“Mi piace il tuo odore.” Dichiarò Castiel, mentre continuava ad osservarlo con uno sguardo carezzevole ma triste.
“Cosa?!” Esclamò l'altro, tornando subito a guardarlo.
“È una delle cose che avrei voluto dirti.”
Dean lo fissò intensamente, con la fronte aggrottata. “Avresti voluto dirmelo? Qua... quando?”
L'espressione di Castiel si fece rammaricata, quasi colpevole. “In Purgatorio.” Dean, al solo menzionare quel luogo, si fece sgomento. “Ogni notte sentivo le tue preghiere e per trovare la forza di non risponderti e metterti in pericolo, pensavo a tutto ciò che amavo di te ed al momento in cui avrei potuto dirtelo.”

La porta grigia un po’ sverniciata del motel si chiuse alle loro spalle con un leggero click ed il mondo scomparve.
La sera primaverile e anche la caccia, gli angeli e i demoni, il bunker e l’Impala, Metatron e le sue cazzate. Fanculo, poteva finire il mondo. C’erano solo loro.

Dean, allora, tolse il tappo e portò la bomboletta davanti alla propria bocca. Aprì le labbra, facendo concentrare lo sguardo dell'altro su quelle curve perfette, poi pressò l'erogatore e, con un rumore sibilante, la panna uscì.
Anche la bocca di Castiel si spalancò incredula, mentre vedeva la panna riempire quella di Dean. Uno strano calore gli illanguidì il corpo, per un istante anche i pensieri si fecero confusi. C'erano solo quelle labbra rosa e piene su cui si stava depositando la panna.

Castiel non si fermò, non poteva. La bellezza di quell'uomo andava venerata centimetro per centimetro. Non esisteva niente più bello, sacro e perfetto di Dean Winchester.

Dean, Castiel e una caramella gommosa.