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Autore: Gokychan    06/02/2009    9 recensioni

Erano le dieci di mattina quando Draco si era catapultato nel suo ufficio, cominciando a urlare non si sa che a proposito della Weasley e di una qualche tazza a rana.

Dal comportamento e dalle parole sconclusionate dell’amico, Zabini aveva dedotto che Draco non aveva ancora ingurgitato il suo caffè della mattina.

Genere: Romantico, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ginny Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

 Caffeicidio.

 

Quando Draco si svegliò con il corpo pieno di dolori e i piedi infreddoliti, capì che quella sarebbe stata una brutta, bruttissima giornata.

Si alzò dal divano sul quale aveva dormito quella notte, senza fare movimenti troppo bruschi.

La prima delle sette.

Eh, sì. Perché a quanto pare, ora in casa loro ci si metteva a fare beneficenza verso i meno fortunati, da qualche giorno. Altrimenti non si poteva spiegare come la Weasley stesse dormendo sotto il SUO tetto e soprattutto, nel SUO letto, ed essere arrivata al mattino dopo ancora viva.

Odio la mia vita.

Draco si mise a ciabattare verso la cucina. Aveva disperato bisogno di caffeina. Tanta caffeina. Possibilmente in quantità industriali in una bella tazzona, la sua preferita, quella a forma di rana e senza zucchero.

Mise la caffettiera sul fornello e si allontanò per andare in bagno.

Quando vide il suo riflesso allo specchio, la sua gastrite nervosa per poco non lo uccise.

Chi era quell’essere nello specchio?!

Appoggiò una mano tremante alla superficie riflettente e vide l’essere fare altrettanto.

“Oh, mio Dio” mugolò Draco “Sono orribile”

Aveva delle borse sotto gli occhi da record, la pelle più pallida del solito e capelli arruffati peggio quelli di Potter.

E quello, era solo il primo giorno.

Sospirò di dolore represso.

“Perché la Weasley non si trovava dentro la sua dannatissima casa, al momento dell’esplosione? Perché?!” ringhiò, a bassa voce.

Distolse lo sguardo dal suo riflesso. Non sarebbe riuscito a reggere oltre.

Ed è solo il primo giorno…

 

*    *   *   *   *

 

Una volta uscito dal bagno, Draco si diresse in cucina. Oramai, il caffè doveva essere pronto.

Tuttavia, una volta arrivato davanti ai fornelli, ORRORE! La sua amata caffettiera con il suo amato caffè erano spariti.

“Ma…ma…” balbettò incerto il biondo, continuando a guardare i fornelli come se si aspettasse che la caffettiera potesse ricomparire da un momento all’altro lì dove l’aveva lasciata.

“Buongiorno, Malfoy” cinguettò una voce orribilmente familiare alle sue spalle “Hai un aspetto orribile, sai?”

Un dubbio atroce si impossessò di lui. No, nemmeno la Weasley poteva essere tanto folle…

Si girò lentamente e la visione che si trovò davanti gli fece scoppiare almeno tre ulcere e qualche decina di capillari, soprattutto vicino agli occhi, visto che cominciò a vedere rosso.

La Weasley, la piattola, l’essere disgustoso che viveva a sbafo in casa SUA, era comodamente seduta sul SUO divano, con in mano la SUA tazza a rana, sorseggiando il SUO amatissimo caffè.

“Buongiorno a te, Weasley” sibilò con voce pericolosamente incrinata “Visto che sei un’ospite, e gli ospiti vanno trattati con riguardo, non agisco immediatamente” le sottili e pallide narici fremettero “Hai tre secondi, Weasley. Scappa!”

 

*    *    *    *    *

 

“Capisci, Blaise? Capisci cosa ha fatto quella schifosa barbona? Il mio caffè! Ho osato bersi il mio adorato caffè!”

“Beh… in effetti è stato decisamente un gesto azzardato, da parte sua” disse Blaise distratto, mentre leggeva i documenti impilati ordinatamente sulla sua scrivania.

Erano le dieci di mattina quando Draco si era catapultato nel suo ufficio, cominciando a urlare non si sa che a proposito della Weasley e di una qualche tazza a rana.

Dal comportamento e dalle parole sconclusionate dell’amico, Zabini aveva dedotto che Draco non aveva ancora ingurgitato il suo caffè della mattina.

Con un sospiro, aveva chiamato Lucy, la sua segretaria.

La poveretta non aveva osato varcare la porta dell’ufficio e si era limitata a balbettare qualcosa, lanciando occhiate terrorizzate al biondo che in quel momento, aveva dato un calcio al cestino della carta straccia, facendolo volare e quasi prendere in faccia la povera donna.

“Del caffè, Lucy” aveva detto Blaise annoiato, mentre leggeva dei documenti con aria indifferente “Molto caffè”.

“Signore” aveva osato obiettare la donna “Non sono sicura sia una buona idea. Il suo… ospite… mi sembra già abbastanza sovreccitato, al momento”

“Del caffè” si limitò a ripetere atono Zabini, piegando impercettibilmente la testa a sinistra e schivando così, il lancio del suo costoso vaso cinese, effettuato dal biondo “O ti licenzio”.

La donna si era limitata ad impallidire e ad eseguire l’ordine.

Era rimasta shockata, quando aveva visto il biondo signore posare il fermacarte di cristallo, pronto ad essere lanciato e illuminarsi come un bambino il giorno di Natale, alla vista della caraffa piena di caffè che aveva appena portato insieme a due bicchieri su un vassoio.

Eh, sì. Le esperienze scolastiche ti forgiano in tutto e per tutto. Soprattutto se hai come compagno di stanza  Draco Malfoy che ogni mattina si alza con forti manie omicide e immancabilmente incazzato nero con il mondo.

Quell’uomo doveva avere caffeina a scorrergli nelle vene, al posto del sangue.

Blaise sospirò nuovamente.

Quando poi l’amico aveva finito di bere almeno tre litri di caffè puro e amaro e aveva ripreso a parlare un linguaggio comprensibile, si era messo a raccontargli della sua attuale convivenza con la Weasley.

“Capito, Blaise? E Harry, quando ha visto che la stavo uccidendo a padellate, mi ha fermato! E ha osato stare dalla sua parte anche dopo che gli avevo spiegato cosa mi aveva osato fare! La piattola lo sta iniziando a plagiare, lo sento! Sei d’accordo con me, vero Blaise?”

Sentire il biondo pronunciare il nome di Potter con quella cadenza sdolcinata non gli faceva mai rimpiangere abbastanza il giorno in cui era venuto a sapere della loro relazione.

Mai.

“A padellate?” si limitò a domandare distrattamente, firmando un foglio leggermente stropicciato.

“Ero in cucina, Blaise! E il coltello della carne era troppo lontano. Ho usato la prima arma a mia disposizione” sbottò il biondo, con stizza.

Arma…?Una padella? No…non voleva sapere altro…

Blaise capì che l’argomento non gli sarebbe piaciuto e non avrebbe fatto altro che velocizzare la venuta del mal di testa che già sentiva alle porte, quindi dribblò su un’altra domanda.

“Quanto si ferma la Weasley, da voi?”

L’uomo capì di aver fatto la domanda sbagliata, dal pericoloso colorito purpureo che si diffuse a velocità lampo sul viso solitamente pallido dell’amico e dalla vena ballerina che palpitava furiosamente sulla sua fronte aggrottata.

“Draco” disse Zabini, timbrando con aria accigliata un’altra scartoffia “Calmati. Pensa alla tua gastrite nervosa”

Malfoy parve calmarsi un poco.

“Una settimana” ringhiò “Si ferma una settimana”

“Mh…” si limitò a mugugnare, Blaise. Secondo lui, quella convivenza sarebbe durata molto meno. Si sarebbe conclusa certamente con la morte di uno dei due, se si continuava di questo passo. Molto probabilmente con quella della Weasley.

“Che devo fare, Blaise?” chiese con tono lamentoso il biondo.

A quelle parole, il moro alzò lo sguardo per la prima volta dai fascicoli nelle sue mani, sbigottito, per posarli sul viso di Malfoy.

“Come, che devi fare?” domandò sconvolto “Sei un Malfoy, per Merlino! Limitati ad essere te stesso. Sei la piaga umana peggiore con la quale ho mai avuto a che fare! O devo pensare che i tuoi scatti di rabbia, i tuoi isterismi, i tuoi capricci, le tue farneticazioni illogiche, i tuoi strilli spacca timpani e i tuoi momenti di acidità verbale oltre che intestinale, siano sempre stati riservati solo a me?” domandò, finendo il discorso con un tono molto pericoloso.

Draco stette un attimo in silenzio “Lo dici solo per farmi piacere…” mugugnò, incrociando al petto le braccia.

“Ti assicuro di no, Draco” lo smentì, Blaise.

“In effetti, sono davvero insopportabile, se voglio” disse con tono orgoglioso, Draco “Pensa che con Potter faccio anche di peggio!”

“Povero Potter” pensò con una stretta al cuore, il moro “Povero, povero Potter. Ha sofferto tanto durante la sua vita e Dio continua ancora a punirlo, nonostante Voldemort sia stecchito da anni. Povera creatura” gli occhi neri di Blaise si fecero improvvisamente lucidi.

Un assegno corposo di mantenimento per quella bestia di Draco, glielo doveva. Sicuramente.

“Va bene” mormorò Draco, alzandosi “Grazie per avermi lasciato sfogare. Sei un vero amico, Blaise”

“Di nulla” si limitò a mormorare Blaise, tornando ai suoi fascicoli.

Tanto ormai ci sono abituato…

“Buon lavoro, Blaise”

“Mh”

BLAMM!!

La porta si chiuse energicamente, alzando una folata che fece volare tutte le scartoffie di Blaise dalla scrivania al pavimento, lasciando il moro impalato nell’atto di prendere l’ennesimo documento.

Un cupo sospiro risuonò nell’ufficio, ora vuoto.

  
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