(In fase di riscrittura)
[Levi x Eren]
[Spoiler per il manga! Riferimenti al VN!]
Per chi nasce in questo mondo, l'amore è qualcosa d'insignificante.
"Una volta, hai detto che sono un mostro."
"Non per lo stesso motivo degli altri."
"Ed ora? Che cosa vedi, quando mi guardi?"
Per chi nasce in questo mondo, la felicità è qualcosa d'incomprensibile.
"Siamo ancora vivi, Levi?"
"Non mi è concesso morire prima di te, moccioso."
"E dopo di me? Sarai ancora vivo, dopo di me?"
Per chi nasce in questo mondo, la vita è qualcosa d'infinitamente fragile.
"Che cosa ti ha fatto Eren? Che cosa ti ha dato per ottenere un simile potere su di te?"
"La pace..."
Accusati di tradimento, molti membri della Legione Esplorativa sono costretti alla latitanza. Dopo sei mesi passati da soli nelle terre perdute del Muro di Maria, Eren è prigioniero di un sogno senza fine all'interno di un bozzolo di cristallo e Levi è l'unico custode di una segreto che vuole convincersi non esista e non sia mai esistito.

Trafalgar Law può diventare una persona veramente insistente, ma rimane sempre un uomo estremamente affascinante.

Una giovane pirata con un orgoglio più affilato della sua spada che nasconde infiniti segreti. Un chirurgo della morte che non vede l'ora di conoscere la nuda (letteralmente) verità. Entrambi sono decisi a non rendere facile l'esistenza dell'altro. Potrà il vasto oceano spegnere il pericoloso incendio che nasconde la vera storia della piratessa di fuoco?
N.D.A.
i capitoli sono stati riscritti (come vedete sono diminuiti) e la storia leggermente modificata. Vi invito a dare una seconda occhiata.

Il contrasto tra i due era evidente: uno taciturno, sarcastico e intelligente; l'altro collerico, distruttivo e intransigente.
Trafalgar Law era libido, Eustass Kidd era destrudo, a tratti si fondevano e ne diventavano parte integrante tutti e due, mi creavano e mi distruggevano, mi facevano anelare la vita tanto quanto la morte in un pericoloso circolo vizioso che ben presto ci avrebbe trascinati avvinghiati nell'abisso...

"Avanti, prova a mangiarla" la sfidai, facendo correre il coltello su quella buccia rossa come i suoi lunghi capelli "Sai come si dice, no? Hai la possibilità di liberarti di me" le lanciai la mela bianca e lei la osservò a lungo, accogliendola tra le sue mani e rendendosi conto di quanto le assomigliasse.
"Sembra buona" commentò con un sorriso e uno sguardo provocatorio.
Ricambiai la sua malizia e attesi con curiosità la sua mossa successiva "Mordila" sussurrai tra i denti "Una di queste al giorno e non mi avrai più tra i piedi. Mi sembra un buon affare, no?"
Ma dopo un attimo di esitazione, la ragazza gettò con decisione la mela a terra, continuando ad inchiodarmi con quel maledetto sguardo magnetico.