Evangelina Falier, italiana e figlia di un'antica e ricca famiglia veneziana. Non ricorda il numero certo, ma annovera diversi Dogi fra i suoi antenati. Appassionata d'arte, ha studiato in un'accademia vecchia quattrocento anni.
Quattrocento anni però non li ha il Paese che ha dato i natali a Drew Hartmann, biondo australiano, che da ragazzino scapestrato, amante del surf e stella delle riviste di moda è diventato un celebre attore.
MJ, Mackenzie Julian Hartmann, è il figlio di questa giovane e invidiata coppia, 10 mesi compiuti da poco. "Tutto il suo papà" gli dicono, con qualche strizzatina alle guance.
In comune avevano nient'altro che la passione per l'arte e le loro due città di mare, a due parti differenti del globo.
E ora una casa sulla spiaggia, voli in prima classe, un mucchio di soldi, perfino tanti amici... Sembra tutto perfetto, vero? Eppure dopo il sogno la vita deve pur continuare. Come si gestisce la vita con una celebrità internazionale? Cosa ne facciamo dei fans accaniti, dei lunghi periodi lontano da casa e dei guai che comporta l'amare un uomo decisamente troppo bello?
Non ne ho idea, per cui, chiediamo a loro, nella prossima intervista.

Dovrei fare una lista di tutte le mie pessime scelte.
Probabilmente mi servirebbero molte pagine e molto inchiostro, perché in vent'anni di esistenza il mio tempismo era sempre stato pessimo. (cap. 2)
Com’è possibile che ovunque io vada me lo ritrovi davanti? E per di più con quel suo sorrisino da trentenne sfigato che vorrei cancellargli con una sberla. [...] Vorrei dirti grazie, ma non lo faccio perché tu sei uno stronzo da vaffanculo più che da ringraziamenti. (cap. 3)
“E qui la gente la mandi a quel paese?”.
“Se se lo merita sì”.
“Quindi io me lo sono meritato?”. (cap. 4)
Non lo vedi, signor Cooper?
Sono sbagliata.
Sono sbagliata come la neve ad agosto, come un’insufficienza a ginnastica, come il sole di notte.
Io sono fondamentalmente sbagliata. Sia nel tuo che nel mio mondo. (cap. 5)
Io mi perdo.
Mi perdo nel tuo respiro.
Mi perdo nella tua voce.
Mi perdo nella tua mano che accarezza la mia schiena.
E poi mi perdo nelle tue labbra. (cap. 10)
E allora lo faccio: ti bacio. (cap. 16)

"Quegli occhi, quegli stramaledettissimi occhi che ormai erano un tormento anche nei sogni.
Odiavo il modo in cui si stavano mettendo le cose ma non potevo, né tantomeno volevo (inutile mentire a me stessa), mettere fine a quella situazione assurda."
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-Tesoro si è fatto tardi, torno a casa- dissi
-Va bene- fece per alzarsi, ma lo bloccai.
-Non preoccuparti, continua a studiare. Vado sola- accennai un sorriso e lo baciai castamente sulla guancia, come ormai eravamo abituati a fare da ormai 2 anni come una coppietta del '500.
Uscii dalla stanza richiudendomi la porta alle spalle e andai verso le scale per andar via quando, all'improvviso, mi sentii afferrare e trascinare in una stanza.
-Finalmente eccoti- ed ecco quegli occhi stramaledetti che mi scrutavano con una tale intensità da incendiarmi in pochi secondi.
-Tu sei pazzo, c'è Giulio in camera- risposi cercando di tenere in mano la situazione
-Su una cosa hai ragione... Sto impazzendo- e mi assalì le labbra con la solita irruenza e passione che gli appartenevano.
Completamente l'opposto del fratello minore.
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Victoria conoscerà la nuova compagna di suo padre Richard. La donna ha un figlio di nome Ryan e tra i due giovani si instaurerà una forte intesa, non solo mentale. Tra i due nascerà una forte chimica e tensione sessuale.
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"Non appena lo vidi notai immediatamente la sua bellezza. Era un ragazzo alto e muscolo al punto giusto. I suoi capelli erano perfettamente sistemati a destra ma lui continuava a toccarli con la mano. I suoi occhi azzurri erano fissi su di me, perfettamente in grado di perforarmi. La sua bocca rosea era perfettamente delineata e carnosa, ti faceva venire voglia di avventarti su di essa"

-Ciao- replico io con la voce impastata di un’emozione che ho creduto non avrei potuto mai vivere. Andrea Molinari è il nome del dio greco davanti ai miei occhi.
-Ti ho notata da qualche tempo- inizia lui con un sorriso imbarazzato. Io sgrano gli occhi e sento le mie guance avvampare per l’imbarazzo –Mi chiedevo se ti andasse di uscire con me oggi pomeriggio, sempre che tu non abbia altri impegni-.
Non ci credo! Deve essere un sogno. Non è possibile che il ragazzo più bello della scuola e del paese voglia uscire con me. Una sfigata.
-C-certo mi va- balbetto stupita per quello che mi sta accadendo. Lui tende le labbra in un sorriso timido ed io credo che potrei svenire solo alla vista di quel sorriso che è solo per me.
-Bene. Ci vediamo oggi pomeriggio in piazza alle 16-.
Io annuisco, incapace di proferire qualsiasi parola.

Cosa puoi fare quando l'insicurezza ti blocca? Cosa puoi dire quando la timidezza ti opprime la gola? Come puoi vivere quando attualmente vivi solo di malinconia e depressione?
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«Non abbiamo bisogno di psicopatici appena usciti da istituti per depressi, tornatene a casa Howen»
(N.d.A: tematiche delicate trattate con estrema cura e cautela, realismo)