«Hermione...»
Tre anni. Erano trascorsi tre anni. Millenovantacinque lunghi giorni senza di lei. Senza un suo gufo, senza una sua telefonata, senza una notizia.
La credevano morta. Tutti.
Tutti la credevano morta.
[...]
Ed ora era lì, di fronte a lui.
Uguale a come la ricordava, ma tremendamente diversa.
Non sapeva cosa dire.
Voleva abbracciarla e gridarle dietro.
Voleva lanciarle una fattura e coprirla di baci.
«Ciao Harry.»
Ciao Harry. Tre anni che non ti fai vedere, tre anni che sei praticamente scomparsa, tre anni nei quali è stato sguinzagliato ogni Auror per trovarti… e tu mi dici “Ciao Harry”?

"Hermione alzò lo sguardo verso il ragazzo, che la superava di una quindicina di centimetri buoni, e lì, i loro occhi, si fusero di nuovo.
Non si capiva se fosse l’argento a fondersi con l’oro o viceversa. Tanto sta, alla fine la fusione è un’unione. Poco importa chi affonda nell’altro per primo.
E proprio il pensiero di affondare, fu ciò che prese il sopravvento nel ragazzo.
Con la mano libera, avvicinò la ragazza a sé, premendole il palmo aperto alla base della schiena. L’avvicinò lentamente, fino a quando i due corpi non si unirono, affondando l’uno nell’altro. La sorpresa fu palese negli occhi di entrambi.
Non solo quei corpi si toccarono, regalando all’altro il proprio calore, ma quei corpi s’incastonarono.
[..]
Erano guidati dai sensi e da quel legame d’occhi indissolubile."

Questa storia nasce come continuo della One Shot "Capodanno Con Sorpresa" (potete trovarla tranquillamente nelle mie storie). Consiglio la lettura della OS per capire a fondo i vari eventi che costelleranno la narrazione.
Kate e Santiago vi aspettano!
Dal testo:
Aprii gli occhi, ancora mezzo addormentato, ma venni colpito da un mal di testa incredibile.
Avevo decisamente bevuto troppo la sera precedente.
Mi sedetti sul letto e guardai l’ora: le undici.
Sbadigliai, mi stiracchiai e mi resi conto di essere ancora completamente nudo.

Era uno di quelli che ogni sera, prima di andare a dormire, si prometteva di essere un po' più freddo con tutti, per far sentire la propria mancanza, per farsi cercare da quella gente che si cullava sulle sue incertezze. Poi la mattina, mentre lui si svegliava, i suoi buoni propositi tornavano a dormire, e ricominciava a dare tutto, incondizionatamente, senza ricevere niente.

La consapevolezza dello sbaglio che stavo facendo mi torturava ormai da parecchi minuti, ma non riuscivo a fermarmi. Chi stavo tradendo in fin dei conti? Nessuno. Io ero sola. Lui era solo. Non tradivamo nessuno. Ma sapevamo che quello che stavamo facendo era sbagliato.

Era un periodo difficile per lei, nella confusione della sua vita immobile e senza aria per respirare, qualcosa aveva iniziato a bruciare con intensità. Non che prima non ci fossero queste sensazioni, ma adesso erano più intense che mai. Come di consueto lasciò libera la sua mano di vagare sul suo corpo. Accarezzandolo come aveva imparato negli anni, lo conosceva così bene… Era il suo, ed era sempre stato solo il suo…

Divertirsi.
Quello doveva essere l’imperativo per una ragazza della mia età.
E io lo stavo facendo, eccome.
Niente regole, solo la voglia di sentirsi libera.
E con lui..potevo essere tutto ciò che volevo, qualsiasi persona, anche me stessa, quella che mi spaventava più di tutte le altre messe insieme.