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Autore: a cello song    05/08/2012    9 recensioni
« Hey, Malfoy, ci credi nell’amore a prima vista? »
Colpo di fulmine. Rose Weasley non sapeva neanche quasi cosa significasse, questa espressione, prima di caderne vittima. Lui era uno sconosciuto; non conosceva il suo nome né la sua Casa, prima di quel primo settembre.
Colpo di fulmine. Scorpius Malfoy non ci credeva, come non credeva nell'anima gemella; non esisteva il destino, ciò che volevi dovevi creartelo con le tue mani. O con quelle di qualcun altro.
Amicizia. Chloe Ryan conosceva bene Liam Nott, suo amico d'infanzia, o almeno così credeva. Da quel primo settembre, cominciò a dubitarne.
Amicizia. Alex Lloyd odiava sua sorella Allen; ma ancor di più odiava la sua migliore amica Sarah Calvinson.
Stelle. Orion Aldebaran era il nuovo insegnante di Divinazione, e amava prevedere il futuro guardando le stelle.
Stelle. Adhara Sullivan era l'insegnante di Astronomia, e amava la sua materia quanto odiava la Divinazione.
"Ma all’amore non scappò nessuno di loro."
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Altro personaggio, Lily Luna Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Hey the first
          Hey, ci credi nell'amore a prima vista?

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Lo so che le dediche di solito vanno a inizio capitolo; per una volta, la mia è alla fine.

            L’anima gemella.

            Dicevano che l’anima gemella si potesse trovare, prima o poi. Che la si potesse incontrare passeggiando per strada, facendo spesa al supermercato, tra i banchi di scuola o addirittura attraverso quegli infernali aggeggi Babbani che potevano metterti in contatto con tutto il mondo – social network, li chiamavano loro.
            Ad ogni modo, dicevano che la si incontrava per forza, prima o poi. E che, in qualche modo, riuscivi a capire che era lei: un brivido che percorreva la schiena, una strana sensazione, un pensiero improvviso, un oggetto che cadeva... pareva che l’incontro non potesse non avere conseguenze. Era questo che alcuni Babbani dicevano. E alcuni di loro ci credevano veramente.
            I maghi, sull’onda di questo mirabolante pensiero, si erano messi a creare e inventare oggetti capaci di trovarla, quest’anima gemella: dalle bussole che riuscivano perfino a indicarti la via, qualora la dolce metà fosse relativamente vicina a te, ad aggeggi simili a Ricordelle, ma che si limitavano ad avvertire della suddetta vicinanza (ovviamente, il funzionamento era dubbio, ma il guadagno assicurato – George Weasley giurò che la prima persona che aveva comprato una delle Bussole Sentimentali appena ricevute in negozio fu Lavanda Brown, seguita a ruota da Romilda Vane).   
            Ma io mondo è bello perché è vario e, tanto nel mondo magico quanto in quello Babbano, c’erano persone che dell’anima gemella se ne fregavano altamente, o peggio, non ci credevano. Persone che ritenevano che l’amore arriva quando e come vuole, che è inutile cercarlo con stupide invenzioni. Che al mondo non ci sarà mai qualcuno che si adatta perfettamente a te.
            Una di queste persone era Rose Weasley, che, nonostante possedesse una  delle sopracitate Ricordelle incastonata a un braccialetto regalatale da suo cugino James, rimaneva del tutto indifferente all’argomento.
            Una di queste persone era Sarah Calvinson che, anima gemella o non gemella, voleva una sola persona, e l’avrebbe ottenuta a ogni costo.
            Una di queste persone era Liam Nott, che liquidava queste credenze da ragazzine come “Babbanate”.
            Una di queste persone era James Sirius Potter, una di queste persone era Albus Severus Potter, una di queste persone era Audy Lloyd, una di queste persone era Scorpius Malfoy.
            Una di queste persone non era Orion Aldebaran, che, pur non avendola ancora trovata, era sicurissimo di essere destinato a una persona particolare nel mondo, e difendeva questa sua tesi a bacchetta tratta.
            Una di queste persone non era Chloe Ryan, secondo cui Cupido doveva essere stato un mago e pozionista molto abile, primo inventore di filtri d’amore e simili; mezzi che, combinati al suo potente intuito, utilizzava per far incontrare e innamorare le anime gemelle. Perché esistevano, le anime gemelle.
            Una di queste persone non era Alex Lloyd, che con la sua presunta anima gemella era stata fidanzata, un tempo.
            Una di queste persone non era Lily Potter, una di queste persone non era Albus Potter, una di queste persone non era Louis Weasley.
            Ma, di un partito o dell’altro, all’amore non scappò nessuno di loro.
 
*
 
            Rose Weasley e Chloe Ryan avevano stretto amicizia già dal primo secondo della loro vita da streghe, quando si erano incontrate alla stazione di King’s Cross, ancora inconsapevoli che sarebbero entrambe appartenute alla stessa Casa e allo stesso dormitorio. E, quel primo settembre dell’anno 2021, la loro amicizia compieva ufficialmente quattro anni.
            Non era un gran avvenimento, dopotutto: che bisogno c’era di ricordare una data del genere? Per Rose, ancora nessuna. Ancora. Perché il primo settembre, dopo quel giorno, sarebbe destinato a essere l’anniversario non solo dell’inizio di una secolare amicizia, ma anche di molto, molto altro.
 
            Tutto sembrava doversi svolgere come l’anno precedente – l’arrivo all’ultimo minuto, l’impossibilità di trovare il volto di Chloe tra quella folla non quantificabile, la furiosa corsa per accaparrarsi uno scompartimento decente – quando, controllando il suo orologio, Rose si accorse che non erano ancora le undici, ma mancava circa mezz’ora. Mezz’ora! Poteva fermarsi a chiacchierare con i Potter e gli altri Weasley, scegliere uno scompartimento assieme a Chloe... Ammesso che le sarebbe servito, uno scompartimento. Già, perché quell’estate le era arrivata via gufo un’inaspettata novità: era Prefetto. Quindi avrebbe dovuto incontrarsi con i colleghi – ma quant’era bello dire colleghi? – delle altre Case, dare indicazioni ai primo anno, far sì che i corridoi del treno non fossero pieni di gente, e mansioni del genere. Nonostante non assomigliasse affatto a sua madre, l'avevano ugualmente scelta come Prefetto.
            Superarono la barriera e vennero investiti istantaneamente dal fumo della locomotiva scarlatta, brillante in quel giorno di sole; il chiacchiericcio insistente della folla, i primo anno tutti con la stessa espressione mista tra lo spaventato e l’eccitato, i gruppi di amici che si ritrovavano dopo un’estate intera... era familiare. Era Hogwarts.
            Fu allora che successe.
            Fu allora che li, che lo vide.
            Fu allora; fu un istante.
            « Rose! Rose! Che diavolo ci fai già qui? T’aspettavo più tardi, come l’anno scorso! »
            Ma Rose non udì affatto la voce di Chloe.
            « Rooose? Rooose? Grattastinchi t’ha mangiato la lingua? » Nessuna risposta.
            C’era un gruppo di tre persone non ancora in uniforme, poco lontano da lei. E lui... lui era tra questi. Con i suoi capelli color grano, gli occhi ciel sereno e un sorriso che ella paragonò a un raggio di sole. (Col senno di poi, Rose si sarebbe maledetta per aver solo pensato paragoni del genere: chi descriverebbe mai dei capelli biondi come color grano? Occhi azzurri come ciel sereno? Un semplice sorriso come raggio di sole? Oh sì, si sarebbe notevolmente stupita di quanto quel colpo di fulmine l’aveva instupidita. Però lo pensava, allora, lo pensava veramente.)
            Il ragazzo si voltò verso di lei e le lanciò uno sguardo, senza scollarsi il sorriso di dosso – anzi, a Rose parve proprio più ampio; solo in quel momento la ragazza si accorse che, se due erano ragazzi, la terza era una Serpeverde del quinto anno, Calvinson forse, che gli stava tremendamente attaccata. A metà tra il compiaciuta e l’imbarazzata, si decise a riscuotersi e salutare Chloe, che sembrava non essersi minimamente accorta del fatto appena accaduto.
            Chiacchierarono, chiacchierarono di tutto. Da come avevano passato l’estate, alle nuove materie che ci sarebbero state quell’anno, alle gite a Hogsmeade, a come i nuovi primo anno avrebbero reagito a Hogwarts, alla spilla da Prefetto di Rose. Allo scompartimento si aggiunsero presto anche le altre ragazze con le quali dividevano il dormitorio, tra cui c’era Beatrix Delaney, un’altra grande amica di Rose.
           
            In tutto quel fiume di parole, Rose non poté fare a meno di ripensare al ragazzo della fermata; certo, avrebbe dovuto concentrarsi sul suo nuovo incarico, sullo scoprire chi fosse l’altro Prefetto di Grifondoro e gli altri, ma non ci riuscì. Il biondino e il suo sorriso erano impressi indelebilmente nella sua mente, un muro per tutti gli altri pensieri. Ma, nonostante ciò, un’idea, una malsana idea, un piano stupido ma forse efficace, una pazzia le illuminò gli occhi.
            Vista la compagnia che circondava Chloe, Rose decise che sì, ormai poteva anche sbrigare ciò che aveva in mente; con una scusa, la Weasley si allontanò, decisa. Almeno, sperava che il coraggio e la determinazione non la abbandonassero proprio in quel momento.
            Superò lo scompartimento di James – ne riconobbe la voce e gli schiamazzi anche da fuori – che, in una situazione normale, avrebbe invece salutato; non si curò di cercare gli Scamandro, né  Hugo, né Albus; correva dritta per la sua strada.
            E i maghi le vennero evidentemente in aiuto, perché, proprio mentre stava per raggiungere un altro vagone, dall’ultimo scompartimento uscì un ragazzo biondo dagli occhi chiari, che indossava una cravatta verde-argento.
            Rose rimase impietrita. Ora che ci pensava, effettivamente... non era... poteva anche... non aveva niente da perdere, dopotutto...
            Colse la palla al balzo e corse incontro al ragazzo prima che questi raggiungesse la sua meta; lo fermò afferrandogli il braccio.
            « Hey, Weasley. Che...? »
            « Hey, Malfoy, ci credi nell’amore a prima vista? »

 

La dedica di questa long è divisa in sette modi:
A Krixi e Clare, che mi hanno convinta a tornare.
A Edward Morgan Forster, perché Camera con vista è una fonte d'ispirazione inesauribile.
Alle mie tre J (Juliet, Jodi e Joanne), perché mi fanno commuovere
sempre.
Ai Beatles, perché non serve specificare perché.
A Erika, perché dopodomani sarà il mio efp-versario e lo festeggio con questa long.
A Gimp e Niki, senza i quali non esisterebbero i banner di inizio capitolo.
...E a te, se hai letto questo capitolo fin proprio alla fine.


   
 
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