A questo punto volevo passare anche al tuo ultimo capitolo, incuriosita anche dal prompt e devo dire che anche qui non posso che complimentarmi.
A parte che sono rimasta spiazzata dal protagonista, non avevo intuito subito chi fosse ma poi rileggendo bene il nome mi si è accesa la lampadina. L'idea l'ho trovata molto originale e sicuramente inaspettato. Visto i precedenti capitoli della raccolta dove i pokemon sono parte del mondo, qui invece non vengono nemmeno nominati, ma anzi, abbiamo il disegnatore in persona.
Allora, forse questa storia mi ha preso di più perché, essendo artista pure io, le sensazioni di Sugimori le ho capite tantissimo. So inoltre che in Giappone quei lavori sono DAVVERO sfiancanti, roba da mettersi le mani tra i capelli, e qua vengono percepiti tutti gli stati d'animo: l'angoscia, la frustrazioni, la disperazione...
Il fare e rifare, non sentirsi mai abbastanza, sentire che il proprio lavoro non vale niente.
L'aver sprecato tempo prezioso e quella vana speranza di affidarsi al domani. Al pensare ingenuamente che il giorno seguente le cose andranno meglio, che quel blocco passi e che finalmente si realizzi qualcosa di concreto, qualcosa che ti faccia sentire appagato.
Sono tutte sensazioni che mi hanno lasciato un magone assurdo. Capita a tutti nella vita di sentirsi così, ovviamente ognuno lo affronta in maniera diversa, ma non è mai facile. Specialmente se ne fai del tuo lavoro.
E la storia è tutto un crescendo di queste emozioni, un lavoro nato come passione che si trasforma ben presto in ossessione dettata dalla paura di fallire.
Arrivi ad un punto dove inizi a pensare che ogni altra cosa al di fuori di quel mondo sia superflua. Arrivi a rinchiuderti in te stesso, ad affogare nel dolore.
Scaricare tutte quelle tensioni, quella frustrazione, verso qualcun altro. A pensare che se non riesci nel tuo intento, è per colpa di qualcuno, non tua.
E così che i pensieri di Sugimori si spostano sulla povera moglie.
Oddio lei mi ha fatto una pena incredibile.
Vedere come quella donna si preoccupava per lui, come cercasse solo di rincuorarlo e in cambio veniva trattata in maniera così fredda e insensibile. Mi si stringeva il cuore.
Per un momento ho sperato davvero finisse bene, quando Sugimori aveva ripreso ad uscire. Ma purtroppo non è successo.
E' tutto pieno di angoscia e anche inquietante, specialmente verso la fine, quando sembra aver trovato una sorta di "pace" con la morte della moglie. Nuove idee, nuove ispirazioni.
E non so, ripensando anche a quello che il collega gli aveva accennato, sul fatto di pensare a nuove idee per tipi buio, spettri ecc, rende tutto ancora più tetro.
E' particolare e l'ho apprezzata molto, le emozioni che descrivi ogni volta riescono a farti sempre immergere appieno nell'atmosfera.
Eeee che dire, resto in trepidante attesa per il prossimo aggiornamento!
A presto ❤ |