Anche Liam la guardava, teneva gli occhi fissi sul suo corpo minuto fermo davanti a lui, le mani stese ai lati dei fianchi morbidi e la bocca dischiusa, le sue labbra carnose rosse e piene dei suoi baci. Le goccioline d’acqua scendevano dai suoi capelli sul suo collo, sul petto, insinuandosi nell’incavo fra i seni, percorrendole la pancia e finendo per nascondersi fra la stoffa nera dei suoi slip, appiccicati alla sua pelle tanto da stringerle ogni forma.

Lui che tutte le mattine andava a correre e non rinunciava mai e poi mai alla sua corsa.
Lei che non poteva neanche sentire parlare di sport. I due si scontreranno e nascerà la scintilla

Louis schiacciò il bottone rosso, quello che bloccava l'ascensore, e Rachel si voltò confusa verso di lui.
"Perchè piangi?"
"Cosa?.. Io non sto piangendo" bofonchiò Rachel.
(...)
"E allora che succede?"
"Niente, assolutamente niente. Puoi far ripartire questo coso, per favore?" sbottò Rachel, infastidita dall'invadenza di Louis.
Cosa voleva?
Louis si avvicinò a Rachel, le scostò una ciocca di capelli scuri dal viso e le sorrise dolcemente prima di avvicinarsi pericolosamente al viso della ragazza. Lei lo guardò stupita e indietreggiò fino a toccare la parete in metallo dell'ascensore. Era intrappolata tra il corpo caldo di Louis e il metallo freddo alle sue spalle. Louis annullò quella distanza, ormai minima, e posò le sue labbra sottili su quelle di Rachel.

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[...]Improvvisamente Louis smise di toccarla facendo uscire un piccolo lamento dalla bocca di Jen, la guardò per qualche momento. Gli occhi azzurri erano lucidi per l’eccitazione e le guance di solito bianche erano arrossate, le labbra erano rosse e gonfie e lui non riuscì più a resistere. Non l’aveva ancora baciata e anche se avrebbe voluto farlo dopo, cedette alla tentazione e posò le labbra sulle sue.
Amava Jen, anche se non gliel’aveva mai detto, lui l’amava e quel bacio sapeva di tutto quell’amore che non era mai riuscito a confessare; quel bacio sapeva di amore e passione, tutta la passione che voleva dimostrarle quella sera con quel gioco contorto di dominazione e sottomissione.

"È solo un gioco Mia" Sussurrò Louis, spostando il cubetto, lasciandole le labbra fredde e gli occhi incatenati ai suoi.
"Un solo round, poi basta" Acconsentì la ragazza, sedendosi sui propri talloni, poi allungò la mano verso il suo avversario.
"Avanti, dammi il cubetto"
"Sissignora" Replicò Louis trionfante, mentre già l'espressione furba riprendeva possesso del volto del ragazzo.
Assistente di Louis Tomlinson... Cosa mai potrà andare storto, con un lavoro del genere, dopo un paio di alcolici e una lotta con i cuscini?

“E ora che succede?” Chiese lei spaventata per il terrore che si diffondeva per la città. I suoi occhi verdi erano concentrati sul ragazzo da lei tanto desiderato, per un secondo pensò di sfilargli la maschera e incrociare i suoi occhi per scoprirne il colore.
“Succede che ti salvo, piccola.” Accarezzò il suo viso sudato spostandole una ciocca di capelli. “Di nuovo.”
[...]
“Alzami la maschera.” Osò pronunciare lui.
“Posso, sul serio?” Sorrise incapace di credere a quella parole.
Era mai possibile che Spiderman stesse rivelando la sua identità ad una, secondo lei, sconosciuta?

PREMETTO: la storia non l'ho scritta io ma una mia amica così visto che ci teneva tanto l'ho pubblicata. 
***
«S-Scusa non l’ho fatto apposta» lui continuò a guardami. «Tranquilla dolcezza, nessun problema» lo sguardo mi cadde sulle sue labbra sottili e molto, troppo invitanti. Mi persi in quegli occhi da far invidia al mare. Lo superai e mi diressi verso la porta dello spogliatoio. Sentivo il suo sguardo bruciare su tutto il mio corpo. Aprì la porta e mi fiondai dentro. Andai a sedermi su una delle panche e iniziai a respirare profondamente. L’avevo avuto a pochi centimetri di distanza e devo dire di avere un autocontrollo spaventoso. Come può farmi un effetto del genere?

Il calcio è sempre stato la passione di Louis, questa è l'ultima partita della coppa e deve vincerla ad ogni costo. Per la coppa e in più per una persona speciale e una sorpresa post partita...
Avvicinò le labbra al mio orecchio, mi sussurrò poche parole, parole decise e piccanti, mi disse passo per passo ciò che voleva farmi, ciò che aveva desiderato fin da quando mi aveva vista, prima della partita, davanti a quello specchio. E io non potei fare altro che chiudere gli occhi e immaginarlo. Sentire le sue mani perquisire ogni centimetro del mio corpo; il suo respiro quasi tremante mentre faceva di me ciò che voleva; le sue labbra, fuoco sulla mia pelle; il battito del suo cuore accelerare in una corsa con il mio. Lo strinsi più a me, lasciando che ogni spazio tra di noi scomparisse.

Lei, Alex, pensa che Louis sia solo un insensibile deficiente.
"Ormai erano mesi che portavo mio fratello Tom agli allenamenti di calcio solo per vedere il suo allenatore, quel gran figo di Louis Tomlinson. Sì, ma lui era uno spudorato viziato sciupaffemine che non aveva tempo da perdere con le ragazzine come me."
***
Lui, Louis, pensa che Alex sia solo una stronza doppiogiochista.
"Probabilmente pensava che, dato il notevole cambiamento, non mi ricordassi di lei, sommando il fatto che ero palesemente brillo quella sera. Era davvero sorprendentemente stronza! Nel giro di una giornata era tornata la dolce ragazzina acqua e sapone di sempre, poco truccata e con vestiti semplici, che non mettevano particolarmente in risalto quelle curve da urlo che aveva. Insomma, era la figlia perfettina di sempre. La ragazza modello di giorno che di notte si trasformava in un’insospettabile seduttrice e poi lasciava le sue prede senza compenso. Ma Louis Tomlinson non si faceva fregare facilmente!"
***
Chi avrà ragione?

“Martina… tu non hai visto nulla, chiaro?” disse, dandomi una pacca sulla schiena, troppo in basso. In un punto troppo sensibile. Harry profumava come non mai, ma non era solo la colonia. Era il suo profumo. Avevo sempre avuto un debole per il suo profumo. Avevo sempre avuto un debole per lui.
“Giù le mani!” lo rimproverai.
“Non venirmi a dire che non ti piace!” replicò. La sua voce calda e profonda mi fece sussultare. Come faceva ad essere così attraente? Improvvisamente mi sentii bollente, ma non ero sicura che si trattasse solo di rabbia. Ero imbarazzata, ma mi rendevo conto che era bellissimo stare tra le sue braccia. Harry aprii una porta con un calcio e mi lasciò a terra in uno stanzino buio. Sentii la porta chiudersi alle nostre spalle.
***
Martina viene rapita proprio da Harry, il ragazzo dei suoi sogni, ma... restare chiusa in uno stanzino con Styles, si rivelerà un inferno o il paradiso?

Era passato tanto tempo, e ancora molto ne doveva passare, prima che potessi rivederla. Ormai mi ero messo, quasi, il cuore in pace. Ma ogni tanto il destino, con un piccolo aiuto degli amici, cambia, inaspettatamente.
Diedi una rapida occhiata all'orologio del cellulare, mezzanotte e mezza. "Buon mesiversario, amore mio" sospirai, nascondendo il viso nell'incavo del suo collo, per poi lasciare una scia di baci che terminò pericolosamente vicina alle sue labbra.

Racchiusi in un...click si tinge di rosso. Una missing moment per chi sogna di essere tra le braccia di Jensen, o per chi sogna di vederli insieme: Elisabeth e Jen, una coppia ormai fatta e finita.

Stupida scommessa. Stupida io che l'ho accettata. Se non l'avessi fatto, non mi sarei ritrovata in questa situazione.