Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: Marti Lestrange    07/10/2022    3 recensioni
[Grimmauld Place non era la casa spettrale che divenne poi, col tempo, man mano che siamo cresciuti e ce ne siamo andati. Grimmauld Place era la casa dei giochi infiniti, delle risate soffocate dietro qualche tendone, delle fughe da Kreacher, delle eterne partite a carte o Gobbiglie, del fuoco che ardeva nel caminetto e la torta alla zucca, delle scale che erano la nostra nave da governare in un mare in tempesta, e la soffitta la terra straniera e selvaggia da esplorare alla ricerca di tesori nascosti.]
— raccolta partecipante al “Writober” di fanwriter.it ;
I. giorno 7 — piccolo
II. giorno 8 — pallore
III. giorno 10 — undici
IV. giorno 11 — aurora
V. giorno 13 — glicine
VI. giorno 16 — teatro
VII. giorno 18 — stelle
VIII. giorno 19 — polvere
IX. giorno 20 — confessione
X. giorno 25 — sangue
XI. giorno 26 — fratello
XII. giorno 28 — penombra
XIII. giorno 29 — seta
XIV. giorno 30 — giuramento
XV. giorno 31 — paura
Genere: Angst, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alphard Black, Altro personaggio, Sirius Black, Walburga Black
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'in the name of the Black.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

Questa raccolta, nella sua interezza, partecipa al “Writober” di fanwriter.it

 

DISCLAIMER: I personaggi che compaiono nel canon e tutto ciò che è relativo alla saga di Harry Potter appartiene a J.K.Rowling, ma tutto il resto fa parte del mio personale headcanon. Grazie dell’attenzione e buona lettura ☾

 


 

The Sign of the Southern Cross.

I.

 

[ giorno 7 — piccolo ] 

 

Quand’ero piccolo, non c’era spazio per Alphard. C’era spazio solo per Alphard Black. Walburga era la maggiore, lei avrebbe ereditato tutto, ma io e Cygnus dovevamo comunque mantenere quell’algida compostezza, quell’ordinato rigore e quell’esemplare dignità che ci si aspettava da noi, e che i nostri genitori ci avevano insegnato. Eravamo dei Black, e dovevamo comportarci come tali, sempre, in ogni ambito della nostra vita. Non potevamo permetterci passi falsi. Nostra madre, Irma, ci teneva il fiato sul collo come se fosse stata un segugio, e nostro padre appariva giusto per sgridarci in modo più fermo e autoritario, o appiopparci punizioni varie, con diversi gradi di severità. 

Walburga passò dall’essere mia complice ad essere invece una complice silenziosa e quasi infida di nostra madre. Ricordo come fosse ieri, i giochi che facevamo a Grimmauld Place, le storie che mi inventavo per divertirci - e per farla divertire, ché il suo sorriso era sempre il mio primario obiettivo. Mi piaceva vedere mia sorella felice, era ancora più bella quando sorrideva. Poi a un tratto ha semplicemente smesso di sorridere, abbiamo smesso di giocare insieme ai pirati e agli avventurieri scapestrati, e ho smesso di andare nella sua stanza a leggerle qualcosa, la sera prima di dormire. Non siamo diventati due estranei, almeno non già allora, ma qualcosa era inevitabilmente mutato, tra noi, e mutò definitivamente quando Walburga prese i suoi M.A.G.O. Durante gli anni che trascorse in Giappone penso di aver ricevuto da lei solo due o tre lettere. E ho imparato che ciò che avevamo condiviso, ciò che avevamo vissuto tra le mura della casa dei nostri genitori, ecco, tutto era svanito. L’età adulta ci aveva catapultati nella realtà, e aveva rotto qualsiasi legame. 

Ho imparato a convivere con quella perdita. Con Cygnus non siamo mai riusciti a costruire un rapporto che fosse solo nostro, era come se quel fratello minore fosse troppo distante, anche più distante di Walburga mentre era in Giappone. Era freddo, Cygnus, freddo come il marmo, e la sua freddezza contaminava chiunque e qualsiasi cosa gli gravitasse intorno. Era diverso da Walburga, che nonostante l’apparente, algida maschera che indossava, celava dentro di sé una fiamma ardente pronta a divorare il mondo. Ho sempre provato pena per la povera Druella, costretta in un matrimonio con mio fratello che era chiaro non volesse. Nei suoi occhi si leggeva soltanto pena. 

Il me stesso bambino è qualcosa che mi sono portato dietro sempre, negli anni a venire, era come una coperta che mi teneva al caldo durante i lunghi giorni e le lunghe notti passate da solo, anche dopo, nel mio piccolo appartamento di Paddington, con il suono delle ambulanze a infrangere la notte. Ho fatto della solitudine un’abitudine, e un conforto. I ricordi mi facevano sorridere, e ogni tanto tornavano a prendere vita nei sogni. Non sentivo mai freddo, quando ricordavo. Grimmauld Place non era la casa spettrale che divenne poi, col tempo, man mano che siamo cresciuti e ce ne siamo andati. Grimmauld Place era la casa dei giochi infiniti, delle risate soffocate dietro qualche tendone, delle fughe da Kreacher, delle eterne partite a carte o Gobbiglie, del fuoco che ardeva nel caminetto e la torta alla zucca, delle scale che erano la nostra nave da governare in un mare in tempesta, e la soffitta la terra straniera e selvaggia da esplorare alla ricerca di tesori nascosti. 

Durante quei giochi, Alphard Black lasciava il posto ad Alphard, solo Alphard, il piccolo Alphard con gli occhiali e la vestaglia di velluto, sempre con un libro sotto il braccio e un paio di pantofole ai piedi e troppi sogni nella testa. Ricorderò sempre quand’anche il mio mondo era piccolo, e si riduceva a quelle quattro mura sghembe, e al sorriso e alla risata di mia sorella, e alla nostra immaginazione che correva veloce. 

 

✩ ✩ ✩
 

NOTE

Arrivo di corsissima con questo primo capitolo. Specifico solo che la raccolta non seguirà un ordine cronologico preciso, ma piuttosto quello della mia ispirazione, come sempre. Morivo dalla voglia di scrivere qualcosa su Alphard - e non potevo non rispondere all'appello del writober. Fatemi sapere cosa ne pensate.

ps se volete leggere qualcos'altro sul mio Alphard, vi lascio qui alcuni link dalla raccolta che ho scritto sui Black per il writober dell'anno scorso:
capitolo II. / capitolo X / capitolo XII

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Marti Lestrange