DAL CAPITOLO 13.
“Hai paura di me Christine?” mi chiese addolcendo la voce e reclinando la testa lateralmente.
“Non mi fai paura” mentii “Lasciami il polso, mi stai facendo male” cercai di mantenere un tono duro per nascondere il reale dolore che provavo al polso. Non gli avrei dato quella soddisfazione.
Qualche secondo dopo mollò la presa e prima che potessi allontanarmi da lui, posò una mano sulla base della mia schiena e a pochi centimetri dal mio viso mi disse:
“Non finisce qui, avrò ciò che voglio…e voglio te”
Inghiottii rumorosamente e lui sorrise beffardo prima di allontanarsi da me. Mi diede le spalle e girò il capo ancora una volta in mia direzione salutandomi aprendo e chiudendo la mano come un bambino, che di innocente aveva ben poco. Non riuscii a muovere un muscolo, restando lì sul marciapiede a guardarlo mentre entrava in macchina e sfrecciava via. Quel ragazzo mi terrorizzava, soprattutto perché non potevo prevedere la sua prossima mossa. Era pericoloso e se volevo continuare a vivere in pace dovevo stargli lontana.

Il cellulare continuava a squillare, senza sosta. Non voleva sentire nessuno, non voleva rispondere. Quello che gli era appena successo, era stato un bel colpo basso ma, soprattutto, gli aveva spezzato il cuore.
-Mmh, pronto?- Si decise a rispondere, dopo cinque buoni minuti.
-Zayn, finalmente! Che fine avevi fatto?- Chiese il suo migliore amico, dall’altra parte della cornetta.
-Ero sotto la doccia.- Mentì, bevendo un altro sorso di birra.
-Mi hai fatto preoccupare.- Sospirò l’altro.
-Cosa vuoi, Liam? Perché mi hai chiamato?- Tagliò corto l’altro, alzandosi dal divano ed andando verso la finestra.
-Stasera c’è una festa, a casa di Harry. Sai, penso che tu ti debba riprendere, odio vederti così.- Rispose, sperando che davvero il suo migliore amico accettasse.
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-Lei è come il veleno. Fidati, amico. Più le stai lontano, più è meglio.- Disse il castano, rientrando in casa.
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-Se tu fossi la mia droga, mi farei sempre.- Sussurrò lui, mordendole delicatamente il collo.
-Peccato che sono veleno, e ti uccido.-

Sono una ragazza che odia le ragazze, vivo con i maschi, vivo col sesso opposto, qualunque essere vivente del mio stesso sesso mi fa schifo. Perché? Oh, non è difficile, le ragazze sono tutte uguali, smalto, colore rosa, accessori, niente videogiochi che non siano delle barbie e niente calcio, praticamente uno schifo. Io amo giocare a calcio, amo giocare ai videogiochi e odio il rosa.
Questa è la protagonista di questa storia, una ragazza che sin da piccola ha lavorato duro per poter vivere, il suo non è un bel lavoro ma deve farlo.
Possono cinque ragazzi che l'hanno sempre usata diventare quegli amici che l'aiuteranno ad uscire fuori da un brutto giro?