"Io e Aoi aspettammo che il rumore dei passi delle guardie scomparisse, prima di guardarci di nuovo.
Poi lui mi si avvicinò, calmissimo, con un sorrisetto inquietante sulle labbra. Ma il lato peggiore di quella smorfia veniva dal fatto che non raggiunse gli occhi, che restarono vuoti. Due buchi neri che spiccavano nel pallore della sua pelle.
Mi fece venire in mente una pantera in gabbia: si muoveva senza fare alcun rumore di sorta, a passi felpati, ma i suoi movimenti erano nervosi, come a trattenere a stento qualcosa. Elegante e pericoloso allo stesso tempo. "
Due storie che si intrecciano su due diverse coppie, ognuna delle quali dovrà affrontare i suoi problemi. Paring: AoixUruha - ReitaxRuki

Dopo aver chiuso la porta alle sue spalle, vengo sopraffatto dalla sensazione che lo riverdò presto...

Kouyou voleva un bene dell'anima ad Akira, nonostante lo invidiasse parecchio. Perché Akira era il suo unico vero amico, l'unica vera persona su cui potesse contare. Lo invidiava per il suo carattere estroverso e testardo, per il suo atteggiamento determinato e ambizioso e, soprattutto, per quel bel corpo che poco alla volta sembrava sbocciare nel suo splendore, rivelandosi poco alla volta. Anche Kouyou voleva la sua voce roca e profonda che stava cambiando, anche lui voleva il suo mento che cominciava a squadrarsi, le sue mani grandi, il pomo d'Adamo che cominciava a pronunciarsi e quella peluria scura che gli era spuntata in posti improbabili.
____________________________________________________________________________________________________
Takashima Kouyou, 14 anni. Meglio conosciuto come “il bambino più felice sulla faccia della Terra” nonché “principessina del principe Suzuki Akira, erede al trono nel regno del budino di riso”.
[Reituha esageratamente fluff, siete avvertiti!]

"Quanto tempo aveva passato in quella posizione, prima di sollevare gli occhi verso quella luna pallida che lo osservava dall’alto, avvolta nel suo mantello scuro e trapuntato di stelle? Giorni, ore? O magari soltanto minuti? Non lo sapeva, e probabilmente non l’avrebbe mai saputo.
Guardò il profilo della Tokyo Tower, che si stagliava contro il blu fioco del cielo, e lasciò che un’altra ondata di tristezza lo sommergesse, portandolo sempre più giù nel suo abisso di malinconia e terrore.
Non c’era scampo per lui."
[Current status: sperimentando!]

Nei vicoli oscuri sentirai riecheggiare i nostri passi, richiamati dall'odore del tuo sangue ti assaliremo. Urlerai, ma nessuno sarà lì ad aiutarti.
Il tuo peggiore incubo prenderà le sembianze di un mostro infernale; la morte arriverà su ali nere, ma dolce come un sogno.
Avrai letto di noi in qualche libro, ma la paura ti avrà spinto a non credere alla nostra esistenza. Invece eccoci qui. Siamo reali. Siamo vampiri.
E il prossimo potresti essere tu.

Andai verso la porta d'entrata, a passi lenti e decisi. Quando la aprii, lo vidi appoggiato al muro che si fumava una sigaretta. Alzò gli occhi, fissandomi: «Presumo che tu abbia bisogno di me».
[...]
«Entra» . In risposta buttò a terra la sigaretta e mi oltrepassò, strusciandomisi addosso e lanciandomi un'occhiata ammiccante, per poi entrare nel mio appartamento.

Un gemito mesto lasciò le labbra morbide e carnose del moro chitarrista che, con i denti stretti e il respiro affannoso, sentì ogni singolo muscolo del suo corpo tendersi e tremare per lo sforzo.
“A-ah.. K-Kou..” ansimò, guardando il compagno che, di fronte a lui, voltò appena il capo per lasciare che i loro occhi si incontrassero. Era bellissimo, con la bocca semi aperta e le guance rosse. Qualche piccola gocciolina di sudore, poi, gli adornava la fronte, facendolo sembrare un elegante e meraviglioso fiore bagnato dalla rugiada del primo mattino.
[quando la noia prende!]

“Kou-chan..” mormoro con un piccolo sorriso, quando vedo il mio ragazzo entrare in camera.
[...]
La sua mano sinistra è ben intrecciata a quella di un ragazzino con i capelli biondi e le labbra piegate in un sorrisetto strano e vagamente familiare, che lo segue poco distante.
“Ciao Yuu..” mormora questo, avvicinandosi al letto quando Kouyou gli fa un cenno con il capo. Sto per aprire bocca e dirgli qualcosa di decisamente poco carino, quando lo riconosco.
E ogni parola mi muore sulle labbra, mentre i miei occhi si spalancano in uno sguardo stupito e spaventato.
“K-Kou..?”
[Per la serie: famolo strano.]

porto il tuo palmo a contatto con la mia bocca e inizio a leccare avidamente i rivoli di sangue succhiando anche la punta fredda delle tue dita e chiudendo gli occhi per godere appieno di quel sapore inebriante. Sento un gemito strozzato provenire dalle tue labbra livide, così cesso la mia dolce tortura e poggio delicatamente il viso sulla tua spalla per sussurrarti parole di miele all’orecchio.
- Non tremare piccolo angelo, sono qui per aiutarti… - e con una mano sfioro la tua guancia pallida e fredda - …ma in cambio del mio aiuto…dovrai darmi le tue ali .-