Introspezione di un personaggio che non conosce amore, ma solo violenza, e per tutta la vita ha confuso uno con l'altra.

John non si droga da due anni. Due anni e qualche settimana.
È da due anni che non beve più.
John,ha cominciato a frequentare un centro di riabilitazione a sedici anni. Sta cercando giorno dopo giorno di affrontare la faticosa risalita dall'abisso autodistruttivo in cui era crollato.
Nancy è come John una dei tanti figli bastardi e dimenticati di una società giunta al capolinea ormai prossima al collasso, che, come un peso morto, li sfrutta, schiaccia, opprime e poi se ne dimentica. Ognuno di loro si rialza come può, se Nancy si nasconde dietro a una maschera di normalità, John combatte contro tutti e contro nessuno. Diventeranno l'uno la stampella dell'altro. Finché Jack, piccola apparentemente insignificante variabile, non farà crollare tutto. E il destino tornerà a giocare per un ultimo atto.
"ho tentato di rendere la tua vita degna di essere comprata, peccato che io sia un pessimo venditore"
Jack.

Mi chiamo Dorothy.
Lei è la persona più importante della mia vita. L'unica che mi è sempre stata accanto, che non mi ha mai abbandonato.
Fino ad oggi, quando è arrivata quella telefonata e metà del mio cuore ha smesso di battere. La metà migliore.

Drammatica storia d'amore in cui l'amore stesso si trasforma in violenza e follia contro gli altri e se stessi.
L'uomo viene distrutto nella sua dimensione fisica e spirituale.

Dal testo:
"Ma guardatelo.
Così testardo, così orgoglioso, così fiero di se stesso e di ciò che fa, anche se magari è sbagliato.
Lo avete visto? Quando cade e si rialza, da solo?
Lo avete visto? Quando sorride, abbassando subito dopo lo sguardo, nascondendo il dolore che prova?
Lui è quel ragazzo che definireste il più figo, il più forte.
E lui lo è, forte, intendo.
È davvero forte, non molla mai.
Eppure anche lui ha i suoi crolli, i suoi momenti di rabbia, di violenza."
Ho sentito la necessità di scriverla e togliermi "il peso". Avevo bisogno di condividerla con qualcuno, e perché non farlo con qualcuno che non mi conosce per niente? Mi pare perfetto.
Per cui, preparatevi psicologicamente a tutto. Buona lettura.

"Quando mio padre morì, avevo sei anni, un fratellino più piccolo e una madre alla quale, per sua stessa ammissione, non piacevo neanche un po’. [...] Fu allora che cominciai ad essere davvero la bambina cattiva che mia madre sosteneva da sempre che fossi."
Piccolo esperimento partorito in occasione di un corso di scrittura.

Tratto dal testo:
Il primo anno non era andato affatto bene. Ivan portava ancora i segni delle violenze di Francesco. Nasconderli ai genitori non era stato facile. Stranamente Ivan non mollava, però. Qualsiasi altro ragazzo lo avrebbe fatto, ma lui, un ragazzino minuto, piccolo in ogni campo, soprattutto nell'animo, era riuscito a… perdonare? Chi altro non si sarebbe lasciato andare? Ed è per questo che era riuscito a guadagnarsi l’ammirazione di tutti, a scuola.
Ma l’ammirazione non sempre portava cose buone. Ivan aveva guadagnato anche pietà e tristezza. Questo ero ciò che vedeva negli occhi di chiunque.
Il secondo anno era appena iniziato. Stessa cosa per i veri problemi.