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Autore: Elly_46    11/03/2017    4 recensioni
Questa storia è una Fremione con l'aggiunta della Drinny poichè sono le mie coppie preferite e sono convinta che avrebbero potuto esserci. La storia parte dalla fine delle vacanze estive alla tana, prima dell'inizio del quinto anno di Hermione e Draco,il quarto per Ginny e il settimo per i gemelli.
Dal capitolo 13-
> disse lui sbattendolo violentemente sul tavolo e trafiggendola con lo sguardo. A Ginny scappò un’altra lacrima e Draco si sentì debole
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Fred Weasley, Ginny Weasley, Hermione Granger | Coppie: Draco/Ginny, Fred Weasley/Hermione Granger
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Otto mesi dopo il matrimonio di Fred ed Hermione . . . 
 



<< Io ancora non riesco a crederci >> disse Ron borbottando, mentre seduto sul divano di pelle scura del salone di sua sorella sorseggiava una tazza di caffè.
<< Non ci vedo nulla di strano >> disse Ginny che seduta sulle gambe di Draco dall’altro capo del tavolino mordicchiava un cioccolatino.
<< E’ Ron che si fa le paranoie >> disse Lavanda ridacchiando.
<< Già, Weasley. Dovresti rilassarti >> lo prese in giro il biondo. Fred che stava spaparanzato sul divano accanto ad Hermione gli fece un occhiolino, beccandosi poi una gomitata dalla moglie.
<< Sembrate dei bambini >> disse infatti la riccia.
<< Non è vero >> dissero in coro Fred, Ron e Draco facendo accigliare e ridacchiare le altre tre.
<< In ogni caso – disse poi Hermione – non c’è nulla di male. Credo che fosse anche ora che Harry si trovasse qualcuno >>
<< Il problema è chi si è trovato >> disse Ron mettendo il muso sulla tazza e scuotendo la testa ancora incredulo. Avevano scoperto solo qualche settimana prima che Harry si stesse vedendo con qualcuno. La cosa non era poi chissà che, ma scoprire con chi l’amico si stesse vedendo fu un colpo per lui.
<< Invece io credo che stiano bene insieme >> disse Ginny ridendo.
<< Certo, come no. Tu parli così solo perché anche il tuo ragazzo è un serpeverde >> ribeccò ancora il fratello.
<< Salazar, Weasley. La scuola è finita >> sbuffò Draco che facendo alzare Ginny dalle sue gambe si diresse verso la cucina oltre l’arcata in colonne e legno. La rossa lo fissò con un sorriso fin quando non sparì dalla sua vista. Hermione trovò la cosa carina. Era sua abitudine farlo con Fred. Era ancora strano pensare a lui come “marito”, ma era una cosa che però amava.
<< A nessuno importa, vero ? >> disse poi Ron con fare eclatante.
<< Ron, deve piacere a lui >> disse Hermione.
<< Magari è simpatica;  quando ce la presenterà allora potrai dare il tuo giudizio >> continuò Lavanda.
<< Condivido con voi – disse Fred – certo però, che Daphne Greengrass. Non me lo aspettavo proprio >> rise il ragazzo.
<< Perché io non sono affatto sorpreso delle scelte di Potter ? >> chiese retorico Draco rientrando nel salone con un piatto pieno di dolci che attirò tutta l’attenzione di Ron.
<< Non dirlo a me >> sbottò poi Ginny alzando gli occhi al cielo e guardando il biondo come fosse un miraggio. Non sopportavano più la lontananza ormai. Vivere con qualcuno ti rendeva parte di lui, ogni secondo di ogni giorno.
<< Beh, allora spero proprio che ce la presenti presto >> disse Ron scrollando le spalle e lanciandosi sui biscotti al cioccolato.
<< Comunque casa vostra è fantastica, e Dublino è semplicemente magnifica. Non mi meraviglia che ti costi tornare a casa delle volte. E’ splendido stare qui >> disse Lavanda cambiando discorso e rivolgendo un sorriso a Ginny che lo ricambiò.
<< Dovresti vedere il parco che c’è in città. In Inverno è uno dei posti più belli che ci sia >> le disse Ginny con ardore. Si vedeva quanto si sentisse a casa lì.
<< E il corso da avvocato ? >> chiese poi Hermione.
<< Va alla grande. Sono praticamente la migliore lì dentro >> disse la rossa con un ghigno.
<< Che modestia >> le rise in faccia Fred, e lei gli fece una linguaccia.
<< Ho imparato dal migliore – rispose lei accennando al biondo che aveva posato il capo sulla sua spalla ridacchiando – e poi è vero >>
<< E a te, Draco ? >> continuò la riccia osservando con aria divertita il marito che si scambiava smorfie con la sorella.
<< E’ ok >> mormorò soppesando le parole. La mora lo fissò incerta, c’era qualcosa che non stava dicendo. Infatti Ginny si voltò a fissarlo scuotendo il capo.
<< Draco non vuole dire che se continua di questo passo potrebbe completare il corso già l’anno prossimo >> disse la rossa, e il biondo le diede un pizzico al fianco che però le fece il solletico.
<< Davvero ? >> chiese Hermione incredula.
<< Ma come ? Quanti esami stai dando ? >> chiese Lavanda incuriosita.
<< Ne do circa otto l’anno, stavolta dieci >>
<< Impressionante >> disse Hermione.
<< Mi viene facile >> disse Draco rivolgendo poi l’attenzione a Ginny che lo stava osservando.
<< Che c’è ? >> chiese infatti il ragazzo.
<< Non lo so. C’è qualcosa che non dici >>
<< E cosa ? >> disse l’altro alzando un sopracciglio.
<< Lo scoprirò >> concluse in un sussurro e poi si voltò a riprendere Ron che aveva praticamente finito i suoi biscotti preferiti. Gli altri risero e cambiarono argomento. Draco la osservava in silenzio con un sorrisetto divertito. Era difficile nasconderle le cose, ma non avrebbe scoperto niente. Non ancora.
 
 
 
 
 



9 mesi dopo  . . . 
 




Ginny tornò a casa completamente esausta. Voleva solamente fiondarsi sotto la doccia, in modo che l’acqua calda le distendesse i nervi contratti delle spalle. La villa era vuota e immersa nel silenzio, evidentemente Draco non era ancora tornato. Aveva completato il corso di medimago con sei mesi di anticipo e a pieni voti. Era semplicemente brillante in ciò che faceva. Poteva vantarsi di avere un medico per ragazzo e la cosa la divertiva da morire. L’unica nota negativa era che con la fine degli studi, aveva dovuto iniziare a lavorare, e i turni in ospedale erano improbabili. Era capitato diverse volte in quei cinque mesi che si fosse ritrovata a dormire da sola. All’inizio era sembrato strano, ma poi ci aveva fatto l’abitudine. Era la vita. La loro vita, e lei l’amava. Posò la borsa notando che erano appena le sette e mezza, aveva tempo per una doccia prima che il biondo tornasse. Si tolse il cappotto sciogliendo i capelli e salendo le scale si diresse nel grande bagno. Quella villa era davvero enorme per due persone, pensò ridacchiando. A Draco non sembrava fare differenza, lo immaginava da bambino correre in una casa così grande come il manor e un sorriso spontaneo le comparì sulle labbra mentre accendeva l’acqua calda e lasciava  che le prime goccioline scendessero. Entrò lasciando che l’acqua le scorresse addosso, permettendo alla tensione e alla stanchezza della giornata di scomparire via. Si rilassò pensando che fosse un po’ strano fare una doccia calda dato che erano in pieno Agosto, ma l’aria di sera era più fresca, soprattutto a Dublino, e quindi così strano poi non era. Erano stati in Inghilterra un paio di mesi prima per un paio di settimane in cui il suo corso era sospeso e Draco aveva preso dei giorni dal lavoro così da poter stare un po’ in famiglia. Avevano passato del tempo con Narcissa, che l’aveva trascinata a far shopping ovunque, e poi con i suoi genitori e i suoi fratelli. Hermione stava ultimando il suo corso al ministero, e Fred era divertito nel vederla  impazzire a volte. Lavanda e Ron sembravano più affiatati del solito ed Harry aveva presentato Daphne a tutti. La bionda non era male, anzi lei la trovava anche simpatica, così come Hermione e Lavanda. Luna voleva bene a tutti, quindi non fu una novità. Ron fu più duro da convincere, ma alla fine il modo il cui l’ex serpe guardava Harry e viceversa l’avevano convinto. Spense l’acqua della doccia e uscì passandosi un asciugamano intorno al corpo e un altro a tamponare i capelli. Fece in fretta nell’asciugarsi e nel vestirsi. Indossò un paio di shorts e una canotta nera aderenti, mentre scosse i capelli e li lasciò liberi, facendo in modo che si asciugassero all’aria calda estiva. Le piaceva stare a piedi nudi per casa, il contatto con il pavimento di marmo freddo le permetteva di stare sveglia a ogni ora, e poi la sensazione che le trasmetteva le faceva venire i brividi. Uscì dal bagno sentendo un rumore strano. Arcuò il sopracciglio e si diresse nel lungo corridoio per poi arrivare in procinto delle scale. Ciò che vide la lasciò senza fiato, tanto dal doversi chiedere se fosse reale oppure no.  Cercò di chiudere e di aprire più volte gli occhi in modo da convincersi davvero di ciò che vedeva. Scendendo le scale, giù, per tutto l’enorme salone si estendevano delle immagini sospese in aria. Osservò meglio rendendosi conto con il cuore che scalpitava, che non erano immagini, ma ricordi. Ricordi che si muovevano, che si stavano ripetendo incessanti in quello stesso momento. Dalla sua posizione le sembrava di osservare un museo  d’arti, dove migliaia di quadri si sovrapponevano, come a  voler raccontare un’unica storia. Una storia, in quel caso, che lei conosceva benissimo. Prese coraggio e iniziò a scendere le scale, il passo lento, quasi avesse paura che scendendo sarebbe svanito tutto e che se lo fosse solo immaginato. Arrivò alla fine della rampa e iniziò a guardarsi intorno, i ricordi erano in un ordine preciso, costruiti nei minimi particolari e dettagli. Era come poter leggere un libro senza lasciarsi sfuggire nulla. Quando fu abbastanza vicina il primo ricordo iniziò a prendere vita divenendo più chiaro degli altri. L’immagine era chiara. La stazione di King’s Cross.
 




 << Ginevra Weasley >>  disse una voce calda, e la rossa rabbrividì quando capì che la persona a chiamarla così era stata Malfoy, si voltò a guardarlo e incrociò i suoi occhi azzurro-ghiaccio che la catturarono. Ginny non si era mai sentita così strana, era in soggezione sotto quegli occhi, le sembrava di non potersi muovere, eppure poteva anche ballare se lo voleva, ma i muscoli rimasero lì, immobili. 
<< Ci si vede, Ginevra >> e Ginny sentendosi spiazzata l’unica cosa che riuscì a fare fu sorridergli.

 
 


Ginny avvertì il cuore piombarle al centro del petto con un tonfo. Sorrise, incapace di fare altro, un po’ come la se stessa del ricordo. Passò oltre voltandosi dalla parte opposta e vide una nuova immagine riflessa di lei e Draco. Stavolta erano sulla torre d’astronomia. Quel posto sapeva di loro più che di qualunque altro.
 




<< Weasley ? >> 
 << Cosa c’è Malfoy ?  >> 
 << Noi non siamo amici >>  disse il ragazzo, e lei, con sua somma sorpresa, gli sorrise.
  << Lo so >>
 

 


Il Draco del ricordo era un po’ più giovane di adesso. Lì aveva quindici anni, e ora ne aveva diciannove. Quattro anni. Potevano passare così in fretta ? Non aveva saputo rispondersi, almeno fino ad allora.
 
 



<< Fermami se non vuoi, Ginevra >> ma Ginny era bloccata, voleva dirgli quel no, perché sapeva che era sbagliato, ma una parte di lei voleva solo che Malfoy accelerasse e premesse le sue labbra sulle sue. Fu questione di attimi e poi le labbra morbide e fredde di Draco Malfoy si posarono sulle sue, e da quel momento in poi non capì più nulla.
 
 



Le sembrò quasi di sentire la pressione delle labbra di Draco sulle sue, un tocco che conosceva perfettamente, e tutte le emozioni che aveva provato in quel particolare momento. Si sentì strana, non si era mai vista baciare Draco, eppure, ora che si guardava da fuori poteva sentire forte la pressione che avvertiva nel petto. Anche in quel lontano primo bacio sembrava che tutto fosse già scritto.
 
 



<< Baciami >>  urlò Ginny, e vide il biondo bloccarsi di colpo. Draco si fermò con un passo sospeso, posandolo poi nuovamente a terra. Si voltò a guardarla, e la fissò per un lungo istante negli occhi. Quegli occhioni che lo guardavano supplichevoli. Non poteva averlo detto sul serio. Come poteva chiederglielo in un momento come questo ? E perché poi ? Stava per dire qualcosa, ma vide lei scuotere leggermente la testa senza staccare gli occhi dai suoi.
<< Baciami >>  gli disse di nuovo, e stavolta era un sussurro, che Draco non si fece ripetere. Con poche falcate arrivò a lei e le afferrò il viso tra le mani. La guardò un istante e poi unì le sue labbra alle sue. Per lui fu come tornare a respirare.

 
 



Pensava davvero che avrebbe ucciso Harry quella volta se lei poi non gli fosse corsa dietro. Probabilmente erano i ricordi a cui lui era più legato, ma lo era anche lei. Amava ogni istante che passava con lui, e non se ne sarebbe mai separata. Non avrebbe cambiato nulla, nemmeno il gesto più semplice.
 
 




<< Non c’è nulla che non va, giusto ? >>  disse Draco pieno di rabbia ripetendo le sue stesse parole.
<< Non potevo aprire bocca, credo che tu lo abbia capito >>  rispose lei spingendolo per toglierselo di dosso.
<< Credevi che sarei corso dalla Umbridge a spifferare tutto, vero ? >>
<< Perché non lo avresti fatto ? >>  urlò lei.
<< Certo che si, solo per vedere Potter crogiolarsi nel suo dolore >>  sputò lui pieno di risentimento.
<< E’ questo il problema ? Il fatto che sia stato Harry ad organizzare tutto ? >> 
<< Il problema è che nonostante tutto, nonostante tutto quello che ha fatto a te, abbia ancora gente che gli va dietro in queste sue diavolerie di insurrezioni, compresa te >>   disse lui guardandola pieno di rabbia.  Non capiva. Come poteva dopo tutto quello che era successo, continuare ad andargli dietro ?
<< E’ questo che pensi ? Io non vado lì perché c’è lui. Io ci vado perché quello che c’è la fuori deve essere combattuto e io devo imparare  a difendermi da sola >>  urlò Ginny. Vide negli occhi di lui passare una consapevolezza che non gli aveva mai visto, ma fu questione di un attimo prima che tornasse a chiudersi in se stesso.
 
 
 




Probabilmente una delle peggiori litigate, ma capiva benissimo perché quel ricordo fosse così vivido per il biondo. Lui gli aveva confessato, tempo dopo, che aveva avuto paura. Paura che sarebbe stato costretto a farle del male. Chiuse gli occhi, solo un secondo, eppure servì a farle salire dei brividi lungo la spina dorsale. Si morse il labbro con forza, cosa avrebbe fatto se non avesse più avuto Draco ? Non sapeva rispondere, e la cosa la spaventò. Un suono, proveniente da un ricordo alla sua destra la scosse e si voltò fissando quel viso che tanto amava guardare se stessa.
 
 



<< Non sai quanto io mi senta sola, adesso >>  gli sussurrò, e Draco sentì qualcosa in lui farsi più pesante.
<< Hai la tua famiglia, Weasley, e i tuoi amici. Sono io quello solo tra i due >>  le disse lui scostandole una ciocca.
<< No. No perché si è soli anche se si è in mezzo alla gente >>  disse lei. Draco si scostò piano, doveva andare, aveva da fare. Si voltò e fece per andare via, ma la voce di Ginny lo raggiunse di nuovo.
<< Mi sto fidando ancora di te >>  

 
 



“Mi fido di te”. Fiducia, quanto può essere importante una parola per due persone ? Aveva vissuto due anni e mezzo basando la sua vita solo su quella parola. Solo per lui. Non credeva esistesse la possibilità di scegliere una vita in cui non si sarebbe fidata di Draco, semplicemente  non poteva esistere.
 
 



<< Beh, mi spiace Weasley, ma niente aria. Adesso si balla >>  disse lui prendendola per un braccio.
<< Come si balla ? >>  chiese lei arrossendo.
<< Odio ripetermi >>  ribeccò lui portandola al centro della pista. L’avvicinò a se mettendole le mani sui fianchi e tirandola a se, mentre Ginny gli cinse il collo.
<< Perché vuoi ballare ? >>
<< In pratica stiamo già ballando >> precisò lui.
<< Lo so, ma perché ? >>   continuò lei.
<< Perché se devo andare all’inferno, tanto vale andarci in grande stile, no ? >>  le disse avvicinandosi pericolosamente.
<< Che…che vuoi dire ? >>  balbettò lei per la vicinanza, e Draco la trovò adorabile.
 
 
 



Aveva la stessa faccia di se stessa in quel momento, ci scommetteva. La festa di Lumacorno, ovvio. La rabbia di Ron, la pazienza di Hermione, e lui. Sempre lui. Strinse forte gli occhi con un sospiro. Sapeva già quale sarebbe stato il prossimo ricordo senza la necessità di voltarsi a vederlo. Se lo sentiva ovunque. Era sicuramente uno dei più vividi, secondo solo al giorno della battaglia.
 
 


<< Dici che io non sono così. Allora questo cos’è ? >> disse freddo alzandosi la manica della camicia, e scoprendo il marchio nero davanti ai suoi occhi. Ginny rimase immobile davanti a quel marchio nero sulla pelle lattea del ragazzo.
<< Tu lo volevi ? >>  chiese in un sussurro. Draco alzò un sopracciglio credendo di aver sentito male. Credeva che lei sarebbe scappata, non che gli avrebbe ancora rivolto la parola.
<< Tu lo volevi, Draco ? >>  ripetè lei piantando i suoi occhi in quelli del ragazzo che la fissavano seri.
<< No >>  disse in un sussurro  << Ma non avrebbe fatto comunque differenza >>
<< Per me si >>  disse Ginny ,poi allentò la presa sul polso del ragazzo e avvicinò il viso al tatuaggio nero. Mise l’indice sulla figura tracciandola piano di profilo. Poi avvicinò le labbra lasciandogli un bacio sopra. Quando alzò il volto gli occhi di ghiaccio di Draco erano nei suoi, ma la pregavano di non farlo. Ginny si avvicinò maggiormente a lui abbracciandolo di colpo. Draco sospirò portando il volto nei suoi capelli stringendola appena. Aveva bisogno di calore, di quel calore.
<< Non lasciare che ti trascini giù con me >>  le disse all’orecchio.
<< Non voglio scendere giù. Voglio aiutarti a stare a galla >>  rispose lei.
<< Puoi ancora scappare, Gin >>   disse lui guardandola e chiamandola per nome. Lei lo guardò negli occhi e avvicinò il suo viso a quello del biondo.
<< Non posso scappare più da molto tempo, Draco >>  sussurrò ormai sulle sue labbra. 
 
 





Se non avesse la certezza che fosse impossibile, avrebbe giurato che il suo cuore stesse per uscirle dal petto. Aveva sentito una fitta fortissima rivivendo quel momento. Le era mancata l’aria ogni secondo. Rivedere quel dolore e quel tormento in quegli occhi così felici ora, le aveva tolto anche la facoltà di pensare. Si girò intorno, ma del biondo nessuna traccia, la testa iniziava a girarle. Perché tutto quello ?
 
 
 


<< Chiudi gli occhi >>  le disse così piano che Ginny lo sentì appena. Fece come le aveva detto e dopo qualche secondo sentì qualcosa di freddo sul petto. Aprì gli occhi trovando al collo una catenina in oro bianco che aveva per ciondolo un serpente, gli occhi incastonati con due preziose pietruzze verde brillante. Spalancò gli occhi a quella vista rivolgendoli subito al biondo. Sarebbe costato una fortuna, era pregiato si notava, non poteva accettarlo.
<< Draco, non pos…>>  tentò di dire, ma lui la fermò subito.
<< Non pensarci nemmeno. E’ per te. L’ho fatto fare apposta >>  le confessò.
<< Perché ? >>  gli chiese, ma lui per tutta risposta le sorrise prendendole il viso tra le mani e baciandola piano, di nuovo in quel modo che sembrava dire addio. Tremò tra le sue braccia e la strinse di nuovo.
<< Sei bellissima >>  le disse piano guardandola negli occhi e carezzandole una ciocca di capelli per poi portargliela dietro l’orecchio.
<< Draco, perché ? >>  chiese di nuovo in un sussurro. Aveva troppa paura della risposta, stava diventando difficile sopportare tutto quello. Era talmente forte e bello quello che stava provando, che se glielo avessero portato via sarebbe sul serio potuta morire.
<< Perché hai fatto l’amore con me come se fosse l’ultima volta ? >>  chiese alla fine, affrontando il groppo in gola che le si era formato. Il biondo le sorrise amaro, accarezzandola dolcemente di nuovo e rubandole un altro bacio, che a Ginny bastò come risposta. Sospirò forte guardandolo negli occhi appena si staccarono, sentì gli occhi diventare lucidi di colpo, perché l’idea di non vederlo più la stava per soffocare.

 
 
 


Voleva soffocare davvero in quell’istante. D’istinto si portò una mano al collo. La collana era ancora lì dopo anni, non la toglieva mai, era come un segno sulla pelle. Draco ridacchiava ancora quando la guardava, a volte prendendola in giro, ma sapeva che lui la pensava allo stesso modo. Era l’unica cosa che l’aveva fatta andare avanti in quei mesi, che le dicesse che non stava sognando, che era reale. Persino Fred l’aveva capito quando gliene aveva parlato. Sentì nuovamente la sua voce, e stavolta il ricordo era proiettato sulla parete bianca.
 




<< Sono qui - le sussurrò piano continuando a stringerla - sono qui, Gin. >> 
<< Non andare via di nuovo >> disse ancora la ragazza guardandolo negli occhi, e Draco seppe che non se ne sarebbe andato più, a meno che non fosse stato per farla stare al sicuro. 
 

 



Se non fosse tornato ad Hogwarts quella notte, molto probabilmente sarebbe andata a cercarlo lei solo per poi picchiarlo. Sorrise leggermente, e sentì i suoi occhi diventare lucidi. Come prima, sapeva a quale ricordo toccasse ora. La pelle d’oca aumentò, e i capelli che ancora umidi erano tirati su un lato le si erano asciugati per metà. Del biondo ancora nessuna traccia, ma il cuore le diceva che non era lontano. Non lo sarebbe stato ancora per molto.
 
 




 << Sono cocciuta e forse avrò sbagliato ogni cosa fino ad ora, ma quello che so è che l’errore più bello della mia vita è stato quello di innamorarmi di te, di appartenerti, perché io ti appartengo. Mi hai promesso che avremmo affrontato tutto insieme, e io ho bisogno di te. Perché io ti amo, Draco. Ti amo così tanto che mi consuma e mi spinge verso di te così intensamente da far male. Non ho intenzione di scappare o di andare via perché il mio posto è qui con te. Ovunque esso sia  >>. Ginny parlò tutto d’un fiato senza tralasciare nulla. Non si voltò a vedere le espressioni sui volti della sua famiglia, vedeva solo Draco davanti a lei. Il ragazzo la stava guardando con un’intensità tale da incendiarle l’anima e ogni cosa avesse intorno. Non esisteva nulla oltre loro due. Sentì lo sguardo di Voldemort su di lei, probabilmente si aspettava qualcosa, non l’aveva ancora uccisa, era un buon segno.
<< Non ho mai pensato di valere la pena per qualcuno, eppure tu hai continuato a scegliere me, ogni secondo, ogni giorno. Sempre. Non riesco nemmeno a respirare a volte perché mi guardi con quegli occhi che non so nemmeno io cosa mi fanno…so solo che poi mi guardi e io non respiro.  Sei tutto quello che ho. Tutto quello che amo, e non sapevo nemmeno cosa volesse dire prima di te. Mi sono innamorato di te così lentamente da non rendermene conto, da conoscere ogni cosa di te alla perfezione.  Io ti amo, Gin. Sei sempre stata tu, e questo non cambierà mai  >>  disse Draco non smettendo un solo istante di guardarla negli occhi. Poteva vedere quegli occhi verdi che tanto amava sprizzare gioia da tutti i pori, ci vedeva solo amore dentro.

 
 





Ed anche in quel momento le aveva dato l’opportunità di scegliere, ancora. Lo amava anche per quello. Avrebbe sempre messo se stesso davanti a lei, e lei avrebbe fatto lo stesso. Mai sarebbe cambiato qualcosa in ciò che avevano, poteva solo crescere. Una vita senza Draco non sarebbe stata la sua vita. Mai, nemmeno per un attimo. Sentì un soffio improvviso e di colpo i ricordi che la circondavano scomparvero da lì. Si voltò a cercarlo, sapeva che era lì, era come un sesto senso, avvertiva la sua presenza. Non tardò infatti a sentire una presenza alle sue spalle e si voltò di scatto trovandosi occhi negli occhi con quel ragazzo che le aveva rubato ogni cosa, appropriandosene e rendendola migliore in ogni sua singola parte.
<< Ciao, scricciolo >> gli sussurrò Draco dinnanzi a lei. Ginny era senza parole. Gli occhi piantati nei suoi, ricchi di confusione mista ad aspettativa, come chi cerca di capire, ma ha paura di sbagliarsi.
<< Perché ? >> gli chiese lei. Diretta, chiara, lineare come sempre. Lui le sorrise prendendole una mano tra le sue e baciandogliela piano. Le passò poi una mano a districarle i capelli umidi, mentre la guardava con un’intensità tale da poterle leggere dentro come un libro aperto.
<< Ho pensato a mille modi per chiedertelo, per poterti fare un discorso che ti avrebbe stupito,  e reso felice. Avevo pensato di portarti in un ristorante a Parigi, o di andare con te in un posto in cui saremmo stati completamente soli. Ho pensato di andare alla torre di astronomia e chiedertelo lì perché quel posto è praticamente il nostro inizio. E’ lì che è iniziato tutto, dove ho capito inconsciamente quale sarebbe stato il mio posto nel mondo, ma poi ci ho ripensato. E alla fine ho capito che c’era un unico posto in cui avrei potuto chiedertelo >> disse Draco guardandola negli occhi. A quel punto si fermò, sotto lo sguardò incredulo ed emozionato di Ginny e si inginocchiò davanti a lei, sempre tenendole la mano.
<< L’unico posto in cui potrei farlo è questo. Questa è la nostra casa, quella che abbiamo costruito assieme, da soli. Questo posto sa di noi, di tutte le nostre giornate e di tutte le nostre parole. Sa dei nostri ricordi. Ricordi che abbiamo creato nel corso di questi quattro anni insieme, e io davvero non pensavo ci si potesse sentire così per qualcuno, con qualcuno. Fino a quando non sei arrivata tu. Ho voluto mostrarti i miei ricordi, quelli a cui sono più legato perché non hanno ancora inventato le parole che possono descrivere quello che io provo con te, e per te. L’unico modo per mostrartelo era fartelo vedere nel vero senso del termine. E, dio, Gin. Io ti amo così tanto che potrebbero scomparire il sole e le stelle e io sarei ancora qui ad amarti. Tu mi rendi migliore, stare con te mi rende migliore. L’unica cosa che voglio adesso è che tu mi dica di si. Mi dica di si perché non ho intenzione di lasciarti andare via da me, e voglio che tu sia mia, anche più di ora. Vedi ? E’ di questo che parlo. Io ti guardo, e in quei tuoi occhioni verde-azzurro potrei anche morirci adesso perché mi togli il respiro quando mi guardi così. Ora che lo sai, che sai cosa voglio dalla mia vita, dimmi solo di si. Vuoi tu Ginevra Weasley, sposare me, Draco Malfoy ? >>  concluse il biondo in un soffio aprendo davanti a lei una scatolina blu notte, al cui interno vi era un finissimo anello in oro bianco, con al di sopra un diamante, ne troppo grande ne troppo piccolo. Semplicemente perfetto.
<< Io . . . – sussurrò Ginny in preda all’emozione, con gli occhi che luccicavano per l’amore e per le lacrime – Si, certo che si >> disse poi lanciandosi praticamente ad abbracciare il biondo con tutta la forza che aveva.
<< Ti amo >> disse Draco sulla sua bocca passandole una mano nei capelli che spettinò di proposito.
<< Io ti amo da morire >> gli disse lei solenne guardandolo con le lacrime agli occhi.
<< Non hai idea di quanto io stia morendo dalla voglia di fare l’amore con te in questo momento >> le soffiò sulle labbra. Con i pantaloncini, la canotta, scalza e i capelli ancora umidi era la cosa più bella che Draco avesse mai visto. Sentiva il cuore scoppiare di gioia al solo pensiero che presto sarebbe stata ancora più sua.
<< Allora che aspetti ? >> gli disse Ginny tornando a baciarlo, e lui non se lo fece ripetere due volte.
 
 
 
 
 
 


Un anno dopo . . . 
 
 



<< Perché dove andrai tu andrò anch’io >> disse Ginny guardandolo negli occhi. Il biondo le fece un sorriso carico d’amore. Sentiva il cuore scalpitare furioso. Di una furia amorevole.
<< Perché il mio posto è dove sei tu >> continuò Draco stringendo un po’ più forte le mani della ragazza davanti a lui, su quell’altare circondato da fiori di ogni sfumatura e colore.
<< Perché qualunque cosa accada, indipendentemente dalla situazione in cui saremo, io sarò al tuo fianco >> sussurrò Ginny solenne. Mai parole furono più vere. Non erano parole dette al vento, erano dimostrazione di ciò che era stato fatto davvero tre anni prima.
<< Perché ti proteggerò sempre, anche quando penserai che sarà inutile >> ribeccò il biondo facendole un occhiolino che la fece sorridere.
<< Perché mi fai sentire viva >>
<< Perché hai creduto in me, sempre >>
<< Perché ti affiderei la mia vita >> disse la rossa. Gli occhi incatenati a quelli di ghiaccio che più che freddo, le facevano venire i brividi per quanto amore ci leggeva dentro.
<< Perché nonostante tutto questo. Io sono già legato a te >>
<< Perché nessuno ha bisogno di te come ne ho bisogno io >> disse lei.
<< Perché io posso essere felice solo se tu sei con me >>
<< Perché sei l’unico che potrò mai amare >> disse Ginny, con una convinzione tale da far sorridere lui e tutti quelli che li stavano guardando.
<< Perché sei l’unica che amo >> concluse Draco ammirandola. Davanti a lui, nel suo vestito bianco che si intonava al suo sorriso, era semplicemente perfetta. Perché lei era questo per lui. Perfetta.
<< Con il potere conferitomi – disse l’officiante – io vi dichiaro marito e moglie. Può baciare la sposa >>. Il biondo non lasciò nemmeno che terminasse di pronunciare quelle parole che aveva già attirato Ginny a se e la stava baciando come fosse la prima volta. La rossa rivisse quel momento perfetto lasciandosi andare. Poco importava che sentisse i singhiozzi di Narcissa e di sua madre. O che Ron stesse piagnucolando cercando di nascondere l’emozione. Lei aveva tutto il suo mondo che le stava divorando le labbra, e con quelle l’anima e il cuore.
 
 
 
 
 
 


<< E’ stata una cerimonia bellissima. Non ho smesso di piangere nemmeno un secondo >> borbottò Hermione a Ginny facendola ridere. Non che non fosse stato emozionante recitare quelle promesse davanti a tutti, permettendo a chiunque di sapere quanto il suo amore per Draco fosse profondo, ma Hermione aveva un motivo in più per piangere. Infatti, la sua migliore amica si stava tenendo il pancione con una mano del fratello sulla sua schiena. Tra un paio di mesi sarebbe diventata zia per la terza volta, persino Draco era eccitato all’idea. Fred ed Hermione, infatti aspettavano il loro primo figlio, avevano deciso di chiamarlo Julian, era un nome splendido. Si girò vedendo Fleur ridere mentre Victoire si divertiva a giocare tra i fiori degli addobbi. Anche George e Angelina avevano avuto una bambina, Jane, aveva tre mesi e stava sonnecchiando nella carrozzina accanto alla madre che si voltava ogni due secondi a guardarla.
<< Con quel pancione mi meraviglio che tu abbia resistito due minuti prima di iniziare a piangere >> disse Draco alla riccia sorridendo; ridacchiò anche lei.
<< Ho finito i fazzoletti, quindi ora basta >> disse invece Fred alzando gli occhi al cielo. Sebbene non lo desse a vedere, lei sapeva che suo fratello era super emozionato all’idea di diventare padre, e poi era anche un maschio, quindi. La sua rivincita con George.
<< Non posso credere che ti sia sposata prima di me >> disse Ron arrivandole alle spalle.
<< Ti rifarai l’anno prossimo >> gli sorrise lei.
<< Ormai credo che qui i matrimoni volino da tutte le parti >> disse il biondo con un ghigno mettendole un braccio attorno alla vita.
<< Puoi dirlo forte. Voglio dire, anche Harry si sposerà tra qualche mese >> disse Fred.
<< Sarebbe anche ora >> disse Hermione con un cipiglio. Ginny rise e si voltò a fissare in direzione dello sguardo della mora. Harry era seduto a un tavolo con Neville e Luna. La cosa esorbitante era che accanto al moro ci fosse Daphne, beh, la novità non era quella, ma il fatto che alla ragazza si notasse una leggera protuberanza della pancia. L’ex serpeverde era infatti incinta. Harry ne era entusiasta, glielo si leggeva in faccia. Ormai vivevano insieme da quasi un anno, e quattro mesi prima avevano scoperto di essere in attesa. Il matrimonio però, avevano deciso di rimandarlo a dopo il parto, ed effettivamente Ginny capiva che la bionda ci tenesse ad entrare nel vestito.
<< Granger, rilassati >> la prese in giro Draco facendo scoppiare a ridere Ron.
<< Sarà >> borbottò in risposta lei.
<< Dra, credo che ci tocchi ballare >> disse poi Ginny al marito. “Marito”, che parola enorme.
<< Tutto quello che vuoi , scricciolo >> le sussurrò in un orecchio per poi prenderla per mano e trascinarla via, sotto lo sguardo divertito degli altri. Mentre la musica partiva, la rossa ripensò alla festa di lumacorno, a quel ricordo così intenso, e poi rise quando sentì Hermione muovere un altro singhiozzo.
 
 
 
 
 
 


Un anno e mezzo dopo  . . .
 






<< Ed ecco qui la vostra mamma e il vostro papà >> disse l’infermiera passando quei due fagottini tra le braccia di Draco e Ginny. Ginny prese il fagottino azzurro con un sospiro trattenuto lasciando che la sua schiena aderisse alla testata del letto. Era bellissimo. Non aveva altri termini per descrivere il bambino tra le sue braccia o quello che stava provando. Si voltò verso il biondo seduto con una gamba incrociata accanto a lei, e vide che lui aveva la sua stessa espressione. L’infermiera sorrise nel vederli così emozionati e rapiti;  si voltò uscendo silenziosamente dalla stanza con un sorriso sulle labbra.
<< Non… -- sussurrò Draco non distogliendo lo sguardo dalla bambina che aveva tra le braccia – non so che dire >>
<< Sono bellissimi >> disse Ginny con un sorriso a stento trattenuto. Poco le importava di avere i capelli in disordine o di essere stanca, stava respirando per ciò che era intorno a lei. Suo marito e i suoi due bellissimi bambini.
<< Come vuoi chiamarli ? >> chiese poi Draco voltandosi finalmente a guardarla, aveva gli occhi più luminosi che la rossa gli avesse mai visto.
<< Tu a cosa pensavi ? >> chiese la rossa.
<< Pensavo, non so – ridacchiò il biondo  -- Veronica ?  >> disse poi all’unisono con Ginny e risero divertiti della cosa.
<< Veronica >>  mormorò la rossa sorridendo più ampiamente, mentre la bambina tra le braccia del biondo apriva gli occhi di ghiaccio, e si fissò a guardare il biondo che la osserva come a studiarla. Ghiaccio nel ghiaccio.  Ginny li guardava con il cuore a mille. Era uno spettacolo unico. Un movimento attirò la sua attenzione, e si voltò, vedendo che anche il bambino tra le sue braccia aveva aperto gli occhi. Verde-azzurro, come i suoi. 
<< E lui ? >> chiese poi Ginny a Draco che si voltò a fissare il bambino con un sorriso.
<< Nathan ? >> domandò. Ginny ridacchiò annuendo. Poi però si voltò, incrociando gli occhi del biondo.
<< Che ne dici di Nathan Blaise ? >> chiese di getto, vedendo gli occhi di Draco spalancarsi. Lo aveva lasciato senza parole, ed era difficile lasciare senza parole Draco Malfoy.
<< Dici sul serio ? >>  le chiese, quasi avesse paura che scherzasse, e lei annuì. Si aspettava di tutto, ma non il bacio che le arrivò. Forte, deciso, passionale, quasi disperato.
<< Mi dici come potrei non amarti ? >> le chiese sulle labbra.
<< Non lo so >> rispose lei dandogli un altro bacio. Draco si mise più vicino a lei permettendole di poggiare il capo sulla sua spalla.
<< Mi stai dando l’unica cosa che non ho mai creduto avrei avuto. Una famiglia. E ti amo, ti amo così tanto per questo >> le sussurrò tra i capelli.
<< Ti amo anch’io >> rispose Ginny sulle sue labbra. Sentirono bussare alla porta, e Draco si alzò per aprirla piano. Non voleva far piangere i bambini, ma sapeva che fosse impossibile, data l’armata che entrò nella stanza.
<< Mi hai battuto, Dra. Due in un colpo solo >> fu la prima cosa che disse Fred entrando nella stanza e alludendo ai gemelli che Draco e Ginny tenevano in braccio. Ginny rise in direzione del fratello, mentre Nathan in braccio a lei si incantava al suono della sua risata facendola sorridere ancora di più.
<< Sei proprio un bambino >> lo riprese Hermione che aveva in braccio Julian, ormai di un anno. Il bambino fissava incuriosito Veronica tra le braccia di Draco con sguardo attento.
<< La smettete di battibeccare ? >> chiese George entrando con Angelina, e Jane tra le braccia.
<< Lo sai anche tu che è impossibile >> rispose la voce di Harry che fece capolino con un gran sorriso. Aveva la fede al dito da sei mesi e sembrava sprizzare gioia da tutti i pori.
<< Non che tu sia da meno >> disse Daphne con James che gli teneva la mano. Ginny sorrise osservando quanto assomigliasse ad Harry e di conseguenza a suo nonno. Certo che però, si stavano dando da fare. Infatti la bionda aveva di nuovo il pancione di sei mesi indosso. Si erano sposati e in viaggio di nozze avevano scoperto di essere nuovamente in attesa. Draco aveva riso, dicendo di nuovo che non si aspettava nulla di diverso da Harry. Lei aveva riso. Un altro maschio, poi, Merlino. Non voleva immaginare.
<< Guarda, che forse è meglio due in una volta >> disse la voce di Ron che si avvicinò alla sorella osservando il bambino.
<< Ti stai lamentando ? >> chiese allora Lavanda. La pancia di tre mesi che non si vedeva. Chissà se sarebbe stata una femmina o un maschio ? Erano sposati da appena quattro mesi, ma Ron si era dato da fare, e Draco lo prendeva in giro, ma il rosso ribeccava sempre.
<< E’ bellissimo, Ginny >> disse ancora il fratello osservando il nipote.
<< L’avevo detto che i vostri figli sarebbero stati bellissimi >> si intromise Luna sorridendo con Neville che fissava i bambini estasiato.
<< Ti è andata bene, Malfoy – disse poi Harry ghignando – sono entrambi biondi >>
<< Non scherzerei, Potter >>
<< Effettivamente, ti è andata bene >> rise Hermione. 
<< Io lo sapevo che sarebbero stati biondi – disse Draco, per poi essere richiamato dalla bambina che aveva tra le braccia che andò a toccargli il dito – ehy >>
<< I nomi ? Voglio sapere i nomi >> disse poi George eccitato.
<< Veronica  e Nathan Blaise >> disse Ginny. Per un istante tutto si fermò. Lavanda e Luna si portarono una mano al petto e alla bocca annuendo sentendo quel nome. Hermione sorprese tutti, e semplicemente mollò Julian a Fred abbracciando Draco, senza però schiacciare Veronica. Il biondo ricambiò la stretta, mentre Ginny li osservava con un sorriso tutto cuore.
<< E’ stato bello >>  disse piano Hermione a Draco, impedendo a chiunque di sentirla.
<< Grazie >> rispose il biondo in tono altrettanto silenzioso. I due si scostarono continuando a guardarsi. Ginny e Fred si scambiarono un’occhiata complice. Mentre la stanza si riempiva di nuovo del rumore familiare cui erano abituati, Ginny si chiese se quello fosse l’inizio di un’amicizia più profonda.
 
 
 
 








<< Papà >> urlò la voce di Veronica dall’enorme salone della loro villa a Dublino. Draco uscì dal suo studio lanciando un’occhiata alla figlia che saltellava su e giù per i gradini della grande scalinata.
<< Che c’è, Ronnie ? >> disse il biondo incrociando i suoi occhi di ghiaccio con il loro specchio.
<< Voglio andare sulla scopa. Mi ci porti ? >> chiese ancora la bambina.
<< E dov’è Nate ? >> chiese Draco guardandosi intorno, ma non fece in tempo a girarsi  che una testa bionda sbucò all’improvviso arpionandosi al suo ginocchio.
<< Dai papà la scopa, la scopa ! >> disse il bambino mettendosi d’accordo con la sorella con un ghigno in perfetto stile Malfoy. L’altra annuì. Si leggevano nel pensiero quei due, come faceva a dirgli di no ? Lo mettevano alle strette. Sconfitto da due marmocchi, fantastico.
<< Papà >> dissero di nuovo all’unisono. Si voltò a guardarli in faccia tutti e due. C’era qualcosa di strano in quei due, se lo sentiva.
<< Che avete combinato ? Tu odi volare >> disse rivolto alla figlia che però scrollò le spalle con aria innocente. Troppo innocente anche per una bambina di sette anni.
<< Papà, lo sai che Nate e Ronnie hanno distrutto un albero del giardino ? >> urlò la voce di Isabelle all’improvviso. Una bambina di quattro anni correva nella sua direzione con i capelli boccolosi e biondissimi e un sorriso eccitato sul volto. Lui a quelle parole si girò a squadrare i due che facevano finta di niente guardandosi attorno.
<< Avete distrutto un albero ? E come diavolo avete fatto ? >> chiese allibito.
<< E’ stato lui >>
<< E’ stata lei >>  dissero in coro indicandosi. Draco si passò una mano in faccia e si voltò a guardare Isabelle che ora gli stava stringendo la tasca dei jeans.
<< Chi è stato, Izzy ? >> chiese allora alla figlia. La bambina sorrise con fare innocente, ma in realtà non aveva nulla di innocente. Gli ricordava troppo Ginny in quei momenti.
<< Tutti e due. Stavamo giocando e poi, Boom! L’albero è saltato in aria >> spiegò Isabelle e Draco ridacchiò nel sentirla parlare.
<< Sistemiamo prima l’albero, poi magari possiamo fare un giro sulla scopa >> disse allora il biondo arrendendosi. I gemelli che erano ammutoliti in quegli ultimi istanti scoppiarono di gioia all’improvviso.
<< E la mamma ? >> disse poi Nate.
<< Alla mamma non diciamo niente. Anzi no, che ne dite di uno scherzo ? >> propose. I tre annuirono contenti. Si sarebbe divertito. Anche se poi sarebbe stato costretto ad estradare dall’Irlanda non appena Ginny avesse saputo che non le aveva detto nulla dello scoppio di magia dei gemelli.
 
 
 
 
 
 
 
 





<< James, torna subito qui >> urlò Harry al figlio che però lo ignorava per correre dietro a Julian che a sua volta correva dietro a Jane che aveva preso chissà cosa.
<< Jules, vieni qui >> urlò invece Elizabeth al fratello che al suo strillo si fermò di colpo, lasciando che James sbattesse contro di lui.
<< Tua figlia è peggio di te, Granger. Povero Julian, non so come fa con sua sorella >> rise Draco.
<< Pensa ai tuoi. Non mi pare che Nate e Veronica siano poi così diversi >> ribeccò Hermione.
<< Sono gemelli, tesoro. E’ diverso >> andò in aiuto dell’amico Fred.
<< Ma tu da che parte stai ? >> disse offesa al marito. L’altro non fece in tempo a  rispondere che Veronica aveva preso a comandare a bacchetta Nate e Albus insieme ad Emma.
<< Dicevi, Malfoy ? >> continuò Hermione.
<< Draco, dì a tua figlia di mollare mio figlio >> disse George disperato, osservando Nikolas fuggire dalle cugine insieme a Nate ed Albus.
<< Mia figlia è nata per comandare >> disse il biondo ridendo.
<< Si, come no >> borbottò l’altro.
<< E poi, se proprio vogliamo parlarne. E’ anche Emma che non li lascia in pace >> disse Draco.
<< Ecco, appunto – borbottò George – Ron, dì ad Emma di mollare mio figlio >> disse a quel punto al fratello.
<< Credo che sia Emma a comandare Ron >> rise Ginny a quel punto osservando come suo fratello stesse sul serio per strozzare la figlia.  Alex, invece,  se ne stava tranquillo vicino a Lavanda che gli accarezzava i capelli mentre giocava con Isabelle, Lily e Alice.
<< Nev, perché tua figlia è così tranquilla ? >> chiese Harry al moro.
<< Non lo so. Ma guardando voi sono fortunato >> rise di gusto, mentre Luna ridacchiava accanto a lui.
<< Non è giusto >> borbottò Hermione. Cameron tra le sue braccia sonnecchiava in quel trambusto. Se la mezzanotte non arrivava in fretta, probabilmente non sarebbero arrivati al Natale. E quindi niente regali per nessuno.
<< Morgana, non li sopporto più >> disse Ron lasciandosi cadere sul divano.
<< Se non smettete immediatamente di strillare, giuro su Salazar che nessuno avrà il suo regalo >> sbraitò poi Draco all’improvviso. Di colpo calò il silenzio ovunque. I bambini si fermarono sedendosi immediatamente nelle posizioni più educate possibili, mentre i loro genitori li fissavano sbigottiti e si voltarono a guardare Draco, mentre Ginny ridacchiava al suo fianco. Poi di colpo comparvero Veronica, Emma ed Elizabeth davanti al biondo che alzò un sopracciglio.
<< Che c’è ? >> chiese alla figlia e alle nipoti.
<< Ci insegni a comandare così ? >> chiesero insieme facendolo scoppiare a ridere insieme agli altri.
<< Io ti uccido, Malfoy >> disse invece Ron sbattendosi un cuscino in faccia.
 
 
 
 
 
 







<< Perché non dici che ti brucia ancora dopo tutti questi anni ? >> rise Ron vicino al biondo, che però scosse il capo.
<< Non è vero >> ribeccò difatti.
<< Io ti dico di si >> continuò Ron.
<< Mia moglie era una grifondoro, Weasley. Sarebbe stato strano se uno dei miei figli non ci fosse finito piuttosto >> disse Draco alzando gli occhi al cielo.  Erano riuniti tutti a casa sua e di Ginny per una cena in famiglia. Erano ad ottobre e i ragazzi erano tutti ad Hogwarts. Sembrava strano essere di nuovo completamente soli, ma in fin dei conti era il corso della vita. Si voltò a guardare Ginny, era bellissima. Non credeva che fosse possibile, ma più passavano i giorni e gli anni, più lei diventava bella ai suoi occhi. Ora accanto a lui c’era una donna di trentasei anni, non era più la ragazzina di quattordici anni per cui aveva perso la testa. Ora era la sua donna, sua moglie. Un avvocato di grande fama in tutta la comunità magica. L’Irlanda era diventata la loro casa, e quella della loro vita. I gemelli avevano già sedici anni, ed erano al sesto anno. C’era una maggioranza grifondoro tra i cugini, dovuta ai Weasley ovviamente. Al settimo anno c’erano appunto James, Jane e Julian. Al sesto i suoi gemelli, Nathan era nei serpeverde, aveva tirato un sospiro di sollievo sapendolo. Non per nulla, ma l’unico maschio doveva essere serpeverde. Veronica, d’altro canto, era nei grifondoro. Poi c’era Albus che era nei serpeverde. Potter voleva morire, aveva avuto la sua vendetta. Se lui aveva una figlia in rosso-oro, l’altro doveva avere un figlio verde-argento. E infine nei grifoni vi era Emma, la figlia di Ron e Lavanda. Non voleva nemmeno pensare ai guai che combinavano quelle due. Al quinto anno c’erano Lily, l’altra figlia di Potter, Nikolas che era finito nei grifondoro anche lui, ovviamente, dove poteva finire l’altro figlio di George ? Poi c’era Elizabeth, oh, lui adorava sua nipote. Si chiese se il capello ci avesse fatto un pensierino sulle serpi, perché davvero, le carte in regola c’erano tutte. Al quarto anno c’era Alex. Quel ragazzino era la copia sputata di Lavanda, davvero. Al terzo anno c’era la sua Isabelle. Era lui fisicamente, ma Ginny governava nel suo carattere. Nonostante ciò, era finita dritta tra le serpi. Erano uguali. Con lei c’era Alice, la figlia di Neville e Luna andata nei corvonero per la gioia della bionda. Infine, al secondo anno c’era Cameron, il più piccolo di tutti, ma un vero angelo. Hermione fatto a fotocopia se non fosse per i capelli rossi marchio Weasley. Solo Julian aveva i capelli castani, gli altri erano tutti rossi. Lui ringraziava ancora il cielo che i suoi fossero tutti e tre biondi. Ginny a volte lo prendeva in giro sulla cosa, ma lui ci credeva davvero.
<< Credo che se proprio bruci a qualcuno, quel qualcuno è Harry >> rise Fred pensando ad Albus tra le serpi.
<< Uso la stessa scusa di Malfoy. Mia moglie era una serpeverde >> disse Harry.
<< Troppo comodo >> ridacchiò Draco.
<< Tu sei felice perché siamo ancora due a uno >> gli disse allora Ginny.
<< Perché ? Vuoi fare quattro ? >> le disse lui facendo partire un fischio da parte di Fred e George.
<< Forse >> fece lei con un occhiolino divertito, ma lui ci stava facendo sul serio un pensierino.
 
 
 
 
 







<< Non ti sto prendendo in giro – disse James serio come mai era stato in vita sua – mi piaci sul serio, Veronica >>
<< Tu sei fuori di testa >> rispose spalancando gli occhi la Malfoy.
<< Perché ? Perché mi piaci ? >> ribeccò il moro.
<< Perché sei completamente ammattito >> rispose Veronica voltandosi ed imboccando il corridoio adiacente per raggiungere la torre di grifondoro.
<< Non siamo nemmeno parenti, qual è il problema ? >> disse ancora James sbarrandole la strada. Lei gli rivolse un’occhiata gelida. Mai sbarrare la strada a un Malfoy, mai.
<< Non siamo parenti ? Sul serio ? E’ questo che dici a tutte ? >> disse acida la bionda cercando di sorpassarlo, ma lui non glielo permise.
<< Certo che no – disse disgustato al pensiero – Senti, lo so che sono stato stronzo con alcune ragazze, ma . . .>>
<< Alcune ? >> lo bloccò lei roteando gli occhi al cielo.
<< Ok, magari con tutte. Ma, ehi. Lo fa anche Nate >> si difese James.
<< Nate è un Malfoy >> rispose lei incrociando le braccia al petto. James rise isterico. Identica a suo padre.
<< Scherzi ? >> chiese serio.
<< No >> rispose lei sicura e lui fece per ribattere, ma poi ci ripensò, meglio non incorrere nelle ire di Veronica. Per quanto grifondoro, sapeva essere davvero letale.
<< Ok, senti – disse allora in un sospiro il primogenito di Harry Potter – tu a me piaci. Piaci davvero tanto, e io vorrei uscire con te >> cercò di rivolgerle un sorriso sincero. Era vero che non era un santo, ma lei gli piaceva davvero. Era bellissima. I capelli biondi che scendevano in boccoli lungo la schiena. Il viso regolare e leggermente spigoloso, gli occhi di un ghiaccio intenso. Era semplicemente splendida, nessuno lo negava, e tutti volevano uscire con lei. Il fatto era che lei non se ne importava poi tanto. Era uscita si e no con un paio di ragazzi in sei anni di scuola. Pensava davvero che lui sarebbe riuscito a scioglierla, in fondo, non facevano che stuzzicarsi.
<< No, sentimi tu – disse lei puntandogli un dito contro – è già difficile essere figlia di due eroi del mondo magico i cui nomi sono scritti nei libri di storia. Ci manca solo che mi metta con il figlio di Harry Potter >> sbottò la bionda con fare elegante.
<< E’ per questo che non vuoi uscire con me ? >> chiese James allibito.
<< Esatto. E anche perché non mi interessi >> disse riuscendo a passargli oltre avviandosi verso la torre, dove Emma la stava aspettando già da un po’. Doveva vedersi anche con il gemello più tardi.
<< Non è vero. Io non ti lascio indifferente >> disse ancora lui afferrandola per un braccio.
<< Morgana, sei insopportabile, Potter >> disse scocciata.
<< James, lasceresti in pace mia sorella ? >> disse la voce di Nathan in quel momento. I due si voltarono a fissarlo. Da dove diavolo era spuntato ?
<< La lascio in pace, ma lei non vuole uscire con me >> disse Potter sbuffando.
<< Non vedo l’ora di tornare a casa la settimana prossima. Così non sono costretta a vederti per i prossimi tre mesi. Anzi, per sempre, visto che tu qui hai finito >> disse acida la bionda e voltandosi se ne andò, lasciandolo lì come un idiota. Quando la sorella scomparve dalla loro vista, Nate scoppiò a ridere.
 
 
 
 
 
 
 







<< Che bello essere a casa >> disse Isabelle entrando nella villa. Draco dietro di lei ridacchiò. Era finito il tempo del silenzio. Ora avrebbe sentito urla e strilli per minimo tre mesi.
<< Mamma >> urlò Veronica fiondandosi ad abbracciare Ginny che fece capolino dal salone.
<< Ciao >> rispose la rossa stringendola in un abbraccio, prima di essere assalita anche da Isabelle. Nate invece, aspettò che le due la mollassero per poi fiondarsi su di lei. Draco rideva. A lui era già toccato alla stazione quel trattamento, soprattutto da parte di Veronica. Prese la bacchetta ruotandola e facendo così sparire i bauli dei figli da lì e farli apparire nelle loro camere. Si stiracchiò andando nel suo studio per prendere dei documenti che doveva portare in ospedale. Quando rientrò nel salone, erano tutti sul divano intorno a Ginny e stavano raccontando gli aneddoti più divertenti e importanti degli ultimi mesi. Nate e Veronica, in particolare, erano piuttosto eccitati all’idea del fatto che il prossimo sarebbe stato l’ultimo anno. Salutò tutti per poi uscire di casa, aveva il turno di pomeriggio quel giorno. Il lavoro fu stressante oltre ogni limite. Aveva avuto due interventi, e come se non bastasse sette visite di routine, di cui due non rispondevano correttamente alle pozioni. Quando tornò a casa era quasi l’una del mattino. Il silenzio echeggiava ovunque in tutta la casa. Andò nello studio posando il capotto con le sue cose, e si passò una mano sul viso dirigendosi verso le scale. Non vedeva l’ora di andare a letto da Ginny e dormire almeno qualche ora. Passando per il grande salone notò una figura seduta a gambe incrociate sul divano. Si accigliò dirigendosi lì, e fu sorpreso di vedere Veronica fissare il vuoto come persa.
<< Ehy >>  disse richiamando l’attenzione di sua figlia, che si riscosse voltandosi a guardarlo. Sorrise.
<< Ciao >> rispose la bionda osservando il padre.
<< Come mai sei ancora sveglia a quest’ora ? Nate e Izzy ? >> chiese Draco.
<< Dormono >>
<<  E tu ? >> chiese il padre alzando un sopracciglio.
<< Non riesco a dormire, e sono venuta qui >> disse Veronica. Draco la osservò, aveva ancora i jeans e la canotta. Non si era nemmeno cambiata. Emise un sospiro girando oltre una poltrona e sedendosi accanto a lei.
<< Allora ? Che succede ? >>
<< Niente di che >> scrollò le spalle lei.
<< Stai parlando con me, Ronnie. Credi che mi beva le frottole ? >> le rispose con sorriso divertito e lei annuì ridacchiando.
<< James mi ha chiesto di uscire con lui la settimana scorsa >> disse allora la ragazza voltandosi a guardare negli occhi il padre. Era come guardarsi in uno specchio, avevano gli stessi occhi, nemmeno una goccia di differenza.
<< Potter ? >> disse Draco con uno sbuffo che lei interpretò come divertimento.
<< Già >>
<< E tu ? >> chiese ancora il biondo.
<< Gli ho detto di no >> disse Veronica alzando gli occhi al cielo, come se fosse una risposta ovvia.
<< E Perché ? >>
<< Mi chiedi anche il perché ? Papà, cerchi di farmi uscire con Potter ? >> rise lei dell’assurdità.
<< No – rabbrividì Draco – cerco di capire il tuo no >>
<< E’ troppo grifondoro >> rispose lei.
<< Anche tu sei una grifondoro >> rispose lui ridendo. Lei scosse il capo facendo rimbalzare i suoi boccoli.
<< Lo so, è solo che . . .  – cercò di spiegare – non so come farti capire. Ha fatto l’idiota con chiunque per anni, poi di colpo inizia a blaterare che io gli piaccio sul serio e cose così. Ci punzecchiamo da anni, ma più che altro perché non ci tolleriamo. Quindi, è strano >>
<< E tu gli credi quando dice che con te è diverso ? >> chiese solamente il padre. Lei parve pensarci un po’ su, ma poi fece un cenno d’assenso.
<< Diciamo di si. C’è qualcosa di diverso nel modo in cui l’ha detto, e certo, non che sia brutto o altro, ma mi dà una sensazione di vuoto >> si spiegò Veronica. Draco annuì, sollevando poi un sopracciglio.
<< Questo tuo sentore – disse il biondo con cautela – è dovuto anche a qualcun altro ? >>. Veronica si girò stupita verso il genitore. Che suo padre fosse un ottimo osservatore non ci pioveva sopra, ma fino a quel punto ? Wow. Sciolse le gambe che teneva incrociare e si voltò di lato verso di lui. Stese le gambe su quelle del padre e poggiò il capo sulla sua spalla, mettendo il viso nell’incavo del suo collo. Sospirò prima di prendere parola.
<< Potrebbe >> rispose criptica. Il biondo ridacchiò, era come lui.
<< Parlamene >> disse solo passandole una mano sui capelli.
<< E’ un serpeverde – disse sentendo poi Draco ridacchiare silenzioso – si chiama Jason Graham e ha finito quest’anno Hogwarts. E’ . . . non so spiegartelo bene, però è diverso da James. Voglio dire, sotto certi aspetti è serpeverde fin dentro l’anima, ma a volte è completamente diverso. O almeno quando è con me, è come se fosse un’altra persona. Ma non lo fa perché prende in giro me, ma perché con me riesce a essere più se stesso, credo. Sentendo la mamma parlare di voi e dicendomi come ti comportavi tu con lei, beh, potrei dire che Jason per certi versi è come te. Cioè, si comporta con me, come tu ti comportavi con la mamma >> cercò di spiegarsi al meglio. Sentendo quelle ultime parole, Draco sorrise tra i capelli della figlia capendo perfettamente.
<< Ho capito. Quindi, è anche lui il motivo del no a Potter ? >> chiese il biondo.
<< James è carino, e non posso negare che mi diverta punzecchiarlo e tenerlo sulle spine. Ma Jason, non lo so. Lui è un’altra cosa, completamente un’altra cosa >> disse Veronica. Draco annuì passandole il braccio intorno al collo e abbracciandola. La figlia gli si accoccolò di più contro. Poco le importava che avesse sedici anni. Parlare con suo padre e stare così, era una delle cose che preferiva in assoluto. Rimasero in silenzio per un po’, fino a che il biondo non parlò di nuovo.
<< Credo di sapere già da ora chi vincerà. Ma qualunque scelta tu faccia, io sono con te >> le disse piano. Lei annuì rimanendo così. Nessuno dei due si accorse che Ginny, dallo stipite della porta, aveva ascoltato tutto, e ora li stava lasciando da soli allontanandosi in silenzio con un enorme sorriso sulle labbra.
 
 
 
 
 
 








Erano a metà Luglio ed erano tornati a casa da un mese e mezzo. Per la precisione, era il 21 Luglio ed era il compleanno dei gemelli. Nate e Veronica stavano gironzolando per il giardino della villa con gli occhi pieni di divertimento. Per il ministero erano ufficialmente maggiorenni, con i loro diciassette anni. Quella sera era stata organizzata la loro festa di compleanno, e non vedevano l’ora. Tutti i loro amici sarebbero stati lì, e Veronica sorrise nel sapere che ci sarebbe stato anche Jason, in fondo, era anche un amico di Nate. D’altro canto ci sarebbe stato anche James. Erano praticamente cresciuti insieme, le loro famiglie erano amiche, erano una grande famiglia.
<< Mi sembra strano diventare maggiorenne >> gli disse Nate all’orecchio. Erano soli, non ce n’era bisogno, ma loro avevano un modo tutto loro di comunicare. Tra gemelli funzionava così. Lei sorrise.
<< Dovremmo fare l’ultimo anno, ora tutte le ragazze ti andranno dietro in modo spietato >> disse lei.
<< Non so se ci provino per me, perché andiamo, sono bellissimo. O per papà >> borbottò ridacchiando.
<< Se qualcuno si avvicina a papà, gli faccio vedere io come funziona una maledizione senza perdono >> disse Veronica facendo ridere il gemello accanto a lei.
<< Gelosa – l’appellò lui – piuttosto, hai preso la tua decisone ? Non sopporto più di vederti così, sul serio. Lo sai che lo sento anch’io >>
<< Scusami – gli fece l’occhiolino lei – ma credo di averla sempre avuta >>
<< Fantastico >> urlò l’altro facendole tappare le orecchie, ma con un ghigno divertito. Qualche ora più tardi, quando la festa era iniziata da un paio d’ore, Veronica si avvicinò al padre che la osservò divertito. Sua figlia era semplicemente perfetta, anche Isabelle lo era mentre stava girovagando con Alice ridacchiando, ma Veronica. Lei era lui in versione femminile. Era forte e fragile allo stesso tempo. Aveva un vestito verde smeraldo che le metteva in risalto gli occhi, i capelli raccolti di lato, opera di Ginny sicuramente. Gli ricordò sua moglie, e questo lo fece sorridere ancora di più. Quando arrivò da lui lo abbracciò di slancio.
<< Grazie >> gli sussurrò in un orecchio e lui annuì stringendola un po’ di più. Vide James mangiarsela con gli occhi, e un po’ più distante adocchiò quello che doveva essere Jason. Non la stava mangiando con gli occhi, la osservava solamente, con quella consapevolezza di una sorta di appartenenza. La stessa con cui lui guardava la moglie da anni, e capì di potersi fidare. Veronica era come lui anche in quello, sapeva perfettamente quale fosse la scelta giusta da fare.
<< Vai >> le disse lasciandola andare e lei gli scoccò un bacio sulla guancia prima di andare in direzione del serpeverde. Capelli castano scuro, occhi azzurri. Vide James storcere il naso e poi spalancare la bocca in una O quando vide Veronica saltare in braccio a Jason Graham e baciarlo davanti a tutti. Draco rise, vedendo anche Nate storcere il muso. Era amico di Jason, ma quella era sempre la sorella. Gli ricordava il modo in cui Ron fissava lui all’inizio.
 
 
 
 
 
 
 






<< Perché non  ammetti che sei felice che abbia scelto Jason ? >> gli chiese Ginny quella sera a letto. Lui ridacchiò.
<< Perché dovrei mentire ? Mi fido di mia figlia e delle sue decisioni >> disse il biondo.
<< Se avesse scelto James saresti lì a monitorarli ogni due secondi, invece non l’hai fatto perché Jason è un serpeverde >> ribeccò Ginny divertita. 
<< Malfoy e Potter ? Per favore, sarebbe stato assurdo anche solo pensarlo >> sbottò Draco voltandosi verso Ginny che lo fissava allibita. Possibile che non cambiasse mai ? Ma poi, lo amava anche per quello. Scoppiò a ridere.
<< Sei impossibile >> gli disse lei scuotendo il capo, causando così una danza di quei boccoli rossi che lui venerava.
<< Non mi ameresti altrimenti >> disse lui.
<< E’ vero. In ogni caso, non ci sarebbe stato nulla di sbagliato se avesse scelto James >>
<< Invece si. Sarebbe stato tutto sbagliato, perché non sarebbe stata la stessa cosa. Amare un grifondoro è diverso dall’amare un serpeverde >> le disse Draco con fare ovvio. Ginny si accigliò appena.
<< Perché sarebbe diverso ? >> chiese lei accoccolandosi a lui.
<< Perché quando un grifondoro ama lo fa con passione, con ardore, con coraggio. Ma quando ama un serpeverde, beh, è semplicemente epico. Epico e devoto >> spiegò il biondo giocando con un boccolo. Ginny alzò gli occhi a incrociare i suoi, il sorriso sincero e innamorato di sempre sulle labbra.
<< E’ così che ti sei sentito con me ? Epico ? >> chiese lei in un sussurro.
<< Io mi sentivo epico dalla prima volta che ti ho sorriso, dalla prima volta in cui ti ho baciato. Mi sono sentito epico quando ho fatto l’amore con te la prima volta, sentendo che qualcosa si stava rompendo in me, ma in senso positivo. Ed ero epico quando ho scelto te davanti a tutti e a tutto quel giorno, quando ti ho detto che ti amo per la prima volta >> gli disse il biondo guardandola negli occhi.
<< Tu mi fai sentire epica >> gli rispose Ginny, spostandosi appena per dargli un bacio sulle labbra morbide. Non c’era altra parola per descrivere il modo in cui lui la faceva sentire. Epica. Come se tutto fosse scritto, come se tutto fosse stato già detto. Draco la baciò con più forza facendola sdraiare nel letto, quell’uomo di trentotto anni che ora era sopra di lei, era diverso eppure uguale al ragazzo di sedici anni che l’aveva guardata la prima volta da quella stessa posizione. Forse era solo e sempre questo il loro segreto. Essere così diversi eppure uguali a ciò che erano stati, che erano, e che sarebbero diventati.
<< Se c’è una cosa che so – le disse piano Draco guardandola dritto negli occhi – è che di epico, c’è il fatto che io e te ci saremmo incontrati ovunque. Perché ci apparteniamo così a fondo che in un modo o nell’altro ci saremmo dovuti incontrare. Che fosse stato mille anni fa, o tra mille anni. Noi ci saremmo incontrati lo stesso, e ci saremmo appartenuti nel medesimo modo >>. Ginny sentì il cuore affondarle nel petto. Poteva esistere qualcosa di più perfetto di loro due e di quello che avevano ? No. Impossibile. Sentì il ciondolo al suo collo pulsare.
<< Io ti riconoscerei sempre. Il mio cuore ti avrebbe scelto in ogni caso >> disse Ginny.
<< La mia anima è legata alla tua, scricciolo. E io ti amo >> disse Draco scendendo piano sulle sue labbra, sigillando quel segno d’appartenenza epica che riecheggiava in loro stessi.
 
 
 
 
 
 






180 anni dopo  . . . 
 





Stava correndo a perdifiato. Doveva sbrigarsi o non avrebbe fatto in tempo, e non poteva permetterselo. Quando imboccò le scale  a chiocciola le rincorse come un matto, i capelli che si disfacevano al vento, ma poco gli importava in quel momento. Arrivò in cima alla torre col cuore a mille, probabilmente gli sarebbe venuto un accidente. Quando si voltò per andare in direzione della ringhiera in ferro si bloccò. C’era già qualcuno lì, ma non aveva idea di chi fosse. Era una ragazza, ma non ricordava di averla mai vista prima d’ora. I capelli rossi le scendevano in boccoli fino a metà della schiena. Aveva una corporatura minuta, ma le forme nei punti giusti. Stava osservando la luna salire alta nel cielo, con sguardo perso, quasi stesse cercando di afferrare qualcosa che sapeva non sarebbe mai stata sua.  Quando lo sentì si voltò in sua direzione, aveva gli occhi più verde-azzurro che lui avesse mai visto, era bellissima. Di sicuro una ragazza così se la sarebbe ricordato se l’avesse vista. Notò solo in quel momento che aveva la divisa di grifondoro indosso, doveva essere del quarto anno a giudicare, ma davvero, era impossibile che lei fosse stata lì e lui non l’avesse mai nemmeno incrociata.
<< Io – cercò di dire – scusa, non sapevo ci fosse già qualcuno qui >>
<< Non fa niente – gli sorrise lei, aveva l’aria un po’ sbarazzina – stavo per andarmene >>
<< Non ti ho mai vista qui >> disse lui. Non seppe perché glielo stava dicendo, ma aveva una strana sensazione addosso.
<< Oh, io sono stata con la mia famiglia in America per qualche anno. Siamo tornati in Inghilterra qualche settimana fa >> spiegò la ragazza.
<< Sei tra i grifondoro >> disse lui. Lei ridacchiò annuendo.
<< E tu sei una serpe, a quanto vedo >> ribeccò lei. Lui le rivolse un ghigno divertito annuendo.
<< Io sono al quarto anno, comunque >> disse lei incrociando le braccia al petto. Il ragazzo difronte a lei la stava squadrando. Tra tutti non pensava di conoscere una serpe come prima persona appena arrivata ad Hogwarts, ma lui non sembrava male. Era dieci centimetri buoni più alto di lei, e aveva i capelli biondi, sebbene un po’ spettinati, evidentemente aveva corso. Quello che l’avevano bloccata però, erano i suoi occhi. Non aveva mai visto una tonalità simile. Sembravano ghiaccio fuso. Erano bellissimi, sebbene incutessero un senso di freddezza.
<< Io al quinto – rispose lui – che ci fai a quest’ora alla torre d’astronomia ? >>
<< Mi piacciono i posti alti. E poi qui sopra è bellissimo >> rispose lei indicando la vista che dava sul lago nero.
<< Hai ragione, io ci vengo spesso >> disse lui.
<< Io dovrei andare, ora. Non vorrei irrompere nelle ire di qualche prefetto >> disse a quel punto la rossa e cercò di oltrepassarlo per dirigersi alle scale, ma lui la fermò all’improvviso, di colpo stranito dalla sensazione di vuoto che il pensiero di lei che andava via gli stava creando.
<< Non mi hai detto come ti chiami >> le disse allora.
<< Nemmeno tu me lo hai detto >> rispose lei con cipiglio. Lui ridacchiò di quell’espressione. Era tenera, per certi versi.
<< Sono Draco Malfoy >> disse lui porgendole una mano. La ragazza davanti a lui spalancò gli occhi a quelle parole. Sembrava che avesse visto un fantasma, ma poi si riprese e gli rivolse un sorriso strano e divertito al tempo stesso. Allungò la sua mano afferrando la sua, sentendo di colpo una scarica elettrica passarle da parte a parte.
<< Io sono Ginevra Weasley, ma puoi chiamarmi Ginny >> disse lei. Il biondo a quel punto strinse impercettibilmente la sua mano, prima di lasciare la presa.
<< Una Weasley >> mormorò lui.
<< Un Malfoy >> rispose lei sorridendo.
<< Credo che ci sia qualcuno nei libri di storia che ha i nostri stessi nomi >> disse Draco guardandola di sott’occhi.
<< Già. E mi pare di ricordare che si siano anche sposati >> continuò Ginny. Il biondo ridacchiò divertito dalla situazione, eppure sentiva qualcosa di strano al livello dello stomaco, come se quell’incontro non fosse affatto casuale.
<< Ti accompagno alla torre >> disse lui a quel punto. La rossa non parve sorpresa da quella affermazione, tutt’altro. Si avvicinò a lui e lo afferrò per un braccio.
<< Ok, Draco Malfoy. Portami alla mia torre >> disse lei tirandolo giù per le scale con finta aria critica, mentre sul viso del biondo nasceva un sorriso fin troppo divertito.
 

 
 

 
 




Non so davvero cosa dire, insomma, sono senza parole. Siamo giunti alla fine di questa storia, alla fine di quella che è stata I see you per ben tre anni e due mesi. Non credo esistano parole per dirvi quanto io vi adori, o vi sia grata per questo. Questa storia era iniziata con il dover essere una semplice one-shot a tema Fremione per poi diventare quel che è. Avevo persino pensato di non pubblicarla, perché credevo che non avrebbe  ricevuto il successo che invece grazie a voi ha addirittura superato, basti pensare che il primo capitolo ha superato le diecimila visualizzazioni molto tempo fa. Scriverla è stata una delle cose più belle che abbia fatto, mi sono divertita un mondo quando c’era da ridere, ho pianto quando c’era da piangere e a volte mi è piaciuto essere anche un po’ masochista. Vorrei ancora oggi scusarmi per quelli che a volte sono stati ritardi esorbitanti, ma quello che posso dirvi è che io sono fondamentalmente convinta che quando si scrive lo si fa in primis per se stessi, per buttar fuori quello che si ha dentro. Molte volte i ritardi ci sono perché il bisogno di scrivere in quei momenti non c’è, non bisogna scrivere semplicemente perché si ha un impegno. Per quel che riguarda quest’ultimo capitolo, come avrete capito non ho fatto epiloghi, perché credo che gli ultimi due capitoli siano di per loro già degli epiloghi della storia stessa. Spero che l’ultima scena vi sia piaciuta, perché io l’ho adorata, scrivendola rendendola un piccolo per sempre, un “Epic” appunto. E’ stato un finale alternativo ai classici che spero apprezziate, e soprattutto comprendiate. Per quel che riguarda i titoli, beh, il penultimo capitolo è un omaggio anche al titolo della storia, quel “ The first time I really saw you”  chiaramente indicato per la Fremione. Per la Drinny e per quest’ultimo, questo “ I was feeling Epic” è concentrato per loro, per quello che sono, ed è anche un omaggio al finale di The vampire diaries che stanotte si è concluso dopo ben otto anni. E’ stato come un piccolo segno del destino. Direi che per questa storia è tutto, ci vedremo sull’altra long, e spero con nuovi racconti appena troverò la giusta ispirazione e nuove idee, magari anche su altri fandom. Ancora una volta, grazieeeeee infinte a tutti voi, per la pazienza dell’attesa, per non avermi abbandonata e per il viaggio fatto insieme a me, a Draco, a Ginny, a Hermione e Fred. Per l’ultima volta in questa storia, vi dico ciao. . . 
Sempre vostra,
Elly

  
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