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Autore: Pacci    09/10/2009    7 recensioni
Che cosa succederebbe se Edward e Jacob fossero vittime di uno strano scambio? Li aiuterebbe a risolvere i loro contrasti? Una FF nata dalla semplice curiosità di sapere come si comporteranno Edward e Jacob nei panni dell’uno e dell’altro. Se anche voi siete curiosi, vi basta solo leggere….
Genere: Generale, Comico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Renesmee Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bentornato a casa

 

 

 

 

Quando Jacob vide la grande casa bianca venirgli incontro, si fermò un istante per tentare di soffocare tutti i pensieri che l’avevano colpito. Naturalmente la vampira bionda non aveva dei bei pensieri su di lui, tanto che Jacob fu costretto a stringere una mano intorno a un albero per impedirsi di entrare e farla fuori. Si chiese come faceva Edward ad andarci d’accordo.

All’improvviso, vide Nessie sgattaiolare furtiva dalla porta sul retro e Jacob sorrise.

“Nessie!” la chiamò a voce alta e vide la ragazza paralizzarsi e voltarsi verso di lui.

Accidenti! È già tornato! Ma quello è sangue? Oddio ha ucciso il mio Jacob!

Jacob sgranò gli occhi, stupito per quel pensiero Non era abituato a essere trattato così da Nessie, e si accigliò quando lei si avvicinò a lui chiaramente seccata e leggermente impaurita.

“Ciao” disse Renesmee mogia, adocchiando il sangue sulla camicia.

“Ciao Nessie, dove stai andando?” chiese Jacob sorridendole.

Renesmee lo osservò confusa, per poi alzare gli occhi al cielo.

“Sto andando da Jacob! E tu non potrai impedirmelo! Sono grande, ormai. Papà…”

“Papà?” ripeté Jacob stranito. “Oh, sì! È vero! Sono tuo padre…” aggiunse subito dopo, scoppiando in una risatina nervosa.

“Sì, lo sei…” disse Renesmee guardandolo attentamente. “ papà ma quel sangue di chi è?”

“Questo?” chiese Jacob alzando i bordi della camicia. “ è di un cervo!”

Di un cervo? No, è impossibile! Nemmeno io da bambina, mi conciavo così!

“Era bello grande!” si giustificò Jacob alzando le braccia per descriverglielo.

“Bello grande?” ripeté Nessie ridacchiando.

“Enorme!”

“Ok…” disse Renesmee cauta. “ Io vado da Jacob!”

“Sì, Nessie. Vai pure!”

Renesmee si bloccò e si voltò lentamente verso di lui stupita.

“Tu, Edward Cullen, vuoi che vada da Jacob Black?”

Jacob la osservò confuso, ma poi la sua mente gli diede un allarme. Se Nessie fosse andata, avrebbe visto il suo corpo, ma dentro c’era Edward. Di sicuro il vampiro avrebbe detto o fatto qualcosa che lo rendesse agli occhi di Nessie un poco di buono. Se non fosse stato dentro il corpo di un vampiro, era certo che gli sarebbe arrivata una forte emicrania.

“No, Nessie! Fila a casa!” ordinò Jacob, ridacchiando dentro di sé.

“Che cosa?”

“Mi ha capito! A casa, ora!” ripeté Jacob, trattenendosi dal ridere. Stava iniziando a divertirsi.

“Non puoi farlo!” strepitò Renesmee, arrabbiandosi.

“Perché no?”

“Perché non l’hai mai fatto!”

“C’è una prima volta per tutto. A casa!”

Aveva ragione Jacob.

Jacob la seguì con un gran sorriso sulle labbra, e per poco non scoppiava a ridere quando Nessie si voltò verso di lui con uno sguardo incendiario. Trovava spassoso mettere nei guai il vampiro.

Quando arrivarono alla casa di Bella e Edward, Renesmee entrò come una furia, tanto che fece sobbalzare Bella seduta sulla poltrona. La vampira seguì con lo sguardo sua figlia fiondarsi in camera, per poi spostare i suoi occhi ambrati su Jacob. Un’espressione di stupore si dipinse sul suo volto e si alzò di scatto. Jacob rimase stupito dalla grazia e dall’agilità di Bella, per lui sarebbe rimasta sempre la ragazza più goffa sul pianeta.

“Edward!” esclamò Bella guardandolo con amore. “Che cosa è successo?”

“Niente. Ho impedito a Nessie di andare da Jacob” rispose Jacob sorridendo.

Bella s’irrigidì, e lui si stupì quando notò che Bella si stava arrabbiando.

“Come hai detto scusa?”

“Ho impedito a Nessie di andare da Jacob” ripeté lui con tono leggero.

“Come hai chiamato nostra figlia?”

“Nessie!” rispose Jacob e poi si ricordò che la vampira non sopportava quel soprannome.

Sbuffò e aggiunse:

“Oh, andiamo Bella. Non è la fine del mondo! Potevi scegliere un nome più semplice!”

“Edward…”

“Sì?”

“Sappi che non ti salto addosso, solo perché ti amo!” sbottò lei, ma un sorriso si formò sulle sue labbra.

“Grazie…” disse Jacob alzando le spalle.

Bella spalancò la bocca e perse l’aria divertita. Jacob la osservò confuso. Adesso, in cosa aveva sbagliato?

“Ehm, Bella. Che c’è?” domandò preoccupandosi leggermente. La vampira aveva ancora quell’espressione scioccata.

“Grazie?” farfugliò Bella scuotendo la testa.

“Sì, mi hai detto che mi ami ed io ti ho risposto grazie” spiegò Jacob inarcando un sopraciglio. Poteva risponderle in altre maniere meno carine, ma il vampiro l’avrebbe ucciso se lo avesse fatto litigare con Bella.

“Giusto…” borbottò Bella, e Jacob era sicuro che sarebbe arrossita, se fosse stata ancora umana. “ è solo che…”

“Solo cosa?” chiese Jacob incuriosito.

“Ecco. Tu di solito mi rispondi facendomi una specie di dichiarazione!”.

Jacob gettò la testa all’indietro e scoppiò a ridere. Comportamento tipico del vampiro. Invece di dire le cose semplicemente, faceva sempre un giro di parole inutile.

“Vuoi che mi metta in ginocchio e gridi il suo… mio amore per te?” chiese Jacob correggendosi, ma Bella non se ne accorse.

“No, non importa” ribatté Bella brusca. Jacob sorrise: quel tono lo usava sempre con lui quando la faceva arrabbiare. Chissà come avrebbe reagito Edward, quando gli avrebbe detto quello che aveva combinato.

Bella lo stava osservando e fece una cosa che fece indietreggiare Jacob. Stava per baciarlo.

“Ma sei impazzita?” le chiese spaventato.

Bella si accigliò e incrociò le braccia.

“Non posso baciare mio marito?” disse gelida.

Jacob avrebbe voluto rispondere di sì, che non doveva, perché se no Edward lo avrebbe veramente ucciso. Si guardò intorno in cerca di una scusa plausibile e il suo sguardo cadde sulla camicia.

“Sì, che puoi! Certo! Ma non voglio che ti sporchi di sangue”.

Bella fece una risatina e inclinò la testa divertita.

“Edward, io mi sporco sempre di sangue, quando caccio. Che differenza fa?”

“Non siamo a caccia ora. Perché rovinare il vestito?” abbozzò Jacob allontanandosi da Bella lentamente.

“Da quanto t’interessano i vestiti? Alice ci riempie il guardaroba ogni due giorni!” rispose Bella osservandola incredula.

Jacob deglutì e pregò che qualcuno lo venisse a salvare. Stava esaurendo le scuse ormai.

A un tratto una porta fu spalancata e Renesmee comparve in soggiorno. Spostò lo sguardo da sua madre, che era in piedi leggermente scioccata, a lui che stava cercando di mimetizzarsi con il muro.

“Tutto bene?” chiese preoccupata.

“Benissimo, Nessie! Dove stai andando?” disse Jacob strisciando verso la camera di Edward. Se si fosse chiuso in bagno, Bella non l’avrebbe seguito. Almeno, così sperava.

“Non sto andando da Jacob. Sto andando dai nonni! Ho il permesso di attraversare il bosco, o devo stare chiusa in camera mia?”.

“Tesoro, certo che puoi andare dai nonni” fece Bella basita. “Perché non dovresti?”

“Perché papà mi ha ordinato di stare chiusa in camera!” rispose Renesmee scaldandosi.

“Ehi! Ti ho detto di stare in casa, non in camera!” protestò Jacob e rabbrividì sotto gli sguardi di Bella e Nessie. “ Io vado a farmi una doccia!”

Jacob si diresse di corsa verso la camera di Edward e si chiuse dentro. Stava per far scattare la serratura quando si accorse che mancava la chiave.

“Merda... ” disse, per poi appoggiarsi alla porta per calmarsi.

L’idea di rimanere chiuso in quella stanza fino a quando la situazione non si fosse risolta, balenò nella sua mente, ma la scartò subito. Non era fattibile, i Cullen erano famosi per non avere nessuna privacy. Per fortuna che adesso stava imparando a gestire i pensieri delle persone accanto a lui. Iniziava a capire perché Edward era sempre appiccicato a Bella. Il fatto che la sua testa fosse avvolta in una specie di scudo, era veramente una fonte di assoluta pace.

Si alzò e si diresse verso il bagno. Una lunga doccia l’avrebbe fatto rilassare. Entrò e chiuse la porta. Anche lì mancava la chiave. Sbuffò e si guardò intorno per trovare qualcosa per bloccare la porta. Un cassettone dall’aria decisamente pesante era posto di fianco all’entrata. Lo spostò e lo trascinò davanti alla porta. Fece una prova e capì che non sarebbe servito a niente. Anche Nessie sarebbe riuscita a spostarlo, ma poteva sempre sperare che Bella rispettasse i momenti d’intimità di Edward. Aprì l’acqua della doccia, si spogliò e si lasciò avvolgere dall’acqua calda. Stava per lasciarsi andare, quando sentì un rumore che lo fece impietrire. Si voltò e vide davanti a lui Bella, che lo guardava con uno sguardo malizioso.

Jacob urlò e prese di getto l’asciugamano per coprirsi.

“Bella! Sono nudo. Che cosa ci fai qui?”

Bella si accigliò e fece per spogliarsi per raggiungerlo, ma Jacob schizzò fuori dalla doccia bagnando il pavimento.

“Non mi vuoi?”chiese Bella ferita.

“Bella, certo che ti voglio. Ma in questo momento non mi va e poi sono nudo. E…”

“Da quando si fa la doccia vestiti? E poi ti ho visto nudo molte volte!” l’interrupe Bella sorridendo.

Jacob alzò gli occhi al cielo e maledì Edward. Se avesse tenuto le distanze in quegli anni, adesso lui non si sarebbe trovato in quella situazione.

“Giusto, siamo sposati…” borbottò Jacob coprendosi con un altro asciugamano.

“Sì, ed io, essendo tua moglie, voglio adempiere a miei obblighi coniugali! Dai Edward, Renesmee non c’è… Possiamo approfittarne!”

Jacob deglutì e guardo speranzoso la porta del bagno. Il cassettone era ritornato al suo posto, ma la porta era chiusa. Mugugnò, sentendosi in trappola. Perché nessuno l’aveva avvertito che Bella era… così?

Ma poi il ricordo della telefonata di Alice gli ritornò in mente e lui, ridendo dal sollievo, disse:

“Non possiamo ora… Alice mi ha chiamato. Sembra che abbia bisogno di me!”

Bella fece un’espressione delusa, ma rinunciò a continuare a sedurlo.

“è successo qualcosa?” domandò preoccupata.

Jacob le rivolse il sorriso sghembo. Era facile distrarre Bella, per fortuna che quell’aspetto del suo carattere non era mai cambiato in quegli anni.

“Credo di sì” rispose Jacob indietreggiando con le spalle rivolte verso il muro. Usando la mano libera, quella che non reggeva gli asciugamani, andò alla ricerca della maniglia della porta. La trovò e la spalancò Bella lo seguiva e Jacob gettò un’occhiata dietro di sé per trovare il famoso guardaroba. Una porta, non molto lontana dal letto, attirò la sua attenzione e, stando attento a non offrire nessuno spettacolo a Bella, si diresse lì. Veloce si voltò e la aprì, ma quello che vide per poco non li fece cadere gli asciugami. Ebbe la sensazione di trovarsi in un centro commerciale.

I vestiti erano ovunque, ma la cosa che lo sconvolse era che erano tutti abiti femminili. Dove accidenti erano i vestiti di Edward?

Bella gli si era avvicinata e lui considerò l’idea di prendere in prestito i suoi abiti. Qualsiasi cosa pur di vestirsi!

“Ehm, Bella. Dov’è la mia roba?”

Bella lo guardò incredula e Jacob gli rivolse il sorriso sghembo. Vide il suo volto rilassarsi e lui emise un flebile sospiro di sollievo. Ecco per Edward continuava a sorriderle così: era un’ottima arma.

“Sono qui!” disse Bella e gli tirò fuori un paio di pantaloni eleganti beige e una camicia bianca.

Jacob storse il naso e gettò uno sguardo dietro le spalle di Bella. Ripiegati nell’angolo più lontano, c’erano un paio di jeans e una semplice maglietta nera.

“Bella, faccio io adesso. Perché non mi aspetti in soggiorno? O meglio, perché non ci vediamo a casa Cullen?” prose Jacob speranzoso.

“Casa Cullen? Da quando la chiami così? Solo il branco di Jacob lo fa e non ti è mai piaciuto!”.

“Ho cambiato idea…” ripose brevemente Jacob usando la sua nuova arma.

Bella sospirò e uscì dal guardaroba, non prima di dargli un bacio sulla guancia.

“Ti amo…” gli sussurrò.

Jacob annuì e Bella se né andò leggermente infastidita.

“Non so se esisti…” disse Jacob alzando gli occhi verso il soffitto. “ Ma grazie!”

Lasciò cadere gli asciugamani e si diresse verso il piccolo angolo dedicato a Edward. Non gli era mai piaciuto il suo modo di vestirsi, ma per fortuna che c’erano dei vestiti adatti a lui. Aprì un cassetto e scoppiò a ridere. Davanti a sé trovò una vasta gamma di boxer e ne scelse uno nero. Lo indossò, per poi mettersi anche il jeans e la maglietta. Si portò davanti allo specchio e ammiccò verso il suo nuovo riflesso. Gli occhi ambrati erano nervosi, ma solo quelli manifestavano la sensazione che provava Jacob in quel momento. Raccolse gli asciugami, li gettò nel cesto della biancheria e uscì dalla stanza. Sentendosi un condannato a morte, si diresse verso la grande casa bianca.

Quando arrivò, trovò Emmett e Jasper parlare a proposito di Rosalie.

Jacob sorrise quando lesse la mente del vampiro biondo. Secondo lui, Rosalie aveva delle tendenze maniache compulsive per quanto riguardava la sua gelosia nei confronti di Emmett, ma si teneva ben stretto quel pensiero.

“Ciao fratellino!” lo salutò Emmett osservandolo con gioia. “Ti va una sfida?”

“No, grazie…” rispose velocemente Jacob.

“Edward, ma come ti sei vestito?” domandò Jasper preoccupato. “ E perché sei così nervoso?”

“Nervoso, io? Oh, no. Per niente!” disse Jacob gesticolando con le mani.

“Il cane ha avuto una brutta influenza su di te….”

Jacob ringhiò, facendo sussultare Emmett e Jasper.

“Il cane ha un nome!” disse Jacob arrabbiato.

“State parlando di Fuffi?”

La voce di Rosalie fece voltare Jacob. La vampira si stava avvicinando a loro con un insopportabile sorriso sulle labbra.

Se Edward è già qui, vuol dire che non l’ha fatto fuori! Peccato, dovrò pensarci io…

“Ti faccio fuori io, se non la pianti. Barbie sanguisuga!”

Jacob sentì, addosso, gli sguardi stupiti dei presenti e assunse un’espressione divertita.

“Jacob avrebbe risposto così, se potesse leggere il tuo pensiero!”

Emmett e Jasper si rilassarono e Rosalie trillò una risata.

“Sì, hai ragione. Il cane non ha molta fantasia! Comunque Edward, sono venuta a dirti che Bella, Alice ed io usciamo per comprare il regalo di compleanno a Renesmee. Sei sicuro di non voler partecipare?”

“Partecipare?” ripeté Jacob confuso. Ma poi il pensiero di Jasper gli venne in aiuto.

Ha dimenticato che deve preparare la sonata per Renesmee…

“Oh, sì. La suonata di Nessie!”

Rosalie sgranò gli occhi confusa ed Emmett lo guardò a bocca aperta.

“Sonata, Edward…” lo corresse Japer.

“Sonota!”

“Sonata!” strepitò Rosalie, guardandolo scioccata.

“Fratellino, forse è meglio che vai da Carlisle. Sei un po’ strano…” gli suggerì Emmett.

Edward è impazzito!

“Sì, avete ragione voi. Sapete, lo scontro con Jacob mi ha lasciato un po’ scosso…” mentì Jacob sorridendo in continuazione.

“Immagino… Io non capisco perché gli concedi di venire qui!” fece Rosalie allacciando la vita di Emmett con un braccio. Il vampiro le sorrise e le diede un bacio in fronte.

È una battaglia persa, Rosalie. Sono innamorati quei due, giusto Edward?

Jacob fissò Jasper, che gli fece un occhiolino.

“Sai, con la storia dell’imprinting. E poi è anche il migliore amico di Bella!” disse Jacob alzando le spalle.

“Se lo dici tu. Ma gliel’hai dato l’ultimatum?”

“Ultimatum?” ripeté Jacob guardando Jasper.

Jasper assunse un’espressione confusa, e stava per rispondere quando la risata di Alice giunse alle sue spalle.

La piccola vampira si stava avvicinando di corsa, e lui lesse nella sua mente la visione di Bella in procinto di tendergli un agguato ai piedi della scala. Jacob scosse la testa, e la visione cambiò.

Adesso, vedeva Bella che gli ringhiava contro perché lui l’aveva rifiutata un’altra volta.

Alice aveva smesso di ridere e lo fissava risentita.

“Non è educato, Edward! Ma che cosa ti sta succedendo?”

Jacob era ancora sottosopra da questa scoperta. Aveva finalmente capito come comunicavano Alice e Edward. Pensò di andare da Carlisle e vide nella sua mente Alice che stava proprio per suggerirglielo.

“Muoviti!” gli ringhiò contro.

Jacob fece un cenno agli altri e si diresse verso la scala. Notò Bella attenderlo e lui alzò subito le mani, dicendole:

“Devo andare da Carlisle!”

“Ok…” sbottò Bella ringhiando.

Mentre saliva le scale, rimpianse il suo corpo. Come faceva il vampiro a sopportare tutto questo? Con Alice che lo anticipava sempre e con Bella che gli faceva gli agguati? Poi un pensiero lo fece impietrire. Come se la stava cavando Edward? Era passato del tempo da quando i loro corpi erano stati scambiati. Decise di chiamarlo. Si frugò nelle tasche, tirò fuori il piccolo cellulare argentato, e stava per fare il numero quando la porta di fianco a lui si aprì.

Il dottore lo stava guardando sorridente e gli fece cenno di entrare.

“Edward!” lo salutò. “Sono felice di rivederti. Ho fatto una scoperta sensazionale!”

Carlisle era l’immagine della felicità e Jacob sorrise per il suo entusiasmo.

“Che scoperta?” gli chiese mentre si accomodava sulla poltrona davanti alla scrivania.

“Il D.NA.  di Jacob e dei suoi fratelli!”

“Che cosa?” sbottò Jacob furioso.

“Sì, finalmente ho scoperto il loro codice genetico!” ripose Carlisle, non accorgendosi dell’espressione infastidita di Jacob.

Li stavano ancora studiando, e il nuovo vampiro si arrabbiò del fatto che nessuno si fosse preso la briga di avvertirlo.

“E cosa hai scoperto?”

“ Il loro acido ribonucleico è…”

Ma Jacob non capì una sola parola di quello che gli stava dicendo Carlisle. Si limitò ad annuire e a mugugnare nei momenti giusti, mentre la sua mente vagava in direzione di La Push, chiedendosi cosa stava facendo in quel momento Edward.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ecco qui con un altro capitolo! Spero che vi sia piaciuto. L’ho scritto mettendoci tutto il mio impegno. Grazie mille, per chi mi segue e per chi mi recensisce. (adoro le recensioni.)

Angolo risposte recensioni:

Vitti: spero di esserci riuscite e che questo capitolo ti abbia soddisfatto. Grazie!

Lalaland_girl: Grazie per i complimenti. Spero che ti piaccia anche questo!

Pingu_bella: Grazie per la recensione!

Cullenuzza: ecco qui l’aggiornamento. E non stai impazzendo anch’io faccio confusione. Infatti, devo prestare molta attenzione. Spero che ti piaccia pure questo capitolo!

 

Alla prossima!

  
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