Dal testo: "Scivolo di spalle per terra, facendomi sostenere dalla parete. Ora, finalmente, anche le mie lacrime possono sgorgare senza dover chiedere permesso.
Il cielo sopra di me comincia a tuonare e ad incupirsi.
Il pensiero di lei mi rattrista. Il modo in cui è andata via, i suoi occhi che bruciavano di rabbia mista a rancore. Quell'immagine incupisce il mio cuore, come le nubi grigie ricolme di pioggia, che offuscano questo cielo, finora limpido e stracolmo di stelle. Ci sarà tempo per noi un giorno, forse. Un giorno, quando le mie paure saranno scomparse insieme alle tue. Un giorno, se mai verrà, quando o se deciderai di perdonarmi e capire le mie stupide motivazioni. Nel frattempo, angelo mio rincuorati, in questo dolore che stralcia le anime, non sei sola a combattere e soffrire. Questo dolore di cui stessa sono la causa. Un giorno ripenserai a me e la rabbia forse si tramuterà in altro. La tua delusione non sarà più così lampante e riuscirai a vedere semplicemente la ragazzina idiota, che ha commesso il grave errore di non combattere per te."

Dal sesto capitolo:
“ La mia testa mi ordina di restare con lei, ma io voglio uscire. Voglio liberarmi di queste catene. Voglio seguire questa melodia. Eliza mi sta chiedendo di lottare per la mia libertà. Io non ne sono in grado. Io sono una schiava e non so come si combatte per riconquistare la propria vita. Eppure, voglio seguire questa promessa. Per la prima volta in due mesi, voglio fidarmi.”
Sono due mesi che Alycia non esce di casa. Due mesi che lotta contro qualcosa di traumatico che le ha devastato la vita. Riuscirà Eliza a riportarla in vita e ad aiutarla ad affrontare il dolore che la trascina, ogni giorno, sempre più a fondo?
[Eliza Taylor x Alycia Debnam-Carey]

«Ehi, no!» esclamò Eliza, ma non poté fare nulla. La vide gettarsi giù.
«Eli, la polizia è qui. Ma che succede? Dov’è?» chiese Alycia, entrando improvvisamente. Quando intuì cosa era successo, si portò le mani davanti alla bocca, inorridita. Eliza si voltò verso di lei. Il bambino che aveva in braccio era scoppiato a piangere.
«E ora che faccio?».
[Elycia]