Recensioni per
Minuetto
di SherryVernet
Senza sentimento?! |
Oooh, mi piace questa cosa che Camus sa esattamente ciò che vuole e non ha pruderie quando si tratta di dirlo a Milo. Vedi che il nostro scorpioncino non è l'unico oratore della coppia! u_u |
Non conoscevo la cariñosa, né la bellissima canzone della signora Sylvia La Torre (ma dove le vai a pescare? no, seriamente!). Ho avuto una curiosa ma piacevole mezz'ora su youtube guardandomi una serie di questi balli. Te ne ringrazio! |
IL MIO PESCE ROSSO. |
Ahahaha, il trio delle vecchie comari di paese! XDXDXD |
*GIOISCE ABBRACCIANDO UNA LONTRA DI MARE* |
Ahahahaha! Deliziosa questa polka! Il capitolo costruito a dialogo si adatta bene alla musica, così come è perfetto che sia scherzoso. |
Ma quanto sono pucci Camus e Milo bambini? <3 |
I rituali scandiscono il tempo come le percussioni il ritmo in un'orchestra. E questa rimpatriata programmata tra Bàn e Sargas con bambini al seguito sembra il pranzo della domenica con tutta la famiglia allargata e dodici persone a tavola - i Cosmi fanno per quattro, probabilmente. |
Bàn e Sargas!!! Sìììììì! *modalità fangirl: on* |
Strepitoso.. Se Parigi valeva una messa, cosa vale per i baldi Giovini.. Battute a parte questa raccolta è una meraviglia. A presto Jane |
Sì, ci sono certi ricordi che non sono della mente, ma del cuore: magari un'alba, o un tramonto o le luci di una città che ci è rimasta dentro; magari qualche momento speciale con chi amiamo, uno di quelli che, pur quotidiani, assurgono oltre la prosaicità ad uno stato di gloria. Questa libera uscita parigina è un po' un trionfo, piccolo, quotidiano, ma non per questo meno glorioso. Nell'attesa, fra una guerra e un'altra. Certo, la guerra verrà, ma intanto non si può trattenere una lacrima di commozione e di gratitudine, che si confonda con la pioggia, che resti in città. Il treno non serve, no: sono Gold, potrebbero arrivare ovunque in meno di un secondo. Ma il viaggio è anche un rito (qui torna la quotidianità); su quello stesso treno Camus viaggiò anni prima con sua madre nella direzione opposta, come ci hai mostrato. Certi treni vanno presi. |
Mi sono goduta tutte e tre queste "Polka" con lo spirito della sognatrice che non hai mai visto Parigi o la Francia. |
Da pendolare incallita mi sono sentita rincuorata all'idea che anche i sommi Gold Saint dovessero correre dietro ad un treno - con la differenza che magari loro in quattro falcate lo pigliano, io invece vengo abbandonata da gambe e polmoni dieci metri prima di poterlo prendere, l'autobus... |
Che bella che è questa rêverie parigina! È sottilmente struggente che sia solo una rêverie: non lo nascondi sin dall'inizio, metti subito in chiaro che cosa sia incombente, che cosa succederà e che il sogno resta solo una speranza destinata ad essere frustrata, un vagolare della mente. Però il cuore centrale di questo capitolo è così vivido, così splendente, così reale nel desiderio di Camus, che per un momento ce ne dimentichiamo. E per un po' ci sembra di esplorare Parigi insieme a Milo, guidati da Camus. È una geografia dell'anima. Ma resta anche solo un viaggio della sola anima. Quanto fa male che ce lo ricordi, lì alla fine! Anche noi avremmo voluto... |