-Spesso la cosa più importante, più forte ma allo stesso tempo più fragile che tu abbia mai avuto la fortuna di avere nella tua vita è una persona.-
-Hai di nuovo messo la cocaina nel caffè, Liam?-
Lui sorrise.
-Può essere, Anne.-
-Tu non mi chiami mai "Anne".-
-Soltanto quando sono serio.-
Conoscevo Liam. Erano rari i momenti in cui era serio, persino con me.
-Ho bisogno che tu ora mi stia ad ascoltare.-
-Sono la tua migliore amica. Ti ascolterò sempre. Qualunque cosa tu voglia dirmi.-

Il leader dei Beatles John Lennon, scomparso all'età di 40 anni, ritorna sulla Terra grazie ad una seduta spiritica. Sconvolto ma allo stesso tempo felice, decide di approfittare della situazione per affrontare un vecchio conto in sospeso che lo tormenta da quando era in vita. Anna, una ragazzina che era presente alla seduta spiritica, è l'unica che può vederlo e sentirlo e accetta quindi di aiutarlo nella sua impresa.

John sospira, inginocchiandosi davanti al bambino e carezzandogli le guance e i capelli, "Come fai a non sapere chi sia Babbo Natale?".
"Non lo so, papà" sussurra sommessamente Julian, chinando gli occhi e disegnando con il piede destro dei piccoli semicerchi.
"Tua madre non te lo ha mai spiegato?" gli occhi di John si riempiono di lacrime, " Io non te lo ho mai spiegato?", ripete, stringendo confusamente a sé il corpo fragile di Julian.

Sally è cresciuta a Burnage. Ciò che la contraddistingue? Essere da anni la più cara amica dei fratelli Gallagher.
La sua vita procede veloce, frizzante, piena di novità. Ma il sottofondo, quello dei gesti più semplici, ha un volto e una voce difficili da ignorare.

"Ciao" disse, ad alta voce. A nessuno in particolare. Era mezzogiorno e la strada era deserta. "Si, dico a te" osservò le finestre scure del Galileo. "Ti ricordi quando sono arrivata, al primo anno? Ero alta un metro e una banana, terrorizzata, spaventata. Avevo un orribile zaino rosso a pois, che mi costò le prese in giro di quelli dell'ultimo anno e un apparecchio per i denti su cui non è bene indagare. Accanto a me c'era Lara, l'amica di sempre. Stringevo tra le mani un cellulare da sfigata"

Un dialogo sulla morte fra una bambina ed un uomo perduto, che porterà alla fine della sua crisi.
La morte di George Harrison è quanto di peggio il nuovo millennio potesse portarci: un piccolo tributo a lui e al suo pensiero.

Con quei tuoi occhi scurissimi, ed il volto già un po' invecchiato, hai sorriso, ed io ho capito che non ci sarà mai un'altra persona altrettanto aperta, sensibile e coraggiosa. «Dobbiamo tutti fare qualcosa della nostra vita» hai detto. Io voglio sentire il tuo cambiamento, voglio seguire la tua strada fino a trovare una diramazione che sarà unicamente mia.
Solo alcuni pensieri su George Harold Harrison, MBE (Liverpool, 25 febbraio 1943 – Los Angeles, 29 novembre 2001), un uomo che mi mancherà per il resto della mia vita.