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Autore: Dira_    04/10/2009    14 recensioni
La guerra è ormai finita, Harry è un auror e sta per avere il suo secondo bambino.
Degli strani sogni e la misteriosa comparsa di un neonato decisamente particolare turbano la sua pace, tornando a scuotere la famiglia Potter sedici anni dopo, quando Tom, il bambino-che-è-stato-salvato, scoprirà che Hogwarts non solo nasconde misteri, venduti come leggende, ma anche il suo oscuro passato...
La nuova generazione dovrà affrontare misteri, intrighi, nuove amicizie e infine, l'amore.
“Essere amati ci protegge. È una cosa che ci resta dentro, nella pelle.”
Può davvero l’amore cambiare le carte che il destino ha messo in tavola?
[Next Generation]
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Doppelgaenger's Saga' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Questo capitolo è dedicato a chi si è fatto due palle così ad aspettare di sapere cosa fosse successo realmente tra Victoire e Ted. ;)
@Sammy Malfoy: Ehilà! Non preoccuparti, so bene che rottura è la scuola e i problemi di connessione! ;) Michel? Michel fa stato a sé, come ogni buon Serpeverde che si rispetti… tranne Al, ma lo sappiamo che il nostro principino è un caso apparte. XD Tom è super-geloso, del resto si sa che i Tom hanno una certa predisposizione ad essere gelosi delle proprie cose ;P E’ vero, il rapporto Tom/Harry mi è piaciuto lavorarci. Credo che Harry lo senta molto affine, e per questo tenda ad essere un po’ indulgente con Thomas, un po’ paterno. Vedremo se fa bene. Grazie per essere passata!

@Altovoltaggio: Ehi, ti sto facendo appassionare alle vicende slash di questa fic? XD Essì, è un bel casino questi rapporti tra adolescenti, ma sono, appunto, adolescenti. XD Incasinatissimi. Posso però dirti che Lily nutre solo un affetto fraterno per il bel Tom. Troppo musone per lei, mi dice! XD La sciarada… perché non provi a mettere ‘enigma’ in un traduttore automatico di inglese e vedere cosa ti viene fuori? Dopotutto i nostri pg sono inglesi purosangue! ;P (e qui si capisce la voglia di Dira di spoilerare).  
@Trixina: Non preoccuparti, so bene che razza di rottura sia la scuola! Ci siamo passati tutti! (o non saremo qui a scrivere ;P) Lily ti assicuro che è una gran ragazza, dietro quei pochi camei che fa! Lei SA. XD Grazie per i complimenti sul rapporto Michel/James. Sono stata indecisa fino all’ultimo se spiegarlo in quel modo. Fa piacere che tu li abbia apprezzati.
@Pietro90: Ehilà, compare di fandom! XD Grazie per i complimenti, e rinnovo i miei per la tua fic. Grazie per continuare a seguirmi! ^^
@MissMary: Una new entry! Ma ciao, che meravigliosa recesione mi hai lasciato! Non preoccuparti, ADORO le recensioni enormi! *_* Certo, hai azzeccato la soluzione dell’enigma… o forse no? Lo vedremo assieme a Tom! Non preoccuparti, una Al/Tom è assicurata (non necessariamente in quest’ordine ehehe). Quei due in effetti sono abbastanza palesi come coppietta tenerella, no? In questo capitolo avrai qualche soddisfazione. Per Rose e Scorpius, sono ufficialmente la coppia in testa della storia, a quanto pare. C’è da dire che è quasi Canon ormai. XD
@Nyappy: Grazie per la recensione per l’augurio, che ricambio con un crepi (il lupo!). fa sempre piacere vedere che continui a seguirmi ^^
@Hel_Selbstmord: Ciao Hel! Non preoccuparti le tue recensioni sono sempre benvenute, presto o tardi che siano! Tutte amiamo Michel, vero? Mi sa che ti aiuto nella fabbricazione dello striscione! XD Come si fa a non adorare quella canaglia sexy e serpeverde? Mi fa piacere inoltre che tu abbia dato qualche merito a Jamie, che lo so, non è un personaggio facilissimo da amare. Ma del resto anche il suo omonimo, nel canon, era un gran testa di… XD
Crepi per i miei esami e beata te e Barcellona. Meno male che io vado a Berlino :P

 
****
 
Capitolo XIV
 

 
 


Everybody thinks you
're well / Everybody thinks I'm ill
Watching me fall apart / Falling under your spell
(Re-offender, Travis)
 
Dormitori Serpeverde.
Verso le undici di sera.

 
Albus era seduto, con la schiena appoggiata ad una pila di cuscini, sul suo letto.
Il coprifuoco era passato da un pezzo.
Zabini non era ancora tornato dalla sua ronda notturna da prefetto, mentre Nott probabilmente si intratteneva con qualche ‘fanciulla’ nella stanza di lei, con un incantesimo silenziante di rinforzo.

Sospirò, appoggiando sulle gambe il tomo di pozioni che Lumacorno ci aveva tenuto assolutamente a regalargli, quel pomeriggio.
Si sentiva sempre un po’ a disagio a parlare in privato con quell’uomo: si sentiva sempre come se da un momento all’altro volesse… collezionarlo.
Il che era abbastanza inquietante, in effetti.
Thomas dormiva, con le tende tirate. Era una settimana che le chiudeva quando andava a dormire e le riapriva la mattina. Serrata totale. Michel e Loki lo reputavano un capriccio, ma lui si sforzava di ignorarlo.
Come si sforzava di sopportare i suoi improvvisi silenzi e le sue sparizioni giornaliere in biblioteca. Non che non se ne fosse accorto: Thomas stava evitando tutti.
E soprattutto stava evitando lui.
Sbuffò, chiudendo il libro per appoggiarlo sul comodino. Si stropicciò un occhio, guardando nella direzione delle tende tirate.
Lo stava evitando. Era un dato di fatto.
Non che lo desse a vedere troppo chiaramente, infatti gli altri si erano limitati ad osservare che era di malumore. Ma Thomas era spesso di malumore. E non era quello il modo in cui lo dimostrava ad urbi et orbi.
E soprattutto i suoi malumori non duravano un’intera settimana.
Certo che ne sai di cose … - Disse una vocina, che aveva come al solito il tono suadente di Michel – Neanche una fidanzata saprebbe tanto del proprio ragazzo…
Arrossì, come un deficiente, considerando che aveva fatto tutto da solo. Inspirò.
Tom, comunque, aveva qualcosa di strano.
E sperava di tutto cuore che non c’entrasse nulla la nuova professoressa. 
Non può essere quello… la prima cotta di Tom non può essere una professoressa. Una donna più grande di lui!
Anche se non sarebbe stato così strano, riflettendoci: Tom aveva stima delle persone intelligenti, con una grande passione per la conoscenza. Non era un caso, infatti, che andasse piuttosto d’accordo con Hermione.
(Una volta avevano passato persino un pomeriggio a discutere di libri.)
E poi era maturo, nulla da dire su questo: rispetto ai loro coetanei, presi da piccoli drammi quotidiani come compiti non fatti o la sconfitta della squadra del cuore, il cugino ne usciva praticamente adulto.
Non sarebbe strano se si innamorasse di una donna matura, acculturata, intelligente come la professoressa Prynn… - Continuò la vocetta.
Albus si arruffò furiosamente i capelli, emettendo un lamento frustrato.
Sarebbe stato terribile.
E perché? – Incalzò Vocetta-Zabini.
Mugugnò: era ovvio. Perché si sarebbe reso ridicolo di fronte a tutta la scuola.
Ebbe un flash mentale del cugino mentre faceva una dichiarazione appassionata alla professoressa, di fronte a tutta la Sala Grande, con in mano un fascio di rose rosse (in quei casi erano sempre rosse).
Invece di mettersi a ridere si sentì il sangue gelare nelle vene.
Sarebbe stato orrendo.
Fece una risatina nervosa.
Assurdo… Tom non farebbe mai niente del genere. È talmente riservato che …
Beh, fino ad una settimana prima nessuno si sarebbe mai immaginato che avrebbe potuto fare la faccia da pesce lesso ad una professoressa.
Lanciò uno sguardo nervoso verso il suo letto. Si liberò delle coperte, andando ad aprire le tende. Tom, ovviamente, dormiva.
Corrugò le sopracciglia quando si accorse che il sonno dell’altro era tutt’altro che sereno.
Tom dormiva sempre di schiena, e in quel momento era pallido, leggermente sudato e respirava irregolarmente.
Ha un incubo…
Al si morse un labbro, incerto se svegliarlo. Di solito con James non era mai una buona idea. Una volta si era ritrovato un gran occhio nero.
Rimase a guardarlo, incerto sul da farsi: sapeva che gli incubi di Tom non riguardavano brutti voti o girare nudo per la scuola (erano i suoi quelli), quanto piuttosto… il modo in cui era stato trovato.
Quando era bambino suo padre gli aveva raccontato, dopo averlo informato che Tom non era davvero suo cugino, di come l’avesse salvato da un uomo cattivo, che poi era risultato, qualche anno più tardi, essere un mangiamorte.
Era ancora un bambino… però si ricorda del suo rapimento… 
Una delle tante stranezze di Tom. Come essere stato colpito da una maledizione e non avere l’ombelico.
Si sedette sulla sponda del letto. Il movimento ebbe l’effetto di svegliare l’altro, che si raddrizzò di scatto, soffocando un urlo in gola, ansante.
Al saltò in piedi. “Tom!”
Il ragazzo lo guardò. Per un momento parve non riconoscerlo, ancora nelle lande brumose del sonno, poi deglutì lentamente “Al…” mormorò. Sembrava davvero sconvolto. Abbassando lo sguardo Albus notò che gli tremavano le mani.

“… Fatto un brutto sogno?” Chiese, sentendosi un idiota.
Beh, non era sicuramente bello.
Tom deglutì ancora, annuendo.
“Studi troppo ultimamente. E non ce ne sarebbe neanche bisogno. I M.A.G.O. sono il prossimo anno sai…” Lo motteggiò con affetto. “Tutto quel tempo in biblioteca ti fonde il cervello.”
Tom non rispose, guardandosi le mani. Sembrò accorgersi in quel momento che gli tremavano.
“Vuoi che ti prenda…”
“Sto bene.” Disse, in tono nuovamente controllato. Lanciò un’occhiata fuori dal letto. Al intuì.

“Lo e Mike sono fuori… Mike per la ronda, Lo…” fece uno sbuffo significativo. “Non ci sono.”
“Bene.” Gli scoccò un’occhiata. “È tardi, perché non dormi?”
Al fece spallucce. “Stavo leggendo il libro che mi ha dato Lumacorno. Più che altro, che mi ha imposto. Però è interessante.”

L’altro annuì. Sembrava distratto. “Al… mi hai sentito parlare?” chiese poi.
“No, te l’ho detto, stavo leggendo. Ma tu non parli mai nel sonno, giusto?”
“No.” confermò scrollando le spalle. “Sono contento di non averti svegliato.” Gli sorrise, e Al ricambiò. Si sentiva stranamente sollevato.

Era quasi una settimana che non chiacchieravamo…
“Hai un aspetto terribile…” lo canzonò. Ma lo aveva davvero. Era talmente pallido da far sembrare Malfoy abbronzato. 
E inoltre sembra ancora piuttosto scosso...
“Vuoi che dorma con te?” gli chiese spontaneamente. Se ne pentì subito, vedendo l’espressione meravigliata dall’altro.
Che imbecille. È Lily che consolavo quando aveva un incubo dormendoci insieme, non lui!
Ma che mi è venuto in mente?
“… Sì.” La risposta ebbe il potere di fermare il suo flusso di seghe mentali.
Ha detto sì?
Si guardarono sbalorditi, prima di mettersi a ridacchiare entrambi, l’uno della faccia dell’altro.
“Chissà cosa penserà Michel…” ridacchiò Al, molto più rilassato. Non sapeva se per l’assenso di Tom o per la risata. Forse per entrambe.
“Pensi quello che vuole. In ogni caso, pensa sempre male.” Replicò, scostandosi per farlo entrare sotto le coperte. Il letto era sufficientemente spazioso per entrambi.
Non si fanno economie qui a Serpeverde… in effetti siamo circa la metà dei Grifondoro… lo spazio non ci manca di certo.
“Beh, stiamo solo dormendo assieme.” Borbottò Al, di nuovo a disagio.
Andava ad ondate, quel dannato disagio.
Tom sorrise, con una sfumatura improvvisamente maliziosa. “Infatti.” Confermò.
Al sbuffò, tirandogli una gomitata. “Non cominciare anche tu! Cos’è, Mike ti ha contagiato?”
Tom ridacchiò. “Penso sia impossibile diventare pervertiti come lui…”
“Questo è vero.” Sorrise. “Pensavo ti desse fastidio dormire con qualcuno…”
Tom fece spallucce, stendendosi. Era strano condividere lo stesso letto, l'avevano fatto da bambini, ma ora non lo erano rifletté Al, però in un certo senso era una cosa naturale. Forse Tom non lo percepiva come un intruso, nei suoi preziosi spazi vitali. E lo stesso valeva per lui.
Quel pensiero gli diede un piacere sottile, soddisfacente.
E stranamente annullò anche gli orribili pensieri su Tom e la professoressa Prynn.
“Ehi?” chiese dopo un po’. Sentiva il calore del corpo dell’altro, e per un folle momento si immaginò a rannicchiarsi contro di lui.
Chissà forse è lo stesso motivo per cui Tom mi ha detto di sì… aveva bisogno di avere accanto qualcuno…
“… Al, sinceramente è un po’ urtante che mi chiami e poi ti metta a pensare ai fatti tuoi.” Lo richiamò l’altro, nella penombra. “Che c’è?”
“Ah… scusa. No, è che… il sogno era tanto brutto?”
“Ti ho detto che non me lo ricordo.”

“Però ti ha spaventato.”
“Non mi ha…”
“Tom, tremavi.”
Sentì un sospiro.

“Sì. Non ricordo cosa mi ha spaventato, ma mi ha spaventato.” Confermò, e anche al buio Al seppe che aveva fatto una smorfia di disappunto. Gli cercò la mano, e gliela strinse.
Tom dopo una breve esitazione rispose alla sua stretta.
Si sentì stupidamente felice.
“Beh, non c’è niente di male ad essere spaventati da un incubo.” Disse.
“Non sono un ragazzino Albus.” Replicò l’altro di malumore. Ora era di malumore. Gli venne da ridere, ma si trattenne.

“Certo che lo sei. Abbiamo sedici anni.” Rimbeccò. Lo sentì sbuffare.
Tu sei un ragazzino.”
“E tu cosa sei?” Replicò ridacchiando.
“Un giovane mago.” Disse Tom serio, anche se era certo che stesse sorridendo. “Dormi ora… o domattina andrai a sbattere contro tutti gli angoli del castello.” Sussurrò.
Albus sentì un nodo alla pancia, e fece in modo da girarsi, per lasciargli la mano con una buona scusa. Gli aveva sussurrato, senza volerlo, sul collo. Era davvero vicino.
Se ne accorse in quel momento. Come si accorse del brivido che lo scosse tutto.
E non era di freddo. Oh no, per niente.
Chiuse gli occhi con forza, imponendosi di dormire. Fortuna voleva che fosse una di quelle persone dal sonno facile. Si addormentò immediatamente.
Tom sospirò appena quando sentì il respiro regolare dell’altro. Scivolò fuori dal letto.
Avevano sì dormito assieme, ma da bambini.
E ci sono ottimi motivi per non farlo adesso… - pensò con una punta di irritazione, scosso da un turbamento che sapeva avesse precisamente un nome.
Attrazione.
Era attratto da Al.
 
 
****
 
Hogsmeade.
Undici di sera.
 
James tirò su con il naso. Stava camminando di soppiatto nella via principale di Hogsmeade.
Non era stato semplice arrivare fin là. Affatto. Si assicurò che il mantello lo coprisse adeguatamente, fermandosi in corrispondenza della vecchia insegna sbrecciata, che recitava ‘Pub Testa di Porco’.
Entrò dentro, tirando un energica manata alla vecchia porta in legno.
L’odore di fumo di pipa, birra e polvere stantia l’aggredì piacevolmente. Quel luogo poteva non essere caratteristico e ameno come i Tre Manici, ma di sicuro era il posto adatto per passare inosservati, se si trasgrediva le regole. Si guardò attorno, e non vide nessuno di conosciuto. Niente professori. Perfetto.
Si tolse il mantello, rendendosi nuovamente visibile. Vide il vecchio proprietario, Aberforth Silente, sempre più incanutito, lanciargli un’occhiataccia. L’unico che avesse notato la sua improvvisa epifania.
Beh, normale. Ognuno qui si fa i fatti propri…
Gli sorrise smagliante, rimediandosi un brontolio sordo.
“Ehy Abe, come ce la passiamo?”
“Ti va di scherzare?” chiese scuotendo la testa, mentre passava uno straccio sul bancone. “E comunque, tu non dovresti essere ad Hogwarts?”
Dovrei, appunto. Ma sono qui. Aspetto una persona. Intanto porta due…”
“Succhi di zucca.” Replicò l’uomo con un sogghigno. “Solo perché sei in una bettola non significa che Abe non sa che sei minorenne, James Sirius Potter.”
James alzò gli occhi al cielo. “Okay. Facciamo così. Una burrobirra e un whiskey incendiario. Mio cugino Fred è maggiorenne, Abe.”
L’altro grugnì qualcosa, ma si voltò per preparare l’ordinazione. James si sedette ad un tavolo vicino alla finestra, togliendosi il giubbotto e la sciarpa.

Cominciava a fare freddo.
Adoro il freddo… tempo da camino. Halloween, Natale.
La porta si aprì di nuovo e James sorrise. “Ehy Freddy, qua!”
Fred Weasley Junior replicò con lo stesso sorriso. Assomigliava alla sorella. Pelle color caramello denso, perfetta unione di quella dei genitori, capelli corvini rasati a zero e vestito di colori sgargianti, come il padre. Aveva gli stessi occhi giocosi dei gemelli, di un azzurro limpido e privo di macchie. James si alzò, dandogli una pacca sulla spalla.
“Salve a te, Jas. Tempo da cani. Questo mese danno pioggia.” Si sedette. “Hai rischiato una bella sospensione, stasera.” Sogghignò dando un sorso al suo bicchiere.
“Mi hai chiesto tu di vederci qua!”
“Beh, non posso certo venire io. Ti ricordo che sono un ex-alunno, ed oltretutto non ci si può…”
“Smaterializzare o Materializzare ad Hogwarts. Zia Herm dovrebbe stamparci delle magliette con questa frase… farebbero furore.” Recitò annoiato James.

“Teddy.” disse Fred, ammiccando. James sbuffò.
“Teddy.” Confermò.
“Beh, cosa vuoi sapere di preciso?”
“Te l’ho detto! Cos’è successo quest’estate?”

“Intendi dire in Francia? Beh, io ho conosciuto Vivienne…”
“Non tu, caprone! Teddy. Ti rendi conto che fino a due mesi fa sembrava che dovesse vivere per sempre in Provenza e adesso insegna qui?” scosse la testa. “Inoltre… ha i capelli castani.”
“Davvero? Ero convinto che ci fosse nato, con quegli orribili capelli blu.”

“Non sono orribili!” Ringhiò James. “Sono suoi. E comunque non prendermi per il culo, cazzo. Ted non ha mai avuto i capelli castani. È un colore… scialbo! Non da lui.”
“Sai Jas, credo sia il suo colore originario. È un metamorfomago ma comunque con un colore di base dev’essere nato per forza…” Suggerì l’altro con aria divertita.

James incrociò le braccia sul tavolo, guardando assorto il colore ambrato della sua bevanda.
“Che è successo in Francia, Fred? Tu lo sai per forza. Sei stato ospite di zio Bill per tutta l’estate…” ripeté pazientemente. Fred era un genio nel divagare.

Il segreto è continuare ad insistere con la stessa domanda.
Prima o poi gli entra in testa, invece di scivolargli addosso.
Fred si stiracchiò. Lo guardò per un tempo che James trovò assurdamente lungo e irritante. Ovvio che lo facesse apposta.
“Perché ti interessa saperlo?” Chiese gentilmente. James serrò le labbra: odiava quando lo trattavano come un ragazzino impiccione. Fred non lo trattava con la condiscendenza tipica dei genitori, o degli adulti di famiglia, cugini maggiori compresi, per questo andavano d’accordo. Di solito.
Okay, probabilmente era impiccione.
Ma non era un ragazzino.
“Perché voglio bene a Teddy.” Disse sincero, guardandolo negli occhi. “Perché è famiglia, ed ha qualcosa che non va. È triste. Non parla di Vic, quando prima era tutto ‘quant’è fantastica Vic, Vic ha detto’… e roba del genere.”
“Questo quanto tempo fa? Quando tu eri al secondo anno?” Lo corresse Fred, scuotendo la testa. “Nei rapporti le cose non rimangono mai uguali. Credo che Ted abbia passato la fase di entusiasmo per avere finalmente una ragazza.” Soggiunse ironico. “Sono passati sei anni, Jam… le persone e i rapporti cambiano, in sei anni.”

James sentì che le dita gli premevano nei bicipiti, fino a fargli male.
Non Ted. Ted è sempre Teddy.
“Lo so.” Eruppe secco. “Vuoi dirmi cos’è successo? O devo scoprirlo da solo?”
“Per Merlino, ce ne scampi!” rise l’altro. “No, no… vuoterò il sacco.” Finì il suo bicchierino, schioccando la lingua. “Senti, è una notizia che non è arrivata ai confini britannici, ma penso che prima della fine dell’anno lo sapranno tutti. Sai, c’è Natale…” Si passò una mano sulla testa. “Ted e Victoire si sono lasciati.”
James batté le palpebre. “… Si sono?”
“Mollati, piantati, scaricati, mandati al diavolo. Mettila come vuoi, ma non stanno più assieme.” Scrollò le spalle. “È successo poco prima che partissi. Zia Fleur era sul piede di guerra. Victoire è partita per Parigi il giorno stesso della rottura, senza avvertire nessuno. Teddy credo abbia sistemato i suoi affari e poi sia partito. E adesso…”
“… è qui.” Terminò James per lui. Si sentiva… strano.

Aveva come un groppo alla gola, ma non certo per il pianto. Non era come Lily, che avrebbe pianto per il loro defunto amore. Era abbastanza cinico da sapere che anche una coppia d’oro come Teddy e Vic si sarebbe potuta mollare.
Soltanto che…
Teddy adesso è solo.
Si sentiva come se qualcuno gli avesse fatto un incantesimo levitante.
Come se il mondo, improvvisamente, fosse a testa in giù.
“Zia Fleur ha obbligato tutti al silenzio stampa… Credo speri ancora che Teddy torni con la figlia. Dopotutto, chi se la prenderebbe una piaga del genere?” sghignazzò, cercando approvazione da James.
Che non arrivò, perché il ragazzo guardava attonito la sua burrobirra, intoccata.
“Ehy, Jas? Tutto okay?”
“Uh? Ah, sì… certo. Sono solo sorpreso.” Borbottò, alzando lo sguardo. “Com’è successo? Cioè, si saranno mollati per un motivo…”
“Non ne so molto.” Ammise Fred. “Dom mi ha detto che da quando era tornato da Londra era strano, e una settimana dopo…”
“Da Londra? Teddy quest’estate era in Inghilterra?”
E non me l’ha detto?!
“Uhm, sì. Ma non ti scaldare perché non è venuto a giocare con te, Jamie. C’è stato solo un giorno. Sua nonna aveva bisogno di lui per non so che.” Sbuffò divertito. “Comunque quando sono tornato…”
“Aveva i capelli castani?”
“Cosa? Oh, ancora con ‘sta storia?” esalò esasperato. “Non ne ho idea. Io ero a Marsiglia, con Vivienne. Quando sono tornato Vic era sparita e Teddy era partito. È tutto quello che so sulla faccenda.”

“È assurdo. In una settimana si sono piantati? Stavano insieme da… milioni di anni!”
Fred fece una smorfia. Prese la pipa da dentro la giacca, e cominciò a prepararla, schiacciandoci dentro tabacco dolce. “Le cose non andavano da tanto, Jas. Sei anni per una coppia sono tanti… e sai, cominci a fare piani. A pensare al futuro.” Lo disse in tono lugubre, strappandogli un sorrisetto. Sapeva quanto Fred fosse allergico ai legami, specialmente implicanti un anello al dito.

“Tipo… sposarsi?”
“Tipo sposarsi.” Confermò. “Almeno, era quello che aleggiava nell’aria. Zia Fleur era tutta una frecciatina in proposito.” scrollò le spalle. “Non so come la pensasse Ted in merito, sai, non siamo amichette del cuore… ma credo che la cosa lo stressasse.”
“Perché?” Sentiva quel nodo serrarsi. Sperava che Fred non si accorgesse del fatto che si sentiva avvampare. “Voglio dire… era l’amore della sua vita, no?”
“In sei anni le cose cambiano…” riprese criptico. “Io mi stanco di una ragazza in sei settimane. Forse Teddy se n’è stancato in sei anni.”
“Ted è fedele!” Si inalberò contraendo i pugni. Fred gli lanciò un’occhiata.

“Lo stai idealizzando, Jamie. È solo un ragazzo di ventiquattro anni, con la famiglia della propria fidanzata che non gli dava respiro, pianificando un matrimonio, che a sentire Fleur, era prossimo. Io sarei scappato al Polo Nord. Teddy è un nostalgico. È tornato in Madrepatria.”
Si appoggiò allo schienale della sedia, accendendo la pipa con un paio di boccate. Un profumo dolciastro salì le narici di James, che aveva sempre odiato il tabacco alla ciliegia.
“Con questo non intendo dire che abbia tradito Vic. Teddy è troppo onesto per fare una cosa del genere, vero?” Sorrise ironico. “Se vuoi un parere, si sono lasciati perché lui non sopportava di dover restare legato a quella piattola tutta la vita. E lo capisco. Ha tutta la mia maschia comprensione…” terminò.
James ridacchiò, ma poi scosse la testa. “Tu non conosci Teddy. Non l’avrebbe lasciata perché si sentiva soffocato… Ne avrebbe parlato con lei, forse per mesi, ma poi le cose si sarebbero risolte.”
“Se la amava.”
“Cosa?”
“Ho detto…” tirò una boccata dalla sua pipa in gesso rosso. “Se la amava ancora. Se la passione si è spenta, io non ci penserei di certo a sposarmi.”

James serrò le labbra. “Sono la coppia perfetta.”
La fottuta coppia perfetta, inscalfibile. Principe azzurro e Principessa dai lunghi capelli biondi.

Finisce sempre con ‘tutti vissero felici e contenti’, no?
Perché se non finisse così… se non finisse così…
“Non esistono coppie perfette.” Disse Fred guardandolo. “Non esistono amori perfetti, Jas. Anzi, mi arrischio a dire che quelli che valgono la pena sono proprio quelli sbagliati. Non trovi?”
Gli occhi di Fred erano limpidi, acuti.
Uno dei motivi per cui James apprezzava e stimava proprio quel cugino… era perché era il solo che lo capisse completamente. Perché ragionavano allo stesso modo.
L’hai capito, vero Freddy?
Non sono un bambino di sei anni con le ginocchia sbucciate.
Non voglio bene a Teddy. Io voglio Teddy.
“Vuoi la mia opinione cuginetto Potter? Teddy ha giocato a fare il principe azzurro per troppo tempo. Vivere nel bel castello in Provenza con la sua principessa gli ha fatto capire che non era quello che voleva veramente. Non so come lo abbia capito… personalmente credo sia un po’ tardo su certe cose…” sogghignò, tirando un’altra boccata. “Però ci è arrivato, ed ha mandato tutto a monte. Per come sono fatto io, gli stringerei la mano e gli offrirei da bere. Ma credo che lui abbia il cuore roso dal rimorso…”
James sbuffò. “Probabile.”
Fred guardò il quadrante dell’orologio. “Senza offesa, piccolo Jas, sai che adoro la tua compagnia. Ma in questo momento dovrei essere ad un rendez-vous con una simpaticissima ragazza di Leeds. Amanda. Deliziosi occhi color nocciola…” Si alzò, con la pipa tra le labbra. “Paghi tu, vero?”
James sbuffò. “Carino da parte tua approfittarti di uno studente…”
“Beh, è il prezzo per le informazioni. Tutto, a questo mondo, ha un prezzo.”
“Arido commerciante.”
Fred si inchinò leggermente, beffardo. “Lo prendo come un complimento.” lo guardò ironico. “Non strapazzare troppo Teddybear, mi raccomando. Buon ritorno a scuola.” Gli strizzò l’occhio e si smaterializzò.

 
****
 
Piazza Centrale di Hogsmeade.
Mezzanotte passata.
 
James guardava il grasso spicchio di luna che si stagliava in cielo, privo di nuvole.
Sedeva su una panca accanto alla fontana della piccola piazza, guardando il getto pigro dell’acqua abbattersi sulla superficie cristallina della polla.

Tra le dita stringeva una sigaretta. Pessimo vizio, lo sapeva, decisamente babbano, ma lo aiutava a rilassarsi. Se sua madre l’avesse saputo l’avrebbe ucciso.
Teddy e Vic… si sono lasciati.  
Si rifiutava di darsi una speranza. Lui era Jamie.
Un maschio, il fratellino pestifero.
Praticamente neanche mezza speranza. Dovrei pensare a scoparmi Zabini e non farmi illusioni…
Aspirò un tiro, buttandolo fuori rabbiosamente.
Non sapeva quando aveva cominciato a provare quello che provava – ridicolmente – per Teddy. Semplicemente, un giorno, davanti ad un sorriso e un abbraccio aveva capito che non lo voleva come fratello maggiore.
Che gli sarebbe piaciuto baciare quelle labbra sottili, sentire se la pelle dei fianchi era morbida come quella delle sue guance. Che gli sarebbe piaciuto ricevere i baci che dava a Victoire, e che se lo cercava sempre con lo sguardo era per motivi tutt’altro che infantili.
Era stato un trauma, ma semplicemente se l’era buttato alle spalle. Era bravissimo, ad ignorare i problemi.
Chiuse gli occhi.
T’ha fatto soffrire quella puttana, Teddy?
Gli sarebbe andato bene, avrebbe persino applaudito ad un loro matrimonio e si sarebbe scarrozzato i loro marmocchi in giro per le campagne inglesi…
Bastava che tu fossi felice, cazzo.
Invece lui era lì. Non in Francia, a fare il principe azzurro della bionda principessa.
Era lì, solo e triste.
Le carte in tavola erano cambiate. E quei sentimenti spingevano, bastardi e tenaci per uscire, fottendosene del passato, dell’età, del fatto che fosse un suo fottuto professore.
Sono proprio un cazzone…
Buttò la sigaretta.
Basta seghe mentali. Si torna a Hogwarts… e speriamo che non ci sia Gazza in giro.
Si alzò in piedi, quando sentì dei rumori. Passi.
Stavano arrivando da un vicolo laterale, persone.
Soffocò un’imprecazione. Era chiaro che non fosse un autoctono, ma uno studente, e se l’avessero beccato sicuramente l’avrebbero scortato ad Hogwarts con tutti gli onori.
E grazie no, niente punizione. Ne sto facendo la collezione ‘sto anno…
Si nascose dietro la fontana, sperando che passassero senza notarlo.
Non si aspettava di trovarsi di fronte a… quello.
Due dei sei Naga scomparsi – cinque considerando che uno era morto centrifugato da Grop - in tutta la loro squamosa magnificenza.
Da vivi erano ancora più spaventosi. In posizione eretta erano alti due teste più di lui.
Indossavano delle grosse e grezze tuniche grigie, probabilmente per ripararsi dal freddo.
Accanto a loro una figura più piccola. Un essere umano, sicuramente. Era impossibile capire se fosse maschio o femmina, considerando che era coperto anch’esso da capo a piedi da un mantello con il cappuccio tirato.
James si accovacciò dietro il bordo della fontana di pietra.
Parlavano, ma non riusciva a distinguere le parole. Il piccoletto sembrava calmo, e stava spiegando loro qualcosa, i mostri invece frustavano l’aria con le lunghe code serpentine e sembravano nervosi. Probabilmente si sentivano esposti, in mezzo a quella piazzetta deserta.
Si chiese il perché di quell’incontro in luogo così aperto. Poi vide la stazza del piccoletto e capì che forse preferiva innervosirli, che trovarsi con loro in mezzo ad una foresta deserta.
Qui di certo non proveranno a spolparlo o roba del genere…
James cercò con la mano la bacchetta dentro la tasca della giacca. Quando afferrò il manico si sentì meglio.
Dubitava che gli sarebbe servita a qualcosa contro quelle bestie gigantesche, ma… era sempre meglio che essere disarmato.
Poi qualcosa nell’atmosfera nel gruppetto cambiò. E vide con orrore che uno dei naga guardava verso di lui.
Annusava verso di lui.
Merda!
Il piccoletto si voltò verso di lui. L’ultima cosa che sentì fu…
STUPEFICIUM!
Un lampo rosso e poi il buio più totale.
 
“Guarda, guarda.”
Certo non se lo aspettava, ma in fondo da che mondo e mondo gli studenti amavano trasgredire le regole. E certo il ragazzo svenuto a terra non faceva eccezione.
Uno dei naga sibilò qualcosa che somigliava molto ad ‘uccidere’.
Grossi e stupidi idioti. E piuttosto prevedibili.
“Non siate idioti. È uno studente… Volete davvero che si scateni una caccia all’uomo? Un cadavere minorenne è l’ultima cosa che ci serve.”
Rise della perplessità dei naga, espressa attraverso sibili frustrati.

“Non vi preoccupate, cari i miei bestioni… La soluzione è talmente semplice che farebbe ridere anche voi, se aveste qualcosa di simile all’umorismo nella vostra testa vuota.”
Rovesciò addosso ai vestiti del ragazzo una fiaschetta di un liquido dall’odore penetrante. Gli bagnò anche le labbra, prima di arruffargli i capelli.
“Sinceramente mi dispiace sprecare questo buon Ogden Stravecchio, ma se è per la causa…” Ridacchiò tra sé e sé. “Mi spiace solo che tu non te lo sia goduto, ragazzo mio.”

 
****
 
Note:
Se potete ascoltatevi la canzone da cui ho preso le due frasi all’incipit del capitolo. I Travis sono una band totalmente sottovaluta (T_T) qui il video .

Chi è interessata a vedere il bel Fred, eccolo qui. Fred Jr.
  
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