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Autore: Stateira    29/01/2010    4 recensioni
La storia di Diez Drake e di Basil Hawkins è come un romanzo scritto nel mare.
"Tu per cosa diventeresti pirata?"
Genere: Romantico, Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altro Personaggio, Supernova
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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X Drake aveva già fiutato il pericolo

PREMESSA

 

A Koorime, che se la merita.

*Spuc* çOç

 

 

 

 

Novela

 

 

1.

 

 

 

X Drake aveva già fiutato il pericolo.

Forte e chiaro, fin da quando aveva fatto clangare le sue armi contro quelle dei novellini dal temperamento troppo vivace. Di più, fin da quando aveva spiccato il balzo che li avrebbe fermati.

Era una posizione rischiosa ma privilegiata, la sua, quella di un uomo che aveva tradito la Marina per darsi alla pirateria, e che conduceva la sua ciurma di manigoldi con il cipiglio sobrio del contrammiraglio che era stato, senza rinnegare dentro di sé né l’una né l’altra natura. Un’ambivalenza ricca di pro e di contro.

Continuò a camminare, nonostante si aspettasse da un momento all’altro un attacco, un fendente, qualcosa.

“Ah” constatò mentalmente, al pigro levarsi di un peculiare cappello di pelliccia. Finse di non incrociare i suoi occhi, camuffato com’era dietro alla sua maschera. Ma sapeva. “Così, sei tu il mio avversario”.

Non preparò alcuna difesa. Non avrebbe potuto, non senza darlo a vedere e metterlo nella condizione di ridere di lui, dato che, a quanto pareva, aveva orchestrato tutto quello scherzo soltanto per divertirsi un po’. Ma la stilettata arrivò, arrivò e fece centro con vertiginosa precisione.

- Drake. Tu quanti ne hai uccisi? –

Merda.

Drake non lo disse ad alta voce perché era un signore, ma lo pensò con limpidezza.

Quel Law. Quel farabutto.

Faticava non poco a considerarlo un compagno, ora che a tutti gli effetti lo era. Venivano entrambi dal Settentrione, ed un altro pro della sua situazione era conoscere certi polli fin da quand’erano pulcini.

La sua domanda, l’aveva pronunciata forte e chiara.

Perché sentissero tutti.

Tutti.

E questo poteva significare una cosa soltanto: che sapeva. Oh sì, sapeva bene.

Decise che, a quel punto, tanto valeva ignorarlo e continuare a camminare. La sua strada era già segnata in ogni modo, e lo avrebbe ricondotto indietro, costringendolo a cambiare i suoi piani. Dopo pochi secondi, infatti, la tasca interna della sua blusa gli trasmise una sensazione familiare di calore, che non lo sorprese affatto. Lui infilò due dita nella fessura sfiorò velocemente il piccolo rubino che vi era nascosto, come in una tacita richiesta di aspettare.

Quel dannato Trafalgar Law sapeva bene.

Sapeva che aveva con sé qualcosa di prezioso. Qualcosa di Basil.

E Basil aveva sentito tutto.

E dire che in tanti consideravano il suo sadismo una leggenda da bettola. Se non fosse stato un uomo d’onore, lo avrebbe fatto a pezzi seduta stante, ma Law era molto meno imprudente e molto più pazzo di quanto dava a vedere, perciò si era preoccupato di crearsi le condizioni ideali a lanciare la stoccata senza rischiare un duello.

E lui, ormai, aveva un appuntamento a cui non poteva sottrarsi.

 

 

 

- Diez. –

 

Eccolo lì. Aveva già preso posto ad un tavolo, anzi, aveva addirittura già ordinato per entrambi. Vino rosso, color sangue. Basil Hawkins era un pirata atipico che non beveva mai rhum. Lui sì, ogni tanto ne beveva un po’, per prendersi in giro. Si mise a sedere tradendo solo una minima parte del suo nervosismo, nonostante il suo sguardo insistente lo avesse accompagnato fin dalla porta.

Lo chiamava Diez, quando tutti lo chiamavano semplicemente Ics.

Diez. Come nessuno osava mai.

Ah, quello sguardo vuoto solo in apparenza. Gli faceva tornare in mente tutti i sigari che aveva fumato durante il servizio in Marina. Anche se non erano stati tanti. Era sempre stato un vizio piacevole ma non necessario, che aveva finito con il sacrificare volentieri alla sua nuova vita. Non ricordava nemmeno se Basil l’avesse mai visto fumare.

Probabilmente sì, se ora il suo regolare sbattere di ciglia gli ricordava tanto deliberatamente il sapore di tabacco in bocca, e tutte le sensazioni soddisfacenti del lento aspirare.

 

- Che cosa voleva dire Trafalgar Law? –

- Non è importante. – rispose Drake senza troppa convinzione. Aveva imparato che alle domande brucianti di Basil occorreva rispondere in modo altrettanto diretto e asciutto, se non si voleva che la sconfitta fosse totale.

Lo vide caricare il proprio peso sulle braccia conserte in modo quasi impercettibile. Per il resto, la sua espressione non si modificò affatto.

- Tu credi? – lo riprese. Anche la sua voce si era mantenuta morbida e piatta come sempre. A pensarci bene, forse non l’aveva mai sentito gridare. A parte, si intende… 

Era arrabbiato? Chi poteva dirlo.

- Basil. –

- Vorrei che tu mi spiegassi. –

Drake sospirò qualcosa che assomigliava ad un improperio, mentre si abbandonava all’indietro, la testa leggermente ciondoloni oltre lo schienale della sedia. Era stanco, o almeno, così voleva apparire. Come un uomo che, con tutta la sua dignità, non cerca di celare il suo senso di impotenza.

Avrebbe voluto toccare Basil. Sfiorargli una guancia tiepida e liscia con reverenza, dimenticando tutto il resto per poter semplicemente essere con lui. Ma ci mise un attimo a riprendersi.

- Credevo che tu sapessi già. Sai sempre tutto, di solito. –

- Parli con troppa supponenza. La tua mente l’hai sempre tenuta lontana da me. Affinché io non potessi leggerla. –

Fra loro scese un’atmosfera sottile, carica di impalpabile pulviscolo che rendeva l’aria irrespirabile.

- Diez. – lo chiamò di nuovo. Quando lo faceva, esercitava un potere sconfinato su Drake, che ad occhi chiusi, raccolse una mano guantata fra le sue e la baciò in silenzio, con devozione.

- L’ho fatto per proteggerti. –

- Spiegati. –

- Te lo dirò, allora. Ti dirò tutto quel che ho fatto per te. –

 

 

 

 

 

 

 

ANGOLINO!

 

Bene, eccoci qui. questa storia consta di sei brevi capitoli, ed è già conclusa, quindi l’aggiornamento sarà regolare, e non sapete quanto ciò mi renda felice çOç

Sì, il titolo è in spagnolo, in omaggio al nome spagnoleggiante di Drake. E sì, è una chiara assonanza con Supernova. E sì, sono malata di mente. U_U

Aaaawn.. Spasimo per le Supernove. Devo averlo già detto. E se Kidd e Law sono il l’aspetto freakin’ sexxxy della faccenda, Drake e Hawkins sono invece talmente romantici che nemmeno il peggior Harmony della storia oserebbe arrivare fin dove loro si sono spinti.

Gustateveli.

E amateli, soprattutto. Che Basil ha un musino tristino che non gli si resiste. çOç

P.S. no, non mi sono dimenticata ciò che ho promesso in un impeto di delirio in “Room”: sto DAVVERO scrivendo una cosaccia su Kidd che canta le canzoni dei Kiss sotto la doccia. Prossimamente su questi schermi. Tremate.

  
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