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Autore: Hikari93    30/09/2011    4 recensioni
Naruto è un ragazzino ricco, che si ritrova, quasi per puro caso in un locale niente male, soprattutto per quanto riguarda un cameriere moro dalla "doppia personalità". Niente di complicato, se vi va, leggetela.
Genere: Comico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 19: Non provare a rimuovermi dal tuo cervelletto!


 

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 Non riesco a crederci nemmeno ora che ho visto e sentito con i miei occhi e le mie orecchie. Sasuke, al mio fianco, è stupito tanto quanto me. Non gli ho mai visto un’espressione del genere sul volto. Mai. Tiene gli occhi spalancati e la bocca semiaperta. Non è mai stato il tipo –almeno per quanto e per come l’ho conosciuto- che si lascia dominare dalle emozioni, ma adesso è diverso: semplicemente non mi pare lui.
Non so se essere più sorpreso per le parole di mio padre o per il viso, a dir poco sconcertato, dell’Uchiha.
“Itachi Uchiha”, questo ha detto mio padre.
Uchiha. Non riesco a fare a meno di osservare il tizio, che affianca il mio genitore. E’ alto, moro, occhi neri. Insomma, tutte le caratteristiche, anche fisionomiche, per definirlo “parente di Sasuke” a tutti gli effetti.
Accipicchia! Non si fa in tempo a rilassarsi per mezzo secondo, che subito accade il finimondo. Mi sono successe più cose in questi ultimi mesi, che in anni e anni della mia vita. Ho conosciuto Sasuke, mi sono innamorato e, successivamente, fidanzato con lui e ora… e ora scopro che il ragazzo che pensavo a dir poco orfano ha una famiglia. A quanto ho capito, il qui presente Itachi Uchiha è suo fratello, colui che Sasuke pensava di aver perso.
Mio padre mi guarda, e sorride. Sembra felice di aver potuto aiutare Sasuke, anche se quasi non lo conosceva. Poi, rivolge lo sguardo a lui. –Immagino che vogliate parlarvi.-

 Sasuke scrolla le spalle, mentre il suo viso ritorna più o meno composto e sereno.
Sento che l’aria, che si era fatta un tantino pesante, diventa man mano più leggera, più respirabile, intangibile come avrebbe dovuto essere dall’inizio.
Papà avanza qualche passo verso di me e, giunto al mio fianco, mi poggia una mano sulla spalla. –Vieni, Naruto. Andiamocene.-
Vorrei restare a dire il vero, ma capisco che in questo momento non c’è posto per me. Probabilmente è meglio che parlino e capiscano cosa è successo. Lancio un’occhiata di sbieco a Sasuke, rimanendoci un tantino male quando lui non si volta nemmeno, ignorandomi completamente.  Chissà a cosa sta pensando… ritrovare uno straccio di famiglia, quando si pensava di essere soli al mondo, deve essere una bella sensazione. Ma a dirla tutta non ho ancora capito come reagisce Sasuke Uchiha davanti alle belle notizie.
Chiudo la porta alle mie spalle e mi allontano verso camera mia.
I miei tentativi di origliare vengono troncati sul nascere: mio padre pensa, giustamente, che non sia buona educazione. Ma io voglio assolutamente sapere cosa si stanno dicendo: ma perché ho un brutto presentimento?
 
Il tempo passato tra le quattro mura di camera mia sta sembrando infinito. Ho provato a distrarmi in ogni modo possibile e immaginabile, ma niente. Ogni cosa mi ricollega a Sasuke, o forse il mio pensiero non si è mai distaccato da lui.
Spengo con malagrazia la playstation e mi stendo sul letto, con le mani dietro la testa e gli occhi rivolti al soffitto. Sbuffo.
La gamba trema nervosa e le dita si muovono incontrollate. Ma quanto può essere soffocante una semplice attesa? L’idea di dirigermi a passo di marcia verso il salotto e di aprire la porta, facendomi partecipe della loro conversazione, è forte. Ma deve essere placata.
A furia di attendere sto anche diventando un visionario. Mi pare di sentire il rumore di passi ogni paio di minuti, mentre in realtà è solo la mia mente che corre troppo.
-E Sasuke, sbrigati!- sbotto, a voce particolarmente alta. Ho emesso tutta la frustrazione e l’angoscia che sento dentro in un’unica, imponente emissione vocale.
-Dobe non urlare, sono qui.-
Alzo la testa, restando stupito nel sentire il cigolio della porta.
-Allora gli ultimi passi che ho sentito non sono stati casuali!- dico meravigliato.
Non devo avere una faccia né un’espressione troppo intelligente, perché l’Uchiha mi guarda con un sopracciglio inarcato, come se volesse dire “che diavolo stai dicendo?”.
Ma me ne infischio altamente di tutto, perché una sola è la mia priorità. Facendomi forza con le braccia, mi alzo di colpo. -Come è andata? Che ti ha detto?-
Dalla sua espressione non riesco a capire alcunché.
-E’ andata, semplicemente.-
-Senti teme, non significa nulla quello che hai detto- gli faccio presente, sventolandomi la mano davanti al naso con un’aria da saccente. In realtà sto morendo dalla curiosità.
Nessuna risposta.
Sospiro. –Siediti e racconta con calma.-
Fa quanto gli ho chiesto.
 
Non so come definire quello che ho scoperto. Forse strano. Improbabile, un vero e proprio miracolo. Probabilmente se non me l’avesse detto Sasuke, non ci avrei creduto.
-E quindi tuo fratello Itachi non era realmente morto?- chiedo a conferma, stupito. Non ci sto capendo niente, mi pare un film di fantascienza.
Sasuke annuisce.
-E in tutto questo tempo non è riuscito a rintracciarti?-
Annuisce di nuovo, poi aggiunge: -Ricordati pur sempre che ha subito gravi danni, e soprattutto che ha recuperato la memoria da poco. Ne consegue che ha cominciato a cercarmi solo dopo essersi ripreso del tutto.-
Resto in silenzio per un po’, cercando di assemblare tutti i pezzi di questo dannatissimo e complicato puzzle della vita di Sasuke Uchiha. Poi scrollo le spalle, permettendo a un sorriso largo di farsi spazio sulle labbra. –Beh, l’importante è che si sia risolto tutto bene, no?-
-Mh.-
-Non mi sembri troppo entusiasta- osservo.
-No, ti sbagli. Mio fratello una delle persone più importanti per me, è ovvio che ne sia felice.-
Chissà quanto gli sarà costato farmi questa “ confessione”. Lui è proprio il mio opposto, dunque non riesce a esprimersi in questi campi. Ripassando nella mente le sue parole, mi accorgo che ha detto “una delle più importanti”. Non mi azzardo a chiedergli se una delle altre sono io: so che non me lo direbbe.
-Però c’è qualcosa che non va- dico infine. E’ palese che c’è qualcosa che lo preoccupa. Potrebbe essere legata alla stessa malinconia che sento crescermi in petto? Forse credo che ora che ha una vera famiglia, una famiglia che in un certo senso non mi comprende, non mi consideri più.
Che sciocco bamboccio che sono!
-Esattamente.-
Sgrano gli occhi: è stato fin troppo serio per i miei gusti. –E cioè?- incalzo.
-Io e Itachi partiamo. Ci trasferiremo in America, almeno per un paio di anni.-
Dentro di me avverto che qualcosa si rompe, si frantuma in diecimila pezzettini minuscoli. E’ una sensazione strana, orribile, che non vorrei più provare. Sorrido, amaro. –Bene.-
Idiota, sono un idiota, ma che cavolo ho detto?
-Bene- tento di dire qualcosa in più, ma ogni parola pronunciata è come una ferita dolorosa. So che Sasuke ha il diritto di stare con suo fratello, ora che l’ha ritrovato, ma non vorrei negarmi il diritto di stare con lui. –E’ giusto così.- do vita ai miei pensieri.
-Giusto?- mi fa eco.
Annuisco, ma non so specificare a voce questo concetto. –Tanto saranno solo un paio di anni, che vuoi che sia.-
Non sarò sdolcinato, non gli dirò che l aspetterò, perché lui lo sa già. E so che lui non me lo chiederà, perché queste cose non gli piacciono, tantomeno gustano a me. Non più, almeno. Non troppo.
Però non posso evitare di stringerlo a me in un abbraccio forte. Sarebbe stata dura stare senza di lui per un po’ -molto, inutile negarlo- tempo, ma mi sarei accontentato del ricordo, che avrei mantenuto sempre vivo, come se fosse costante la sua presenza su di me. Perché noi non ci diciamo addio, ma si tratterà solo di un temporaneo arrivederci.
C’è una differenza abissale.
Passo la mano tra i capelli di Sasuke, e lui segue il movimento delle mie dita che vanno all’indietro. Non lo osservo negli occhi, perché sono quelli a parlare in Sasuke. Non voglio vederci sofferenza dove non dovrebbe assolutamente esserci, non voglio notarci tristezza e malinconia. No, perché lui starà con la sua famiglia, come io ho sempre avuto la fortuna di poter fare.
Lo bacio, cercando di imprimermi il suo sapore.
Sarà una fragranza che mi resterà dentro.
 
Alcuni giorni dopo, mi sono costretto ad andare ad accompagnare Sasuke e suo fratello Itachi -tizio che non ho ancora inquadrato per bene, e di cui Sasuke non mi ha parlato granchè- all’aeroporto. Da un lato non volevo andarci, perché per quanto mi fossi sforzato, non sarei stato capace di nascondere una punta di malinconia, e non volevo che Sasuke avesse come temporaneo e ultimo ricordo del sottoscritto qualcosa che non fosse la nostra felicità. Dall’altra parte, invece, non potevo non essere presente nel momento in cui, valigia alla mano, avrebbe voltato le spalle a ciò che aveva costruito.
Come un’adolescente innamorata, stavo ricordando la prima volta che lo conobbi, i lividi che mi fece, le bugie che mi fece dire, le figuracce, la nostra prima volta. Tutto, insomma. La gelosia mia e sua…
Sospiro per non mettermi a piangere come un “dobe”.
-Sasuke Uchiha- dico, fermando i suoi passi lenti verso l’America.
Non si gira, ed è meglio così.
-Ti starò addosso in spirito. Non provarci a rimuovermi da quel tuo cervelletto!- rido.
-Tsk, impossibile. Sei una presenza troppo seccante.- La sua voce non tradisce emozioni, ma chissà cosa sta pensando in realtà.
Ho l’impulso di dirgli che lo amo, di ricordarglielo, ma a che servirebbe? A nulla, sicuramente, perché lui lo sa già, è un concetto che non potrà dimenticare nemmeno tra cento anni.
-Sasuke?-
-Che c’è ancora?- Vuole partire, perché gli addii sono sempre troppo dolorosi. Ma, l’ho già detto, il nostro è un arrivederci.
-Ti amo, teme- sussurro.
Perché, come mi ha insegnato lui durante una delle nostre lezioni, non fa mai male riprendere un concetto che già si conosce.
 

 
 
 



 
 

La fine è deludente, terribile, orribile, come ogni finale, ma -perché c’è sempre un “ma”- *rullo di tamburi* ci sarà un seguito! Non so come sarà, ma ci sarà!!! *piovono pomodori*
Intanto ringrazio le 14 persone che l’hanno messa tra le preferite, le 8 che l’hanno ricordata e le 50 che l’hanno seguita! ^.^
Grazie a tutti!!!
Prometto che il seguito sarà migliore, anche perché ho imparato a scrivere un po’ meglio, e gestirò –o almeno cercherò di farlo- in modo migliore il tutto! ^___^

 

 
  
 

   
 
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