Anche Liam la guardava, teneva gli occhi fissi sul suo corpo minuto fermo davanti a lui, le mani stese ai lati dei fianchi morbidi e la bocca dischiusa, le sue labbra carnose rosse e piene dei suoi baci. Le goccioline d’acqua scendevano dai suoi capelli sul suo collo, sul petto, insinuandosi nell’incavo fra i seni, percorrendole la pancia e finendo per nascondersi fra la stoffa nera dei suoi slip, appiccicati alla sua pelle tanto da stringerle ogni forma.

Se mi avessero chiesto all'epoca cosa fossimo avrei semplicemente risposto niente. Non amici, o fidanzati e sicuro come il diavolo non eravamo scopamici - o qualsiasi altro grezzo e volgare appellativo vogliate dargli -. Eravamo il niente in tutta la sua complessità ed eravamo abbastanza.

Roxanne Foster è un architetto, una donna tutta d'un pezzo con un figlio di quattro anni.
Harry Styles è un investitore affascinante ed ha una figlia di quattro anni.
Roxanne Foster prende un caffè nero con tre cucchiaini di zucchero tutte le mattine prima di uscire di casa.
Harry Styles prende un caffè lungo amaro tutte le sere prima di dormire.

Questa os partecipa al contest ‪#‎clichéonreverse‬ di lilacj
Dal testo:
"«Vuoi un bicchiere di scotch?» chiese la donna, guardandolo con uno sguardo talmente vacuo e intriso di disperazione che Liam perse un battito. Non poteva essere stato lui a ridurla così, in fin dei conti non aveva fatto nulla di così grave.
«L’ultima volta che mi hai offerto da bere mi sono rovinato la vita» rispose lui, guardandosi la punta delle scarpe perché si sentiva troppo in colpa per sostenere lo sguardo disperato di Vivien."

A Logan non erano mai piaciute le cene di gala, si annoiava a morte. Ma quella sera notò una ragazza. Una bellissima ragazza dai lunghi capelli biondi e dagli occhi verdeazzurro che si aggirava tra gli invitati con un bicchiere di sangria in mano. Non sembrava spaesata, né tantomeno annoiata. Rideva e scherzava con tutti. Lui era seduto al bancone del bar e la stava osservando con interesse quando i loro sguardi si incontrarono e rimasero incollati per pochi secondi.

[...]
E d’un tratto la sua mente si offuscò, raffigurando solo immagini di lei: fotogramma dopo fotogramma, Harry riusciva perfettamente a riconoscerne l’abbondante seno, così morbido, così caldo, così… bello. I suoi capelli corti e nerissimi che splendevano sotto la luce soffusa della luna. Le sue labbra. Oh, le sue labbra erano perfette. Nessuna donna aveva labbra più belle, calde, soffici e rosee come le sue. Labbra dolci che sapevano nutrirlo ad ogni bacio, ad ogni sussurro, ad ogni caldo sospiro… ad ogni sorriso.
E che dire delle sue gambe? Lunghe tanto da farlo impazzire, lisce e luminose come seta. Ogni volta -ogni singola volta- che le accarezzava le cosce si sentiva in Paradiso. Ecco, era proprio come accarezzare le ali vellutate di un angelo.
[...]

Una ragazza che parte per un viaggio inaspettato.
Una ragazza che ha un solo desiderio: scopare.
Una ragazza che non crede nell'amore ma che si ricrederà.
Un'avventura all'ultimo grido. Una passione da togliere il fiato.
Un'attrazione che viaggia in maniera spropositata.

Silvia era in ritardo per la sua prima lezione all'università e correva sui tacchi alti con un malloppo di fogli e libri in mano.
Era la sua prima lezione e voleva fare una buona impressione al professore che l'aveva scelta come assistente, ma quella mattina aveva avuto un piccolo problema con quell'idiota del suo ex ragazzo che l'aveva chiamata dicendole che voleva suicidarsi. Era stata costretta a calmarlo e a chiamare Carabinieri e ambulanza e aveva fatto tardi. Ora si stava spaccando i piedi e le gambe, ma non poteva rallentare il passo e poi era quasi arrivata...
Fu proprio allora che si scontrò con qualcuno. In una piazza grandissima, quasi deserta, lei andò a finire addosso all'unica persona che passava di lì in quel momento.

“Ehi”, dio. Perfino il saluto che le aveva rivolto era così scontato e smielato; un “ehi” mormorato sul collo, con quella maledetta voce roca e sensuale mentre, dopo averla fatta girare, le carezzava una guancia con la mano grande e calda.
“Ehi”, e subito si maledisse per aver imitato il suo tono dolce, “non mi ero accorta che fossi arrivato. La mancanza di urla e svenimenti mi ha tratto in inganno, scusa”, le dita che giocano con l’orlo della sua t-shirt, accarezzandogli leggermente collo e clavicole, e lo sguardo fisso su di esse, mentre lui le avvolgeva le braccia intorno ai fianchi e se la tirava più vicino.
(Rosso. Rosso. Het)

“E va bene hai vinto, non c'è ancora niente di sicuro, ma forse, e sottolineo forse, me ne andrò a Creta durante le vacanze.”
“Wow! E perchè non me l'hai detto?”
“Perchè non è una certezza, il viaggio e l'albergo dovrebbero essere pagati da mio fratello ma lo conosci, è capace che poi all'ultimo minuto si rimangia tutto e addio bei sogni.” [...]
“Dormivi così bene che ho preferito non svegliarti. Devi riprendere le forze visto quante ne abbiamo spese stanotte.
Sono stato davvero bene con te Serena, e non lo dico solo per dovere in quanto abbiamo passato una magnifica nottata insieme.
Vorrei che non finisse tutto qui, perciò mi sono salvato il tuo numero ed ho fatto altrettanto con il mio.
Se non sei d'accordo basta che mi scriva che non vuoi e capirò, anche se ovviamente spero fortemente nel contrario.
Se non riceverò messaggi prima di pranzo ti chiamerò e programmeremo la nostra uscita.
Un bacio.
Andrea.” [...]
Oh al diavolo! Ma perchè non poteva succedermi come a tutte le ragazze normali che quando vanno in vacanza trovano uno sconosciuto, ci si divertono e poi tanti saluti? Perchè mi si deve sempre complicare questa dannata vita?

Cavoli dire che da uno così ti faresti fare di tutto è dir poco! Avrà all'incirca venticinque anni, supera di sicuro il metro e ottantacinque, ha le spalle larghe e le braccia muscolose, l'addome piatto e i pettorali da urlo, il tutto si vede grazie a quella maglietta bianca che gli fa da seconda pelle, le gambe sono strette e fasciate da dei jeans da urlo, gli occhi, ora che torno al viso, sono del colore del ghiaccio e la bocca è carnosa, di quelle che ti fanno gemere solo se ti sfiora il viso...

“Ma si può sapere che altro vuoi? Non hai ancora finito di massacrarmi l'anima?” gli chiedo furiosa voltandomi a guardarlo. Lui di nuovo mi stupisce assalendomi, poi nel tempo di riprendere fiato mi sussurra ad un orecchio.
“Voglio te.” quelle parole, quella voce, quelle labbra, quel profumo... tutto mi fa perdere il controllo e stavolta sono io che assalgo lui, mentre lui sorride, bacio, mordo, tocco ogni parte del suo viso, poi lui di nuovo prende il controllo, si addossa completamente al mio corpo e le sue mani corrono ai miei fianchi stringendoli forte. Da quanto non mi toccava così? Da quanto non sentivo i miei ansiti dovuti alle sue carezze?
(...) Lo accontento e prendo ad accarezzargli il petto lentamente, partendo dal collo e scendendo giù, fermandomi sui pettorali e poi sugli addominali, per poi risalire su.
“Cristo baciami.” geme strozzato e di nuovo l'accontento, tiro fuori la lingua e senza tanti complimenti gliela metto in bocca sorprendendolo un secondo per la foga, poi di nuovo lui si spinge contro di me e stavolta sento chiaramente l'erezione premermi contro.

“Sei tu che fai morire me.” e per accentuare il concetto avvicino il mio bacino al suo. Al contatto non riusciamo a nascondere un gemito e lui preso dalla foga torna a baciarmi, stavolta avido, come un assetato nel deserto che trova la sua oasi. La sua lingua esplora furiosa ogni centimetro della mia, dal palato, ai denti alla mia di lingua, che rincorre, trova, succhia, morde e venera.
Le sue mani nel frattempo scendono dalla vita al fondo schiena, ma non glielo impedisco, al contrario quando sento che entrambe lo afferrano mi spalmo su di lui, divaricando leggermente le gambe per far venire meglio in contatto le nostre intimità. Le mie mani passano fra i suoi capelli, sconvolgendo ancor di più quella maledetta chioma castana e le mie labbra scendono al suo collo, dove lascio leggeri baci, lì fino al pomo d'Adamo, dove so che è più sensibile, e lì puntualmente, solleva la testa e geme, riempiendomi di orgoglio e gioia.