Si era trasferita con il corpo, ma la sua mente tornava sempre là. Cambiare aria le avrebbe fatto bene, era quello che sentiva ripetere da mesi. E forse avevano ragione. Perchè anche se il dolore a volte tornava, Erin poteva far finta che fosse tutto un sogno, dove lei non esisteva più. Le bastava essere qualcun altro.
"In her shoes" è la storia dai toni rosa e vivaci, che però cela una vena di mistero dietro il passato dei suoi personaggi. Ognuno di essi ha una caratterizzazione compiuta, un suo ruolo ben definito all'interno dell storia che si svilupperà nel corso di numerosi capitoli. Lascio a voi la l'incarico di trovare la pazienza per leggerli. Nel caso decidiate di inoltrarvi in questa attività, non mi rimane che augurarvi: BUONA LETTURA

In un’instancabile America, Levi Ackerman sta per sposarsi, spinto solo dal desiderio di potere, soldi e gloria. Per farlo, deve fare i conti con il suo passato e con la sua fedina penale sporca. Una sera si ritrova in un bilocale di periferia a sborsare ottocento dollari per far eliminare il proprio nome dall’archivio della polizia e arrivare pulito al giorno del suo matrimonio. Quello che non sa, è che Eren Jaeger è una persona troppo curiosa per rimanere in silenzio dopo aver scoperto dell’arresto di Levi, avvenuto sedici anni prima.
Dal capitolo IV:
«Lo sai, Erwin. Quella parte della mia vita è finita sei anni fa.»
«Lo sai meglio di me che non puoi decidere certe cose di punto in bianco, Levi. Non è un interruttore che accendi o spegni a seconda del tuo umore.»
«Infatti, dopo sette anni passati dietro le sbarre e tre all’università, ho capito che era un capitolo chiuso.»
«Va bene.»
«Cosa?»
«Ti credo e mi fido di te. Se mi dici che hai chiuso per sempre, allora sarà vero. Anche se ho ancora qualche dubbio sulla tua presunta fedeltà.»
|AU||LevixEren||LevixPetra||JeanxEren||Accenni JeanxMarco|

"[..] Le otto e trenta della mattina; Tutto il condominio era in fermento, mai come nelle prime ore dopo l'alba l'energia delle anime era tangibile. Anche i luoghi apparentemente più tranquilli, si caricavano di attesa e frenesia per il nuovo giorno. Tutti quei movimenti e rumori indirizzati verso il futuro, verso un destino sconosciuto che avrebbe potuto rivelarsi da li a pochi minuti. Per gli shinigami non esistevano destini da attendere, non i propri almeno. Nonostante ciò neppure la sua razza, sfuggiva a quella sorta di magia, alla speranza, a tutte le aspettative che sorgevano con il sole. Ai tempi, quando era ancora un esaminando, e poi una matricola, aveva provato quella sensazione. Il William di allora usciva di casa correndo, con il sorriso sulle labbra e l'attesa nel cuore. La gioia mista all'impazienza di chi stava cercando la propria strada, il proprio obbiettivo, la delusione quando questo sembrava allontanarsi, e la sorpresa di incontri inaspettati. Già, incontri inaspettati..[..]"