Conscio del disonore ricaduto sulla sua famiglia dopo la caduta di Voi-Sapete-Chi, Draco si rende conto che tutto ciò che desidera è ormai al di fuori dalla sua portata, e constata che gli oggetti dei suoi desideri sono drasticamente cambiati. Per poterli raggiungere, il mago compie una scelta che si rivelerà terribile.
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"Non farlo, ti prego Harry non farlo!"
Ma Harry, che nonostante possedesse al contrario del suo migliore amico una sensibilità superiore a quella di un cucchiaino, non poteva leggere nella mente del mago, lo fece eccome.
Dopo, non ci fu più spazio per pensare.
La bocca di Harry era calda e avvolgente, e non c’era altro posto al mondo dove Draco avrebbe voluto stare.

Harry e Ron, due amici...o due amanti? Non importa. Draco Malfoy gli rovinerà la vita in ogni caso.

In quel periodo Eren si sentiva come una piccola figura senza forma posta davanti ad un enorme specchio, in questo avrebbe visto ogni cosa.
Avrebbe visto la sua luce ma avrebbe visto anche le tenebre di una persona che aveva imparato ad amare.
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« Hai detto di saper giocare a poker, giusto? » gli domandò Malfoy girandosi verso di lui.
Annuì senza distogliere lo sguardo.
« Bene. E a strip-poker? »
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Come tutti sanno, Harry Potter e Draco Malfoy si odiano.
Malfoy è sempre il solito strafottente, altezzoso e misterioso.
Harry è troppo curioso e non imparerà mai a farsi i fatti suoi.
Cosa accadrebbe se fossero obbligati a stare insieme per dieci ore al giorno?

Light, oramai presidente della azienda del padre, la Yagami Corporation, si appresta a prendere (sebbene controvoglia) l'ascensore. ma non sa che proprio dentro quella "scatola di metallo" come la chiama lui, incontrerà il motivo della svolta che la sua vita sta per subire!

« Tu non hai paura di rimanere solo? »
Il barman si fermò di colpo, senza voltarsi e tenne lo sguardo fisso sui suoi piedi.
« Certo che ne ho paura » disse infine.
« Fai bene, sei un mostro » sogghignò Izaya, sperando di suscitare rabbia nell'Heiwajima.
Shizuo si voltò verso di lui, e si avvicinò, un sorriso compiaciuto sul voltò del moro che si mise seduto, pronto a scattare per evitare un colpo del barman. Tuttavia rimase alquanto deluso quando il colpo fisico non arrivò.
« La differenza è che io non ho scelto di esserlo »
L'informatore rimase in silenzio, punto nel vivo e cercò di mantere lo sguardo fisso su quello del biondo che continuò « Tra i due quello che deve aver più paura di rimanere solo sei tu. Perché lo sei Izaya. Sei solo. » disse sprezzante, sottolineando l'ultima frase.
Izaya rimase nuovamente in silenzio, stringendo i pugni nelle sue tasche.
« Tu e il tuo divertirti con la vita delle persone non fa altro che allontanarle e continuando così resterai solo per sempre. »
« Anche tu sei solo! » esclamò infastidito Izaya, guardandolo con sguardo truce.
« Meno di te Izaya. Io ho mio fratello, Tom, Celty... Tu chi hai? Nessuno »