Bene e Male non possono toccarsi, letteralmente. Se angeli e demoni provassero ad avvicinarsi gli uni a gli altri, si ferirebbero a vicenda fino a consumarsi: è un dato di fatto. Per questo i Regni del Bene e del Male - con le loro rispettive armate - vivono e lavorano a distanza di sicurezza, affidando a gli umani il compito di combattersi a vicenda in una serie infinita di battaglie.
In questo mondo nettamente diviso e basato su tali certezze - un guardiano distratto, una bestia casinara e un gruppo di umani poco convinti, scopriranno cosa significa stare giusto nel mezzo.

In una moderna New York nei primi giorni d'inverno la pacifica convivenza conquistata tra la Camarilla e gli Anarchici viene minacciata da una terribile violazione della Masquerade che metterà in pericolo tutti gli immortali della città, ma come fermarla? Come trovare il colpevole? E come collaborare? Segreti e complotti ostacolano il loro cammino, tuttavia una Rosa troverà la forza d'imporsi e il coraggio di scoprire la verità, ma ogni cosa ha un prezzo e non esistono eroi in questo mondo di tenebra.
-La storia si basa ispirandosi al Mondo di Tenebra di Vampire the Masquerade 5° Edizione pertanto alcune Discipline e Clan o relazioni tra le Sette non verranno spiegati nel dettaglio come da Manuale per non appesantire la lettura. Saranno anche presenti personaggi originali del gioco adattati alle esigenze della trama e rivisitati sotto personale interpretazione.-

Clopin lui, Amara lei. Lei, la giovanissima figlia del giudice Blanchard, lui, il re del popolo che lei tanto odia. Due mondi contrastanti, due anime unite dal Fato. Il tutto a Parigi, sfondo ideale per le peripezie d’amore del re dei gitani!
Dal capitolo XXII:
"-Psssss.. PSSSSSS! Clo! Per quanto hai intenzione di tirare la corda?-
Portai la mano sulla fronte, esasperato, e mi voltai verso quel bietolone di Febo con lo sguardo più tagliente che potevo. Ma si poteva essere più… più… cretini? Se ne stava lì, a due centimetri da Vitòr, nascondendo la bocca con la mano (come se Vitòr fosse stato sordo, praticamente erano uno appiccicato all’altro, lo SENTIVA!) e continuando a mormorare “uccidilo, uccidilo”. Come se quello non fosse stato abbastanza, accompagnava ogni parola passando il pollice della mano libera sulla gola, da orecchio a orecchio… gesto sufficientemente esplicito, voi che dite?"