Recensioni per
Minuetto
di SherryVernet

Questa storia ha ottenuto 531 recensioni.
Positive : 531
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
21/07/20, ore 19:17
Cap. 5:

Cara Sherry!
Poche parole per raccontare un momento e una complicità ludiche, stavolta. Milo e Camus non sono più bambini, ormai, ma sono adulti e a Camus tocca allenare il buon Hyoga, ma che genialata è guardare con un pizzico di ironia al modo molto “da manga” con cui il cigno evoca il suo potere? Al di là del talento di Hyoga per il balletto, tuttavia, c’è la complicità tra Camus e Milo che emerge. Il primo, più severo, ma qui lo definirei “bonariamente severo”, si occupa di sgridare Milo che forse si diverte alle spalle del più giovane e volenteroso allievo. Sono amici, però, anzi di più, dato che Milo è sotto le coperte e vorrebbe invitare Camus a fare altrettanto.

Non ci è dato sapere cosa succederà, ma dal tono in cui Camus si rivolge a Milo e dal legame evidente tra i due probabilmente la fine è abbastanza intuibile! Rispetto alle altre drabble, qui c’è una preponderanza dei dialoghi tra i due cavalieri a discapito delle descrizioni. L’unica presente è quella relativa a Hyoga fatta da Milo, che ha “cattivi” propositi per la serata. Questo escamotage non a tutti riesce, ma nel tuo caso si rivela perfetto e calzante per dare dinamicità alla scena e rendere il legame dei due da adulti, dato che nelle scorse drabble li vedevamo bambini con un comune destino. Inoltre, c’è questa vena di ironia che a me piace moltissimo, perché scherzare insieme, ridere insieme, condividere qualcosa è il primo passo per una relazione che sia amicale o d’amore o d’entrambe. Ora però mi hai messo curiosità… Corro all’altra drabble! **
Shilyss

Recensore Master
17/07/20, ore 15:33

Cara Sherry,
Mi sono sciolta e sono contenta di aver deciso di recensirti entrambe i capitoli, perché sono speculari e collegati – come si evince anche dal titolo – e meritano un commento unitario fatto, se possibile, a distanza ravvicinata. Ora, mi piace immensamente come hai descritto qui Camus. È un prodigio, è l’allievo che tutti vorremmo. Un guerriero abile ma dal cuore grande, sebbene per ora sia soltanto un bambino, ma com’è che si dice? Il buon giorno si vede dal mattino. In questo tripudio di positività (che strutturalmente apre e chiude la drabble), c’è però un sottile spazio per l’angst. Il futuro acquario deve necessariamente andare tra i ghiacci ad allenarsi e le puntate nella madrepatria greca sono sporadiche. Eppure sotto quel sole c’è Milo, quel calore da non dimenticare – perché se si dimentica anche la grandezza viene meno, per via di quello che dicevo nella scorsa recensione: un cavaliere è tale nell’animo, prima che con le abilità fisiche (che comunque ci devono stare). Nel ritorno sempre più difficile di Camus vedo un messaggio opposto: ritornare tra i ghiacci è difficile, perché Camus sa che deve compiere il suo dovere lontano, ma anche ritornare in Grecia lo è, perché poi se ne dovrà riandare via da Milo e dalla loro amicizia che rimarrà congelata per dei mesi.

La grandezza del cuore di Camus è pari, a mio parere, solamente alla nostalgia che prova per il legame che lascia in Grecia – di nuovo, mi ripeto: combattiamo per noi stessi, ma ci sacrifichiamo per gli altri, per proteggerli, per aiutarli, per garantire libertà o salvare la vita. Trovo bellissima l’associazione tra l’intelligenza vivace di Camus e il potere che lo rappresenta, perché offre l’immagine che questo piccolo genietto sia tutt’uno col suo potere, tanto che le associazioni mentali che ricorrono per descriverlo sono tutte ascrivibili proprio a questo. Si tratta di un dettaglio capace di rendere prezioso il testo, messo lì e studiato ad arte, che apprezzo moltissimo. La cura di questa raccolta la rende preziosa, lo studio nei capitoli per renderli coesi e coerenti, quando non legati come questo e l’antecedente, è assolutamente visibile e io ti faccio i miei più sentiti complimenti, come sempre (e scusa per il ritardo agghiacciante, ma ieri ero un po’ fuori di me).
Shilyss

Recensore Master
17/07/20, ore 15:12

Cara Sherry,
La vita è quello che succede mentre fai altri progetti (chi lo diceva?) è il riassunto della giornata di ieri, che pensavo ingenuamente di dedicare alla lettura delle storie online. Torno qui in modalità 2:1. Le tue drabble sono così pregne che dire tanto si deve e si può: Milo è giovane, un giovane apprendista e il suo maestro gli insegna storia e letteratura. E io qui già entro in un brodo di giuggiole, come si suole dire, perché per forgiare un cavaliere che sia degno non bisogna soltanto fargli usare le armi e sviluppare il suo corpo affinché sia pronto ad affrontare il nemico, ma anche curarne lo spirito e instillargli quei valori che lo rendano cittadino (o cavaliere), che gli diano consapevolezza di sé e del mondo. Ecco quindi che per ottenere un guerriero abile e degno occorre che sappia e che studi – che bell’insegnamento in una drabble, che il cammino per essere cavalieri passi anche attraverso le arti e la conoscenza. L’altro grande insegnamento che il maestro offre è quello del dolore. È ferito a un fianco, ma sfrutta l’occasione per impartire l’ennesima lezione di vita – ma in fondo, io credo, tutto è una lezione di vita.

Il concetto di dolore come conoscenza è però l’elemento che permette a Milo di indagare abbastanza da scoprire cosa effettivamente lo addolori e per conoscere, appunto, la propria anima: Camus, l’amico assente di cui sente la mancanza. Il modo in cui il bambino impara a conoscere se stesso è dolcissimo e il sottotesto carico di significato, perché nell’insegnamento che Sargas dà c’è la centralità dell’altro nella nostra vita, c’è il concetto di uomo come animale sociale che deve vivere con gli altri e per gli altri, anche semplicemente per avere uno scopo come la trasmissione della propria eredità attraverso i figli o nel portare avanti un progetto o un ideale, come appunto per i cavalieri. Non mi sono soffermata su un altro degli insegnamenti di Sargas: la vita fragile e preziosa e la vanità della morte. Se l’ultimo mi fa tornare alla mente le danze macabre, la prima è particolarmente interessante proprio perché si inserisce nel concetto di educazione e creazione dell’uomo perfetto, che togliendo la vita ai nemici deve essere cosciente, a sua volta, di quanto il dono che va a sottrarre sia unico e, appunto, prezioso. Bellissima, come sempre.
Shilyss

Recensore Master
29/06/20, ore 18:31
Cap. 2:

Cara Sherry!
Bisogna partire dall’inizio, hai ragione. Da un bambino mandato via che, solo con la sua valigia, ricorda gli eroi della tradizione dickensiana, soli e senza nessuno, che si presentano con la loro dignità infantile e adulta insieme a bussare davanti a porte estranee da cui non sanno che cosa aspettarsi in nome di un destino che altri hanno scelto per loro. E in effetti così è. La confusione di Camus è tale che scambia la mela per Milo e non comprende che il bambino gli sta offrendo da mangiare e la propria amicizia; tuttavia il modo in cui lo hai scritto “offrendo anche sé stesso” presuppone due cose: mi fa venire in mente il vincolo cavalleresco dell’amicizia, che questo fandom mi fa sempre rievocare con estremo piacere, e il legame familiare di cui entrambi sono privi e che si ricrea con la famiglia “scelta”, dato che Milo è più caldo del sole greco e mostra subito a Camus, più freddo e stupito e disorientato, la generosità, la spontaneità e una naturalezza che spiazza anche il lettore. L’intera scena è avvolta da una luce puramente estiva e accecante che contribuisce a isolare ancora di più il piccolo Camus che a stento capisce dove si trova e credo non ne conosca il motivo. Ciò che conta, però, dato che qui i personaggi sono ancora due regazzini piccini picciò, è la predisposizione all’amicizia e un destino comune, una famiglia d’elezione. Insomma, mi hanno fatto dire “awwww <3”.
Un caro saluto e a presto ^^
Shilyss

Recensore Master
29/06/20, ore 18:14
Cap. 1:

Cara Sherry!
Dopo aver evitato, come Neo nella scena iconico-trash di Matrix, la doppia visita parentela, eccomi a imbarcarmi in questo tuo progetto. Già la citazione da Carroll contribuisce a proiettarci in un vortice o in una danza in cui tutto è possibile, mentre la premessa è una regola del ballo solamente all’apparenza. E se fosse, mi chiedo, una dichiarazione d’intenti, un sommario nascosto sotto una drabble? Se fosse un inseguirsi e un cercarsi dei personaggi che, come durante la danza, ballano tra loro e nella pista con altri? La sala diventa la pagina bianca dove l’autore si diverte a intrecciare, creando mondi e relazioni o guardandole più in profondità. Eppure c’è anche la trama perché “con piccoli passi e gesti minuti” Milo danzava con Camus il loro minuetto,” per citarti. E questa frase non è esattamente neutra: Milo conduce Camus – o, almeno, su di lui è il focus – il loro minuetto, che non è di tutti, ma unicamente quello della coppia determinata che potrebbe avere regole leggermente diverse e personali rispetto a quelle, note e ribadite nei versi antecedenti, degli altri, della massa indistinta che lasciamo diventi sfocata mentre ci concentriamo su loro due. Corro all’altro capitolo.
Shilyss

Recensore Master
08/05/20, ore 19:18

Ce li vedo molto a fare coppia questi due, come dici tu, con Camus che individua il nemico, Milo intento a sciogliere le lingue più reticenti, e via!
Mi è un po' più difficile immaginare Camus a ballare, ma, in fondo, perché no? Mi hai dato una nuova versione di questo personaggio :)
E Milo dimostra un lato caratteriale tipico degli Scorpioni: la gelosia, che comincia a manifestarsi, ehehe!
Leggo di questi due in ogni tenuta, anche nelle versioni in cui formano una vera e propria coppia, non solo di combattenti, e devo dire che è piacevolissimo ^^

Recensore Master
08/05/20, ore 19:13
Cap. 6:

Eccomi qui, team Aiolos, non certo Saga (che, ad onor del vero, lo odio discretamente, per dire un eufemismo). Ho apprezzato l'idea della tripartizione, anche se non mi spiego come Milo abbia scelto Saga ( e non se lo spiega neanche Camus). Da questo scritto, presuppongo che Camus abbia scelto invece Aiolos (anche nelle mie fic Aiolos è stato molto importante per Camus), anche qui, per quale motivo? la nobiltà d'animo? Il fatto che Camus, a posteriori, nutrirà grandi dubbi per il Grande Sacerdote?
"Perché conosce il dolore"... vero! Ma Aiolos, martire per Atena, lo conoscerà ben presto, morendo per aver difeso la dea, proprio per mano di Saga di Gemini. Interessante motivo di riflessione :)

Recensore Master
08/05/20, ore 19:08
Cap. 5:

La solfa del balletto di Hyoga... effettivamente mi sono sempre chiesta da chi l'avesse ereditata visto che Camus non la dimostra ma il Cignetto si. L'ho trovata spassosa questa piccola perla, me li sono figurati proprio mentalmente. Suvvia, Hyoga ha il suo fascino quando "balla", certo, il nemico farebbe in tempo ad attaccarlo a tradimento e sconfiggerlo, ma pazienza XD non è il solo a fare tutti i movimenti prima di attaccare, ahaha, certo, in Hyoga questo suo lato viene spiccatamente rimarcato più e più volte (mi viene in mente lo scontro all'ottava casa, quando Milo sorride irriverente). XD

Recensore Master
28/04/20, ore 10:30

Dopo Milo e il suo maestro, poteva forse mancare Camus? Ma certo che no!
Hai descritto in pieno il personaggio in poche righe, davvero incredibile, è stato proprio come vederselo lì, in un lampo, e ne sono rimasta abbagliata, davvero!
"Il difficile è non dimenticare il calore", quanta saggezza in queste poche righe! Camus è esattamente così, perpetuamente in ballo tra il freddo esterno e l'immenso calore che tiene dentro (come l'Islanda, mi verrebbe da dire, è il paragona più incalzante), in fondo, il segreto è proprio questo: tenere sotto campana una piccola fiammella mentre fuori imperversa la tempesta. E Camus, come ripeti tu, come credo anche io, ha un cuore immenso... mi trovi completamente concorde su questo!
Bello, davvero bello, sento che questa raccolta mi regalerà un sacco di emozioni! ^^

Recensore Master
28/04/20, ore 10:24

Partiamo proprio dal principio, trovando un ancora piccolo Milo alle prese con il dolore e con gli allenamenti del suo maestro, mi sono sempre chiesta se i Gold avessero maestri o fossero predestinati, la versione che ne dai tu, con questo Sargas (bellissimo nome, a proposito!) mi ha pienamente convinta.
Da quanti ho capito, è un tuo OC? :)
E ora sappiamo finalmente anche perché Milo, almeno nella versione italiana, ama ripetere "il dolore ha un colore", che trovo incredibilmente calzante. Milo è un tipo molto "fisico" sente la mancanza del suo amico, è chiaro, tra i due è lui quello più espressivo e in grado di manifestare quello che cova dentro, non certo Camus! Sono adorabili proprio per questo! :)

Recensore Master
28/04/20, ore 10:19
Cap. 2:

Dunque, essendo grande estimatrice di questi due, parto da qua e, come ho già fatto con altre, data la lunghezza delle tue drabble, ne recensirò più di una, iniziando proprio da qui.
Intanto, complimenti vivissimi, voi, che riuscite a racchiudere tutto in così poche parole, avete la mia stima; io, lo ammetto candidamente, non ci riuscirei, non mi sono mai cimentata, è vero, ma... sono prolissa nella scrittura, i testi brevi non fanno per me, li renderei mancanti di qualcosa, temo.
Veniamo ora al loro primo incontro, che dire, tenerissimi, il raffronto tra Milo e la Mela è matematico, così come l'offrire sé stessi, Milo/Milos/Melos significa proprio mela, in greco, quale migliori modo per incontrarsi, quindi, che non porgere questo frutto? Ho trovato anche l'inchino di Camus adatto al personaggio, così fine ed elegante, mi è piaciuto davvero molto! ^^

Recensore Master
10/04/20, ore 13:26

Ciao!
Nello scorso capitolo abbiamo appreso come Milo riempisse la propria solitudine parlando con chiunque gli capitasse a tiro; qui, invece, vediamo che Camus colma i momenti vuoti osservando
A differenza del suo parigrado Aquarius non ammetterà mai il vero motivo per cui lo fa, ma le constatazioni sulla dimensione troppo grande dei propri spazi ne sono una sottile spia – inconscia e composta, esattamente come lui.
Ho molto apprezzato questo confronto, giacché mostra in maniera netta e, al contempo, delicata le due facce di una stessa medaglia.
A presto!
Irene 
 

Recensore Master
28/03/20, ore 16:28

Ecco, il tempo. Ne abbiamo fin troppo in questo periodo e non sappiamo cosa farne. Parlo per gli altri, naturalmente. Dal momento che io sono sempre stata molto brava a trovare modi per impiegare il mio tempo. Il tempo scorre diversamente, che tu sia un bambino, un adulto, un anziano. Ritrovo in questo breve componimento un accenno a quel meraviglioso passo dell'ecclesiaste. Un invito a saper attendere, attribuire il giusto valore ad ogni momento, ad accettare l'inevitabile scorrere degli eventi. Entro in questo sito molto, molto raramente, ma solo lieta di averti ritrovata in veste di scrittrice. Un abbraccio
(Recensione modificata il 28/03/2020 - 04:28 pm)
(Recensione modificata il 28/03/2020 - 04:29 pm)

Recensore Master
18/01/20, ore 20:11

Ciao!
Anch'io condivido l'idea che Milo sia un gran chiaccherone: uno che ha bisogno di esprimersi, stare a contatto con le persone, condividere ciò che gli passa per la testa. Da adulto, ma anche - e soprattutto - quand'era bambino. 
Tuttavia, con la gente "comune" non è possibile esternare faccende riguardanti cosmo, dovere e battaglie: anche se non fosse coperto da segreto, il il mondo dei Saints risulterebbe comunque incomprensibile agli occhi di chi cavaliere non è - e mai lo sarà.
Da qui, il senso di solitudine che io credo abbia provato il piccolo Scorpio, e il suo tentativo di arginarlo riempiendo l'aria di parole. 
Un'immagine davvero molto carina, che nell'attacco iniziale pare quasi una filastrocca!
A presto, 
Irene. 
 

Recensore Master
15/11/19, ore 14:28
Cap. 1:

Ciao!
Amando visceralmente e senza riserve la coppia Milo-Camus (nonché entrambi, presi singolarmente), non ho potuto che leggere con estremo piacere questa raccolta. È uno di quei lavori che rimpiango di non aver potuto seguire interamente: ogni pezzo di esso è come un flash a sé stante, una foto che compone l’album. Il senso di umanità e quotidianità che, pur trattando di un universo del tutto avulso dalla normalità, traspare da ogni singolo tassello, scalda il cuore. Mi fa sentire più vicina ai miei personaggi preferiti, e anche a coloro i quali gli muovono attorno. Non la so descrivere molto bene, ma è una bella sensazione. 
In ritardissimo, ma ti seguo (e scusa per la pochezza della recensione)! 
Irene.