Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: syila    22/07/2020    4 recensioni
Il cocchiere fermò i cavalli poco prima di giungere all’incrocio con Floral Street e dopo qualche istante, dal voltone di un vecchio palazzo fatiscente, si affacciò un ragazzo.
Come un animale all’uscita della sua tana, controllò che i paraggi fossero deserti, poi si avvicinò con grande cautela alla vettura, pronto a darsi alla fuga al minimo segnale di pericolo.
Il vetturino rimase fermo al suo posto, non gli agitò contro la frusta, come accadeva talvolta con i cocchieri troppo zelanti e questo lo spinse ad avvicinarsi allo sportello, facendo notare la sua presenza all’occupante con un discreto colpo di tosse, secondo un codice di comunicazione ben collaudato.
Una tendina venne scostata e riabbassata in fretta.
Seguì una lunga pausa di riflessione e il giovanotto valutò l’idea di proseguire per la sua strada, però il rumore della maniglia che veniva aperta lo convinse a fermarsi.
Salì sul predellino congratulandosi con sé stesso per la sua pazienza e qui si bloccò, stupito da ciò che vide all’interno.
O meglio a sorprenderlo non fu tanto il “cosa”, ma il “chi”.
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Victoriana'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
banner


Notturno con città e nebbia

Capitolo II°



“ Yuriy Adamovich Prostakov, sesso maschile, età presunta... sedici, diciassette anni. Stato generale di salute: all'apparenza buono. Non ci sono segnali visibili che mi portino a ipotizzare infezioni veneree o sintomi associati a malattie del sangue o dei polmoni. Nessuna manifestazione di zoppia, letargia, cretinismo o balbuzie. Nessun deficit visivo e auditivo. Buona reattività agli stimoli.”
“Sa leggere, scrivere e fare di conto.”
A quell'osservazione la donna bionda alzò lo sguardo dal taccuino dove stava stilando la minuziosa descrizione.
“C'è dell'ironia nella vostra voce doamna* Severin.” la rimbeccò serrando le labbra sottili in una smorfia contrariata “Una forma di istruzione basilare può essere utile e farebbe risparmiare tempo dopo.”
“Se il soggetto sopravvive senz'altro.”
“Date per scontato un fallimento, dov'è l'ottimismo della persona di scienza?”
“Professo un cauto scetticismo nella scienza come nella vita Diane, così da essere preparata ad una delusione, in caso di insuccesso.”
Diane Von Lösch si limitò ad esprimere il suo disappunto scuotendo leggermente il capo, poi riprese a vergare la relazione con una grafia minuta e precisa.
“Potresti almeno dirmi se il candidato ti soddisfa.”
“Risponde a molti dei requisiti richiesti.”
Nastassjia Severin incrociò le braccia al petto e aggrottò le sopracciglia, quando lo faceva comparivano sottilissime pieghe d'espressione sulla fronte candida.
“Ma ti piace?”
“Intendete fisicamente doanma?”
“Ovvio, difficile che un candidato del genere possa stimolare il tuo intelletto sofisticato.”
L'interpellata le concesse un lieve sorriso e, senza smettere di scrivere, rispose “Nonostante la giovane età ha una muscolatura ben sviluppata, è alto, prestante. Oserei dire ben dotato a livello di organi sessuali, però immagino che lo scopriremo presto.”
L'altra alzò gli occhi al soffitto, a volte la razionalità scientifica di Diane metteva a dura prova la sua pazienza.
“Ti ho solo chiesto se è di tuo gusto.”
“È un bello stallone da monta.” concesse la donna bionda accentuando il suo sorriso, poi prima della probabile replica aggiunse “Inoltre ha origini slave e questo ne fa un ottimo candidato a prescindere, anche se in Russia avremmo avuto più scelta.”
“La Rus* un territorio troppo vasto da sondare.”
“Immagino che alienarsi le simpatie della Corte Imperiale abbia influito sulla scelta delle zone da sondare e sulla nostra precipitosa partenza alla volta dell'Inghilterra.”
L'interpellata socchiuse le palpebre e la sua espressione s'indurì.
“I Romanov si lasciano manipolare dai loro preti ortodossi come burattini, si atteggiano a sovrani illuminati e invece non hanno mai lasciato il Medioevo.”
“Manipolare la famiglia dello Zar... È quello a cui puntavate voi o sbaglio?”
“Naturalmente e avrei saputo ottimizzare al meglio la mia posizione.”
“Col vostro curriculum vitae non c'è dubbio doanma.” convenne Diane annuendo conciliante.
Poche persone potevano vantarsi di aver guidato per decenni una provincia strategica della Valacchia opponendosi con successo alle scorribande degli ottomani e dei principati vicini.
Una, Vlad Tepes Drakul, era passata tristemente alla storia per la sua ferocia, l'altra sedeva proprio di fronte a lei.



Un paio di colpetti rispettosi sull'anta della porta interruppero il discorso, che comunque il loro ospite non avrebbe inteso, perché si stavano esprimendo in tedesco.
“Entra pure, hai finito di mangiare?” gli chiese la donna bruna.
“Si sudàrynja.”
“Molto bene.” l'interlocutrice annuì soddisfatta.
Seguì un lungo attimo di silenzio in cui divenne palpabile il crescente imbarazzo del giovane; la situazione era ad un punto morto e lui, abituato a gestire incontri clandestini che lasciavano poco spazio alla conversazione forbita, non sapeva come sbloccarla.
“Quindi...” iniziò incerto “Ora possiamo parlare del motivo per il quale sono qui?”
“Come mai all'improvviso tutta questa fretta?” Diane si sporse verso di lui e gli sorrise, era la prima volta che lo faceva e Yuriy vide un paio di graziose fossette comparire agli angoli delle sue labbra, ingentilendone la piega austera.
“Ecco... non fraintendetemi, vi sono molto grato per la cena e la passeggiata in carrozza, però non vorrei abusare della vostra generosità e del vostro tempo.”
Le due si scambiarono un'occhiata divertita.
“Il tempo per fortuna non ci manca.”
“Anzi, pensavamo che forse vorresti fare un bagno caldo, sei rimasto fuori gran parte della notte e le notti di Londra sono umide e fredde.”
A quella proposta Yuriy strabuzzò gli occhi e dalle sue labbra uscì un'esclamazione di stupore: dopo la cena anche il bagno caldo?
Perché lo stavano ricoprendo di attenzioni?
Da qualche parte nel suo cervello squillò un campanello d'allarme, c'era qualcosa di sbagliato nell'atteggiamento fin troppo premuroso delle padrone di casa, qualcosa che andava oltre il semplice interesse filantropico verso un ragazzino sfortunato.
Cosa poteva essere?
Che le due fossero immischiate con gente di malaffare?
Volevano fargli del male?
Forse venderlo a un bordello o peggio a qualche armatore senza scrupoli che lo avrebbe caricato su una nave diretta chissà dove!
Magari avevano dei complici nascosti in casa, pronti a catturarlo!
La donna bionda, che lo stava ancora osservando, batté le palpebre e il senso di pericolo svanì rapidamente com'era arrivato; all'improvviso Yuriy trovò le sue paure ridicole e fuori luogo.
Come aveva potuto pensare male delle sue benefattrici?
La risposta arrivò a stretto giro dalla donna bruna.
“Non vorrei che questa richiesta ti sembrasse sfacciata; nonostante il nostro incontro sia avvenuto in maniera poco ortodossa ci hai fatto una buona impressione, tuttavia, se dobbiamo prenderti al nostro servizio vogliamo accertarci che tu sia nelle migliori condizioni, teniamo molto all'aspetto e al decoro del personale.”
La spiegazione suonò ragionevole alle orecchie del russo, che si lasciò guidare al piano superiore, dove dietro ad una delle molte porte apparentemente identiche affacciate sul lungo corridoio si trovava una stanza da bagno.
Yuriy non riusciva a soffermarsi troppo a lungo sui suoi pensieri e forse aver bevuto quella coppa di vino a cena non aiutava la sua lucidità; vide la grande vasca smaltata piena di acqua calda e appena provò a chiedersi chi l'avesse preparata e quando, dato che la servitù era andata via al tramonto, la sua attenzione venne catturata dall'elegante divisa da valletto, ripiegata con cura su una sedia.
Provò la giacca davanti allo specchio e sorrise, sembrava cucita su misura per lui.



“Ha impiegato più tempo del previsto.”
“Ho calcolato la dose in base alla corporatura, tuttavia ha dimostrato una resistenza inusuale alla tintura di papavero. È un buon segno, no?”
“Assolutamente.”
In piedi accanto alla vasca le due donne contemplavano con interesse il ragazzo, profondamente addormentato.
Col capo appoggiato al bordo e il braccio destro allungato fuori dall'acqua a sfiorare il pavimento, ricordava il protagonista del celebre quadro di David: La Morte di Marat.
Solo che Yuriy non era morto.
Non ancora almeno.
“Avevi ragione sulle sue dotazioni Diane, è un bell'oggetto, capisco che i clienti ne apprezzassero i servigi.”
La donna bionda ignorò la malizia del commento e rispose secca “Non è per questo che lo abbiamo selezionato.”
“No, ma nel caso l'esperimento avesse successo potrebbe essere uno svago piacevole.”
“Nella remota ipotesi di un risultato positivo non ci sarà tempo di dedicarsi ai piaceri della carne doanma.” la rimbeccò l'interpellata “Dovremo eseguire dei test, fare altre verifiche, reclutare del personale e...”
“Oh Diane sei così ligia al lavoro, così... Intransigente! Direi puritana, se non fossi certa che la religione e la morale ti hanno sempre lasciata piuttosto indifferente.”
“Faccio quello che va fatto per raggiungere lo scopo.”
“Già, però nulla vieta che questo percorso contempli anche delle piacevoli soste.” insinuò l'altra in tono sibillino.
“Mi rilasserò una volta giunta alla meta.” insistette imperterrita Diane.
“La tua abnegazione è ammirevole e va premiata, perciò ho deciso che sarai tu ad occuparti di lui.”
Stavolta l'interpellata non riuscì a dissimulare la sorpresa.
“Non era contemplato nel progetto iniziale...”
“È tempo di apportare qualche piccola variazione in corso d'opera. Finora i miei tentavi non hanno funzionato, forse con te saremo più fortunate.”
Diane impiegò qualche istante prima di formulare un'ammissione che le costava fatica e imbarazzo “Io... Non l'ho mai fatto prima.”
Nastassja Severin le dedicò un'occhiata indulgente; sotto la rigida corazza teutonica della sua pupilla c'erano ancora delle emozioni umane.
“C'è una prima volta per tutto; pensa a quanto è difficile per un bambino imparare a camminare da solo, questo non è diverso.”
Diane si limitò ad aggrottare le sopracciglia.
“Come ordinate doanma...”
“Non te lo sto ordinando, ti sto offrendo l'opportunità di camminare da sola, ed è meglio che cominci con lui.”la donna bruna rivolse un rapido cenno del capo a Yuriy “ Difficilmente potrai affezionarti e il probabile distacco sarà meno doloroso.”
“Come volete voi.” si arrese Diane.
L'altra le sollevò il mento con le dita e la scrutò per un lungo istante, prima di sorriderle.
“Solo se lo vuoi anche tu.”

Alla fine le cose vanno sempre secondo i suoi piani...
I pensieri di Diane seguivano i tonfi incoerenti del corpo che stava trascinando giù dalle scale; Yuriy urtava contro i gradini senza opporre resistenza, come una bambola di stracci strattonata con malagrazia da una bambina arrabbiata.
E Diane aveva tutti i motivi per esserlo.
Odiava improvvisare.
Detestava le variazioni di percorso, perché la costringevano a ricalcolare le possibili conseguenze.
È difficile capire il suo modo di ragionare, magari dicendole che mi piaceva lo avrebbe tenuto lei.
Il ragazzo venne sollevato di peso e lasciato cadere su un tavolo di marmo, nel limbo d'incoscienza in cui si trovava gli sfuggì un brontolio contrariato, che Diane accolse con un'alzata di spalle.
Come se potessi affezionarmi ad uno zotico che sa a malapena leggere e scrivere...
La giovane donna si sporse su di lui e sollevò la curva delle labbra in un sorriso appena abbozzato.
Il russo era avvenente, tuttavia, pensando alla fatica di cavare fuori da un rozzo sasso una pietra preziosa, il suo pallido interesse si raffreddò.
Poco importa, alla fine anche questo soggetto non supererà il test e dovremo ricominciare daccapo.
Una simile mancanza di pianificazione è inaccettabile da parte di una mente per altri versi tanto brillante.
Diane alzò gli occhi verso il soffitto a volta delle cantine, quasi temendo che la donna al piano di sopra potesse captare i suoi pensieri.
Probabilmente ne era davvero in grado.
La seguiva nelle sue peregrinazioni da alcuni anni, eppure aveva la netta impressione di conoscere di lei l'equivalente della sottilissima pruina bianca che ricopriva certa frutta durante l'inverno.
Oltre quella pellicola si celavano abissi di mostruosità che non era ancora pronta a vedere.
Da parte sua la Severin sembrava averlo capito e dosava con parsimonia le dosi di crudeltà a cui doveva assuefarsi, perciò la scelta di affidarle il giovane russo l'aveva sorpresa.
Finora era stata testimone, complice e solerte cronista delle sue azioni.
Questo era un salto in avanti molto più ambizioso e pericoloso, non tanto per il candidato,quanto per lei.
Come avrebbe risposto la maestra al fallimento dell'allieva?
A parole professava comprensione e tolleranza, tuttavia bastava un nonnulla a contrariarla e a farla reagire di conseguenza.

Alcuni suoni inarticolati la distolsero dai suoi ragionamenti, in poche ore il ragazzo aveva smaltito la massiccia dose di narcotico e si stava svegliando.
Lo ritenne un buon segno, il suo fisico era robusto, dopotutto poteva anche superarlo il test.



Yuriy sentiva la testa leggera e il corpo pesante come marmo.
Doveva essersi addormentato nella vasca, complici il vino, l'abbuffata e l'acqua calda.
Una magra figura per chi si era vantato di essere un grande amatore.
Adesso aveva freddo, forse perché era nudo e il soffitto che stava contemplando non somigliava affatto a quello della stanza da bagno.
Un viso cereo, aureolato di biondo entrò nel suo campo visivo e riconobbe la dama della carrozza. Saperlo gli procurò una sensazione di sollievo e allo stesso tempo di inspiegabile disagio; tutta la situazione gli parve assurda, si sentiva fuori luogo o forse erano le due eccentriche dame e la loro inquietante dimora vuota ad esserlo.
L'idea di lavorarvi come valletto aveva smesso di essere allettante.
“Dovete scusarmi sudàrynja, mi sono addormentato e... penso che dovrei togliere il disturbo, sarà molto tardi ormai.”
Contava di cavarsi d'impaccio ed andarsene in fretta, possibilmente senza combinare danni; per quanto l'idea di alzare le mani su una donna lo ripugnasse, era pronto a fare valere le sue ragioni con la forza.
A fatica riuscì a mettersi seduto su quello che scoprì essere un lungo tavolo di marmo bianco; ne aveva visti di simili nei negozi dei macellai e il paragone gli fece correre un brivido lungo la schiena.

“Sei davvero sicuro che riusciresti anche solo a sfiorarmi Yuratchka?”
L'interpellato spalancò gli occhi e l'intorpidimento del risveglio scomparve del tutto.
Nonostante la corporatura esile, che difficilmente avrebbe rappresentato una minaccia per lui, quella donna bionda era riuscita ad indovinare i suoi pensieri e cominciava a spaventarlo.
A Londra c'erano molti maghi, ipnotizzatori e occultisti, vedeva le locandine dei loro spettacoli appese fuori da teatri e locali, ma non vi aveva mai dato molto peso; i londinesi erano dei creduloni, pronti a lasciarsi incantare dal primo che faceva comparire un coniglio dal suo cappello a cilindro.
E se le due eleganti dame fossero state delle medium?
Magari parlavano con gli spiriti dei morti!
Ecco perché nel palazzo non c'era personale di servizio, nessun servitore sano di mente avrebbe lavorato in una dimora infestata.
“Che giovanotto ingrato, ti abbiamo ospitato e offerto un lavoro e l'unica cosa a cui sai pensare è correre a casa a nasconderti sotto le gonne di tua madre?”
Il giovane russo impallidì, in qualche modo la donna bionda aveva intercettato ancora i suoi pensieri.
“La mia famiglia mi sta aspettando. Io... devo proprio andare ora.” rispose in un sussurro strozzato dalla paura.
“Dimmi: la tua famiglia è al corrente di quello che fai quando esci la sera?”
Yuriy, che aveva già i piedi sul pavimento ed era pronto a darsi alla fuga, si fermò e la fissò incredulo; forse non era molto istruito, però era sveglio e aveva capito il sottinteso della domanda.
Diane sogghignò compiaciuta e continuò il ragionamento.
“Tuo padre e tua madre sono convinti che tu lavori come sguattero alla Sirena Verde o alla Pinta d'Oro giù al porto, sarebbe molto spiacevole se scoprissero che i soldi delle mance vengono in realtà dal portafogli di un ricco pervertito...”
Il viso del ragazzo tendeva ora al color cenere; chiunque fossero le due donne conoscevano la sua vita come lui conosceva il fondo delle sue tasche.
Sudàrynja io non voglio problemi, perché non dite chiaramente cosa volete da me?”
“Oh, in effetti c'è qualcosa che vogliamo da te.”
“Se si tratta di soldi, possiamo accordarci... Vi darò una parte dei miei guadagni!”



La donna bionda gli rivolse un sorriso di bonaria compiacenza, si fece più vicino e gli appoggiò una mano sul petto; Yuriy percepì a malapena le sue dita gelide e sottili, tuttavia fu sufficiente quel lieve tocco per schiacciarlo contro tavolo di marmo.
“L'unico oggetto di valore che m'interessa è qui.” la pressione sullo sterno aumentò fino a tramutarsi in dolore, il ragazzo provò a liberarsi per scoprire inorridito che tutta la sua forza era inutile.
Cercò di spingerla via, poi le afferrò il collo stringendolo così tanto che avrebbe dovuto spezzarsi, ma niente sembrava infastidirla o metterla in difficoltà.
“Proprio qui sotto.” ribadì Diane, ignorando i suoi sforzi.
Quando ritenne esaurito il divertimento, lasciò la presa sul petto e il giovane russo si trovò improvvisamente libero.
Si protrasse in avanti, deciso ad approfittarne, gli bastava arrivare alla porta, poi una volta fuori, non sarebbe stata in grado di corrergli appresso a causa della lunga gonna.
Trascorsi i pochi decimi di secondo necessari a formulare quei pensieri il moto d'inerzia, che spingeva il ragazzo in direzione dell'ingresso, venne bruscamente interrotto da un movimento contrario.
La prima falcata della sua fuga rimase sospesa a mezz'aria per un lungo istante prima che il suo corpo venisse trascinato indietro, ricadendo in modo violento sulla fredda superficie di marmo.
Aveva battuto forte la testa, tanto da sentire l'eco del colpo riverberarsi nel cervello e fondersi al male che si stava irradiando da qualsiasi zona provvista di terminazioni nervose.
Stavolta qualcosa si era rotto, forse una costola, forse la schiena, forse non gli era rimasto un solo osso sano.
“Niente di irreparabile Yuratchka, al tuo risveglio sarai come nuovo. Anzi mi correggo: tu sarai nuovo.”
Alla visione appannata dalla sofferenza si affacciò il volto pallido della donna bionda, che gli offrì un sorriso beffardo e altre parole non meno criptiche e spaventose delle precedenti: “Sei fortunato, se sopravvivrai non dovrai più preoccuparti del lavoro, dei clienti, della polizia e la tua famiglia avrà di che vivere agiatamente, provvederemo noi a loro e... a te.”

“È andata bene?”
La Severin l'aspettava alla base delle scale che conducevano ai sotterranei del palazzo, un complesso molto vasto e in parte abbandonato, ideale per svolgere certe attività lontano da occhi indiscreti.
Anche se fosse riuscito a fuggire Yuriy si sarebbe di certo smarrito in quella specie di labirinto.
“Ho applicato la Procedura alla lettera doanma.”
Sotto la debole luce verdastra della lampada l'incarnato della donna bionda sembrava emanare una vaga fosforescenza, mentre gli occhi cominciavano a perdere la liquida tonalità notturna che li aveva completamente tinti di nero.
Per il resto nulla nella figura composta e pacata di Diane indicava qualche tipo di scontro o contatto fisico; nemmeno una ciocca di capelli fuori posto.
Era una qualità che aveva affascinato da subito Nastassja, ma che allo stesso tempo rendeva la sua pupilla abbastanza inquietante; cosa sarebbe potuta diventare da lì a qualche anno?
È destino degli allievi superare il maestro...
“Allora non ci resta che aspettare, vieni... Dobbiamo festeggiare la tua prima Trasformazione e non accetto un no come risposta.”

Fine seconda parte


⋆ La voce dell'ambivalenza ⋆

Yuriy è un ragazzo sveglio e tutte le attenzioni di cui è fatto oggetto generano in lui delle domande; domande che vengono sempre messe a tacere dal fascino persuasivo delle due misteriose signore, le quali, una volta messo fuori combattimento il soggetto, si dedicano a stilare una minuziosa scheda delle sue caratteristiche.
A cosa punta questa ricerca "scientifica"?
Ormai è da escludere che volessero solo "cenare" col baldo giovanotto, in ballo c'è qualcosa di più, che le spinge a "trasformarlo".
In cosa?
E Perché?
Lo scopriremo nel capitolo conclusivo!

Nastassja e Diane ringraziano chi sta leggendo, commentando e preferendo il malloppino vittoriano e vi rimandano a questi schermi mediamente in tempi brevi ^^

Vocabolario:
Doanma: equivalente rumeno di "Mia signora"
Rus: nome con cui era conosciuta la Russia nei secoli scorsi.



   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: syila