[Challenge]
Dopo essere stato mesi senza vederlo, Mika decide di invitare Morgan a casa sua per far tornare le cose com'erano prima di quel bacio.

In un universo parallelo, è il 1991 e Mika si ritrova ad insegnare inglese in un istituto di Monza.
[I rating variano da capitolo a capitolo]

"Le cose migliori della vita capitano per caso. Mi piace tutto ciò che è assurdo, cerco l'assurdità nella vita, perché dall'assurdità viene la tolleranza e dalla tolleranza viene la felicità."
Una raccolta di pagine, di date, di momenti importanti di due artisti così diversi eppure così simili.
[I rating cambiano da capitolo a capitolo]

-Non si bussa nemmeno più, M-
Non ebbe neppure il tempo di terminare la frase che Mika gli si avventò sul collo, mozzicandolo e iniziando a succhiare.
-Come mi hai chiamato prima
Chiese staccandosi per due secondi dalla sua pelle chiara.
-Stai scherzando, vero?..
Rispose ironicamente l’altro sorridendo.
-Sai benissimo che non è così, caro Marco.
Il suo vero nome avevo tutto un altro effetto su di lui, e poi pronunciato con quell’accento britannico lo faceva impazzire. Mika continuò con il succhiotto come se non vedesse l’ora di fare altro, di azzannarlo, di strappargli la pelle, di farlo suo. Morgan gemette per il dolore, o forse per il piacere, solo lui lo sapeva.
-Micheal, non qui.
Ed ecco anche il suo vero nome pronunciato dall’uomo che peggio lo provocava e voleva in quel momento.
-Stai zitto.

La loro sintonia era ovvia, evidente e quando avevano cantato insieme, era stato un successo enorme. Mai aveva provato una gioia simile in tutta la sua vita e sapeva come le cose non sarebbero mai potuto essere le stesse una volta che Michael fosse partito. E in effetti era così, ma lui era partito e poi era tornato per il programma televisivo della Daria Bignardi e poi era di nuovo partito, lasciandolo nella triste Milano da solo. Quella era l’ultima volta in cui lo aveva visto. Lo sentiva spesso, praticamente tutti i giorni e lui gli parlava in francese, facendo impazzire Marco che di francese non sapeva una sola sillaba.
“Mi manchi” gli aveva detto, buttandolo così.
“Anche tu, pazzo! Io verò in Italia presto, ti prometo”.
[Mika & Morgan] RACCOLTA ONE SHOT

"i nostri sguardi si incrociano continuamente, credo si vogliano dire molte cose, che però in questo momento rimangono sopite e sospese nei nostri pensieri."

Dal testo: "Giuro che all’inizio non c’era alcuna malizia nel mio gesto, ma quando la mia adorabile collega gli sventola una mano davanti alla faccia per richiamare la sua attenzione, non posso fare a meno di notare cosa stesse fissando incantato e di ghignargli provocante.
...
Apre la porta e, non appena scivolo all’interno mi sbatte contro il muro, impossessandosi famelico delle mie labbra.
...
“Morgan, che c’è? Perché tu non lascia me in pace?” alla fine è stanco, gli ho fatto perdere tutta la pazienza e si è arrabbiato.
...
“Perché tu sei diverso da tutti quelli che ho conosciuto” si ferma, ma non si gira, e per questo gli sono grato. Non riuscirei a dirgli queste cose in faccia, molto meglio fissare lo sguardo sulla sua figura slanciata o sulle spalle solide."
Mikorgan
Le recensioni, anche negative, sono molto gradite.