Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: a cello song    31/10/2013    4 recensioni
« Hey, Malfoy, ci credi nell’amore a prima vista? »
Colpo di fulmine. Rose Weasley non sapeva neanche quasi cosa significasse, questa espressione, prima di caderne vittima. Lui era uno sconosciuto; non conosceva il suo nome né la sua Casa, prima di quel primo settembre.
Colpo di fulmine. Scorpius Malfoy non ci credeva, come non credeva nell'anima gemella; non esisteva il destino, ciò che volevi dovevi creartelo con le tue mani. O con quelle di qualcun altro.
Amicizia. Chloe Ryan conosceva bene Liam Nott, suo amico d'infanzia, o almeno così credeva. Da quel primo settembre, cominciò a dubitarne.
Amicizia. Alex Lloyd odiava sua sorella Allen; ma ancor di più odiava la sua migliore amica Sarah Calvinson.
Stelle. Orion Aldebaran era il nuovo insegnante di Divinazione, e amava prevedere il futuro guardando le stelle.
Stelle. Adhara Sullivan era l'insegnante di Astronomia, e amava la sua materia quanto odiava la Divinazione.
"Ma all’amore non scappò nessuno di loro."
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Altro personaggio, Lily Luna Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
 
 
 
 A Bess, perché è la beta migliore del mondo e un tesoro immenso. E una figa, perché mi ha pure fatto il banner di inizio capitolo.
A BurningIce, coccinella allegra, VexDominil, Elvass, Anonimadelirante che ancora, nonostante io sia pessima nel rispettare le scadenze e rispondere alle recensioni, mi seguono e recensiscono.
Abbraccio tutti :3

 
 
 
            «Alex Lloyd.»
            Alex si voltò al sentire quella voce vagamente familiare pronunciare il suo nome.
            «Dove stai andando?»



             «Non è affar tuo, Weasley.»
            Alex non aveva dimenticato. Era passato tanto, tantissimo tempo da quando erano stati insieme, ma Alex non aveva dimenticato un millimetro quadro di Louis. Eppure stentava a riconoscerlo. Aveva perso la sua caratteristica vocina squillante da bambino, non aveva più le guancie pienotte come allora e gli si intravedeva un accenno di barba. “Tutto questo tempo ha lasciato più segni su lui che me”, pensò Alex.
            «Lo è. Perché abbiamo Incantesimi insieme adesso, e l’aula non è certo nei sotterranei ma al terzo piano, dal quale non è mai stata spostata. Se ti serve posso procurarti una mappa del castello.» Replicò il biondo, il tono di superiorità marcato.
            “Fottuto Prefetto”. «Sto tornando in dormitorio, io-»
            «'Ho dimenticato una cosa', vero? Be’, in questo caso arriverai tardi a lezione come tuo solito, e sarò costretto a segnalare questa tua mancanza a Nott o Malfoy per l’ennesima volta. Ma, visto che ti conosco abbastanza bene, stai meditando di saltare la lezione, e non posso permettertelo.»
            Visto che ti conosco abbastanza bene.
            «Louis, non è il momento.»
            Alex fece per dirigersi verso il dormitorio ma Louis, deciso a impedirglielo, si frappose fra la ragazza e la scalinata che conduceva al sotterraneo.
            «Alex,» cominciò, mettendole una mano sulla spalla, «lo so che mi ripeterai ancora che non è affar mio e anzi, aggiungerai pure che sono un prefetto del cazzo, un fottuto perbenista che pensa soltanto a reggersi sulla sua carica, ma devo dirtelo. Sono preoccupato. I tuoi comportamenti non sono visti bene dalla maggior parte degli insegnanti che anzi spesso hanno da ridire sulle tue mancanze riguardo al corretto modo di indossare l’uniforme, l’orario di inizio lezioni e la frequenza delle lezioni seguite. Allen non vuole ammetterlo, non vuole parlarti, ma teme per la tua promozione e i tuoi G.U.F.O. Dice che i tuoi non ti farebbero ripetere l’anno e anzi, verresti ritirata e iscritta a una normale scuola Babbana. Ciò non può importare a te, ma importa a me, a tua sorella, alla tua famiglia.»  Louis sospirò. «Alex, tu... è tutto okay?»
            «Sì», replicò in fretta e con un’espressione vacua stampata in volto, «sì, mai stata meglio.» Con un movimento secco della spalla scostò la mano di Louis e, raccolta la tracolla – quando le era caduta? –, si diresse a passo veloce verso la sua stanza, prima che qualcosa, o qualcuno, potesse nuovamente scombussolarle l’esistenza.
 
*
 
            «Hey Lu’, se io avessi freddo?»
            «Vuoi davvero che ti risponda quello che ti dico ogni santa sera, Rose?»
            «Ma io odio le ronde!»
            Come ogni sera, Rose Weasley e suo cugino Louis si trovavano, com’era loro dovere, a camminare per tutto il settimo piano fino a tarda ora. Rose aveva imparato ad amare il suo incarico di prefetto; sì, insomma, c’erano tante responsabilità che, diciamocelo, non si adattavano a una persona estremamente distratta come lei, ma le piaceva l’idea che c’era davvero qualcuno che faceva affidamento su Rose Weasley, ed era questo a spronarla maggiormente. Ma se c’era una cosa che odiava, erano le ronde notturne. Perché primo: non poteva stare in compagnia di Liam, che era al piano terra; secondo: c’erano spifferi ovunque in quel castello e la sera erano veramente insopportabili e terzo: Louis aveva una parlantina inarrestabile. Anche peggiore dello zio Percy.
            «Louis?»
            «Che c’è?»
            «Che hai?» Quella sera Louis Weasley era particolarmente silenzioso. Il che non era strano, di più. Rose avrebbe voluto mordersi la lingua; cosa le saltava in mente di stimolare la conversazione con suo cugino, una volta che stava beatamente in silenzio?
            «Niente.»
            «Okay, c’è qualcosa che non va.»
            «Ti dico di no.»
            «Sai, forse dovresti parlarle.»
            Louis sgranò i suoi grandi occhi azzurri in direzione di quelli scuri della cugina. «Eh? Con chi?»
            «Con lei. Chiunque sia. Se hai un problema, dovresti parlarle. Se stai qui a rifletterci perderai solo tempo.»
            Louis sorrise di un sorriso amaro. «Fosse così facile, Rose. Fosse così facile.»
            Rose si accasciò a terra, stringendosi sempre più nella giacca della divisa. «Sai, se ci pensi non è difficile. Si tratta di fare una cosa che sai ben fare, che è parlare. Andare da lei, camminare nella sua direzione, e poi parlare, ordinare le lettere in modo che ne esca qualcosa di senso compiuto. Tecnicamente non è difficile. Devi solo volerlo. Quello, quello è difficile.»
            «Per te è tutta una favola. Sei una bella ragazza, non devi aver paura di un rifiuto, piaci a tutti. Per te è così facile, Rose... Ma esistono anche persone per cui non è così. Gente nascosta nell’ombra. Gente che viene disprezzata, spesso, per come è. E sai, è difficile mostrare qualcosa agli altri quando hai paura di farlo vedere anche a te stesso.»
            «Hey, non è facile nemmeno per me! Cosa credi? Anche io li ho avuti, i miei rifiuti!» Scattò, punta nel vivo.
            Louis alzò un sopracciglio. «Ah sì? Vai, elencameli. Ascolto.»
            Rose tacque, la mente improvvisamente vuota.
            Era stato veramente sempre tutto così facile, per lei?
 
*
 
            Quando Rose aveva mentito a Liam, Scorpius non immaginava niente del genere. Incrociatolo nei giardini, la Weasley aveva detto al suo ragazzo che no, non era lui che si era fermata ad aspettare lì, sapendo che Serpeverde sarebbe tornato dalla lezione di Cura delle Creature Magiche, ma Scorpius; aveva aggiunto che si erano dati appuntamento per studiare insieme Aritmanzia. E Scorpius, sebbene parecchio stupito da quella palese bugia dell’amica, le aveva straordinariamente retto il gioco.
Ormai era allenato a quel genere di cose.
            «Hey, quanto lontano vogliamo andare?» Domandò il biondo ad un certo punto, visto che la rossa non smetteva un attimo di camminare. «La biblioteca è all’interno della scuola, non qui nei giardini. Anche perché comincia a farsi freddo, il sole sta già scendendo.»
            Rose si fermò, ma non disse una parola. Come la sera prima, si accasciò a terra stringendosi sempre di più nella giacca della divisa, col freddo di dicembre che superava anche l’imbottitura del mantello. Ormai le vacanze erano alle porte.
            Scorpius, vedendo lo strano umore della rossa, la imitò; si sedette accanto a lei, il mantello bordato di verde-argento stretto intorno a sé. Chissà perché suo padre aveva voluto che anche il suo mantello personale fosse decorato con i colori della Casa di Hogwarts.
            «Siamo fortunati. Nonostante il freddo, c’è un bel paesaggio.» Disse più a se stesso che a Rose, aspettando che quest’ultima gli desse spiegazioni. Che tardarono un po’ ad arrivare.
            «Scorpius, io sono carina?» Gli chiese, lo sguardo fisso all’orizzonte.
            Scorpius fu preso alla sprovvista. «Be’, sì, oddio, Rose, sì! Perché dovresti pensare il contrario? Okay, i gusti sono gusti, potresti non piacere proprio a tutti, sei particolare... ma sì, secondo me sei abbastanza carina.» A dir tutta la verità, a Scorpius non piaceva Rose. Era carina, sì, ma aveva un naso all’insù che le dava quell’aria da francese che proprio non gli piaceva. Poi era magra, fin troppo. E aveva gli occhi scuri. Di un bel taglio, ma scuri. Però preferì non elencarle tutti i difetti fisici che aveva; non era proprio il momento, al contrario.
            Rose lo fissò, gli occhi impauriti. «Quindi secondo te a Liam piaccio solo per questo, perché sono bella?»
            Scorpius s’intenerì. «Ma no! Cosa vai a pensare? Perché poi? A Liam sei simpatica. Gli piace anche il tuo carattere. Gli piaci tu, Rose. Lo conosco abbastanza da poterlo dire con certezza.» “Almeno credo di conoscerlo abbastanza. Liam è una sorpresa continua”, pensò. Ma preferì non dirle nemmeno questo.
            «Ieri sera... ieri sera ho avuto una discussione con Louis. Mi ha fatto intendere che io piaccio alla gente, per questo non sono mai stata rifiutata da nessun ragazzo. Perché a tutti piaccio per il mio aspetto fisico. Ma io non voglio questo.» Rose si cinse le ginocchia con le braccia e vi nascose la testa.
            Scorpius le accarezzò una spalla. «Tu tremi», disse poi, e le appoggiò metà del suo mantello sulle spalle. Rose si tirò a sedere e si avvicinò all’amico, in modo che potessero essere entrambi il più possibile coperti.
            «Elimina questo pensiero, okay? Cancellalo. Tu sei bella. Stop. Piaci alla gente perché sei solare, sempre allegra, sprizzi luminosità da tutti i pori. Non per il tuo aspetto fisico. Non sei il tuo corpo, Rose. Non dirlo, non pensarlo più.» Disse. «E poi, sono sicuro che hai interpretato male le parole di Louis.»
            Rose tacque per un po’, assaporando il suono e soprattutto il significato di quelle parole, soppesandole minuziosamente. «Siamo fortunati; nonostante il freddo, c’è un bel tramonto.» Appoggiò la testa alla spalla di Scorpius senza dire altro.
Rimasero in quella posizione finché il sole non scomparve dietro l’orizzonte.


Aver aspettato così tanto ne vale la pena, non ne vale la pena, non lo so. So che questi ultimi mesi sono stati pessimi sotto ogni punto di vista: credo di non essermi mai sentita presa in giro così tanto da una delle persone che reputavo più importanti. Ma grazie alla Rowling "Hogwarts will always be there to welcome you home", e certe volte proiettarsi nel castello, leggendo o scrivendo che sia, è un toccasana. Perciò sì, ho ripreso a scrivere, un po' con la forza, ma ho ripreso :')
Non è una scusa, lo ripeto. Sono stata pessima e niente vale come scusa, nemmeno i diciotto anni appena compiuti, nemmeno il fatto che oggi è Halloween e sto soffrendo come un cane per James e Lily (solo una parola: otp ç_ç). Peeeerò, here I am. A distribuire abbracci gratis a tutti :3
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: a cello song