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Autore: Mokochan    01/06/2010    15 recensioni
Parte Seconda, capitolo sette:
«E tu che ci fai qui?» domanda Shikamaru, sorpreso.
Il servo accenna un sorriso. «Ho sentito dei rumori mentre controllavo la tenuta e mi sono incuriosito. Tu non dovevi rimanere illeso?» aggiunge, dando un’occhiata a Naruto.
Il duca grugnisce. «Avevo proprio voglia di farmi trapassare la spalla da un proiettile, così sono uscito e mi sono fatto sparare dal primo pazzo che passava. Mi annoiavo.»

Parte Terza, capitolo tre:
«Trovo ammirevole la velocità con cui vi muovete malgrado le vesti che indossate, Lady Hanabi, ma gradirei poter concludere la nostra conversazione da fermi
[Avviso: questa storia sta subendo ancora qualche modifica ed è perennemente in fase di revisione, per dirla tutta. Mi scuso per gli errori che troverete durante la lettura] [Avviso 2: nel prologo ho inserito un altro avviso in merito]
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Han, Hanabi Hyuuga, Hiashi Hyuuga, Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sai | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Ino
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'NaruHina ~ Orange is better!'
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Bloody ROSE




AVVISO - Questa storia sta subendo numerose revisioni, molte delle quali necessarie; durante la lettura incontrete certamente errori non proprio di 'grammatica', quanto riferiti al contesto storico. Nel 2010 non badai molto alla questione, ma adesso - e siamo nel 2014 - mi rendo conto della leggerezza con cui ho scritto questa storia. Non credo la modificherò così profondamente (l'unica modifica che sto apportando riguarda quei 'Contessa', che verranno sostituiti da alcuni 'Lady' ben più corretti) ma credo sia giusto avvertirvi che la storia è ambientata sì a metà '800, ma non pretende di essere storicamente corretta. Questa storia è stata scritta per una persona ed è stata scritta anche per vedere i personaggi che più amo in un contesto estremamente differente rispetto a quello del manga di Masashi Kishimoto. Credo di aver detto tutto. Ringrazio i vecchio lettori e i nuovi, e ringrazio la mia Beta, Yume, per il sostegno. Buona lettura^^



P R O L O G O




Il letto è morbido, le coperte l’avvolgono parzialmente, lasciandola scoperta dalla vita in su; il seno si alza e abbassa ritmicamente, le mani scivolano fra le lenzuola, il corpo si stiracchia lentamente e gli occhi lilla, visibilmente assonnati, si dischiudono quando un raggio di luce s’infiltra attraverso la finestra chiusa e li colpisce, destandola dal torpore del sonno.
Ecco il nuovo giorno, pensa con un sospiro.
Si mette a sedere, sbadiglia timidamente – forse col timore che qualcuno possa vederla – e si guarda attorno, confusa.
La stanza è semibuia, ma riesce a scorgere il profilo elegante dei mobili e delle alte lampade che si trovano a ogni angolo, i due quadri che suo padre le ha regalato per il suo quindicesimo compleanno e le porcellane – d’antica fattura – poste ai lati delle ampie finestre alla sua destra.
Si passa una mano fra i capelli e scivola giù dal letto, toccando in punta di piedi il pavimento ghiacciato.
Con passo svelto si reca dinanzi all’enorme specchio situato dall’altra parte della stanza e inorridisce alla vista delle spaventose occhiaie formatesi durante la notte sul suo viso pallido, che la rendono simile, se non identica, a un vampiro.
Immerge le mani nella piccola tinozza piena d’acqua e sali profumati posata esattamente sul mobile al di sotto dello specchio e si sciacqua il volto: le dita passano sul collo, dietro le orecchie, sulle palpebre stanche e arrossate, senza tralasciare nemmeno un piccolo lembo di pelle.
Poi, improvvisamente, si bloccano sulle guance rosse, e gli occhi, di nuovo aperti, osservano la persona che si riflette davanti ad essi.
È una ragazza.
Ha lunghi capelli neri, un viso tondo e grazioso, dai tratti lineari; ciglia lunghe, occhi luminosi, ma di quella brillantezza che si spegne nel tempo; labbra rosee e carnose; un corpo minuto ma ben proporzionato e un decolté da far invidia alla più bella delle donne.
Fa scivolare le braccia lungo i fianchi, la giovane, e fissa il proprio riflesso nello specchio con occhi lucidi, innocenti, mentre un brusio lieve l’avverte che il resto della famiglia si è appena svegliato e il giorno del terrore ha inizio.









Hinata Hyuuga sussulta quando, con un colpo secco, la cameriera stringe troppo uno dei lacci del suo corpetto, mozzandole il fiato.
«Ah!»
«Scusi, signorina!»
«Non importa, Ino» la giovane inspira e si morde nervosamente il labbro inferiore, sperando che la donna possa portare celermente a termine il proprio compito.
I secondi passano lenti.
Nella mente della ragazza non c’è niente; solo invisibili pensieri, attimi futili che non richiamano nulla alla sua mente, se non un orrore crescente.
E la voglia di sparire, di non vedere nulla – di non sentire nulla – si risveglia in lei, straziandola.
Cerca di reprimere quel deplorevole pensiero quando sua sorella fa il suo ingresso nella stanza, ordinando alla serva di uscire e provvedere ai preparativi per l’arrivo di un ospite.
Hanabi afferra l’ultimo laccio del corsetto della sorella maggiore e lo stringe con forza.
«Nostro padre è impaziente di ricevere il suo amico, sai? Sta diventando più irritante del solito.»
Sul viso di Hinata spunta un sorriso: ha colto l’irritazione contenuta nella voce della sorella.
«Non mi stupisco,» sussurra, «mi domando chi sia quest’uomo; non ho mai visto nostro padre così in fermento per qualcuno. Onestamente tutto ciò mi turba.»
Hanabi le dà una pacca sulla spalla nuda e prende la sottoveste posata sul letto, taciturna; poi l’aiuta a metterla, sistemando i punti sgualciti man mano che scivola sul corpo di Hinata.
«Secondo me ti vuole maritare» dice all’improvviso, sconvolgendo la sorella maggiore, che sussulta sbigottita.
Hinata si volta di scatto. «Non lo credi sul serio, vero?»
«Oh, invece non sono mai stata così seria in vita mia.»
«Tu non sei in età da matrimonio.»
«Io? E chi parlava di me?» sospirando, Hanabi la squadra lentamente. «Ho detto ti, non ci, Hinata.»
Gelido, il silenzio cala fra di loro.
Tic. Tic. Tic.
«N-non credo che a-abbia questa intenzione, Hanabi. È completamente assurdo» gracchia Hinata, spostando gli occhi verso il proprio letto.
«Su questo sono d‘accordo con te.»
Tic. Tic. Tic.
«E poi io non posso, i-insomma…» Hinata prende fiato. «Non sono ancora pronta!»
«Vero.»
Tic. Tic. Tic.
«Inoltre non può d-decidere di darmi in sposa senza che io accetti! È assurdo!»
«Di questo non sono del tutto certa, sorella.»
Tic. Tic. Tic.
Hinata rimane muta, ignorando il ticchettio dell’orologio a pendolo nel corridoio, e tenta di trattenere il terrore che la invade, mentre Hanabi la fissa impassibile.
Il vento agita le finestre aperte e ne muove le tende purpuree. Il rumore di carrozze in movimento aumenta, facendosi sempre più vicino. Il chiacchiericcio della servitù non passa sotto silenzio e attira l’attenzione di Hiashi Hyuuga, che comincia ad impartire ordini qua e là, autorevole.
Le due sorelle distolgono l’attenzione dal putiferio e si guardano nuovamente.
Tic. Tic. Tic.
«Secondo te finirò per sposarlo, vero?»
Hanabi Hyuuga alza le spalle.
«Penso proprio di sì.»








Note Dell'Autrice - Ok, bene, ecco una nuova NaruHina!  Sarà incentrata solamente su di loro e durerà solo 5 capitoli - capitoli molto lunghi, sia ben chiaro. Ho deciso di farla così corta per poter aggiornare nel minor tempo possibile, quindi non vi preoccupate: aggiornerò. Per quanto riguarda le altre storie sulla coppia, cercherò di muovermi, ma non ho molto tempo né ispirazione... quindi scusatemi, davvero.
Ora devo scappare! Baci :3

Mokochan







   
 
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