Recensioni per
Minuetto
di SherryVernet

Questa storia ha ottenuto 531 recensioni.
Positive : 531
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
21/11/16, ore 00:58

Se dovessi etichettare il tuo Milo, direi che Milo è colui che capisce: capisce le cose e capisce gli esseri umani. Un po' di intelletto, ché il tuo Milo è intelligente, un po' di pancia e molto, moltissimo d'intuito. Milo capisce presto cosa è cosa, dove sia il rito (è piena di ritualità questa raccolta), capisce più o meno che cosa cerchi Sargas nel suo bicchiere di vino. A proposito: ancora un bellissimo incipit: mi piacciono le tue massime, che contribuiscono a loro volta a infondere un'aura rituale al racconto.
Ma Milo ignora i contenuti, i perché, i fatti specifici: intuisce l'umanità, perché è umanissimo, ma non può capire il dolore di Sargas, per riallacciarmi ad una delle tue prime drabble. Milo è troppo giovane per avere rimpianti e forse sarà abbastanza fortunato da averne pochi nella vita. Ma Sargas, il suo rimpianto, una volta all'anno, se lo coccola, lo va a cercare. Ancora una volta c'è un contrappunto puntuale col maestro di Camus, che nello scorso passo ci hai mostrato a bere, in una serata qualunque, e a sorridere ad un rimpianto. E qui mi chiedo se questi due uomini rimpiangano la stessa cosa, siano segnati dagli stessi eventi. Muoio dalla curiosità! Dimmi che ci concederai di più, o qui o nella Rosa!
Per adesso, neanche noi sappiamo quale sia il rimpianto di Sargas, come Milo, ma come Milo sentiamo che è pesante più di quest'omone trascinato da un bambino.

Recensore Veterano
20/11/16, ore 22:14

Beh, se si parla delle abitudini potatorie dei maestri, nel pezzo dedicato a Camus prevedo fiumi di vodka al posto del latte e miele della Terra Promessa della Bibbia! XD

Concentrandosi su Sargas... la sua è quasi una sbronza rituale, a quanto ho capito. Una confessione, un memento. E il fatto che il vino non gli sia eccessivamente gradito (ho assaggiato il vino un paio di volte e il retrogusto che mi lasciava in bocca mi ha convinta ancor di più della mia convinzione d'essere astemia) rende la cosa, in un certo senso, ancora più sacra, più seria di una semplice sbobba. 
E Milo, che è ancora piccolo e alcune sfumature ancora non le coglie, si limita ad osservare il suo maestro lasciarsi andare e poi trascinarlo a casa - e qui mi immagino 'sto batuffolo di riccioli alto un metro e una mela che si tira dietro un uomo adulto e sfatto dall'alcol...

Fammi sapere se scopri qualcosa sulla burrata (io di dialetti non me ne intendo molto, soprattutto di quelli del Sud), è una domandina interessante - e poi, dannazione, mi hai fatto di nuovo venir voglia di burrata... ç__ç
JudithlovesJane

Recensore Master
20/11/16, ore 17:21

Diciamoci la verità, dopo quest'ultima polka persino il DM interiore s'è commosso.
Almeno starà buono per un paio d'ore di giorni, oh u_u
Perchè questo giovanissimo Camus che fugge alle tentazioni della carne e va a pentirsi nell'assenza del suo amato è la cosa più strappalacrime che mi sembra d'aver letto finora!
Perchè voglio dire, un conto è quando l'amato passa a miglior (???) vita e allora pace, ti rassegni (anche se Milo non lo ha fatto MAI) perchè impari a convivere col dolore.
Ma qua è diverso, qua l'essere desiderato c'è, ESISTE, ma non può starti accanto e insomma...il poraccio si ritrova a cercarlo nell'aurora boreale, che ha il colore dei suoi occhi, di Milo che è mare e sole, e nelle mani, perchè riempirle di sè è almeno un palliativo al vuoto inesorabile.
Quell'altra parte di letto che rimane vuota e invece dovrebbe essere ripempita ma NON.SI.PUO'.
Vado ad abbracciare metaforicamente i due ciccini!
*se ne va con le lacrime agli occhi*

Recensore Veterano
20/11/16, ore 00:40

Questa polka (la tua) quasi dà due impressioni diverse a seconda che la si legga da sola o con la polka di Strauss in sottofondo. Ed è bizzarro, perché questo ballo (il tuo) è uno di quelli che seguono nella prosa l'andamento della musica: lo si sente negli accenti, nelle pause. Ma da sola, i suoi accenti e le sue pause come i saltelli del cuore in gola, un po' scuro, viscerale. Da sola la tua polka ha l'ardore del desiderio e il turbamento delle fantasie indistinte. È un po' scura di solitudine. Come la sinfonia che Camus canta per Milo nelle stelle. Ma con Strauss assume un'altra leggerezza: la musica già assicura che la fantasia delle grazie di Anna, di Maria, dei passanti, non è che una fantasia, un desiderio quasi superficiale. E, dall'altra parte, quella leggerezza della musica diventa malinconia nel momento in cui Camus mormora il nome di Milo come una preghiera, da solo, in silenzio. Un attimo di piacere carnale quasi spirituale e del terribile dolore dell'assenza, in quel letto vuoto.
È potente e delicata questa polka, con una grazia oscura. I complimenti vanno al DM interiore, vero? ;)

Recensore Veterano
19/11/16, ore 22:35

E così il nostro mago del gelo 'fugge' dalle tentazioni e corre a casa, che ha un appuntamento su Skype con il Cosmo alla sua isba, che c'è Milo bello ad aspettarlo dall'altra parte del mondo - e l'Aurora Boreale sbircia e risveglia i ricordi degli occhi di un certo greco dalla pelle che profuma di sole (fra l'altro, l'odore di sole è una cosa bellissima e sono convinta esista davvero <3)...
Che bello, poi, Camus che 'canta' il desiderio ma piange l'assenza in silenzio. Due modi diversi per vivere l'amore, ma perfettamente conciliabili. <3

Il DM interiore non ci lascia mai. Egli è ovunque, e tutto ce lo ricorda. u_u
JudithlovesJane 

Recensore Veterano
17/11/16, ore 23:11

Quanti anni ha Camus qui? Più o meno diciotto, giusto? È nel fiore del rigoglio la virilità di Camus, i suoi pensieri sono quelli di un giovanotto della sua età. C'è poco da girarci attorno. Ma c'è una certa delicatezza anche negli ormoni che gli annebbiano il cervello più della vodka (bello il passo sulla vodka che scende, a proposito!). Non le guarda, Camus, le gambe di Anna. Se le immagina, come si immagina profumi, sapori che non conosce. Un po' un archetipo della donna, un archetipo per il desiderio che scende più giù del suo stomaco. Ma il desiderio vero si indirizza solo a Milo. E allora è urgente. Ed è tardi ed è ora di ritirarsi nell'intimità della propria stanza, con l'immagine di Milo. È prezioso, indulgente quel sorriso che Camus si concede nel chiedersi chi sia che faccia sorgere improvvisa la voglia in Milo, quando lui non c'è. Non ha comunque importanza. Ma Camus sorride: lui che è così inflessibile mostra una tenerezza meravigliosa in quel pensiero di una debolezza umana in Milo, e la sicurezza di chi sa che anche dall'altra parte c'è una fedeltà assoluta. Di chi sa che il cosmo di Milo stanotte gli farà compagnia. E allora andando via può essere generoso ed offrire la compagnia di una fantasia anche ad Annushka.
Invece che come uno sbandamento del corpo, racconti il desiderio di Camus facendone un'altra poesia d'amore. Realistica. Umanissima.

Recensore Master
17/11/16, ore 22:02

Oh mio Dio.
Ohmioddio ohmioddio ohmioddio.
Qualcuno fermi il DM interiore!
Cioè fammi capire? Questi due ciccini, siccome stanno parecchio lontani per parecchio tempo, non disdegnano di consolarsi con altri (continuando comunque sempre a pensare all'altro, perchè oh, l'ammore è l'ammmoreee) o è solo tentazione a cui poi non danno sfogo?
Fammi capire? Che io sto sclerando dietro ai miei corsi e ai relativi libri antichi e cartelle d'archivio da riordinare! *vafuoriditesta*
Comunque, se è come ho capito mi sembra logico. Anche io do un minimo (ma un minimo eh) di ragione al caro DM: in una situazione simile, è certamente realistico che le due tortore divise da migliaia di kilometri e quattro/cinque zone climatiche finiscano a riscaldarsi in qualche altro letto, visto che il loro, per metà, rimane inesorabilmente vuoto! Che triste! TT_TT
Fasi finali della tesi? Ohi ciccia, non romperti troppo la testa: non fare come la sottoscritta, che ha scritto lìultima parte in due giorni, SENZA DORMIRE PER 24 ORE.
Stabbona eh, che non voglio finisci come moi, che poi mi hanno raccolto col cucchiaino. Non riuscivo a ricordarmi come mi chiamavo!
Stà serena *hakunamatata*

Recensore Veterano
17/11/16, ore 21:48

*si immagina il tuo DM interiore che gorgheggia 'non, je ne regrette rien' arrotando al massimo tutte le erre e rotola via*

Camus, briccone che non sei altro! Lui e la sua vodka che gli fa salire pensieri a rating rosso come i suoi capelli! Sia sulla ragazza che ha conosciuto da bambina - e che fantasticherà a lungo su quello sguardo, oh se fantasticherà! - sia su Milo, che è fedele all'ennesima potenza e solo a lui pensa, anche e soprattutto durante l'assenza! *lancia sopracciglia ammiccanti ovunque. Il mio DM interiore si associa.*
Dev'essere stato il freddo, fa venir voglia di coccole e calore umano...

Forza e coraggio!
JudithlovesJane
 

Recensore Veterano
16/11/16, ore 23:32
Cap. 81:

Ohohoh! Sì, bravo DM interiore! Bravo, bravo, bravo! Ché una cosa è l'amore, un'altra è il desiderio. E che il desiderio sorga all'improvviso, senza che voglia dire nient'altro, senza che debba per forza essere soddisfatto, non toglie nulla all'amore. È una cosa che consideriamo normalmente molto da "maschio", ma non lo è per forza. Camus ha occhi, Camus è giovane, qualche volta il desiderio viene.
Hai capito le due bimbe russe! Sono riuscite ad ottenerla, l'attenzione di Camus!
Mi piace, mi piace! Mi piace che il desiderio venga sia per le gambe di un passante, sia per Masha, tanto femmina, tanto prosperosa. Mi piace che sia soprattutto per gli occhi di Annushka. Non azzurri abbastanza. Perché, alla fine, l'amore resta sempre, come Milo.


P.S. Bella la continuità e il senso del tempo che è passato.
(Recensione modificata il 16/11/2016 - 11:35 pm)

Recensore Veterano
16/11/16, ore 21:36
Cap. 81:

Ah guarda, io non mi lamento per niente dell'abbondanza di polke di Strauss figlio! Anzi, più ce ne sono meglio è!

UUUUH! Le bimbette russe si son fatte prosperose! Povero Camus, circondato da tentazioni! X°D
Ai maschi basta veramente un niente per scattare sull'attenti... persino per una creatura fedele come Camus per il suo Milo (che in ogni caso, resta imbattibile, donna o uomo che sia il rivale!)!
Il tuo DM interiore sa come intrattenerci! ;D

JudithlovesJane

Recensore Master
16/11/16, ore 17:06

Allora, per prima cosa: sono felicissima che torni il DM interiore a scrivere perchè è motivo di risate assicurate. Io ho bisogno di ridere visto e considerato che ora che ho finito il trasloco...ho da mettere a posto! Ho tipo mutande e calze sparse per tutta camera, un disastro! Credo che sognerò i Cavalieri che ballano la Polka in mezzo ai mei effetti personali...sì. so già che finirò così.
Che bella la fine di questa coda! Dici bene: l'amore, nel senso di relazione con qualcuno, è un viaggio. Ci si trova al punto di partenza (e come ci si è arrivati, anche quello è un viaggio a sè) e poi si cammina insieme.
Impossibile sapere dove si arrivi, ma finchè la barca va lasciala andare, no? ;)
E poi, chiaro che con il viaggio d'amore romantico c'è quello dell'amore carnale: che sia pian piano, in punta di piedi, che sia un gradino alla volta, come i nostri Camilo, o che esploda tutto in un colpo è sempre un percorso da fare in due, per capirsi, scoprirsi e svelare ogni segreto, finchè davvero non fanno più paura neppure le separazioni, le attese, gli imprevisti.
Tra tutte le coppie che ci sono al Santuario, uscirebbe un bel Carnet de Voyages, no?
Buona fortuna con la tesi, ti capisco benissimo TT_TT se penso che anche io tra meno di un anno dovrò cominciare...che ansia!
Mi consolo scrivendo và, che vi sto facendo aspettare troppo.
Baci! <3

Recensore Veterano
16/11/16, ore 00:21

Ha senso, ha tantissimo senso che questo ballo sul viaggio si concluda alla destinazione, cui si giunge stanchissimi, ché viaggiare è estenuante, e abbracciati. Anche per quell'altro viaggio a due. Almeno per quel che ricordo e secondo l'impressione che ho avuto io, finora non avevi ancora detto esplicitamente a parole che questi due si amano: l'amore lo menzioni passando, certo, e lo mostri, bellissimo, in tutte le sue sfumature. Ma qui, alla fine del ballo che marca un quarto della strada, lo dici, lo ripeti, come seguendo il filo dei pensieri di Milo: Milo ama Camus, che ovviamente lo ricambia. Tantissimo amore, profondissimo, tenerissimo, sempre. Appassionato.
Che dirti? Grazie anche di questo elegantissimo valzer tutto rosso, dove il sesso racconta tutto un sentimento.

Recensore Junior
15/11/16, ore 23:10

Le drabble di questo valzer sono una più bella dell'altra, la seconda è stata la mia preferita, ma in tutte quante sono permeate di un'eleganza, una passione e una purezza fuori dal comune. C'è una tale grandezza di sentimento che mi si stringe il cuore ogni volta, una bellezza unica.
Ormai rischio di ripetermi ad ogni recensione, ma non saprei che altro aggiungere, questa raccolta è pura poesia <3

Recensore Veterano
15/11/16, ore 21:41

E questa volta, il viaggio è di coppia.
Al solito, Milo è il punto fermo, quello che aspetta il ritorno del suo vagabondo per poterlo prendere per mano e fare la strada assieme a lui. E Camus, ancora e sempre, ritorna - perché ad una casa come quella che Milo incarna non si può resistere, non ha senso resistere.

L'eleganza di questa coda è magnifica e la metafora del viaggio si adatta straordinariamente bene alla loro relazione.

Ma cara, a me sembrano entrambe buone notizie! Perché cercare un lato negativo dove non c'è? XD
JudithlovesJane

p.s.: il mio DM interiore è parecchio lusingato. La coalizione tra i due si sta dimostrando parecchio fruttuosa!

Recensore Veterano
14/11/16, ore 22:35

Come si dice? "Mani fredde, cuore caldo". Sembra proprio il caso di Camus, ché sì, saranno anche mani da signore, e certo sono curate (Kurumada ce lo presenta con lo smalto) ma sono anche le mani di un guerriero, e sanno stringere forte, anche nell'amore. Mi piace immensamente come hai giocato con le varie possibili etimologie di "Siberia": la "terra che dorme" ma anche la "terra selvaggia". Ed una terra che sotto il giaccio nasconde tanto fuoco, proprio come la catena di vulcani della penisola della Kamchatka, o come la sterminata landa dei Trappi Siberiani, che un tempo era un enorme super-vulcano. Milo lo sa, che cosa dorma sotto il ghiaccio di Camus. E come uno scorpione si bea di quel caldo e, è proprio il caso di dirlo, se la gode.