Oliver ha perso molto: famiglia, società, casa. Gli rimangono pochi punti fermi, tra cui le sue convinzioni e i suoi amici. Lì stanno tutti i suoi affetti ora. Il viaggio in se stesso compiuto durante la battaglia contro Slade e il suo esercito gli aveva fatto capire la natura e la portata dei suoi sentimenti verso di lei, la sua luce, Felicity. Tuttavia, l'inganno messo in atto per catturare l'assassino di sua madre aveva minato le fondamenta del suo rapporto con lei. Oliver non è più sicuro di nulla, mentre un nuovo ostacolo già si profila all'orizzonte.

[Olicity]
“Non andartene.”
La sua misera, patetica supplica, sussurrata nell'aria della stanza, si perse nello spazio fra i loro corpi.
“Se davvero vuoi che resti, Oliver, dovrai impegnarti un po' di più. I tuoi occhi da cane bastonato non sono sufficienti.”
“Ti voglio.” Prese un respiro profondo. “Cioè, voglio che resti,” si corresse.

607 parole di una sera qualsiasi, collocata dove voi preferite con l'Undicesimo Dottore, passata nella biblioteca del "nuovo" TARDIS.
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“Rose Tyler…” Le sorrise scuotendo la testa, i due volti vicinissimi tra loro “Sai che questi sono segni di pazzia?”
“E allora?”
“Rose, tu non sei reale. Non lo sei mai stata, davanti a questo nuovo me.”
“Ne sei sicuro?”

attenzioneeee.. questo si svolge sopo il finale della seconda stagione

Il Dottore si sciolse dal suo abbraccio e le sorrise, un sorriso dolce e triste allo stesso tempo.
< Sono felice che tu sia qui, Rose >.
E se non ci fosse stata nessuna metacrisi umana del Dottore?
Dal capitolo 13:
Si sentiva come tirato da entrambe le parti e non era affatto una sensazione piacevole. Rose e River, River e Rose... meglio di no.

"Alla fine, Felicity l’aveva scoperto una volta rimesso piede nel “covo del Team Arrow”: mentre sopra le loro teste una ditta aveva velocemente sistemato il club ed i pochi danni subiti, nel sottosuolo – al sicuro da ogni sguardo, sussurro, pensiero – Oliver Queen dava sfogo a tutta la sua frustrazione rimettendo insieme i cocci della loro base, di ritorno da chissà quale esotico rifugio.
Era la prima volta che rivedeva il suo capo, dopo il funerale. La terza, da quando l’Arciere Nero aveva raso al suolo un quarto di città. Con tutta la buona volontà, non era riuscita a cancellare dalla mente lo sguardo e le dure parole che le aveva rivolto una volta rientrato alla base insieme a John, uno la spalla dell’altro, stringendo i denti nel loro dolore."
Olicity smut, Olicity feels, Olicity in my heart.

[...] ma Rita, Rory e probabilmente anche Amy, la curiosa e cocciuta Amy non immaginano neppure che lui la sua paura deve fronteggiarla ogni giorno, ogni notte, in ogni singolo istante di spazio e di tempo, che deve conviverci senza possibilità di scelta e che semplicemente non può permettersi di voltare le spalle e scappare – in questo caso no.
[ spoiler 6x11: 'The God Complex' ]

«Eccoti lì» declamava intanto l’improbabile personaggio, «Rose Tyler. La meravigliosa, mordace, maturanda Rose Tyler!» Rose sgranò gli occhi, mentre l’altro si fermava a due passi da lei, si chinava a studiarla portando le mani sulle ginocchia e arricciava il naso come per annusarla. «Perché mi aspettavo che avessi i capelli sciolti? Non fraintendermi, mi piacciono i codini. I codini sono fighi. Come i papillon. Ignorami, devo smetterla di farmi aspettative sui capelli della gente.»
[ ... ]
«Era come te. Era proprio come stare con te.»
«Rose...»
«No, Dottore, dimmi la verità. Quand’è stata davvero la prima volta che ci siamo incontrati?»
[ spoiler 6x13: 'The Wedding of River Song' ]

“Non posso continuare a sognarti,” dice, e lei si gira verso di lui, i suoi capelli ricadono sulle sue spalle dolcemente ma i suoi occhi sono maliziosi. Sta ridendo di lui. Avrebbe potuto saperlo. Eleven/Rose (link della storia originale: http://www.fanfiction.net/s/6316817/1/last_night_I_dreamt_somebody_loved_me)

Un piccolo racconto "telefonico"... perchè è san Valentino e non c'è giornata più adatta per "spruzzarsi" addosso un pò di romantico rosa!

*STORIA REVISIONATA E PUBBLICATA SU AMAZON*
Chiara accusò malamente il colpo, sapendo che lui l’aveva azzeccata in pieno. Era proprio così: oscillante tra i grandi autori che studiava e le banali storielle d’amore su cui sognava – libri di scarse pretese, Harmony, fanfictions -, lei aveva dovuto ammettere che la realtà non poteva mai competere con l’immaginazione, e non era riuscita ad accontentarsi, nella sua esistenza. Così, aveva finito per non avercela quasi, un’esistenza: pochissimi amici, con cui non usciva molto, poche relazioni naufragate di fronte alla sua incapacità di amare gli uomini di carne come amava quelli di carta, poco di tutto. Tranne che di parole. E di amore, che finiva per riversare sulle parole.

Vi è mai successo di sbagliare numero di telefono? Almeno una volta nella vita, di sicuro. E se quella fosse stata la volta giusta...?