[Thor/Loki | Post "The Avengers"]
Sapeva che il suo ritorno ad Asgard non sarebbe stato accolto da trionfanti squilli di tromba e dalle ovazioni del popolo, quindi quando vi rimise piede non si stupì più di tanto dinnanzi alla silenziosa quiete di Asgard. Ciò che però non sopportava, erano quelle umilianti catene - inibitrici dei suoi poteri - che lo rendevano prigioniero nella sua stessa dimora... sempre se poteva ancora considerarla tale.

Quello che Hiruma provava per Gen Takekura era solo amore.
Puro e crudo.
Avido ed egoista.
Tanto brutale da distruggere il cuore...

Raccolta con tema AU.
[Slave] 1. The Journey - Gaou Rikiya, nonostante l'aspetto selvaggio, non era un uomo stupido. Era una persona controllata, che sapeva quando e come utilizzare la sua forza, ed anche se stato costretto ad entrare in quel 'giro' da meno di quattro lune, aveva già compreso come funzionava il contrabbando di schiavi in quella terra straniera.
[Slave] 2. Indecision - Guardò quindi il suo padrone, attendendo di scoprirne l'identità - anche se sapeva chi fossero i regnanti né le figure di spicco della nobiltà. Quando il cappuccio venne abbassato, Banba poté osservare un volto giovane, dalla pelle ambrata e curata, incorniciato da lunghi capelli scuri. Era un ragazzo. Sicuramente ricco ma pur sempre un ragazzino.
[Slave] 3. Salvation - All'interno del carro, Gaou e Ikari restavano in silenzio ad ascoltare le leggere scosse causate dal terreno sconnesso e a ripensare a Banba che era stato venduto durante l'ultima asta. Si chiedevano se fosse riuscito a mettere in atto il suo proposito di fuggire una volta liberato dalle catene, ma dopo quelle domande senza risposta, entrambi venivano immancabilmente colti da degli altri pensieri più egoistici.

Tutta la loro relazione girava attorno ad una stanza ed alla netta differenza degli atteggiamenti che assumevano dentro e fuori quelle quattro mura. Perché se all'esterno si sarebbero sempre comportati come persone civili - forse Gaou un po' meno degli altri -, quando entravano in quella camera tutto cambiava.
[Threesome | Marco/Gaou/Kisaragi]

Sena stringeva spasmodicamente il cuscino tra le braccia, soffocando nella morbida stoffa i gemiti che non riusciva a trattenere.
Aveva smesso di pensare. Non riusciva a far altro che tenere le gambe oscenamente larghe e stringere quel cuscino come se volesse spezzarlo a metà.
[ShinSena]

Avrebbe voluto farlo voltare, guardarlo negli occhi.
Baciarlo se possibile.
Ma Hiruma gli negava, ostinato, ogni attenzione.

Polonia era stanco. Era solo stanco dopo l'ennesima battaglia persa. Era stanco e ferito ma questo non sembrava fermare Russia dai suoi intenti.

Ci sarò quando esalerai il tuo ultimo respiro, ci sarò quando vedrò il tuo corpo dissolveri.
Perchè io ti amo.
è una promessa
Kuja X Sephirot

Per Hiromi la forza era sempre stata sinonimo di assoluta bellezza, e quella violenza per lui era solo una dimostrazione di quel potere che tanto amava.
Gao, ai suoi occhi, rasentava la perfezione e, forse un po' egoisticamente, non riusciva a non pensare che quell'uomo così carismatico e potente gli appartenesse.
Gli piaceva pensare che, quando lo marchiava con quella violenza, riuscisse a sua volta a lasciare in Gao un piccolo segno che costringesse il compagno a tornare sempre da lui.
[Gao x Kisaragi]

Era stato strano per Hiruma rivedere Musashi dentro gli spogliatoi in veste di giocatore e non di carpentiere.
Così strano da diventare presto un vago sentimento di sollievo quando aveva sentito un peso allontanarsi definitivamente dal suo petto - per essere più precisi sulla sinistra, in corrispondenza di quell'organo chiamato 'cuore'.
Certo, Gen era già rientrato in squadra il giorno prima durante la partita, ma solo in quell'istante si stava rendendo davvero conto che il suo compagno era tornato lì per rimanere.

“Mio fratello ha un cuore, Dottor Watson, e non tiro a indovinare: io l’ho visto, una volta o due. Mi darebbe un dispiacere enorme se lei lo spezzasse.”

Quella situazione l'aveva vissuta talmente spesso che ormai Feliks si era reso conto che il compagno, a ogni spinta col bacino, beveva un po' del suo sangue.
Toris Lorinaitis era, infatti, un vampiro. Non che la cosa fosse strana, dato che quel mondo era abitato da esseri umani ma anche da creature magiche.

Dal sesto capitolo:
Non capiva come fosse possibile che Takashima continuasse a corrergli dietro come un cane con la sua pallina preferita. Non faceva altro che ferirlo, non aveva un minimo di tatto nel dirgli le cose, ma Kouyou continuava ad amarlo alla follia, ancora non si era stancato di tagliarsi calpestando accidentalmente i frammenti del suo stesso cuore.
Doveva essere proprio amore, quello. Doveva fare proprio schifo.
Sperava di non incapparci mai, Takanori. Ma è più una persona cerca di stare alla larga da qualcosa, che più velocemente questo qualcosa ci corre incontro, provocando un incidente.
Bisognava solo vedere se i coinvolti ne sarebbero usciti più o meno gravemente feriti.
Capitolo 14: avviso dell'autrice.
I personaggi descritti non appartengono a nessuno se non a loro stessi, con questo scritto non pretendo di rappresentare la realtà.

E' così fredda la pioggia che scivola su quella lastra di pietra che porta sopra il tuo nome...
Fredda come il corpo che ho potuto a malapena abbracciare per l'ultima volta.

Un piccolo scoppiettio, seguito da una breve ma appariscente nuvoletta rosa, riuscì a rompere l'anormale silenzio che si era creato nella cucina del Monastero - anormale solo per la momentanea assenza di Rin - e, anche senza alzare lo sguardo dal cellulare appena comprato, Shiro Fujimoto poteva facilmente immaginare chi fosse appena giunto a fargli visita.
[Shiro Fujimoto x Mephisto Pheles]