“Maledizione!!!” sibilò Izaya, ancora carponi sul gabinetto, mentre con la mano destra si riavviava i capelli, cercando di darsi un tono. L’inconscio e da un paio di settimane anche la vita gli avevano giocato nuovamente un brutto scherzo, riesumando dal passato stralci di memorie che aveva cercato di reprimere in ogni modo. Da un po’ di tempo la realtà stava sgomitando prepotentemente per tornare a galla e stavolta non avrebbe ceduto.

La Sexta Espada tirò un ghigno forzato davanti all'avversario, indice di spavalderia e di una sicurezza che non aveva.
“Non scapperò davanti a te, Starrk” mise in chiaro.
“Lo so. Però vorresti farlo” fece notare il numero uno.
“Cosa te lo fa credere, maledetto?!”
Starrk sospirò e addolcì lo sguardo.
“Stai tremando, Grimmjow”

Izaya si staccò dal bacio, ridacchiando divertito nel percepire il disappunto del compagno.
Entrambi tuttavia si scoccarono un’occhiata d’intesa, percependo chiaramente l’intensificarsi del desiderio che scorreva impetuoso all’interno dei loro corpi, accalcandosi poi con prepotenza lungo il bassoventre ed intorpidendo le loro menti.
Ancora qualche attimo di silenzio.
Non si sfiorarono, non si toccarono.
I giochi erano appena iniziati.

Quando ebbe finito di prepararsi, Gajeel uscì nel corridoio e si diresse a passo di marcia verso l'entrata dell'arena, pronto per lo scontro con i Draghi Gemelli. A metà strada, tuttavia, rallentò.
Pochi metri davanti a lui, Laxus lo aspettava posato a braccia incrociate contro la parete.
Il biondo voltò lo sguardo nella sua direzione, trafiggendolo con i suoi occhi grigio cenere.
Gajeel ricambiò l'occhiata e sogghignò.
“Sei venuto a salutarci?”
“Ad augurarvi buona fortuna” precisò.
E Redfox ebbe già una mezza idea su come gliela avrebbe augurata.

Halloween: notte di magia e mistero, spiriti e demoni, a suo modo spaventosa ed eccitante... che sia nell'oscurità di una casa stregata, nei meandri di una foresta spettrale o nella quiete mortale di un cimitero, i draghi sanno bene come divertirsi nella festa più tenebrosa dell'anno...

“Sai... è da una settimana che Laxus sta male” ammise Bixlow.
Gajeel sgranò gli occhi. “Sta male?” ripeté.
Che diavolo gli prendeva, adesso?
Credeva che quello lì fosse invulnerabile a tutto e tutti. Malattie comprese.
Bixlow fece spallucce.
“Ah, beh... ha la febbre. Un giorno è tornato a casa bagnato fradicio e senza la sua pelliccia” spiegò lanciando un'occhiata divertita all'oggetto incriminato tra le mani del Drago d'Acciaio, lasciando sottintendere che sapeva – o perlomeno immaginava – com'erano andate le cose.

“Ti stai godendo la festa?” buttò lì Laxus, affiancando il Drago d'Acciaio.
Gajeel gli rivolse a malapena un'occhiata indifferente.
“Tu la chiami festa?” ribatté acido, stappando un grosso boccone di carne da una coscia di pollo. “Senza una rissa non è divertente”
Laxus ridacchiò e spostò lo sguardo sulla sala, notando Erza che picchiava Natsu, Gray che si spogliava, Elfman che fuggiva da Evergreen e Bixlow che faceva il giocoliere con le sue bambole.
E poco più in là il gruppetto di ammiratrici che lo spiava di nascosto.
“Non hai tutti i torti. Penso che anche qualcosa di erotico non sarebbe male”
E Gajeel per poco non si strozzò con il cibo.

“Di' la verità, non ti piacerebbe vedere una bella ragazza con un piercing all'ombelico?” esclamarono in coro Jet e Droy, diretti al Drago d'Acciaio.
Anche se dovevano ammettere che l'idea non dispiacesse neanche a loro.
Eppure Gajeel continuò a mantenere una calma piatta, a dir poco gelida.
“Ma che volete?! Ce l'ho anch'io un piercing lì, non è niente di speciale”
Nel salone calò istantaneamente il silenzio.
Lui aveva un piercing... dove?

Battaglia di Fairy Tail.
Numero superstiti: uno.
Natsu, Gajeel e tutti i membri della gilda erano crollati a terra, stremati, massacrati dagli scontri che li avevano visti distruggersi a vicenda. Ormai rimaneva in piedi soltanto Laxus, il quale, ritto e fiero sul tetto della Cattedrale di Caldia, si ergeva trionfante. Provato, sì, ma trionfante.
Aveva gettato indietro la testa per liberare la risata più agghiacciante e sguaiata che si fosse mai sentita, una risata che aveva fatto versare lacrime amare alle fate, proclamando con questo la propria vittoria.

Fried si vergognava da impazzire all'idea di ciò che aveva fatto. Quegli stupidi scherzi non erano da lui! Lui era un tipo serio, impeccabile, responsabile...
Udì un rumore di passi in avvicinamento, e allora cominciò a pregare che quelli che stavano arrivando fossero due completi estranei, magari due teppisti, due maghi di Twilight Ogre, due cani randagi... chiunque tranne un membro di Fairy Tail.
Ma quando dalle estremità opposte della strada emersero i due individui che sarebbero caduti nella trappola, Fried impallidì e fu sul punto di andare nel panico.

Gajeel non riconobbe subito la voce che gli parlò semplicemente perché non avrebbe mai immaginato di incontrarne il proprietario proprio in quel luogo sperduto e in quella situazione. Ma l'odore che gli arrivò subito dopo scacciò ogni dubbio, perché di quello non poteva sbagliarsi, come non poteva sbagliarsi sull'identità dell'uomo dai capelli biondi che lo fissava con un paio di occhi grigi e freddi, uno dei quali attraversato da una cicatrice.

Redfox non era bravo a parole, preferiva risolvere le cose con i fatti. Meglio se con i pugni. E in quel caso, piuttosto che fare la figura del codardo davanti a Kana, preferì fare la figura dell'idiota davanti a Laxus.