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Autore: Alyx    04/04/2016    3 recensioni
Voglio tornare là dentro, precisamente al nostro settimo anno, perché quello è stato l'anno delle svolte. É stato l'anno in cui il dentro e il fuori si sono confusi. L'anno in cui il dentro stava per andarsene. Ma c'era ancora. L'anno in cui il fuori stava per arrivare. Ma non c'era ancora.
*
Perché per una volta non può essere Sirius a raccontare cosa è successo l'ultimo anno che i Malandrini e Lily Evans hanno passato a Hogwarts? Chi meglio di lui, imprigionato ad Azkaban per dodici anni, ha avuto la possibilità di ripensare agli errori ed azioni commesse, prima che la guerra travolgesse definitivamente le loro vite? Direttamente dall'angolo più impazzito della mia mente, ecco a voi: I Diari di Sirius
ATTENZIONE: Sirius/Lily non è per fare un vero triangolo è più un... incidente. Molto divertente.
Genere: Comico, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily, Sirius/Lily
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Sirius Diaries 
 
Chapter Eight
 

Angolo dell'Autrice:
Sorpresa?
No, non sono morta, nessuno dei miei coinquilini mi ha brutalmente uccisa o rinchiusa, la scuola non mi ha fatta finire in ospedale -non ancora almeno.
Ma vivere da soli fa passare il tempo molto molto mooolto più velocemente del solito. Non posso crederci che sono passati... quasi sei mesi dall'ultimo aggiornamento. Vi chiedo enormemente scusa ma a mia discolpa posso dirvi che sono sinceramente convinta che due settimane fa fosse Natale. Quindi perdonatemi ahahah
Vi lascio ovviamente un piccolo riassunto dei capitoli precedenti nella speranza di non aver perso i pochi lettori che mi ero guadagnata. 

Per finire ringrazio immensamente le recensioni. Sappiate che è proprio grazie a una di voi che oggi sono qui, a litigare con l'editor per amore vostro. So che vi piacerà questo capitolo perchè smuove finalmente i Jily <3 Ma la vera svolta sarà nel prossimo. 
Aspettatemi sempre, che io prima o poi arrivo :)

Vi voglio bene, 
Aspetto fiduciosa i vostri commenti, 


Alice
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Recap: I malandrini sono ormai giunti al loro ultimo anno ad Hogwarts e tra la pressione degli esami e quella della guerra imminente le cose cominciano a cambiare: Sirius ricorda e racconta da Azkaban le loro avventure. James è caposcuola, capitano della squadra di Quidditch e finalmente appare più responsabile del solito. Lily, profondamente turbata dalla tragedia che ha portato alla morte dei suoi genitori, tenta in ogni modo di sentirsi meglio, il che la porta a cercare rifugio dalla sua angoscia, nell'andare a letto con Sirius. Quest'ultimo, sentendosi profondamente colpevole per essersi fatto trascinare dalla ragazza, cerca con la complicità di Remus di trovare una soluzione a questo problema.
Nel frattempo il lupo mannaro ha confessato a Sirius di aver frequentato durante l'estate un branco di licantropi, come spia di Silente.

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Azkaban, 16 Gennaio 1982

L'Halloween del 1977 non fu niente di speciale per la maggior parte degli studenti di Hogwarts. I primini sono sempre quelli più eccitati, perché è la loro prima volta, ma i restanti trovano le feste dei morti piuttosto ripetitive. Le enormi zucche, i pipistrelli e tutti quegli addobbi spaventosi erano sempre un bel vedere ma dopo sei anni, uno smette anche di impressionarsi. 

L'unico maggiorenne che davvero apprezzò quella festa, forse più dei novellini stessi, fu il mio migliore amico. James Potter infatti, quel 31 Ottobre 1977, ballò per la prima volta con Lily Evans. 

Per nostra sfortuna quell'anno Halloween cadde di lunedì, così la giornata si svolse esattamente come le altre, con compiti da fare e lezioni da frequentare. Nonostante l'atmosfera fosse più lugubre e divertita del solito, ai professori non sarebbe di certo bastato un banale festeggiamento babbano per alleggerire il carico. Anzi, si pararono dietro la scusa più banale di sempre, non che la loro preferita: in pochi mesi avremmo avuto i M.A.G.O., avremmo dovuto affrontare il nostro futuro, e bla bla bla. 

Se prima pensavo che l'anno dei G.U.F.O. fosse stato psicologicamente tartassante, mi sarei dovuto ricredere perché non era stato niente in confronto a quell'ultimo. 

Ma Sirius Black faceva parte dei Malandrini non per niente: con l'aiuto di Peter riuscii a far scoppiare una Pallottola Puzzola proprio dietro la cattedra di Rüf, giusto per rimanere in tema scherzetti. Tuttavia non fu così divertente come sperato perché il professore fantasma continuò indisturbato a spiegare, nonostante alcune ragazze fossero praticamente saltate sui banchi urlando.

Davanti al nostro quasi fallimento Remus non riuscì a nascondere una risatina mentre James nemmeno ci calcolò, troppo preso dal fissare come un ebete la Evans che prendeva appunti -l'unica che ci riusciva con Rüf.

Fortunamente nel pomeriggio avevamo solamente due ore di Erbologia, che nonostante non fossero mai state particolarmente pesanti, davanti alla prospettiva della serata di Halloween sembrarono non passare mai. Quando l'ultima campanella suonò non fui l'unico a catapultarmi alla velocità della luce fuori di lì. 

Come molti dei miei professori, mi chiedevo come cavolo avrei fatto ad arrivare fino ai M.A.G.O. con quell'atteggiamento. 

Per allungare ulteriormente la giornata, James aveva pensato bene di organizzare un allenamento straordinario di Quidditch («Sarà così facile ottenere il campo in un giorno dove tutti si preparano per festeggiare!"») durante il quale rischiai di perdere almeno due volte se non la vita, almeno la faccia. Ero così orgoglioso del mio naso che l'avrei protetto a qualunque prezzo. Anche se questo voleva dire subire una delle storiche ramanzine del Capitano. 

Tornai al dormitorio affiancando James, cercando di ignorare il solito senso di nausea che mi assaliva ogni volta che rimanevamo da soli.

«Voglio chiedere a Lily di uscire.» affermò quando fummo nei pressi del Lago Nero, cogliendomi di sorpresa.

«Non l'hai già fatto un milione di volte?» 

Lui scosse la testa. «Non quest'anno.» 

Mi girai verso di lui. «Davvero?» 

James annuì. 

Scese un attimo di silenzio, poi il mio migliore amico riprese. «Non pensi che sia una buona idea?» 

Mi strinsi nelle spalle. Pensai a quanto il loro rapporto fosse migliorato da quando erano diventati caposcuola; ormai era quasi impossibile vederli litigare per i corridoi e Lily Evans riusciva a dimostrarsi quasi gentile con lui persino in pubblico. Certo, avevano discusso molte volte durante le ronde ma niente che non si mettesse a posto nel giro di un paio di giorni. Ma allo stesso tempo pensai all'espressione vuota che la Evans aveva avuto il giorno del fattaccio, lo sguardo vacuo e spento, il dolore che stava provando quando l'avevo sorpresa nei bagni di Mirtilla Malcontenta, la palese tensione che la assaliva ogni volta che si citava Lord Voldemort. E se Lily fosse stata troppo rotta persino per James? 

E per la prima volta nella mia vita, non seppi veramente cosa rispondere a quella domanda. Erano almeno almeno tre anni che mi veniva posta, in un modo o nell'altro, ma per la prima volta non potevo rispondere se non con un «Non lo so.» 

E non lo sapevo per davvero. 

 

 

Quell'anno Silente aveva assunto uno strano e imbarazzante gruppo di scheletri suonatori per intrattenerci dopo il banchetto. La qualità della musica era tremenda e molti aveva saggiamente deciso di tornarsene ai dormitori, ma noi Malandrini, in quanto migliori amici del Caposcuola, ci eravamo purtroppo ridotti a esser testimoni di quella disfatta. 

Verso le undici la Sala Grande era pateticamente semivuota. 

«Silente avrebbe dovuto almeno procurarci qualche alcolico bello pesante per farci sopravvivere a questa serata.» bofonchiai mentre Remus e Peter tornavano a sedersi accanto a me con tre nuovi bicchieri di succo di zucca in mano. 

«Smettila di fare l'alcolista, Padfoot.» mi riprese Remus. Peter rise divertito. 

«James sembra che si stia divertendo.» commentò Minus. 

Alzai gli occhi al cielo, non potendo evitare di vedere quanto ridicolo sembrasse il mio migliore amico mentre ballava quelle strane canzoni classicheggianti, tenendo Lily tra le braccia. 

Diversamente da me, James Potter non aveva mai dovuto cedere particolarmente al volere di sua madre e per questo non era mai stato costretto a prendere lezioni di ballo. Con Walburga non c'erano mai state tante alternative, o ubbidivi o soffrivi, perciò ero io quello che poteva vantarsi di sapere come si ballava un valzer. Non che ci tenessi a farlo, ma James era veramente inguardabile mentre cercava di improvvisare un ballo serio.

La cosa assurda era che Lily lo assecondava, quanto poteva, visto che era un miracolo che avesse ancora abbastanza fiato nei polmoni per reggersi sui piedi a causa delle risate isteriche che quasi riuscivo a sentire da fin laggiù. 

«Non li trovate... Perfetti l'uno per l'altra?» chiese retoricamente Remus, in un momento di spiccato romanticismo. 

Per fortuna io ero abbastanza cinico per entrambi. «Li trovo solo ridicoli.»

Peter squittì una risata. «Non sono così male, dai. Sembrano solo...» 

«Ubriachi?» suggerii. 

«... Dei principianti.» concluse lui. 

Remus sospirò. «A loro non importa di cosa penserà la gente, è ammirevole.» detto da un lupo mannaro potevo quasi capirlo, ma Lupin aveva tralasciato un dettaglio.

«Ci siamo praticamente solo noi a guardali, e non penso che James si faccia più dei problemi a sembrare imbarazzante davanti a quelli con cui sta condividendo letto e mutande da più sei anni ormai.»

«Sei così poco romantico che mi fai quasi tristezza. Sirius Black.» commentò con tono offeso Moony mentre Peter mi guardava con la bocca aperta. 

Bevvi un sorso dal mio bicchiere, rimpiangendo la bottiglia di whiskey nascosta sul fondo del mio baule. Remus mi tirò una gomitata nelle costole. 

«Perché non hai chiesto a Mary di ballare?» 

Mi strinsi nelle spalle. A pensarci bene, ero giunto alla conclusione che non mi importava niente di lei, e mi sembrava sciocco illuderla. E non sarebbero state di certo le sue fantomatiche tette a tirarmi fuori dai casini in cui mi ero cacciato. Che senso aveva dunque rischiare di azzoppare la squadra di Quidditch e commettere un altro errore, casualmente anche questo nei confronti del mio migliore amico? Per questo avevo abbandonato l'idea di farmi la MacDonald. E fortunatamente lei non era mai stata una di quelle ragazze che si innamorano facilmente, ragione per cui ero piuttosto tranquillo di non aver iniziato qualcosa di tanto imbarazzante da rovinare il nostro quasi rapporto. 

Ovviamente non avrei mai ammesso tutto quello a voce alta. «Non sono abbastanza ubriaco. Anzi, non sono per niente ubriaco!» 

Peter rise e Remus dovette trattenersi per non imitarlo. «Sai davvero una cattiva persona.» 

Mi strinsi nelle spalle, rivolgendo lo sguardo a Lily e James pochi mentre più avanti. Quei due erano ossimorici, totalmente. A vederli in quel momento, i loro violenti litigi durante gli anni precedenti sembrano provenire da un'altra dimensione. Molti li avrebbero scambiati per una coppia di fatto, ormai. Erano sempre insieme, un po' per i turni da Caposcuola, un po' perché avevano imparato a godersi la compagnia l'uno dell'altra. In quel momento ballavano disordinati, James che saltellava scoordinato tentando di far fare a Lily qualche piroletta. Lei rideva a crepapelle, come se non si stesse divertendo così tanto da secoli, e della ragazza che avevo trovato rotta e piangente nei bagni, non c'era nemmeno l'ombra. Lily scuoteva la testa, si nascondeva nei capelli vermigli, aveva la faccia tutta rossa per le risate e per la fatica. 

Vidi James stringerla improvvisamente contro il suo corpo, avvicinare la bocca alla massa di capelli rossi elettrizzati all'altezza di quello che doveva essere il suo orecchio, e parlarle. Dopo tanto movimento, vederli lì in piedi accaldati in mezzo alla Sala Grande, impalati come due scemi, mi diede uno strano senso di angoscia, che non aveva niente a vedere con i soliti sensi di colpa che provavo. Era qualcosa di ancora più scomodo. All'epoca non avevo ancora capito, ma sapere che il mio migliore amico si era davvero innamorato, che avrebbe amato solo e sempre Lily per davvero, che avrebbe sacrificato qualsiasi cosa per lei, era stato un duro colpo. 

Avevamo sempre vissuto tra maschi, tra amici, e invece improvvisamente c'era sempre lei di mezzo. Non che prima Lily non fosse argomento di discussione tra i Malandrini ma era diverso ormai. Non lo odiava più, non lo respingeva più, forse anche lei già sentiva di starsi innamorando, e molto presto Lily Evans non sarebbe più stata solo un argomento

I due si staccarono imbarazzati, annuirono un paio di volte e si separarono. James venne nella nostra dimensione, agitando entrambe le mani per farsi vento. Una Lily analogamente in fiamme si diresse sventolandosi verso Alice dalla parte opposta. 

Prongs si fermò a due passi davanti a noi, di fronte a Remus alla mia sinistra, e per un attimo annaspò in cerca di parole. «Ha detto sì.» 

Lo guardammo tutti e tre con espressione confusa e lui parve accorgersene perché un secondo dopo si spiegò, gesticolando animatamente. «Le ho chiesto di uscire. E... E... Ha detto sì. Non... Non posso crederci.» 

Peter si lasciò sfuggire un gesto entusiasta, Remus scoppiò a ridere dalla felicità ed io mi limitai a rimanere a bocca aperta. Il cuore mancò un battito mentre riflettevo su quanto questo sarebbe stato fatale per il mio problema. Lily sarebbe riuscita a frequentare James senza sentire gli opprimenti sensi di colpa che sentivo io? 

Mi accorsi che James mi fissava scettico. «Sirius?» 

Mi riscossi, chiudendo di colpo la bocca. Certo che Lily ce l'avrebbe fatta. Lei frequentava James tutti i giorni da settimane ed era sempre riuscita a comportarsi come se niente la turbasse. Come se non fosse successo nulla. Come se quella maledetta notte di -letteralmente- follia non fosse mai esistita. Cosa mai sarebbe cambiato? Lei non poteva amare James, vero? Non al punto da volergli confessare tutto. Lei non amava James, voleva solo... una storia da ragazzi. Non si sarebbero mica sposati da un giorno all'altro, no? 

«Sto bene.» dissi, forzando un sorriso. «Sono felice per te, fratello.» 

James non era molto convinto e potevo vedere Remus accanto a me che aveva sgranato gli occhi dalla paura. Chiusi i miei pensieri e sentimenti in un angolo nascosto del mio cuore, come mamma mi aveva insegnato a fare nei momenti difficili. Una delle poche cose da Black che mi sarebbero risultate utili anche negli anni a venire, soprattutto durante una guerra. 

Ghignai, il mio solito ghigno da superficiale Sirius Black. «Ma ti prego, avvisaci quando avrai bisogno del dormitorio okay?» 

 

 

Stavo pacificamente uscendo dal bagno, lasciandomi sfuggire uno sbadiglio spaccamascella, quando Remus comparve di corsa da dietro la porta e mi afferrò per il braccio, ritrascinandomi dentro e chiudendoci dentro. 

«Ti sei fumato completamente il cervello?!» esplose, cercando di tenere la voce bassa per non far sentire all'esterno. Molto probabilmente Peter stava già dormendo da quando era collassato vestito sul letto -e non l'avrebbe svegliato nemmeno un ordigno nucleare ormai- e James si era trattenuto a parlare con Lily in Sala Comune, quindi non è che ci fosse tutto sto pubblico a sentirci. Prima che potessi farglielo notare e irritarlo ancora di più, Remus con uno spintone mi spinse contro il muro. Ahia

«Che diavolo era quella cosa?» 

Mi afferrai il gomito che aveva colpito la parete e che faceva un male cane. «Cosa cosa

«Sei finito, Sirius Black. Non puoi fare così, non puoi continuare a rischiare. Lo so che James è cotto e quindi più tardo del solito, ma non così tardo.» 

«Non capisco cosa...» tentai, confuso. 

«Persino un ritardato mentale si sarebbe accorto prima che hai un problema con James.» 

Evitai di dirgli che Potter si era già accorto di avere un problema con me, visto che avrebbe solamente peggiorato la situazione. Feci per aprire la bocca, ma ancora una volta lui mi interruppe, avvicinandosi ancora di più a me, il dito puntato minaccioso sul mio petto. 

«Devi dirglielo subito. Immediatamente.» 

Forzai una risata gutturale, cercando di ignorare la sua scomoda vicinanza. «Sei completamente pazzo? Non solo rovinerei la mia amicizia con lui, ma pure il suo rapporto -qualunque esso sia- con la Evans! Ci vuoi morti entrambi?» 

Remus ringhiò. «È per questo che avresti dovuto dirglielo prima, come ti avevo detto io! Avresti dovuto ascoltarmi perché adesso, più tempo passa, peggio è!» 

Sbuffai. «Smettila di fare il melodrammatico. Andrà tutto bene. Io non dirò niente, Lily non dirà niente e vissero tutti felici e contenti.» 

Remus spalancò la bocca indignato. «Mi stupisco ancora della quantità di idiozie che puoi sparare in pochi secondi, Padfoot. Davvero, non capisco se sei davvero così stupido o se fai solo finta.» 

«Non parlarmi così, non sei mia madre, cazzo!» sbottai, tirandogli uno spintone ed allontanandolo di qualche metro. 

«Allora non venire a elemosinare il mio aiuto. Mai più!» decretò, voltandosi per uscire dal bagno. 

«Come se avessi effettivamente fatto qualcosa di utile fino ad adesso.» 

Remus si girò nella mia direzione con sguardo omicida. Risposta sbagliata

Penso che avrebbe replicato se la porta del dormitorio non si fosse aperta e richiusa con violenza e James fosse entrato, urlando di gioia. 

Remus uscì in camera, Peter sobbalzò sul letto ma non si svegliò, io mi appoggiai allo stipite del bagno con aria seccata. 

«Mi ha baciato! Mi ha baciato! O Merlino! Lo ha fatto davvero

Non c'era bisogno che specificasse chi l'avesse baciato per davvero, né che mi girassi impercettibilmente a sinistra per vedere Remus lanciarmi un'occhiataccia eloquente, per capire che ero ufficialmente in casini sempre più grandi. 

Mi voltai di scatto, sentendo la rabbia montarmi dentro, e mi chiusi per l'ennesima volta in bagno sbattendo furiosamente la porta. Vaffanculo a tutti. 

 

 
   
 
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