L'aria sapeva di salsedine - pizzicava appena il naso, facendolo arricciare un poco all'insù.
L'aria sapeva anche di rumori vivaci, di bambini che si godevano il primo e tenue sole della giornata, forti di creme solari profumate sulla pelle e di cappellini colorati sulla testa: armati di paletta e secchiello, costruivano i loro castelli, adocchiando di tanto in tanto che la marea non giocasse loro qualche brutto tiro.
L'aria sapeva anche di profumi diversi, di focacce e pane appena sfornati da persone sveglie già da qualche ora, di frutta di mercato e persino di cuoio, laddove sandali troppo bistrattati avendo ceduto nei lacci necessitavano di un aiuto solerte. Caffè e zucchero si mescolavano dolcemente e senza intoppi, assieme alla panna e cioccolato di qualche goloso audace.
L'aria sapeva - anche - di ricordi, di piedi scalzi nella sabbia bollente e di sorrisi rubati assieme agli schizzi di acqua salata.
Nella dormiveglia, contro il cuscino candido del letto, Jiandi ricordava benissimo il colore vivace del cappellino che Caterina mai si toglieva, quando andavano in spiaggia assieme.
Era di un rosa pallido.
[Fem!RoChu - Partecipa al FemSlash Day indetto dal CoS - Colletion of Starlight]

-Dopo che questa inutile ma dilettevole sfida giungerà al termine, diventerai una cosa sola con la Madre Russia, Prussija- sibilò il biondo cinereo dopo l’ennesima parata di Gilbert.
-MAI!- gridò quest’ultimo, stoccando con la spada un fendente che non andò a segno, verso il viso di Ivan, ma che graffiò comunque la sua guancia destra.
Tra presente e passato, due nazioni si ritroveranno a condividere un impensabile e profondo tormento sull’ affilata lama del destino.

“Perché è sbagliato, Lovino? Cosa c’è di sbagliato nell’amore?” ribatté, non smettendo di utilizzare ogni secondo a sua disposizione per riavvicinarsi a me. Abbassai lo sguardo, ingoiando a vuoto, mentre le sue dita sfioravano le mie, prendendo poi delicatamente la mia mano e lasciandola intrecciare con la gemella. Mentre le alzava entrambe e avvicinava la mia alla sua bocca chiusi gli occhi, abbassando nuovamente lo sguardo quel tanto che bastava a non permettergli di vedere né le mie guance che oramai sembravano non volerne più sapere di diventare di un colore normale né mentre mi mordevo il labbro inferiore imbarazzato. Lo sentii sospirare e soffiare dolcemente sul dorso della mia mano prima di sfiorarlo con le labbra rosee e piene e depositarci con grazia un lungo bacio, tornando poi a guardarmi.
“Cosa ci vedi di errato in questo, Romano?”
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[Explicit] [Spamano] [10873 parole]

Arthur si trovò ad annuire e a ripetere un paio di volte la parola “sveltina” senza nemmeno rendersene conto. In fin dei conti, a parte la reputazione davanti all'intero parentado e alla verginità delle orecchie di Peter appostato oltre la porta del bagno, cosa aveva da perdere?
Us♥Uk