Bentornato
a casa
Quando
Jacob vide la grande casa bianca venirgli incontro, si fermò
un istante per
tentare di soffocare tutti i pensieri che l’avevano colpito.
Naturalmente la
vampira bionda non aveva dei bei pensieri su di lui, tanto che Jacob fu
costretto a stringere una mano intorno a un albero per impedirsi di
entrare e
farla fuori. Si chiese come faceva Edward ad andarci
d’accordo.
All’improvviso,
vide Nessie sgattaiolare furtiva dalla porta sul retro e Jacob sorrise.
“Nessie!”
la chiamò a voce alta e vide la ragazza paralizzarsi e
voltarsi verso di lui.
Accidenti!
È già tornato! Ma quello
è sangue? Oddio ha ucciso il mio Jacob!
Jacob
sgranò gli occhi, stupito per quel pensiero Non era abituato
a essere trattato
così da Nessie, e si accigliò quando lei si
avvicinò a lui chiaramente seccata
e leggermente impaurita.
“Ciao”
disse Renesmee mogia, adocchiando il sangue sulla camicia.
“Ciao
Nessie, dove stai andando?” chiese Jacob sorridendole.
Renesmee
lo osservò confusa, per poi alzare gli occhi al cielo.
“Sto
andando da Jacob! E tu non potrai impedirmelo! Sono grande, ormai.
Papà…”
“Papà?”
ripeté Jacob stranito. “Oh, sì!
È vero! Sono tuo padre…” aggiunse
subito dopo,
scoppiando in una risatina nervosa.
“Sì,
lo sei…” disse Renesmee guardandolo attentamente.
“ papà ma quel sangue di chi
è?”
“Questo?”
chiese Jacob alzando i bordi della camicia. “ è di
un cervo!”
Di
un cervo? No, è impossibile!
Nemmeno io da bambina, mi conciavo così!
“Era
bello grande!” si giustificò Jacob alzando le
braccia per descriverglielo.
“Bello
grande?” ripeté Nessie ridacchiando.
“Enorme!”
“Ok…”
disse Renesmee cauta. “ Io vado da Jacob!”
“Sì,
Nessie. Vai pure!”
Renesmee
si bloccò e si voltò lentamente verso di lui
stupita.
“Tu,
Edward Cullen, vuoi che vada da Jacob Black?”
Jacob
la osservò confuso, ma poi la sua mente gli diede un
allarme. Se Nessie fosse andata,
avrebbe visto il suo corpo, ma dentro c’era Edward. Di sicuro
il vampiro
avrebbe detto o fatto qualcosa che lo rendesse agli occhi di Nessie un
poco di
buono. Se non fosse stato dentro il corpo di un vampiro, era certo che
gli
sarebbe arrivata una forte emicrania.
“No,
Nessie! Fila a casa!” ordinò Jacob, ridacchiando
dentro di sé.
“Che
cosa?”
“Mi
ha capito! A casa, ora!” ripeté Jacob,
trattenendosi dal ridere. Stava
iniziando a divertirsi.
“Non
puoi farlo!” strepitò Renesmee, arrabbiandosi.
“Perché
no?”
“Perché
non l’hai mai fatto!”
“C’è
una prima volta per tutto. A casa!”
Aveva
ragione Jacob.
Jacob
la seguì con un gran sorriso sulle labbra, e per poco non
scoppiava a ridere
quando Nessie si voltò verso di lui con uno sguardo
incendiario. Trovava
spassoso mettere nei guai il vampiro.
Quando
arrivarono alla casa di Bella e Edward, Renesmee entrò come
una furia, tanto
che fece sobbalzare Bella seduta sulla poltrona. La vampira
seguì con lo
sguardo sua figlia fiondarsi in camera, per poi spostare i suoi occhi
ambrati
su Jacob. Un’espressione di stupore si dipinse sul suo volto
e si alzò di
scatto. Jacob rimase stupito dalla grazia e
dall’agilità di Bella, per lui
sarebbe rimasta sempre la ragazza più goffa sul pianeta.
“Edward!”
esclamò Bella guardandolo con amore. “Che cosa
è successo?”
“Niente.
Ho impedito a Nessie di andare da Jacob” rispose Jacob
sorridendo.
Bella
s’irrigidì, e lui si stupì quando
notò che Bella si stava arrabbiando.
“Come
hai detto scusa?”
“Ho
impedito a Nessie di andare da Jacob” ripeté lui
con tono leggero.
“Come
hai chiamato nostra figlia?”
“Nessie!”
rispose Jacob e poi si ricordò che la vampira non sopportava
quel soprannome.
Sbuffò
e aggiunse:
“Oh,
andiamo Bella. Non è la fine del mondo! Potevi scegliere un
nome più semplice!”
“Edward…”
“Sì?”
“Sappi
che non ti salto addosso, solo perché ti amo!”
sbottò lei, ma un sorriso si
formò sulle sue labbra.
“Grazie…”
disse Jacob alzando le spalle.
Bella
spalancò la bocca e perse l’aria divertita. Jacob
la osservò confuso. Adesso,
in cosa aveva sbagliato?
“Ehm,
Bella. Che c’è?” domandò
preoccupandosi leggermente. La vampira aveva ancora
quell’espressione scioccata.
“Grazie?”
farfugliò Bella scuotendo la testa.
“Sì,
mi hai detto che mi ami ed io ti ho risposto grazie”
spiegò Jacob inarcando un
sopraciglio. Poteva risponderle in altre maniere meno carine, ma il
vampiro
l’avrebbe ucciso se lo avesse fatto litigare con Bella.
“Giusto…”
borbottò Bella, e Jacob era sicuro che sarebbe arrossita, se
fosse stata ancora
umana. “ è solo che…”
“Solo
cosa?” chiese Jacob incuriosito.
“Ecco.
Tu di solito mi rispondi facendomi una specie di
dichiarazione!”.
Jacob
gettò la testa all’indietro e scoppiò a
ridere. Comportamento tipico del
vampiro. Invece di dire le cose semplicemente, faceva sempre un giro di
parole
inutile.
“Vuoi
che mi metta in ginocchio e gridi il suo… mio amore per
te?” chiese Jacob
correggendosi, ma Bella non se ne accorse.
“No,
non importa” ribatté Bella brusca. Jacob sorrise:
quel tono lo usava sempre con
lui quando la faceva arrabbiare. Chissà come avrebbe reagito
Edward, quando gli
avrebbe detto quello che aveva combinato.
Bella
lo stava osservando e fece una cosa che fece indietreggiare Jacob.
Stava per
baciarlo.
“Ma
sei impazzita?” le chiese spaventato.
Bella
si accigliò e incrociò le braccia.
“Non
posso baciare mio marito?” disse gelida.
Jacob
avrebbe voluto rispondere di sì, che non doveva,
perché se no Edward lo avrebbe
veramente ucciso. Si guardò intorno in cerca di una scusa
plausibile e il suo
sguardo cadde sulla camicia.
“Sì,
che puoi! Certo! Ma non voglio che ti sporchi di sangue”.
Bella
fece una risatina e inclinò la testa divertita.
“Edward,
io mi sporco sempre di sangue, quando caccio. Che differenza
fa?”
“Non
siamo a caccia ora. Perché rovinare il vestito?”
abbozzò Jacob allontanandosi
da Bella lentamente.
“Da
quanto t’interessano i vestiti? Alice ci riempie il
guardaroba ogni due
giorni!” rispose Bella osservandola incredula.
Jacob
deglutì e pregò che qualcuno lo venisse a
salvare. Stava esaurendo le scuse
ormai.
A
un tratto una porta fu spalancata e Renesmee comparve in soggiorno.
Spostò lo
sguardo da sua madre, che era in piedi leggermente scioccata, a lui che
stava
cercando di mimetizzarsi con il muro.
“Tutto
bene?” chiese preoccupata.
“Benissimo,
Nessie! Dove stai andando?” disse Jacob strisciando verso la
camera di Edward.
Se si fosse chiuso in bagno, Bella non l’avrebbe seguito.
Almeno, così sperava.
“Non
sto andando da Jacob. Sto andando dai nonni! Ho il permesso di
attraversare il
bosco, o devo stare chiusa in camera mia?”.
“Tesoro,
certo che puoi andare dai nonni” fece Bella basita.
“Perché non dovresti?”
“Perché
papà mi ha ordinato di stare chiusa in camera!”
rispose Renesmee scaldandosi.
“Ehi!
Ti ho detto di stare in casa, non in camera!”
protestò Jacob e rabbrividì sotto
gli sguardi di Bella e Nessie. “ Io vado a farmi una
doccia!”
Jacob
si diresse di corsa verso la camera di Edward e si chiuse dentro. Stava
per far
scattare la serratura quando si accorse che mancava la chiave.
“Merda...
” disse, per poi appoggiarsi alla porta per calmarsi.
L’idea
di rimanere chiuso in quella stanza fino a quando la situazione non si
fosse
risolta, balenò nella sua mente, ma la scartò
subito. Non era fattibile, i
Cullen erano famosi per non avere nessuna privacy. Per fortuna che
adesso stava
imparando a gestire i pensieri delle persone accanto a lui. Iniziava a
capire
perché Edward era sempre appiccicato a Bella. Il fatto che
la sua testa fosse
avvolta in una specie di scudo, era veramente una fonte di assoluta
pace.
Si
alzò e si diresse verso il bagno. Una lunga doccia
l’avrebbe fatto rilassare.
Entrò e chiuse la porta. Anche lì mancava la
chiave. Sbuffò e si guardò intorno
per trovare qualcosa per bloccare la porta. Un cassettone
dall’aria decisamente
pesante era posto di fianco all’entrata. Lo spostò
e lo trascinò davanti alla
porta. Fece una prova e capì che non sarebbe servito a
niente. Anche Nessie
sarebbe riuscita a spostarlo, ma poteva sempre sperare che Bella
rispettasse i
momenti d’intimità di Edward. Aprì
l’acqua della doccia, si spogliò e si
lasciò
avvolgere dall’acqua calda. Stava per lasciarsi andare,
quando sentì un rumore
che lo fece impietrire. Si voltò e vide davanti a lui Bella,
che lo guardava
con uno sguardo malizioso.
Jacob
urlò e prese di getto l’asciugamano per coprirsi.
“Bella!
Sono nudo. Che cosa ci fai qui?”
Bella
si accigliò e fece per spogliarsi per raggiungerlo, ma Jacob
schizzò fuori
dalla doccia bagnando il pavimento.
“Non
mi vuoi?”chiese Bella ferita.
“Bella,
certo che ti voglio. Ma in questo momento non mi va e poi sono nudo.
E…”
“Da
quando si fa la doccia vestiti? E poi ti ho visto nudo molte
volte!” l’interrupe
Bella sorridendo.
Jacob
alzò gli occhi al cielo e maledì Edward. Se
avesse tenuto le distanze in quegli
anni, adesso lui non si sarebbe trovato in quella situazione.
“Giusto,
siamo sposati…” borbottò Jacob
coprendosi con un altro asciugamano.
“Sì,
ed io, essendo tua moglie, voglio adempiere a miei obblighi coniugali!
Dai
Edward, Renesmee non c’è… Possiamo
approfittarne!”
Jacob
deglutì e guardo speranzoso la porta del bagno. Il
cassettone era ritornato al
suo posto, ma la porta era chiusa. Mugugnò, sentendosi in
trappola. Perché
nessuno l’aveva avvertito che Bella era…
così?
Ma
poi il ricordo della telefonata di Alice gli ritornò in
mente e lui, ridendo
dal sollievo, disse:
“Non
possiamo ora… Alice mi ha chiamato. Sembra che abbia bisogno
di me!”
Bella
fece un’espressione delusa, ma rinunciò a
continuare a sedurlo.
“è
successo qualcosa?” domandò preoccupata.
Jacob
le rivolse il sorriso sghembo. Era facile distrarre Bella, per fortuna
che
quell’aspetto del suo carattere non era mai cambiato in
quegli anni.
“Credo
di sì” rispose Jacob indietreggiando con le spalle
rivolte verso il muro.
Usando la mano libera, quella che non reggeva gli asciugamani,
andò alla
ricerca della maniglia della porta. La trovò e la
spalancò Bella lo seguiva e
Jacob gettò un’occhiata dietro di sé
per trovare il famoso guardaroba. Una
porta, non molto lontana dal letto, attirò la sua attenzione
e, stando attento
a non offrire nessuno spettacolo a Bella, si diresse lì.
Veloce si voltò e la
aprì, ma quello che vide per poco non li fece cadere gli
asciugami. Ebbe la
sensazione di trovarsi in un centro commerciale.
I
vestiti erano ovunque, ma la cosa che lo sconvolse era che erano tutti
abiti
femminili. Dove accidenti erano i vestiti di Edward?
Bella
gli si era avvicinata e lui considerò l’idea di
prendere in prestito i suoi
abiti. Qualsiasi cosa pur di vestirsi!
“Ehm,
Bella. Dov’è la mia roba?”
Bella
lo guardò incredula e Jacob gli rivolse il sorriso sghembo.
Vide il suo volto
rilassarsi e lui emise un flebile sospiro di sollievo. Ecco per Edward
continuava a sorriderle così: era un’ottima arma.
“Sono
qui!” disse Bella e gli tirò fuori un paio di
pantaloni eleganti beige e una
camicia bianca.
Jacob
storse il naso e gettò uno sguardo dietro le spalle di
Bella. Ripiegati
nell’angolo più lontano, c’erano un paio
di jeans e una semplice maglietta
nera.
“Bella,
faccio io adesso. Perché non mi aspetti in soggiorno? O
meglio, perché non ci
vediamo a casa Cullen?” prose Jacob speranzoso.
“Casa
Cullen? Da quando la chiami così? Solo il branco di Jacob lo
fa e non ti è mai
piaciuto!”.
“Ho
cambiato idea…” ripose brevemente Jacob usando la
sua nuova arma.
Bella
sospirò e uscì dal guardaroba, non prima di
dargli un bacio sulla guancia.
“Ti
amo…” gli sussurrò.
Jacob
annuì e Bella se né andò leggermente
infastidita.
“Non
so se esisti…” disse Jacob alzando gli occhi verso
il soffitto. “ Ma grazie!”
Lasciò
cadere gli asciugamani e si diresse verso il piccolo angolo dedicato a
Edward.
Non gli era mai piaciuto il suo modo di vestirsi, ma per fortuna che
c’erano
dei vestiti adatti a lui. Aprì un cassetto e
scoppiò a ridere. Davanti a sé
trovò una vasta gamma di boxer e ne scelse uno nero. Lo
indossò, per poi
mettersi anche il jeans e la maglietta. Si portò davanti
allo specchio e
ammiccò verso il suo nuovo riflesso. Gli occhi ambrati erano
nervosi, ma solo
quelli manifestavano la sensazione che provava Jacob in quel momento.
Raccolse
gli asciugami, li gettò nel cesto della biancheria e
uscì dalla stanza.
Sentendosi un condannato a morte, si diresse verso la grande casa
bianca.
Quando
arrivò, trovò Emmett e Jasper parlare a proposito
di Rosalie.
Jacob
sorrise quando lesse la mente del vampiro biondo. Secondo lui, Rosalie
aveva
delle tendenze maniache compulsive per quanto riguardava la sua gelosia
nei
confronti di Emmett, ma si teneva ben stretto quel pensiero.
“Ciao
fratellino!” lo salutò Emmett osservandolo con
gioia. “Ti va una sfida?”
“No,
grazie…” rispose velocemente Jacob.
“Edward,
ma come ti sei vestito?” domandò Jasper
preoccupato. “ E perché sei così
nervoso?”
“Nervoso,
io? Oh, no. Per niente!” disse Jacob gesticolando con le mani.
“Il
cane ha avuto una brutta influenza su di te….”
Jacob
ringhiò, facendo sussultare Emmett e Jasper.
“Il
cane ha un nome!” disse Jacob arrabbiato.
“State
parlando di Fuffi?”
La
voce di Rosalie fece voltare Jacob. La vampira si stava avvicinando a
loro con
un insopportabile sorriso sulle labbra.
Se
Edward è già qui, vuol dire che
non l’ha fatto fuori! Peccato, dovrò pensarci
io…
“Ti
faccio fuori io, se non la pianti. Barbie sanguisuga!”
Jacob
sentì, addosso, gli sguardi stupiti dei presenti e assunse
un’espressione
divertita.
“Jacob
avrebbe risposto così, se potesse leggere il tuo
pensiero!”
Emmett
e Jasper si rilassarono e Rosalie trillò una risata.
“Sì,
hai ragione. Il cane non ha molta fantasia! Comunque Edward, sono
venuta a
dirti che Bella, Alice ed io usciamo per comprare il regalo di
compleanno a
Renesmee. Sei sicuro di non voler partecipare?”
“Partecipare?”
ripeté Jacob confuso. Ma poi il pensiero di Jasper gli venne
in aiuto.
Ha
dimenticato che deve preparare
la sonata per Renesmee…
“Oh,
sì. La suonata di Nessie!”
Rosalie
sgranò gli occhi confusa ed Emmett lo guardò a
bocca aperta.
“Sonata,
Edward…” lo corresse Japer.
“Sonota!”
“Sonata!”
strepitò Rosalie, guardandolo scioccata.
“Fratellino,
forse è meglio che vai da Carlisle. Sei un po’
strano…” gli suggerì Emmett.
Edward
è impazzito!
“Sì,
avete ragione voi. Sapete, lo scontro con Jacob mi ha lasciato un
po’ scosso…”
mentì Jacob sorridendo in continuazione.
“Immagino…
Io non capisco perché gli concedi di venire qui!”
fece Rosalie allacciando la
vita di Emmett con un braccio. Il vampiro le sorrise e le diede un
bacio in
fronte.
È
una battaglia persa, Rosalie. Sono
innamorati quei due, giusto Edward?
Jacob
fissò Jasper, che gli fece un occhiolino.
“Sai,
con la storia dell’imprinting. E poi è anche il
migliore amico di Bella!” disse
Jacob alzando le spalle.
“Se
lo dici tu. Ma gliel’hai dato
l’ultimatum?”
“Ultimatum?”
ripeté Jacob guardando Jasper.
Jasper
assunse un’espressione confusa, e stava per rispondere quando
la risata di
Alice giunse alle sue spalle.
La
piccola vampira si stava avvicinando di corsa, e lui lesse nella sua
mente la
visione di Bella in procinto di tendergli un agguato ai piedi della
scala.
Jacob scosse la testa, e la visione cambiò.
Adesso,
vedeva Bella che gli ringhiava contro perché lui
l’aveva rifiutata un’altra
volta.
Alice
aveva smesso di ridere e lo fissava risentita.
“Non
è educato, Edward! Ma che cosa ti sta succedendo?”
Jacob
era ancora sottosopra da questa scoperta. Aveva finalmente capito come
comunicavano Alice e Edward. Pensò di andare da Carlisle e
vide nella sua mente
Alice che stava proprio per suggerirglielo.
“Muoviti!”
gli ringhiò contro.
Jacob
fece un cenno agli altri e si diresse verso la scala. Notò
Bella attenderlo e
lui alzò subito le mani, dicendole:
“Devo
andare da Carlisle!”
“Ok…”
sbottò Bella ringhiando.
Mentre
saliva le scale, rimpianse il suo corpo. Come faceva il vampiro a
sopportare
tutto questo? Con Alice che lo anticipava sempre e con Bella che gli
faceva gli
agguati? Poi un pensiero lo fece impietrire. Come se la stava cavando
Edward? Era
passato del tempo da quando i loro corpi erano stati scambiati. Decise
di
chiamarlo. Si frugò nelle tasche, tirò fuori il
piccolo cellulare argentato, e
stava per fare il numero quando la porta di fianco a lui si
aprì.
Il
dottore lo stava guardando sorridente e gli fece cenno di entrare.
“Edward!”
lo salutò. “Sono felice di rivederti. Ho fatto una
scoperta sensazionale!”
Carlisle
era l’immagine della felicità e Jacob sorrise per
il suo entusiasmo.
“Che
scoperta?” gli chiese mentre si accomodava sulla poltrona
davanti alla
scrivania.
“Il
D.NA. di Jacob e
dei suoi fratelli!”
“Che
cosa?” sbottò Jacob furioso.
“Sì,
finalmente ho scoperto il loro codice genetico!” ripose
Carlisle, non
accorgendosi dell’espressione infastidita di Jacob.
Li
stavano ancora studiando, e il nuovo vampiro si arrabbiò del
fatto che nessuno
si fosse preso la briga di avvertirlo.
“E
cosa hai scoperto?”
“
Il loro acido ribonucleico è…”
Ma
Jacob non capì una sola parola di quello che gli stava
dicendo Carlisle. Si limitò
ad annuire e a mugugnare nei momenti giusti, mentre la sua mente vagava
in
direzione di La Push, chiedendosi cosa stava facendo in quel momento
Edward.
Ecco
qui con un altro capitolo! Spero che vi sia piaciuto. L’ho
scritto mettendoci
tutto il mio impegno. Grazie mille, per chi mi segue e per chi mi
recensisce.
(adoro le recensioni.)
Angolo
risposte
recensioni:
Vitti:
spero di esserci riuscite e che questo capitolo ti abbia soddisfatto.
Grazie!
Lalaland_girl:
Grazie per i complimenti. Spero che ti piaccia anche questo!
Pingu_bella:
Grazie per la recensione!
Cullenuzza:
ecco qui l’aggiornamento. E non stai impazzendo
anch’io faccio confusione.
Infatti, devo prestare molta attenzione. Spero che ti piaccia pure
questo
capitolo!
Alla
prossima!