemporanea. E si poteva percepire la confusione e il turbamento di Oscar. La quale è disorientata e spaventata perché in realtà capisce molte cose, ma una cosa mi fa ben sperare su tutte: non vuole che André rischi la vita. E questa volta, a differenza della notte delle lucciole, lo ha ben chiaro.
Bellissima anche la disperazione del padre. Molto ben espressa è molto sentita
(Recensione modificata il 02/01/2023 - 10:47 pm)

Recensore Veterano
02/01/23, ore 21:38

Buon anno a te! Ma che bel capitolo politico che hai fatto di discussioni ,ma anche di sentimenti sia dal padre di Marcel che da parte di un Oscar spregiudicata che ha urgenza del suo André. La rivoluzione si avvicina ma ti prego non fare morire questa coppia così bella

Recensore Master
02/01/23, ore 20:57

La rivoluzione si avvicina a grandi passi, e ne' Oscar né André potranno evitare di combattere.. ma come potrà Oscar farlo con la sua malattia addosso? Combattere con la tisi non è facile.

Recensore Master
09/12/22, ore 10:54

Che infinita tristezza mi suscita Marcel. È un uomo disperato.
Lui soffre senza speranza.
Invece André e Oscar finalmente vivono la loro storia d'amore, seppur con tante difficoltà. Un accostamento di nuovo tra luce e ombra di cosa rappresenti l'amore per alcuni sfortunati e altri invece felici.
Temo che Oscar però non tenga abbastanza conto della sua salute e che vada di nuovo a ficcarsi nei guai!

Recensore Master
04/12/22, ore 15:30

Ciao Settembre. Ho letto con interesse riguardo Marcel, un personaggio riguardo il quale amo ogni volta leggere. La parte che mi é piaciuta di piú in questo capitolo é stata quella con il colonnello d’Agoult con il riferimento ad André, dove tutto converge in quel sorriso. Leggo sempre con partecipazione di Oscar e André e mi é piaciuta l'espressione riguardo l'esserci sempre in quelle pagine. Che gentile pensiero per Oscar quella cassa con il suo contenuto. Mi hanno colpita le parole nel finale riguardo Marcel. Un capitolo ricco ben scritto. A presto. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 04/12/2022 - 03:34 pm)

Recensore Veterano
03/12/22, ore 15:52

Cara Settembre,
La potenza dell’amore può produrre uno schianto, e Marcel lo sa fin troppo bene. Può convincere una donna come Oscar ad aver cura di sé, finalmente. Può fare parlare con chi non c’è più, davanti alla statua di un angelo. Può portare salvezza e conforto, ma anche la più nera disperazione.

Però oggi mi sento anch’io come il Colonnello D’Agoult.

Ho cercato nella memoria una bella citazione filosofica o poetica che testimoniasse con degne parole la potenza dell’amore ma soprattutto il piacere di leggere un capitolo bello e intenso come questo.
Allora dato che non sono brava a scovare citazioni filosofiche o poetiche e dato che il titolo ha stuzzicato il ricordo di un film posso solo parafrasare le battute di Titta/Sorrentino che sedendosi al bancone di un bar ha capito che innamorarsi sarebbe stata la cosa più pericolosa che avrebbe fatto in tutta la sua vita.

E poi mi hai fatto ricordare anche una bella canzone dei Mogwai, Moses I Amn't, che stava nella colonna sonora e per associazione di idee i loro cugini italiani, i Giardini di Mirò che qualche anno fa cantavano (There Is A Place): “we will try to find a way to shine on that cross on a hill of wasted love”: “Cercheremo di trovare un modo per brillare su quella croce, sulla collina, quella degli amori sprecati”.
Siamo nella fanfiction di Lady Oscar e quindi la croce su una collina ci riporta ineluttabilmente a loro. A quanta luce emana ancora quella croce. Ma nessun amore è stato sprecato…
A presto.
(Recensione modificata il 03/12/2022 - 03:56 pm)