Recensioni per
Minuetto
di SherryVernet

Questa storia ha ottenuto 531 recensioni.
Positive : 531
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
14/11/16, ore 22:04

Troppo sesso?
La mia risposta è pronta (ti prego di perdonare la poca delicatezza) :
MA MANCO PER IL CAZZO.
Ecco, l'ho scritto, mi sento meglio! Io e le parolacce andiamo tanto d'accordo, che ti devo dire...
Comunque, direi che in questa shot abbiamo raggiunto e centrato il punto: Camus, apparentemente sempre gelido, che è invece come la Siberia che se la si sa rispettare si svela in tutta la sua bellezza, e Milo, senza pietà come il deserto, bellissimo, immenso, che lascia poca tregua.
Sono complementari e perpendicolari, sono l'incastro perfetto del puzzle.
Aggiungici poi che sono due fighi da paura che solo a vederli sviene mezza sala appena entrano e che hanno una forza fisica impensabile per un comune essere umano.
E stai ancora qua a chiederti com'è che scopano come conigli? ^_^
Massì, massì, in fondo hai ragione, una coppia non può sempre stare tra le lenzuola. Hanno anche i bambini a cui badare e gli amici con cui andare ad ubriacarsi e a ballare, questi due.
Urge una shot con la Camilo che elargisce consigli amorosi.
Ubriachi magari
In discoteca magari.
E niente, io la butto lì.
Ciao!

Recensore Veterano
14/11/16, ore 21:53

Dalle mie parti, quelli come Camus li chiamiamo bronse coerte, letteralmente 'braci coperte'. Fanno tanto i tranquilli, passano inosservati, ma in segreto ne combinano una più del diavolo. E le sue mani da signorino, probabilmente anche con meno calli rispetto a quel che ci si aspetterebbe per un guerriero, le mani di un pianista, sempre fredde - diventano bollenti quando arriva qualcuno a scoprire le braci e a ravvivarle un attimo.
E Milo, che è come il deserto - caldo nel quotidiano (e pure hot as hell esteticamente parlando), gelido all'evenienza - conosce bene il suo pollo (calzante, trattandosi di un francese) e conosce la bronsa che si nasconde sotto al ghiaccio... sa esattamente come riaccenderla e godere al massimo del suo calore.

Troppo sesso? Non c'è mai troppo sesso! (cit. il mio DM interiore, che nuovamente approva le azioni del tuo).
Che poi suvvia, non è che non scrivere di sesso implica scrivere angst dolorosissimo... il fluff è sempre estremamente gradito su questi lidi! u_u
JudithlovesJane

Recensore Master
13/11/16, ore 23:08

Per rispondere alla tua domanda, sì il cirillico è pari al geroglifico quindi sarebbe meglio una traslitterazione...
Dai dai che facciamo arrabbiare il Putin X'''D
Sono reduce da una giornata di traslochi e sono sfinita. Devo resistere ancora due giorni.
Minchia che sbattimento.
Perciò capisco benissimo il Camusino che quando si scazza di tutto e tutti se ne va da Milo, che quello non c'ha mai un caspio da fare (???) e quindi può dedicarsi completamente alla sua gelida persona.
Aaaah che bello un pò di sanissimo porn!
Se non fossi così stanca andrei a scriverne un pò anche io! Questo secondo capitolo nun s'ha da fà TT_TT
Congratulazioni per essere arrivata al quarto! Direi che ti meriti il quarto di pizza <3 Per quanto riguarda il resto...gioisci! Chi vuol esser lieto sia, di doman non v'é certezza u_u
Ok, la smetto di scrivere castronerie e me ne vado a dormire che è meglio...

p.s. dì al DM interiore che le threesome solo se c'è Kanon di mezzo. O Aiolia.
...
OH NO AIOLIA NO *va a fustigarsi*

Recensore Veterano
13/11/16, ore 21:51

Ancora erotismo, ancora un amore appassionato eppure così pulito. Non perché non lo racconti in modo grafico. Nossignore. Il tuo modo di trattare l'erotico in questa raccolta sembra sempre volto al fine di mostrare qualcosa di questi personaggi, della loro relazione, senza retorica e senza melenserie, pur in una prosa così raffinata. Dopo la battaglia la maggior parte dei soldati cercano l'amore, comunemente per l'esaltazione dell'adrenalina o per gioire di essere vivi, di averla scampata. Camus va da Milo come a confessarsi, a farsi togliere il gelo e la morte di dosso, la morte che ha inflitto e che gli ghiaccia l'anima. Camus è vagabondo, Camus appartiene a molti luoghi ed a nessuno; però appartiene a Milo, come Milo appartiene a lui, perché gli si concede. E Milo sa come prenderlo, lo capisce, sa riscaldarlo e sa trattenerlo quando Camus ha bisogno di essere trattenuto. Ce lo racconti raccontandoci anche una scena di sesso, certo. Ma le gambe di Milo intorno ai fianchi di Camus riassumono una storia assai più lunga e complessa, dicono tante tante più cose dell'amore.
Mi piace come rimanga anche fra le lenzuola l'amicizia, la profonda comprensione, l'esserci l'uno per l'altro quando l'altro ne ha bisogno, come appoggio e riferimento. Ci stai mostrando un ritratto ricco e coerente questi due uomini amici e fratelli d'armi da una vita, che si sono amati da sempre di un amore profondo anche prima di saperlo. Poco importa che sia a letto, nei giochi che dividevano da bambini, o nella battaglia.

Recensore Veterano
13/11/16, ore 21:15

Camus è un Saint nomade, diviso tra più terre e più amori - la Siberia che l'ha cresciuto e dove sta crescendo altri, e qualunque luogo dove in quel momento si trovi Milo, di solito la Grecia. E Milo è come l'ago del compasso, un punto fisso a cui tornare sempre, perché anche il vento ha bisogno di una casa dove riposare le proprie stanche membra. 
E a quell'ago il nomade Camus ritorna quando può e ogni volta che il cuore comanda; quando il freddo nel suo animo si fa troppo pungente, il metallo della Cloth troppo gelido, allora ritorna da chi può scaldarlo, da chi può ricordargli com'è essere umani. Un confessore che non impone penitenze, un amante che non domanda, semplicemente è lì quando ne ha bisogno. E può afferrare il vento, anche quello freddissimo dell'Estremo Nord.

Un quarto d'opera è più di quanto io sia mai riuscita a fare in quest'ambito - non per niente mi sono risolta a scrivere solo one-shot, per di più a distanza anche di anni l'una dall'altra. Quindi chapeau, applausi a scena aperta e Prosecco gentilmente offerto dal DM interiore (che, tra parentesi, ha detto che approva.)
JudithlovesJane

Recensore Veterano
12/11/16, ore 22:44

Io sono arrivata a "Kamčatka" e, dal momento che ho l'età mentale di un ragazzino delle medie, maschio e tendenzialmente scemo, sono scoppiata a ridere. Perché sappiamo tutti che forma abbia la Kamčatka. Poi ho letto le note e sono riscoppiata a ridere, perché avevo capito bene. :D
Doppi sensi geografici a parte, anzi inclusi (perché anche la tua idiozia è raffinata), anche questo momento di erotismo, di esplorazione del corpo è di grande bellezza. Ed è anche un'esplorazione dell'anima. Non avevo mai pensato di paragonare Milo alla Siberia: è un'associazione che viene molto più immediata con Camus, al punto di essere scontata. E invece no, tu ci metti Milo. E ci sta bene, riprende benissimo il ritratto che di Milo vai dando. Perché Milo sarà anche caldo, ma in tutto il resto è come la Siberia: bellissimo, mortale, indomito e che sa essere anche un tantino crudele, all'occasione. E riprende benissimo quello che Milo è per Camus: che lo accoglie sempre, non ha più segreti, ma ha sempre nuove meraviglie da offrirgli.
E in tutta questa bellezza, torno a ridacchiare della Kamčatka!

Recensore Master
12/11/16, ore 21:47

La Kamchakta.
Porca miseria, LA KAMCHAKTA.
E no, non me ne frega niente se l'ho scritto male.
Quel nome l'unica cosa che mi rievoca è quel gioco infernale chiamato Risiko, grazie al quale decenni di amicizie se ne vanno allegramente in un Gulag in Siberia, APPUNTO.
Altro che romantici amplessi con neve e caminetto in sottofondo!
Ti dico solo che l'ultima volta che ci ho giocato una mia carissima amica, mite come un agnellino nella vita di tutti i giorni, si è trasformata in una belva così assetata di carrarmatini colorati che ad un certo punta è scattata in piedi strillando: Vincere e vinceremo! Portatemi il napalm!
Il gioco del male, insomma.
Roba che manco Jumanji e una tavola Ouijia (comecavolosiscrive) messi assieme.
Va bene, amicizie improbabili a parte.
Oh, come ci mancava l'erotismo <3
Dopo l'angst e i bimbi, una bella shot color del fuoco (e dei capelli del nostro Camusino...) ci voleva proprio!
Verissimo, Milo è come la Siberia: dall'anima immensa, tutta da esplorare, con quella contraddizione tra crudele e bellissima...
Quindi, ricapitolandolo, ora che sono di nuovo vivi l'hanno fatto a Parigi e sotto l'Ulivo sacro alla Dea, e adesso in Siberia...la prossima in Marocco magari? Nel deserto, terra degli scorpioni? ;-)
Che dice il DM interiore? Fatti guidare da lui <3
p.s. il titolo è illeggibile, dannato tecesco, così affascinante ma complicato!

Recensore Veterano
12/11/16, ore 21:22

LA KAMCHATKA! *ha feels da Risiko!*

Milo e la Siberia si esplorano, si imparano a conoscere, si amano, ma non si posseggono (anche se nel caso di Camus l'ultima affermazione potrebbe non valere nel caso di Milo...). Entrambi splendono, possenti e bellissimi, imperscrutabili, crudeli ma amorevoli allo stesso tempo. Solo che la Siberia è algida, una divina Regina delle Nevi, fredda non solo per le sue temperature, ma anche perché è un elemento naturale, indifferente agli uomini che su di essa e con essa convivono. Milo, invece, è caldo e passionale come solo un essere umano può essere - e ama anche dimostrarlo, alla persona giusta. Al solito, Camus ha la fortuna sfacciata di essere una di quelle persone.

Che Shura e Aldebaran ti proteggano nella tua corrida!
JudithlovesJane

p.s.: e taralli siano. Due pacchi, che quei furboni si tirano l'un l'altro come nemmeno le fragole...
(Recensione modificata il 12/11/2016 - 09:27 pm)

Recensore Master
12/11/16, ore 18:08

Che bello quando scrivi dei maestri! Ban e Sargas per ora li abbiamo visti un pò di sfuggita, ma magari ritorneranno anche in qualche flashback in LRDV? Lo spero, anche perchè mi ha sempre incuriosito la vita delle generazioni dei Cavalieri che, tra le Guerre Sante, non si sa bene cosa fanno! Stanno tipo in un limbo, sono maestri ma allo stesso tempo la Guerra che si prospetta non è per loro...moriranno vecchi, pieni di rimpianti?
E' meglio morire giovani, in battaglia, fianco a fianco con i compagni, piuttosto che vivere fino a diventare bianchi come la neve, in questa Comédie Humaine che chiamiamo vita?
Belle domande, belle domande davvero.
E in mezzo a tutto ciò, il nostro Camus, bambino, timido, riservato, taciturno, che nel suo futuro ruolo di spia magari non ci si trova neanche tanto bene...che pensa a Milo, all'amico fidato e affettuoso, che lo aspetta in una terra ben più calda e luminosa.
E niente, torno a fare i bagagli. Che disagio. Il cicchetto di Vodka servirebbe anche a me! TT_TT

Recensore Master
12/11/16, ore 00:45

Uh, che bello questo stralcio di vita conviviale del piccolo Camus!
Non so te, ma io solidarizzo molto con la sua freddezza (che declinerei come una sorta di riservatezza) e quello che Ban definisce "l'arte della spia" è sempre stato un problema. Ché sì, stare tra la gente non implica di necessità socializzare, no?
E, invece, Camus deve imparare a farlo, a capire le sfumature in un mondo perennemente ammantato di neve. Perché non esiste un'unica sfumatura di bianco, nossignore.
È la commedia umana. Lo dice Ban, lo dice Balzac, ce lo stai mostrando tu, attraverso queste piccole istantanee. È la Commedia Umana. Hai detto cavolo...

P.S.: le castronerie del Kuru. Kobotek gliela passo, però. Voglio dire, in un paese (l'Italia) dove esistono Zepponami, Bastardo, Calvi dell'Umbria e altre amene località, non mi scandalizzo, né mi scandalizzo se il paesello in mezzo alla Siberia Orientale non esiste. Nemmeno il 221/b di Baker Street esiste (e abbiamo fatto rivoltare Arthur Conan Doyle nella tomba anche stasera!), o Washington Mews o Craven Road, 10. Suvvia, una passiamogliela. Ne ha combinate di peggiori, il Kuru. Tipo far nascere il povero Io di Scilla su di un isola nel cuore del Pacifico. Qual è il problema? Che l'isola in questione è a) base d'emergenza per gli aeroplani e b) viene sommersa dalla marea. Due volte al giorno. 'Ndo ca§§o l'avrebbe partorito sua madre, sulle palme che nemmeno le scimmie?!

Recensore Veterano
11/11/16, ore 23:16

Milo ha avuto un'alba, Camus ha il tempo fra la sera e la notte. Belli questi passi in parallelo, per contrappunto. Questa scena è un chiaroscuro, fra il buio della notte e della tormenta e il bagliore del fuoco inchiodato dagli occhi malinconici di Bàn. Forse è come il suo sorriso triste, che si riserva a un rimpianto. Mi piace che allievo e maestro non limitino le interazioni con i membri della specie umana alle loro visite a Milos; mi piace che finora tutto quello che Bàn è sempre inteso anche come un contributo alla formazione di Camus (in questo caso a mimetizzarsi fra la gente, a capirla, per essere una buona spa), ma non solo. E mi piace che il piccolo Camus non capisca: non capisce perché le bambine si contendano la sua attenzione, perché il bambino provi avversione per lui; con l'aplomb che dimostrerà da adulto si limita a pensare che gli piace comunque di più giocare con Milo. :D In fondo, lui e Milo hanno la stessa stoffa, sono speciali, questi bambini no: non vanno mai abbastanza veloce per acchiapparlo, il piccolo Camus.
E ancora mi piace Bàn, che se la ride e dà a Camus una spiegazione che il bambino potrà davvero capire solo fra qualche anno... Bello questo maestro di cui continui a donare un pezzettino alla volta, tanti frammenti che lasciano perfettamente intravedere il mosaico dei suoi sentimenti, anche se ignoriamo i fatti della sua vita.

Recensore Veterano
11/11/16, ore 21:53

Ah, ma quindi anche i due eremiti del gelo avevano una vita sociale! Vita sociale fatta di una taverna in mezzo alla tormenta con il cicchetto di vodka e imprecazioni volanti in russo stretto, ma sempre meglio di niente!

Interessante Bàn che porta Camus in mezzo alle persone per imparare un minimo di social skills, e intanto beve e rimembra.
Camus, poverino, che cerca di farsi coinvolgere nel gioco degli altri tre bimbi - le due bambine hanno capito tutto dalla vita, fra l'altro. Non ci credo che volevano solo 'prenderlo' al gioco, furbette - ma miglior compagno di giochi di Milo non c'è... e chi gli può dar torto?

Ho quasi voluto dare il beneficio del dubbio al Cialtronissimo cercando Kobotek su Google Maps - e il sito mi ha fatto un metaforico gesto dell'ombrello. Quindi no, il Kurumatto se lo sogna, il beneficio del dubbio. Manco un atlante c'aveva?
Nessun essere umano di buon senso oserebbe pensare a Death Mask come un vero nome, suvvia.
JudithlovesJane

p.s.: IL BAKLAVA! *___*
Il mio DM interiore vorrebbe scambiare quattro chiacchiere col tuo "da uomo a uomo" per sapere se fa sul serio...

Recensore Junior
11/11/16, ore 16:37

Milo è una creatura assolutamente fantastica ^_^
E tu sei bravissima a renderlo così vero con tutte le sue mille sfacettature. Milo è un personaggio particolare e ti confesso che prima di leggere questa tua raccolta non sapevo bene come prenderlo. Non è facile avere il quadro d'insieme di un personaggio come lui, in cui vivono aspetti che talvolta possono anche apparire contradittori. Grazie a te invece sento di capirlo di più, grazie a te sto capendo e scoprendo la sua complessità e quel che ne viene fuori è un ritratto assolutamente vero e vivo.
Hai una capacità unica di scandagliare l'animo umano, inutile dire che questi scorci d'infanzia non fanno altro che rendere il quadro ancora più completo e meravigliosamente struggente.
Complimenti come sempre!

Recensore Veterano
11/11/16, ore 16:32

*insegue baby Milo per strizzargli le guanciotte*

BELLINO LUI.
Mi ritorna in mente il Vecchio e il Bambino di Guccini, con Milo piccino e un vecchio pescatore seduti sul molo a guardare il mare e le barche, in attesa del sole. Magari con i gabbiani in sottofondo e il suono dolce delle onde. <3
Milo iperattivo ma dolce dolce e che si sa rendere utile è l'ottava meraviglia del mondo. Sargas è un uomo fortunato ad avere attorno un raggetto di sole così! *^*
JudithlovesJane

p.s.: 'wrapped around the finger' credo si possa tradurre come 'tenere in palmo di mano'.
p.p.s.: la lontra di mare ha apprezzato tantissimo il dono. Il tuo DM interiore sta guadagnando punti.

Recensore Veterano
10/11/16, ore 22:37

Milo bambino è sempre una meraviglia; il tuo Milo bambino in particolare.
Nel bene e nel male Milo è davvero "tagliente come un pensiero cui non si dà voce": c'è una sincerità, qualcosa di profondamente autentico nel tuo Milo; con le sue contraddizioni, la sua dolcezza e il suo sangue, il tuo Milo brilla di una purezza che non dovrebbe avere posto in questo mondo. Eppure ci sta benissimo. Milo è veloce, come la luce; la vita sembra andare troppo piano, ma Milo sa fermarsi un momento ed aspettare. Che bella la sua routine mattutina, che bello che vada a spartire un dolce comune con un vecchietto comune. Le immagini di questo capitolo hanno un'eco religiosa quasi (lo spezzare il pane, il pescatore, il Re pescatore), ma in una luce quotidiana ed un po' triste. Un vecchio e un bambino svegli troppo presto, che non possono far altro che aspettare e farsi un po' di compagnia.

P.S. Sargas, in effetti, fa tanto Re Pescatore!