Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Allyn    12/07/2019    5 recensioni
Allyn torna con una storia a capitoletti un po' particolare!
Una serata al pub per festeggiare fu l'inizio di tutto.
Un Sasuke ancora vergine e confuso che nega l'evidenza.
Regole a cui il nostro eroe viene immancabilmente meno, con conseguenze disastrose per la sua reputazione e sanità mentale.
Tra risate, ricatti, gelosie, scatti di demenza, riusciranno i nostri eroi a mettersi insieme?
NaruSasuNaru un po' folle e comica, a tratti romantica, a tratti calda, per giocare con i nostri due eroi preferiti, per prendere un po' in giro quella papera di Sasuke, per dire ancora una volta, anche in una AU, che quei due SI AMANO
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sabaku no Gaara, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Naruto/Sasuke
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Beh, è passato tanto, forse...beh, inutile girarci intorno, sono passati anni. Sono imperdonabile, perché le regole successive all’ultima da me scritta erano già tutte nella mia testa, ma che cosa è successo? Ho perso la fiducia in ciò che scrivevo. Ogni riga, frase, paragrafo, tutto urlava: SCHIFO! E così ho smesso. Non sono mancati i messaggi in questi tempi, sempre gentili e bellissimi...e poi, un giorno, la voglia è tornata...e beh, spero rimanga, e spero di potervi regalare ancora qualche sorriso e qualche bel momento in compagnia delle fanfiction, ancora rigorosamente NaruSasu e SasuNaru, per quanto riguarda LE REGOLE!

Spero di poter leggere ancora, come un tempo, le vostre bellissime recensioni.

PS: per chi non mi conoscesse...la domanda è: ma il sesso è davvero così importante? Vi aspetto al capitolo 1!

A tutti quelli che già mi conoscono, che saranno felici del mio ritorno...VI VOGLIO BENE, non c’è mai stato un giorno senza che ripensassi a quanto mi facesse star bene scrivere e leggervi.


Al.

VENTINOVESIMA REGOLA: Quando anche ucciderli tutti purché nessuno sappia non rientra più nelle possibili soluzioni, forse è arrivato il momento di fare i conti con la verità. [EXTRA – HASHIRAMA X MADARA]

Sasuke li avrebbe sterminati, tutti quanti, non ci sarebbe stata pietà per nessuno.

Naruto, Itachi, Shisui, Obito… a Obito avrebbe fatto anche un favore.

Una famiglia di folli, meritavano di morire.

Poi la sua rabbia sparì, ripenso al viso di sua madre, allo sguardo che si erano scambiati quel pomeriggio, alle sue labbra sorridenti.

Sospirò e si concentrò su un punto del soffitto dove una minuscola crepa sembrava disegnare una C.

C di coniglio, un vigliacco che non aveva il coraggio di dire apertamente “sì, sto con un uomo. Sì, amo un uomo. Sì, è il mio migliore amico d’infanzia”.

Digrignò i denti e affondò meglio la testa nel cuscino.

L’avevano convinto a rimanere per la notte, a ripartire in tarda mattinata del giorno seguente. Un altro motivo per detestarli.

Si chiese se la testa quadra stesse ripensando come lui alla terribile giornata appena trascorsa. No, sapeva già la risposta, quel demente dormiva già da ore, ne era certo.

Rigirarsi nel letto non servì a niente, lo fece per mezz’ora buona, poi si arrese e uscì da quella camera ormai troppo soffocante.

Sentì il russare placido di suo padre, il ronzare del condizionatore, i suoi passi sul pavimento, respirò forte, poi aprì una porta alla quale non bussava da anni.

Itachi dormiva a pancia sotto, i capelli raccolti nella solita coda bassa, la finestra aperta e un braccio abbandonato sul cuscino.

Ehi” Sasuke bisbigliò. “Itachi, stai dormendo?” Ma quanto poteva essersi rincretinito? Ovvio che dormiva! Imprecò mentalmente, poi si avvicinò al viso del fratello.

Svegliati, coglione!” Lo scosse, cercando di non essere troppo rude, anche se la tentazione di strangolarlo era incredibilmente forte.

Itachi fece uno scossone, poi aprì gli occhi e mise a fuoco il volto spaurito del fratello minore.

Hai fatto un incubo? Vuoi venire sotto le coperte del tuo adorato fratellone?” domandò facendogli spazio.

Non ho cinque anni, imbecille!” sbuffò Sasuke, prima di andare ad occupare il posto appena creatosi tra le lenzuola di Itachi. Non appena toccò con la testa il cuscino non poté ignorare quella vecchia sensazione, come ogni volta affiorava invadente da una parte profonda e nascosta che per anni aveva provato a sigillare a forza. Si sentiva al sicuro, ed odiava ammetterlo, lì circondato dal respiro tranquillo di Itachi, dalle loro foto d’infanzia ancora appese alle pareti, lì, riuscì a prendere aria senza sentire un peso sul petto.

Sto con Naruto” disse, aspettandosi chissà che cosa, chissà quale giudizio.

Nessuna risposta, si voltò per guardare il volto del fratello, magari colto da un infarto, da un colpo apoplettico, immobile per il troppo stupore. Niente di tutto ciò, solo un viso felicemente addormentato.

Lui dichiarava la sua omosessualità, e l’altro che faceva? Dormiva. Morto, lo voleva morto. Lo afferrò per il mento e lo costrinse in primo luogo a svegliarsi, in secondo luogo ad ascoltarlo guardandolo in faccia.

Io sto con Naruto” Sillabò ancora una volta, assicurandosi che l’altro capisse bene.

Sasuke, se è per questo che mi hai svegliato...lo sapevo già” disse con un sorriso prima di dargli un buffetto sulla fronte. “Ora torniamo a nanna” aggiunse.

Erano tutti impazziti?

Itachi, ma...hai capito cosa ti ho detto o sei ancora rincoglionito dal sonno?” Avrebbe voluto urlare, ma farsi sentire da suo padre era l’ultima cosa al mondo che desiderava.

Itachi, ho scopato con Naruto, scopo con Naruto, sto con Naruto, lo capisci questo?”

A quel punto, di fronte agli occhi sgranati di Sasuke, Itachi non potè far altro che mettersi seduto, grattarsi la testa ed esclamare: “ho capito, ma non dirmi i particolari, ti prego”.

Sei impazzito, Itachi? Ma non riesci a capire la gravità della situazione?”

Sasuke si sentiva preso in giro, forse stava ancora dormendo e quello era un incubo, forse già solo il fatto di aver detto a suo fratello “sto con Naruto” la prima volta gli aveva provocato un colpo, e ora il suo corpo esanime giaceva immobile, forse quella era davvero tutta una sua fantasia.

Sasuke, anche mamma lo sa, lo sanno tutti, Shisui...gli zii, solo...ecco, papà no, papà non lo sa”

BOOM! Non era morto, quella era la realtà, quel momento, tanto incredibile, era arrivato.

Il suo COMING OUT. Ecco, coming out non era proprio il termine più adatto, dopotutto lui non coincideva con l’omosessuale tipo, non era effemminato, che poi, non tutti gli omosessuali se ne andavano in giro ostentando amore per il balletto e per il rosa...ecco, ma non era neppure uno di quei tizi tutto muscoli e baffoni, ecco, stava di nuovo ragionando per stereotipi. Neppure suo zio, neppure Hashirama erano poi così convenzionalmente gay, quindi il suo non poteva essere definito proprio un coming out, lui, per la precisione stava facendo un NARUTING OUT.

Cos’era quella scenetta con Shisui?” Chiese una volta sicuro di avere l’attenzione del fratello non più così addormentato.

Beh...certe volte perché le cose accadano serve una spintarella...”

Sasuke avrebbe voluto ucciderlo, lui e quel cretino del cugino, che gli era saltato in mente? Volevano promuoversi a sostenitori dei diritti LGBT?

Tu vuoi che papà sappia, tu vuoi incastrarmi!” sibilò.

Itachi, nell’oscurità della stanza sorrise a abbassò lo sguardo, una ciocca di capelli si liberò dalla coda e andò ad accarezzargli la guancia glabra.

Non riesci proprio a capire, fratellino...” rialzò lo sguardo pece su di lui, il sorriso triste sul suo volto sembrava così antico agli occhi di Sasuke, quasi nascondesse qualcosa di più della solita innata malinconia che caratterizzava ogni Uchiha.

Vuoi rovinarmi, vuoi deridermi, così papà vedrà solo te, per sempre, il suo unico figlio perfetto...Itachi laureato in anticipo con lode, Itachi che aiuta in famiglia, Itachi che vince questo e quello e qualsiasi altra fottutissima cosa ci sia da vincere in questo mondo!” Vomitò quelle parole intingendole di una rabbia che non era quella vecchia e infantile del secondogenito sempre in lotta con il fratello maggiore, era una rabbia fuori luogo che apparteneva solo e solamente alla vigliacca paura di non essere più amato dai propri genitori, di non essere più normale, di essere colpevole di amare un uomo.

Itachi sospirò, poi con un gesto inaspettato afferrò la testa di Sasuke portando la propria fronte contro la sua e guardandolo dritto negli occhi.

Voglio che tu sia felice, Sasuke, solo questo, voglio che tu abbia quello che io non ho mai avuto, la forza di scegliere come vivere la tua vita!”

***

Sasuke quella notte era poi tornato nel suo letto, non aveva avuto più il coraggio di parlare, né di guardare Itachi in faccia; si era semplicemente alzato ed aveva camminato come ubriaco fino alla sua stanza. Una volta steso supino, con le mani tra i capelli si riscoprì di nuovo insonne ad osservare il soffitto, e quella minuscola crepa a forma di C adesso gli sembrò molto più simile ad una S, S di stronzo.

Cercò il cellulare, lo accese e aprì la rubrica. Il suo nome era nella sezione “i più utilizzati”, ovvio, era ormai parte del suo quotidiano, neppure il telefono osava negarlo, solo suo padre non lo sapeva.

Compose veloce un sms:

A: Naruto Idiota Uzumaki

Stai dormendo?

Spense lo schermo e si rannicchiò in posizione fetale, vergognandosi di aver appena chiesto aiuto. Aveva una voragine nel petto che non riusciva a riempire , un senso di colpa tanto abissale da inghiottirlo. Gli occhi troppo gentili di Itachi, l’amore incondizionato di sua madre, l’appoggio poco rassicurante di suo zio Madara, e l’inconsapevolezza deleteria di suo padre.

La risposta di Naruto arrivò un paio di minuti dopo

Da: Naruto Idiota Uzumaki

No

Sasuke avrebbe voluto lanciare il cellulare contro il muro, anzi lanciarlo contro la testa di Naruto e vedere cosa si sarebbe rotto per primo, se il telefono o quella zucca vuota che non comprendeva l’evidente messaggio nascosto dietro ad un semplice “stai dormendo?” inviato nel cuore della notte.

Passarono una decina di secondi, poi il suo telefono vibrò.

Da: Naruto Idiota Uzumaki

In realtà sono preoccupato per te

Ecco, adesso la Crepa-S sul soffitto non era più cosi piccola, gli sembrava enorme. “Sono uno stronzo” pensò.

Chiedersi per l’ennesima volta come fosse accaduto che proprio lui, Uchiha Sasuke, fosse lì, insonne nel cuore della notte, a darsi dello stronzo da solo, beh, ormai era inutile, la ragione era propriò nel destinatario dei suoi SMS più frequenti.

A: Naruto Idiota Uzumaki

Voglio essere felice...

Scrisse di getto, indugiando sul tasto invia. Cancellò tutto e scrisse ancora.

A: Naruto Idiota Uzumaki

Ti amo, voglio fare coming out, voglio andare ai Pride con te, baciarti su un carro da parata con tanto di bandiere arcobaleno, voglio adottare dei bambini con te e crescerli sperando che sorridano proprio come sorridi tu…

Patetico, cancellò velocemente, aveva esagerato: bandiere arcobaleno, feste, addobbi, pubbliche manifestazioni di amore, tutto ciò non gli apparteneva, anche se Naruto probabilmente, anzi, quasi certamente le adorava. Un Uchiha al gay pride? Ma quando mai! Arrossì, poi provò vergogna, poi provò invidia per tutti quelli che riuscivano a sentirsi liberi di amare senza sentire il senso di colpa lacerargli le viscere. Scrisse di nuovo.

A: Naruto Idiota Uzumaki

In casa lo sanno tutti, tranne mio padre.

Inviò, la risposta arrivò più in fretta del previsto:

Da: Naruto Idiota Uzumaki

Vediamoci tra 10 minuti al parco giochi dietro l’asilo


Il parco dietro l’asilo era uno dei “loro luoghi”. Lì si erano picchiati, tirati i capelli, sbucciati gomiti e ginocchia, imparato ad andare in bici, Sasuke per primo; avevano persino vomitato dopo aver trangugiato un’intera busta di caramelle gommose. Sasuke ricordava di aver diviso con Naruto tantissime sigarette, le prime volte senza aspirare, seduti sulle altalene di quel parco, ricordava di averlo sentito parlare dei suoi sempre diversi sogni su un futuro in cui neppure una volta Naruto li aveva immaginati divisi.

Si infilò i pantaloni della tuta e la vecchia T-Shirt della squadra di matematica del liceo, quella in cui una frase ad effetto gli decorava il petto dicendo “Number Ninjas”.

Quando scavalcò il cancello del parco giochi si sentì stranamente leggero, come se fosse entrato in un area protetta dal normale scorrere del tempo, lì era di nuovo un liceale fuori casa nel pieno della notte, o un ragazzino in cerca di avventura.

Naruto lo stava aspettando, seduto sull’altalena si dondolava piano, senza staccare le scarpe da ginnastica da terra, con lo sguardo azzurro rivolto alle stelle.

Sasuke si fermò per qualche secondo, adorava guardarlo senza esser visto, poter gioire della consapevolezza dell’esistenza di Naruto nel mondo, si sentiva grato per quell’insieme di atomi, molecole e cellule che lo componevano. Naruto esisteva, ed era suo, finalmente. Fece un sospiro e andò a sedersi nell’altra altalena, poi, si diede uno slanciò fortissimo e iniziò a dondolare.

Naruto sobbalzò di sorpresa, poi sorrise e prese a dondolare insieme a lui.

Saltarono giù come da bambini, in sincrono al tre di Sasuke. Le loro scarpe atterrarono sulla terra dove l’erba non cresceva più, una piccola nuvola di polvere sporcò le loro scarpe e il fondo dei pantaloni. Scoppiarono a ridere per quel piccolo rito dell’infanzia appena ritrovato.

Sono atterrato più lontano di te” Lo schernì Naruto.

Sasuke sorrise, poi camminò verso di lui, ignorando la sua sfida. Afferrò il lembo della maglietta arancione del compagno, era la stessa che usava per dormire, non aveva avuto neppure l’accortezza di cambiarsi, era corso lì praticamente in pigiama. Sorrise, poi avvicinò e in un gesto che per Naruto fu davvero inaspettato, Sasuke poggiò la testa sul suo petto e pianse piano.

***

Extra: Di bandiere colorate, striscioni e ORGOGLIO

Sai a cosa stavo pensando?” Esordì Hashirama avvolgendosi un asciugamano attorno ai capelli appena lavati.

Madara gli lanciò un’occhiataccia, sprofondato nella vasca da bagno piena di acqua calda e sapone profumato al cedro, ascoltare gli assurdi pensieri del compagno era l’ultimo dei suoi desideri.

Pensavo a Naruto e Sasuke… sono così...” Hashirama si infilò l’accappatoio e si mise seduto sul coperchio del WC.

Idioti?” Borbottò l’Uchiha.

Stavo per dire felici”

Beh, le due cose non si escludono tra loro” Madara si immerse completamente nella vasca e riemerse con i capelli completamente bagnati e all’indietro, il viso libero dalle solite ciocche disordinate.

Hashirama lo guardò come chi vede per la prima volta il mare.

Comunque stavo pensando anche ad un altra cosa...” continuò, ricevendo per risposta un’altra occhiataccia.

Ah, due idee in meno di cinque minuti, c’è un cervello là dentro” Un’occhiataccia gli era sembrata troppo poco.

Hashirama gli tirò un flacone di balsamo.

Ehi!” Ruggì l’altro.

Sono serio, Madara, ascoltami…” Disse incrociando le braccia.

Ti ascolto” L’Uchiha rivolse il suo sguardo nero al compagno e rimase in attesa, sapeva che quando Hashirama aveva quell’espressione e un turbante in testa non poteva accadere niente di buono.

Se tutto va bene, al Pride del prossimo anno potremmo andare in quattro!”

Eccole, le parole, la catastrofe, la mente sconclusionata di Hashirama aveva partorito il peggior pensiero possibile che una mente sconclusionata potesse partorire.

Madara inizialmente non si mosse, desiderò affogare in quella vasca da bagno, poi desiderò che un tostapane cadesse magicamente dal soffitto e lo friggesse come una patatina ad una fiera di paese, poi la rabbia prese il sopravvento, scacciò via le sue deliranti manie di autodistruzione e creò scenari in cui le sue mani spingevano sott’acqua la graziosa testolina di Hashirama.

Allora? Non ti sembra magnifico!” Il compagno si era tolto il turbante dalla testa e con la chioma umida che gli ondeggiava attorno al viso radioso era andato a sedersi sul bordo della vasca, schizzandolo d’acqua con la mano

Eh? Madara? Eh? Non è bellissimo?”

Voleva morire, arriva sempre un momento in cui un uomo capisce di voler morire, Hashirama probabilmente aveva orchestrato tutta quella scenetta da Soap perché dentro di lui albergava una grave depressione mai curata; questo spiegava la mania per i bonsai, chissà, povera anima, per quanti anni aveva provato a mantenersi utile, a darsi uno scopo di vita, probabilmente occuparsi di qualcosa, di piante e vegetali vari, era stato il consilglio di qualche psicoterapeuta…Era l’unica giustificazione che Madara riusciva a dare a quel comportamento assurdo, e...bene! Meglio per mezzo di una mano amica, meglio così, se proprio voleva la morte che fosse per mano sua…

Madara, ma mi stai ascoltando?” Hashirama lo scosse da quegli assurdi pensieri, i suoi occhi sgranati e felici lo osservavano da meno di cinque centimetri.

Tu sei scemo” Avrebbe voluto dire qualcosa di più articolato ma quello fu il massimo che riuscì a rispondere.

Hashirama si alzò di scatto, corse via dal bagno e tornò subito dopo con un pezzo di carta abbastanza grande tra le mani.

Sul retro, scritto con un pennarello verde troneggiava la parola “AMSTERDAM”. Tutto il sangue di Madara si gelò in un solo istante. La profumata schiuma al cedro ora non gli pareva più così profumata, e il delizioso solletico che le bolle di sapone facevano alla sua pelle ora parevano aghi pronti a perforare ogni centimetro della sua pallida cute.

Come era possibile che avesse una foto di quella vacanza? Aveva personalmente cancellato ogni file dal suo cellulare, e buttato nel fuoco, letteralmente, ogni scheda di memoria che fosse passata per lo slot della macchina fotografica digitale del compagno. Come poteva essere accaduto?

Lui aveva eliminato le tracce, il crimine perfetto, ne era uscito pulito e innocente.

Un Uchiha al Gay Pride, chi l’avrebbe mai detto” Sospirò fiero Hashirama voltando la foto verso di lui.

Due uomini abbracciati, sulle guance portavano dipinta una bandiera arcobaleno, le loro magliette bianche vantavano la scritta “LOVE HAS NO GENDER”. Quei due uomini, sullo sfondo un famoso canale di Amsterdam, erano loro, loro al Gay Pride di una delle più conosciute città Europee.

Voleva morire.

Come l’hai avuta?” Balbettò.

Mi ha taggato su Facebook quel ragazzo simpatico dell’ostello… Maarten, quello biondo, con il piercing al naso che ci prestò l’adattatore per il phon”

FACEBOOK

Le orecchie di Madara avevano recepito solo quella parola. Le associazioni successive erano state davvero semplici: Facebook, social network, foto, amicizie, persone, reputazione.

Tu...tu...quanti amici hai su Facebook?” Chiese, anche se non voleva conoscere realmente la risposta, era terrorizzato.

Non tengo il conto, diciamo tutti i tuoi familiari, i nostri amici, i colleghi e gente che ho conosciuto, ecco...”

Io ti uccido” In uno scatto si alzò dalla vasca da bagno, nudo, grondante, con i capelli e i peli pubici insaponati.

Sei morto” La sua voce era sottile come un rasoio.

Hashirama indietreggiò, mentre il compagno uscendo dalla vasca si slanciò verso di lui per afferrare la foto.

Puoi anche distruggerla, ma ho un’altra copia e poi è in rete, posso stamparla quando voglio” Ribattè Hashirama intuendo le ovvie intenzioni del compagno,

Io uccido te, Marteen e quel cretino di Zuccambarg…”

Non si chiama così”

Allora lo uccido, porto il suo cadavere all’anagrafe e lo faccio rinominare io...da morto, insieme a te e a quell’olandese del cazzo”

Lo rincorse fino a camera loro, nudo, cercando di non scivolare, afferrando ogni tanto la cintura dell’accappatoio di Hashirama, che per sfuggirgli se lo sfilò abilmente.

Finirono sul letto, Hashirama teneva stretta la foto contro al petto, proteggendola, Madara cercava in tutti i modi di torgliegliela per poi bruciarla, anche se inutile, saperla carbonizzata avrebbe alleviato un po’ il dolore di vedere la propria privacy violata.

Madara, stiamo insieme da quanto? Da una vita intera? Perchè ti preoccupa una foto?” Disse poi serio Hashirama.

Non è una foto, è il GAY PRIDE, un Uchiha al Pride!” Stava urlando.

Sostenere i diritti è un reato?”

L’hanno vista tutti, la mia dignità è a puttane, ci hanno visti...”

I nostri cognomi sono sul campanello, affiancati da secoli. Tutti sanno che stiamo insieme...finiscila” Hashirama non sorrideva.

Non capisci, tu puoi fare cosa vuoi, io non ti giudico, mettiti in mostra quanto vuoi, dipingiti tutto di arcobaleno e balla per strada...ma non infangare la mia reputazione” Sbottò Madara.

Hashirama lo scostò via da sopra il suo corpo, poi gli sventolò la foto davanti al naso e inaspettatamente la strappò in un gesto secco.

Madara rimase immobile a guardare i due pezzi cadere sul materasso. Loro due divisi da una frattura sprecisa e cartacea.

Raccolse la parte di foto dove c’era Hashirama, il suo sorriso era enorme, le sue guance arrossate, ricordava che aveva tirato su i capelli in una crocchia disordinata per tutta la vancanza, faceva caldo, era estate, erano in vacanza, lontani da tutto e tutti, dal lavoro, dalle loro strampalate famiglie. Avevano fatto un paio di giri in battello tra i canali, Hashirama aveva pianto davanti ad un quadro di Van Gogh, avevano bevuto birra alle 17:00 del pomeriggio, e alle 22:00, anche se nessuno avrebbe mai e poi mai dovuto saperlo, avevano fumato erba in uno dei numerosi coffee shop del posto, era stato lì che Hashirama gli aveva chiesto di partecipare alla parata che ci sarebbe stata nel weekend, e Madara privo di inibizioni e felice come non mai aveva detto: “sì, cazzo”. Ricordava che quella sera, nel bagno dell’ostello avevano chiuso la porta a chiave e avevano fatto l’amore sotto la doccia, ricordava che Hashirama lo aveva baciato ovunque, che si erano morsi piano il collo, che lui aveva lasciato sul collo abbronzato del compagno un succhiotto che per tutto il resto dei giorni di vacanza non aveva mai coperto.

Aveva ricordi davvero felici di quei giorni in Europa. Prese l’altro pezzo di foto, quello dove i suoi capelli scuri troneggiavano disordinati attorno ad un viso...felice.

Mentre svolgeva le sue macchinose riflessioni da Uchiha non si era accorto dell’assenza di Hashirama, della porta del bagno chiusa, del silenzio.

Aprì un cassetto della cucina, prese un po’ di nastro adesivo e rimise insieme i due pezzi della foto, la parola AMSTERDAM sul retro ora sembrava dire AMSREDAM, con la T un po’ mangiucchiata, ma i due uomini sorridenti sul davanti erano ancora più vicini di prima.

Provò ad aprire la porta del bagno, ma la trovò chiusa. Bussò e infilò la foto nello spazio libero tra il legno e il pavimento, la infilò per metà, la mano dall’altra parte la trascinò via.

Silenzio, poi un paio di giri di chiave, e il corpo nudo del compagno addosso, un bacio sulle labbra, tanto lieve rispetto all’abbraccio.

Mi dispiace” Sussurrò Madara.

Dispiace a me di non averti detto di Facebook, avrei dovuto farlo...”

Sono orgoglioso di stare con te, di essere libero di amare chi mi pare” Borbottò imbarazzato Madara, cercando di darsi un certo tono.

Che la veda pure tutto il mondo quella cazzo di foto” Concluse.

Hashirama si trattenne dal ridere, poi prese il mento dell’Uchiha tra le mani e lo avvicinò al suo per unire le loro labbra in un nuovo bacio.

Hai ancora del sapone qui” Sussurrò mentre le sue dita giocavano con i peli pubici del compagno.

Tu invece mi sembri troppo asciutto...” Ribattè Madara facendo aderire il proprio corpo a quello di Hashirama.

L’acqua nella vasca è ancora calda”


…….

Eccomi ancora qui, spero che vi sia piaciuto, spero di poter leggere le vostre impressioni e spero di potervi ritrovare nel prossimo capitolo! <3

con amore,

Al. a cui erano mancati tantissimo questi personaggi così pazzi.

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Allyn