Recensioni per
Minuetto
di SherryVernet
Se dovessi etichettare il tuo Milo, direi che Milo è colui che capisce: capisce le cose e capisce gli esseri umani. Un po' di intelletto, ché il tuo Milo è intelligente, un po' di pancia e molto, moltissimo d'intuito. Milo capisce presto cosa è cosa, dove sia il rito (è piena di ritualità questa raccolta), capisce più o meno che cosa cerchi Sargas nel suo bicchiere di vino. A proposito: ancora un bellissimo incipit: mi piacciono le tue massime, che contribuiscono a loro volta a infondere un'aura rituale al racconto. |
Beh, se si parla delle abitudini potatorie dei maestri, nel pezzo dedicato a Camus prevedo fiumi di vodka al posto del latte e miele della Terra Promessa della Bibbia! XD |
Diciamoci la verità, dopo quest'ultima polka persino il DM interiore s'è commosso. |
Questa polka (la tua) quasi dà due impressioni diverse a seconda che la si legga da sola o con la polka di Strauss in sottofondo. Ed è bizzarro, perché questo ballo (il tuo) è uno di quelli che seguono nella prosa l'andamento della musica: lo si sente negli accenti, nelle pause. Ma da sola, i suoi accenti e le sue pause come i saltelli del cuore in gola, un po' scuro, viscerale. Da sola la tua polka ha l'ardore del desiderio e il turbamento delle fantasie indistinte. È un po' scura di solitudine. Come la sinfonia che Camus canta per Milo nelle stelle. Ma con Strauss assume un'altra leggerezza: la musica già assicura che la fantasia delle grazie di Anna, di Maria, dei passanti, non è che una fantasia, un desiderio quasi superficiale. E, dall'altra parte, quella leggerezza della musica diventa malinconia nel momento in cui Camus mormora il nome di Milo come una preghiera, da solo, in silenzio. Un attimo di piacere carnale quasi spirituale e del terribile dolore dell'assenza, in quel letto vuoto. |
E così il nostro mago del gelo 'fugge' dalle tentazioni e corre a casa, che ha un appuntamento |
Quanti anni ha Camus qui? Più o meno diciotto, giusto? È nel fiore del rigoglio la virilità di Camus, i suoi pensieri sono quelli di un giovanotto della sua età. C'è poco da girarci attorno. Ma c'è una certa delicatezza anche negli ormoni che gli annebbiano il cervello più della vodka (bello il passo sulla vodka che scende, a proposito!). Non le guarda, Camus, le gambe di Anna. Se le immagina, come si immagina profumi, sapori che non conosce. Un po' un archetipo della donna, un archetipo per il desiderio che scende più giù del suo stomaco. Ma il desiderio vero si indirizza solo a Milo. E allora è urgente. Ed è tardi ed è ora di ritirarsi nell'intimità della propria stanza, con l'immagine di Milo. È prezioso, indulgente quel sorriso che Camus si concede nel chiedersi chi sia che faccia sorgere improvvisa la voglia in Milo, quando lui non c'è. Non ha comunque importanza. Ma Camus sorride: lui che è così inflessibile mostra una tenerezza meravigliosa in quel pensiero di una debolezza umana in Milo, e la sicurezza di chi sa che anche dall'altra parte c'è una fedeltà assoluta. Di chi sa che il cosmo di Milo stanotte gli farà compagnia. E allora andando via può essere generoso ed offrire la compagnia di una fantasia anche ad Annushka. |
Oh mio Dio. |
*si immagina il tuo DM interiore che gorgheggia 'non, je ne regrette rien' arrotando al massimo tutte le erre e rotola via* |
Ohohoh! Sì, bravo DM interiore! Bravo, bravo, bravo! Ché una cosa è l'amore, un'altra è il desiderio. E che il desiderio sorga all'improvviso, senza che voglia dire nient'altro, senza che debba per forza essere soddisfatto, non toglie nulla all'amore. È una cosa che consideriamo normalmente molto da "maschio", ma non lo è per forza. Camus ha occhi, Camus è giovane, qualche volta il desiderio viene. |
Ah guarda, io non mi lamento per niente dell'abbondanza di polke di Strauss figlio! Anzi, più ce ne sono meglio è! |
Allora, per prima cosa: sono felicissima che torni il DM interiore a scrivere perchè è motivo di risate assicurate. Io ho bisogno di ridere visto e considerato che ora che ho finito il trasloco...ho da mettere a posto! Ho tipo mutande e calze sparse per tutta camera, un disastro! Credo che sognerò i Cavalieri che ballano la Polka in mezzo ai mei effetti personali...sì. so già che finirò così. |
Ha senso, ha tantissimo senso che questo ballo sul viaggio si concluda alla destinazione, cui si giunge stanchissimi, ché viaggiare è estenuante, e abbracciati. Anche per quell'altro viaggio a due. Almeno per quel che ricordo e secondo l'impressione che ho avuto io, finora non avevi ancora detto esplicitamente a parole che questi due si amano: l'amore lo menzioni passando, certo, e lo mostri, bellissimo, in tutte le sue sfumature. Ma qui, alla fine del ballo che marca un quarto della strada, lo dici, lo ripeti, come seguendo il filo dei pensieri di Milo: Milo ama Camus, che ovviamente lo ricambia. Tantissimo amore, profondissimo, tenerissimo, sempre. Appassionato. |
Le drabble di questo valzer sono una più bella dell'altra, la seconda è stata la mia preferita, ma in tutte quante sono permeate di un'eleganza, una passione e una purezza fuori dal comune. C'è una tale grandezza di sentimento che mi si stringe il cuore ogni volta, una bellezza unica. |
E questa volta, il viaggio è di coppia. |
Come si dice? "Mani fredde, cuore caldo". Sembra proprio il caso di Camus, ché sì, saranno anche mani da signore, e certo sono curate (Kurumada ce lo presenta con lo smalto) ma sono anche le mani di un guerriero, e sanno stringere forte, anche nell'amore. Mi piace immensamente come hai giocato con le varie possibili etimologie di "Siberia": la "terra che dorme" ma anche la "terra selvaggia". Ed una terra che sotto il giaccio nasconde tanto fuoco, proprio come la catena di vulcani della penisola della Kamchatka, o come la sterminata landa dei Trappi Siberiani, che un tempo era un enorme super-vulcano. Milo lo sa, che cosa dorma sotto il ghiaccio di Camus. E come uno scorpione si bea di quel caldo e, è proprio il caso di dirlo, se la gode. |